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Autore: angelroy    31/12/2005    1 recensioni
Il biondino era addormentato profondamente. –Certo Malfoy che mentre dormi sembri persino normale... niente aria altezzosa, niente spavalderia, sei solo… tu- La mora si sciolse i capelli che quella sera erano raccolti in una coda alta e lasciò i boccoli liberi di ricaderle sulle spalle. Poi tornò a guardare quei lineamenti così fini del viso del ragazzo. Era così bello, così particolare e così dannatamente Draco Malfoy.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si svegliò di soprassalto

Si svegliò di soprassalto. Il fiato era corto. Il cuore gli martellava il petto. La fronte era imperlata di sudore. Si alzò e si diresse in bagno velocemente… la testa gli girava ancora. Aprì l’acqua del lavandino e vi buttò la testa sotto. Era gelata. Dopo poco richiuse il rubinetto. Si guardò allo specchio. Le goccioline scendevano dai suoi capelli biondi ricadendogli sul collo per poi continuare la loro corsa lungo il torace e la schiena, il viso diafano era leggermente arrossato sia per lo spavento sia per la reazione con la frescura dell’acqua, gli occhi, più chiari del ghiaccio, fissavano il suo riflesso nello specchio.

Si passò una mano nei capelli spostando i ciuffi da sopra gli occhi… decisamente erano cresciuti molto ed erano divenuti troppo ribelli… ma gli piacevano così.

Si sedette sul pavimento del bagno.

-Di nuovo… non è possibile… no… non di nuovo!!!-

Per l’ennesima volta aveva fatto quell’incubo… da quando aveva fatto l’amore con Brenda la prima volta quei  sogni continuavano a tormentarlo… lo terrorizzavano… e per spaventare Draco Malfoy a quel livello doveva qualcosa di essere veramente terribile…

Sentì bussare alla porta

“Avanti… è aperto” rimase seduto lì per terra…ancora troppo scosso per alzarsi.

“Draco… dove..? Che fai lì per terra?!” Piton lo guardava con un’aria vagamente preoccupata. Non era solo, c’era Silente in persona con lui. I suoi occhietti azzurri brillavano dietro gli occhiali a mezzaluna.

Il ragazzo si alzò… fece un cenno con il capo in segno di saluto“Professor Piton, Silente…”

“Signor Malfoy… come si sente?”

“Bene… cioè meglio.. grazie preside…”

Piton continuava a guardare con aria di sufficienza il ragazzo, i suoi occhietti neri sembravano voler dire molto più di quanto potesse… Doveva essere molto preoccupato per lui per aver avvertito Silente.

“Il Signor Zabini ha detto al professor Piton che sei stato poco  bene…  lui ha provveduto ad avvertirmi…  hai bisogno di qualcosa ragazzo? Vuoi andare in infermeria?” la voce pacata  era sempre gentile

“No… la ringrazio… non c’è bisogno di preoccuparsi. Sto già nettamente meglio”

“Bene… allora io torno nel mio ufficio.. arrivederci Draco.”

Il mago lasciò i sotterranei con un fruscio dall’abito blu notte.  Nella stanza da caposcuola rimasero solamente il professore di pozioni e il biondino.

“Severus va tutto bene… non è il caso di mobilitare tutta la scuola se per un giorno non mi presento a lezione”

“Draco non puoi vietarmi di preoccuparmi per te. In questo periodo specialmente. È quasi ora di cena comunque. Dovresti mangiare qualcosa” senza aspettare la risposta del suo figlioccio si chiuse la porta alle spalle, lasciandolo solo.

 

 

 

 

Vuota. Ecco come si sentiva. Terribilmente vuota. Una delle cose più care che aveva al mondo le era stata portata via… sua nonna era morta. La donna che la coccolava quando i suoi genitori la sgridavano. La donna che le faceva i regalini per farla sorridere. La donna che si lasciava truccare solo per gioco e che la faceva divertire quando la aiutava in cucina… sua nonna era una cuoca stupenda, e tutto senza magia… era una cosa che aveva nel sangue! Una donna magnifica nel suo genere… pronta ad aiutare tutti senza volere nulla in cambio. Quella donna che amava da morire le era stata strappata a causa di una patologia cui né maghi né babbani avevano saputo trovare rimedio… una malattia che l’aveva  consumata piano piano… atrofizzandole tutti i muscoli uno dopo l’altro… ma il suo cuore e la sua mente non si perdevano d’animo… continuava ad amare i suoi cari e a trasmettere loro una voglia di vivere da fare invidia ad un bambino…

Ma ora non c’era più. Nessuno più l’avrebbe viziata regalandole libri di incantesimi rari da trovare, non le avrebbe più raccontato aneddoti di quando era piccola… nulla.

