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Autore: Elizabeth_Tempest    04/02/2011    4 recensioni
Piccole flash-fic per raccontare uno dei più grandi orrori della storia, visto dagli occhi di vittime innocenti: i bambini.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Bene, la raccolta è finita. Abbiamo visto l'orrore di questa guerra, ma forse non tutto...

7. La Follia dei Vincitori e il Sangue degli Innocenti

 

Pazza... Puttana... Pazza...

Synni, senti queste voci? Eppure non sono reali. O forse sì? Forse sono la tua maledizione.

Bastarda... Sangue sporco... Maiale. Bastarda. Bastarda!

Bastarda. Lo sei? Forse. Sangue sporco? Non lo sai.

Synni hai passato tutta la tua vita in quel manicomio. Ma urlavi che non eri pazza. E nessuno ti sentiva.

Figlia dei crucchi... cattivo sangue... pazza... bastarda!

Dov’è tua madre? Tuo padre?

Chi ti ha fatto questo, Synni? Quei buchi nelle braccia?

Curare la tua pazzia? Ma non sei pazza, no?

Sei solo nata sbagliata. Eppure, prima eri giusta. Eri perfetta, pura, ariana. Lo dice il tuo certificato di nascita, con la svastica e l’aquila. Perchè ora sei sbagliata?

Puttana... tua madre era una puttana... la cagna dei crucchi...

Perchè sei ariana. Perchè hai i capelli biondi e gli occhi azzurri. Perchè tuo padre è tedesco.

Perchè sei nata per amore.

Puttana... sbagliata... pazza... PAZZA!

Synni, sei pazza? No, no lo sei. E allora perchè sei in un manicomio? Perchè sei sbagliata. Che significa? Che non sei norvegese. Tua madre è immorale. Perchè? Amava un tedesco, cosa c’è di immorale nell’amore?

Non lo sai. Non è logico.

Pazza... sbagliata... puttana...

Fatelo smettere! Smettetela! Non sono pazza!

Sangue... sangue sporco... sangue versato... sangue...

Sangue. Sangue che macchia le lenzuola candide, la lametta, le dita. Una scritta di sangue.

Non sono sbagliata.

 

 

Alla fine della Seconda guerra mondiale, tutti gli archivi sul continente del progetto Lebensborn vennero distrutti, rendendo quasi impossibile rintracciare i partecipanti e i genitori dei bimbi, ma, nei paesi scandinavi, per via del poco tempo a disposizione per la fuga, questi non vennero fatti sparire. Nel 45 le donne che diedero alla luce bambini con padre tedesco subirono gravissime ripercussioni. Iscritte in liste pubbliche come traditrici della Patria, vennero linciate, arrestate e traslate in campi di concentramento, nella sola Oslo, a fine maggio, si contarono mille arresti e fu emanata una legge retroattiva secondo cui “nei cinque anni precedenti con un nemico tedesco, perderà immediatamente la cittadinanza".

I bambini, vittime di una mentalità tanto perversa come quella che aveva portato alla loro nascita, sono additati come i bastardi dei tedeschi, incapaci di integrarsi nella società norvegese per via del loro sangue, portatori di tare genetiche per via dei geni tedeschi e dell’”immoralità” delle madri (che, in gran parte dei casi, si unirono ai tedeschi per amore) sono rinchiusi in orfanotrofi e manicomi, usati come cavie per gli esperimenti con l’LSD,  maltrattati, discriminati. Alcune madri riuscirono a fuggire, ma le altre furono condannate ad una vita ai margini della società coi figli.

Nel marzo 2007, 154 norvegesi,4 svedesi ed un tedesco, tutti Lebensborn Kinder, fecero ricorso alla Corte europea dei Diritti dell’Uomo, accusando il governo norvegese di aver messo in atto nei loro confronti un grave atto di discriminazione. Al governo norvegese che, in passato, come ammissione silenziosa della sua politica discriminatoria, senza però mai averla dichiarata apertamente, aveva offerto parziali indennizzi (per torture, maltrattamenti, ricoveri coatti di bambini di un età compresa tra i pochi mesi e i sei anni), le vittime silenti del Lebensborn chiedevano risarcimenti fino a 250 mila euro come prezzo della loro infanzia rubata. La Corte si espresse a favore della Norvegia, mettendo per sempre la parola fine a questa triste storia, destinata ad essere dimenticata. Si stima che i tassi di suicidi tra gli ex-war children siano altissimi e che gran parte di loro, in Norvegia, sia analfabeta o non abbia ricevuto un’istruzione adeguata, costringendoli, quindi, ad impieghi precari e mal pagati.

Per odio.

*Il nome Synni è il nome della madre di Anni-Frid Synni Lyndstad, meglio nota come Frida, la “rossa” degli ABBA, figlia di Synni Lyndstad, norvegese di 19 anni, e Alfred Haase, ufficiale tedesco, che scappò in Svezia con la figlia e la madre.

   
 
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