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Autore: Diana924    04/02/2011    2 recensioni
Quando la sua liberta Flavia viene trovata morta in circostanze misteriose, la matrona Caterina de’Medici non crede a un incidente. Decisa a far luce sul mistero la donna indaga, nella Roma imperiale di Augusto. Perché Flavia era fuori di casa quella notte? Che segreti nasconde la sua schiava?
Genere: Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità greco/romana
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Il tragitto le era sembrato lungo, troppo lungo per i suoi gusti.

Non appena la lettiga si fermò scese, senza curarsi di Afro che le offriva la mano per farla scendere.

Veloce bussò alla porta nel solito modo, e attese. Fu la schiava della volta precedente ad aprirle la porta, e fu sempre lei ad accompagnarla. Druso Coccei era in piedi questa volta, e stava rimettendo a posto un rotolo di pergamena.

<< Caterina de’Medici, aspettavo una vostra visita, ma non così presto, sedetevi >> << Dovreste fare l’oroscopo a un morto, potete farlo? >> << Se sapete la data di nascita e quella di morte si >> << So solo la data di morte >> << Allora posso fare poco, anzi, nulla per voi >> << Capisco >> << Ma c’è qualcosa che voi avete perso di vista, qualcosa che potrebbe essere importante per la persona morta, e che lo è stata anche per voi, ma che per l’omicida non doveva esserlo >> << La spilla! >> urlò Caterina de’Medici, facendolo sobbalzare.

Si era occupata di tutto, ma aveva tralasciato quella spilla, che era invece fondamentale. Doveva scoprire se era la spilla che aveva visto addosso a Giulia, la figlia dell’imperator, era la stessa che lei aveva donato a Flavia quando l’aveva liberata.

Ed era stato Druso Coccei a ricordarle quel dettaglio basilare, uno dei più importanti della sua indagine, che da innocuo passatempo era diventata ormai un’ossessione.

La spilla, com’era arrivata fino alla figlia dell’imperator, se poi era la stessa?

Druso Coccei era stato fondamentale, e lei lo ringraziò come meritava, ossia con otto sesterzi, con il volto di Ottaviano Augusto, l’imperator.

Mentre usciva da quell’abitazione si chiese se dovesse tornare subito a casa o andare a fare una visita a Giulia. Optò per la seconda, sebbene fosse quasi ora di pranzo.

***

La lettiga si fermò davanti il superbo palazzo che la figlia dell’imperator aveva fatto costruire. Caterina de’Medici entrò e si fece annunciare da uno schiavo, che la condusse nel giardino, dove Giulia stava giocando a palla con uno dei figli.

La donna la vide e le sorrise, era così giovane, come un tempo lo era stata anche lei, un tempo che sembrava svanito per sempre.

<< Caterina de’Medici, cosa vi porta nella mia umile dimora? >> << Solo curiosità, credetemi >>. << Allora parlate >> << Vedete quella spilla? Quella che indossate in questo momento? Io ne avevo una simile, e la mia schiava l’ha perduta, almeno è questo quant’afferma. Non vorrei che l’avesse venduta, e che sia finita per caso in mano vostra >>. << Tutto qua? Lo sapremo subito >> fu la risposte di Giulia, che le diede la spilla a forma di ape.

Caterina de’Medici la esaminò. Vi erano montate delle pietre preziose, ma le sembrava proprio la sua. La voltò, e vide piccolo taglio, conseguenza di una sua caduta poco prima del matrimonio.

Non c’era dubbi, era la sua. Ma perché le pietre preziose, perché?

<< Non più alcun dubbio, è la mia. Ma non capisco le pietre >>. << Ah, quelle. Le ho fatte inserire io. La rendono più bella, più adatta a me, non credete anche voi? >> fu la semplice risposta di Giulia.

<< E come ne siete entrata in possesso? >> << Un regalo di mio marito, mi fa sempre un regalo quando mi ingravida; l’ha fatta comprare da uno schiavo. Vicino il Circo Massimo, almeno così mi ha detto >>. << Ne sono felice, ora devo andare >> << Non volete la spilla? >> << No, mi è servita solo per questo. Anzi, sì, datemela >>. Disse, aveva avuto un ripensamento, ed era sicura che la soluzione fosse vicina, almeno così pensava mentre si riprendeva la spilla, salutava Giulia ed usciva da quella casa.

Ora doveva solo risalire alla bottega dove lo schiavo di Agrippa aveva comprato la sua spilla, e poi sarebbe stato tutto più facile, ne era sicura, così pensava mentre saliva sulla sua lettiga e dava ordine di dirigersi verso casa.

***

Tornata a casa chiese a Marco dove fosse Lucio, e il gallo le rispose che Lucio era nella sua stanza, e che nessuno si era azzardato a toccarlo, se non per trascinarlo fin lì, visto che lui non riusciva a camminare, tanta era stata l’energica solerzia di Marco.

Poi pranzò con una focaccia, mentre dei suonatori suonavano un delizioso motivetto greco, di quelli che lei adorava.

Finito si diresse verso la sua stanza, ove trovò Lucio, e vide distintamente i segni delle frustrate.

Non provò pietà per lui, non si può provare pietà o compassione per un oggetto.

<< Se non mi avresti interrotto ora sapresti quel che volevo da te. Voglio la chiave del cofanetto di Flavia, e la voglio ora. O altrimenti finirai in fondo al Tevere. Sei rimpiazzabile Lucio, sei solo uno schiavo. Il fatto che tu mi ami è secondario, e forse è solo una scusa, ma ora rispondimi. Dov’è la chiave? >> << Nella vasca dei pesci, a sinistra, l’ho buttata là >> fu la risposta dello schiavo, provò ad alzarsi, ma purtroppo ricadde, il dolore era troppo. << Sta bene >> disse Caterina de’Medici, prima di ordinare a sei schiave di occuparsi di Lucio e lasciare la stanza, per dirigersi verso la biblioteca, aveva bisogno di rilassarsi.

x NonnaPapera: già, i colpi di scene... dei nuovi sviluppi ci sono qui, vedrai, vedrai...

   
 
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