Non ci sarebbe stato più niente di tutto quello che le ricordava il suo essere bambina…

La carrozza si fermò davanti al viale che conduceva al cancello in ferro battuto della sua tenuta. Brenda prese a camminare lungo quello stradone sterrato e polveroso… il quel posto regnava il silenzio più totale. Poteva distinguere il rumore di ogni sassolino che si muoveva sotto i suoi passi e quelli dei suoi genitori. Arrivata davanti all’entrata di casa rimase sorpresa… Sylvia aveva già fatto scendere dalla balconata principale uno stendardo nero con lo stemma di famiglia, costituito da una specie di drago grigio, in segno di lutto. Era terribile vederlo così… Brenda non lo aveva mai visto appeso a casa sua… le era capitato, quando era molto piccola, di notarlo a casa di parenti lontani… per uno zio… ma ora.. lì… per sua nonna… i suoi occhi si velarono di lacrime… trattenute. Non si poteva permettere di piangere. Doveva essere forte. 

Salì nella sua stanza… le pareti si colorarono di un grigio molto cupo… triste, malinconico. Questa era la particolarità della sua camera: i muri cambiavano colore a seconda dell’umore che aveva. Era stata proprio sua nonna ad incantarla un po’ per divertire, un po’ per capire la nipote…

Si buttò sul letto, incapace di pensare… tutto le scivolava addosso… ricordi, emozioni… tutto era troppo doloroso. Si addormentò in un sonno irrequieto…

 

Una mano le carezzava dolcemente i boccoli che le ricadevano sulle spalle, sentì il calore di un corpo, di un respiro vicino al suo… -Draco…-  era lì per coccolarla e starle vicino in quel momento così brutto e triste per lei??

Senza aprire gli occhi si avvicinò… ora poteva sentire anche il profumo che circondava quella persona… un misto tra bergamotto e vaniglia… No. Non era Draco… era sua madre. Usava la stessa essenza sin da quando Brenda era piccina… ormai era divenuto il suo profumo…

Che stupida era stata a pensare, anche solo per un attimo, che ci fosse stato Draco vicino a lei…

“Piccola… vieni a mangiare qualcosa… è ora di cena…” la voce era stanca, quasi atona… molto strano per una donna come Sylvia, sempre allegra e spensierata ma che quando si arrabbiava con i suoi strilli poteva tirare già la vetrata di una chiesa… non aveva mezze misure…

In risposta la ragazza si strinse al petto della madre… le sembrava davvero di essere tornata bambina… solo che ora era lei che cercava di dare forza alla donna che sembrava sull’orlo di un abisso… Brenda sentì la madre cominciare a singhiozzare piano… per poi scoppiare in un pianto liberatorio stringendo sempre più a sé la figlia che si imponeva di essere forte… doveva farlo per sua madre, ne aveva bisogno. Non si poteva permettere di abbandonarsi anche lei a quel dolore così profondo… non poteva.

 

 

 

 

 

“Draco… ti sei ripreso?”

Draco Malfoy aveva fatto il suo ingresso nella Sala Grande, già quasi del tutto gremita per la cena… Era un po’ più pallido del solito e sotto i suoi occhi si potevano intravedere due occhiaie appena accennate… ma stava nettamente meglio.

“Sì.. va nettamente meglio… tu?”  gli occhi di ghiaccio si posarono sul labbro spaccato e sulla guancia gonfia dell’amico…-Allora lo avevo davvero colpito… Dio se ero ubriaco!!-

“Tranquillo amico… è tutto ok…”

“Blay davvero… io.. mi.. non…”

“Draco, davvero. È tutto ok. Dovevo solo starmene zitto. Non intromettermi nelle tue scelte… di qualsiasi tipo”

Ecco. Ora ricordava… Blasie gli aveva detto qualcosa sulla sua stupidità nel seguire Voldemort e lasciare Brenda… solo per quei motivi lo avrebbe mai colpito… strano che non lo avesse capito prima.

“Bene…”

Gli occhi castano intenso del moro incontrarono per un attimo quelli argentati dell’amico… non lo riconosceva proprio… era divenuto una maschera fredda, insensibile pieno solo dei suoi ideali… e del suo nome cui questi erano legati: Malfoy. Sembrava che anche intorno ad esso aleggiasse quell’aura scura… maligna, capace solamente di ferire le persone per arrivare ai propri scopi.  Che poi, qual’era questo ‘scopo’ che il biondino si era prefisso?? Essere il migliore al fianco di Voldemort… ma ne valeva davvero la pena? Rischiare tutto? Persino rinunciare alla propria felicità per un fine del genere??

Ma dopotutto Zabini la pensava diversamente da Draco, era sempre stato così. Prese a mangiare in silenzio…

 

 

 

 

 

“Sylvia. Brenda. Venite a mangiare qualcosa… su..” Orpheus si era affacciato nella camera della figlia per cercare di convincerle a scendere a cena.

“Sì caro… è andato via il Signor… Signor… non…ricordo il no-”

“Melwin cara… sì, è andato via” gli occhi dell’uomo incontrarono quelli vuoti e spauriti della donna “Ho pensato a tutto io… tranquilla” il marito si era occupato di tutta l’organizzazione dei funerali e di avvertire i parenti lontani di quella perdita… la moglie sicuramente non avrebbe retto un simile peso…

“Mmh… va bene. Andiamo di sotto”

La cena si svolse quasi nel più completo silenzio… tolte le continue apparizioni di teste, nel camino, che dovevano concordare con il sig. Slyte le modalità del funerale.

Sarebbe avvenuto il mattino del giorno seguente… Brenda s’incupì all’idea di dover presentarsi alla cripta di famiglia… con tutte quelle persone che nemmeno conosceva e che forse nemmeno sua nonna conosceva, ma che andavano lì, a far finta di disperarsi solo  per far bella figura davanti ad una famiglia nobile come quella degli Slyte. Ridicolo. Lo giudicava a dir poco ridicolo. Come anche era assurdo tutto quello sfarzo delle tombe che sembravano monumenti… ma nella morte che senso poteva avere??

Non se lo era mai spiegato e forse non lo avrebbe mai fatto.

Quella notte dormì pochissimo… tra che aveva già riposato durante il giorno, tra che si era persa in mille ricordi… alle sei del mattino era ancora sveglia a sfogliare un suo vecchio diario…

 

Caro diario,

oggi sono andata a cavallo con papà e la mia amica Kaysha… mi sono divertita tanto!!! Poi c’era la nonna che mi ha fatto fare le frittelle con lei…[…] le voglio tanto bene…

 

Sorrise rileggendo quelle parole scritte quando poteva avere appena sei anni…la calligrafia tutta sgangherata, macchie di inchiostro che sembrava formassero dei disegni.. 

Prese un altro quadernetto…doveva essere del suo primo o secondo anno ad Hogwarts…

Caro diario,

quella megera della McGranitt mi ha dato un tema lungo 2 pergamene su come trasfigurare un topo in un posacenere… uffa che noia. Non ho proprio voglia!! Io e Pansy siamo in sala comune e ci sono i suoi compagni che fanno un casino tremendo… Zabini, Malfoy e Nott… certo che Blasie è proprio carino…

 

No!! Si era dimenticata della brevissima cotta che si era presa quando era piccola per Blasie…  certo che le cose erano davvero cambiate da allora… adesso quel moretto che era diventato proprio carino era divenuto quasi come un fratello… e il biondino che prima non considerava invece… beh.. la stava facendo soffrire… tutto sembrava così irreale, ingiusto.

 

 

Draco se ne stava seduto in sala comune a fissare il fuoco… Il suo nervosismo era più che palpabile nell’aria… infatti nessuno osava avvicinarlo per paura di venire sbranato o peggio fulminato all’istante dai suoi occhi.

 Blasie non sapeva se avvertirlo dell’assenza di Brenda oppure no… Si sedette nella poltrona di fianco a quella del caposcuola.

“Draco..”

“Blasie. Te lo dico subito: io non cambio idea… ho scelto la mia strada e la seguirò. Quindi finisci subito ciò ch-”

“Volevo solo dirti che Brenda è andata via stamattina… non tocco il tuo mondo.. tranquillo!”

Gli occhi di Draco si ghiacciarono…-Andata via?? Che cazzo è successo??  Perché non capisco più nulla di questo mondo??!-

Non riuscì a dire nulla… si limitava solo a squadrare Blasie. Lui sapeva tutto di Brenda da quando si erano lasciati, e ora si limitava a dire che lei se n’era andata?? Ma per quale motivo?? Eppure il suo orgoglio gli impediva di chiedere direttamente della ragazza… Dio! Ma perché doveva essere così orgoglioso??

“Tzk… ma come sei diventato Draco? Non te ne frega proprio nulla di lei che nemmeno mi chiedi il perché della sua assenza?? Sei solo nel tuo mondo. Davvero, io non ti riconosco proprio più.” Gli occhi del moro esprimevano una sola cosa… disgusto. Repulsione per quello in cui l’amico si stava trasformando… un uomo che vive da solo nel proprio mondo non preoccupandosi di tutto ciò che lo circonda e che non sa cosa siano i sentimenti.

Non poteva certo immaginare quello che realmente Draco provava… dall’esterno si vedeva solamente una maschera fredda totalmente indifferente a tutto e tutti…

Draco si alzò e, senza degnare di uno sguardo il brunetto, (probabilmente perché questo vi avrebbe letto un’ espressione ferita… e a lui certo non andava) uscì dal dormitorio serpeverde.

 

 

Era mattina. Il sole stava cominciando a cacciare la sua scura nemesi, rendendo il cielo di un color arancione intenso. L’aria era molto fredda ma non più ghiacciata come in Gennaio… Brenda era affacciata alla sua finestra a guardare il paesaggio… la mente sgombra… anche se per molto poco… tutta la notte non aveva chiuso occhio. Aveva viaggiato nei suoi ricordi… e aveva fissato le sue sensazioni con poche righe sul suo diario attuale…

 

Sulle ali del tempo volo in un posto lontano

che pare solo un vecchissimo ricordo,

un sogno ormai sbiadito.

E mi tornano in mente fatti, luoghi, persone

che ora non ci son più.

Vorrei afferrare tutto e tenerlo con me

per non dover lasciarlo mai.

Vorrei che il tempo e lo spazio si bloccassero

in modo da non tornare alla realtà,

così che possa rimanere nel mio ricordo

senza essere costretta a veder sbiadire ciò che fu:

ovvero ciò che amavo e amo ricordare.

 

 

Solo poche righe ma che esprimevano ciò che desiderava veramente… vivere di ricordi. Rintanarsi in un passato felice perché il presente era troppo doloroso. Troppo.

 

 

Alla 9 in punto tutta la famiglia Slyte era riunita davanti alla cripta della loro casata. Oltre ai familiari vi erano amici, personaggi importanti come alcuni membri del ministero, poi vi era Silente…

Tutti restavano in un silenzio quasi surreale rotto solo da qualche singhiozzo.

La cerimonia avvenne in maniera molto tradizionale: un prete disse la messa e poi chiunque volesse  parlare per ricordare che grande donna era stata Arleen Edwhen poteva farlo liberamente.

 Brenda, cui la madre aveva chiesto se se la sentisse di dire qualche parola al posto suo per la nonna, al momento di salire sul pulpito si bloccò… non riusciva a condividere i suoi sentimenti e il suo dolore con altre persone… era suo. Come suoi erano i ricordi dei sorrisi di sua nonna. Non voleva condividerli… disse uno “Scusatemi” appena sussurrato e si avvicinò alla bara. Era di un nero lucente, semplice, proprio come lo era lei. Vi posò sopra un tulipano rosso acceso… scelta insolita dato che tutti i fiori presenti  erano bianchi…ma la piccola sapeva bene che alla sua nonna piaceva il colore… la vita… e quello era un suo piccolo gesto per ricordare quel lato di lei. Dopo aver depositato un bacio su quel legno lucido si allontanò dal cimitero… non era certo questo che voleva ricordare di quella donna magnifica. Mai e poi mai.

 

 

 

 

Kiaretta: penso che ora sia abbastanza chiaro… J comunque continua a commentare…. Te ne sarei grata!!

Nikaido: zia… lo so.. sono un po’ tragica… ma era una cosa che dovevo mettere… un bacio

  
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