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Autore: Gloom    05/02/2011    3 recensioni
Per tutti, Mem è mitica: sempre presente per tutti, sempre disposta ad ascoltare, ad aiutare, a sorridere.
Eppure non permette mai a nessuno di avvicinarla troppo: l'unico che ci è riuscito è un Old Boy tenero e non troppo alto.
Ma Mem ha anche un padre, dilaniato dalla paura di perdere l'ultima donna della sua vita; qualche sua iniziativa potrebbe compromettere la fama della mitica Mem che tutti conoscono.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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-Ehi! Avete sentito che è successo?
-Cosa?
-La storia di Mem...
-Fa' sentire anche me!
-Che dice?
-Non dice proprio niente...
-Ma si è ripresa?
-Sì. Dopo che è svenuta, la prof ha chiamato le prime persone che le sono capitate a tiro. Sono arrivati subito una bidella e il prof di ginnastica; lui l'ha presa e credo che l'abbiano portata in aula professori.
-Possibile che in questa scuola non ci sia un'infermeria?
-Che vuoi farci, non siamo in una di quelle scuole americane, già è tanto se abbiamo la carta per i cessi. Comunque...
-Insomma, si è ripresa... ma io ho visto suo padre che a un certo punto passava!
-Eh, se mi fai finire! Si è ripresa, sembrava stare bene, ed è tornata a casa con suo padre. L'ho chiamata quella sera stessa, per vedere come stava, e lei ha detto che era passato tutto. Ha detto che era stato solo un calo di zuccheri, perché non aveva mangiato prima.
-Tutto qui?
-Non è finita! Pare che dopo Mem si sia ammalata, perché non è venuta a scuola per un po' di giorni. Dice che le si è alzata la febbre, le è presa l'influenza e robe così...
-Mem?! Mem la conosco, non si ammala mai! L'ultima volta che ha avuto un po' di tosse, è stato in seconda media!
-Non esagerare, è umana anche lei.
-Ma fidati, che...
-Ehi, non ho finito di raccontare!
-Su, sbrigati.
-Insomma, ha la febbre. Anche alta, a quanto pare... ma, essendo una che non si ammala quasi mai, è normale che anche solo per qualche decimo stia malissimo; figuriamoci con 39!
-Povera...
-Sì, ma lo sapete il fatto strano? All'Old Boy non ha detto nulla!
-Cosa?!
-Cosa?!

-Assurdo, vero?
-Ma... perché? E tu come lo sai?
-In realtà non l'ho fatto apposta... ma ero su facebook e lui era in linea. Ho pensato di chiedergli se Mem stesse meglio... e lui mi ha chiesto perché, se fosse successo qualcosa. Mi sono sentita troppo in imbarazzo, non potete capire!
-Vorrei vedere! Che gli hai detto poi?
-Ho pensato che Mem stesse così influenzata da non averlo sentito, quindi gli ho detto del malore e del fatto che poi si era ammalata...
-E...?
-E niente: ha ringraziato, e si è disconnesso.
-Uuuh, che situazione spinosa...-
-Non vorrei che la situazione degenerasse. Insomma... Mem non si incazza mai. Ma se si incazza...



Mem non aveva avuto neanche la forza di mettersi in pigiama: si era infilata a letto direttamente con i pantaloni della tuta e la felpa che usava per casa, dato che affrontare un cambio di indumenti era fuori discussione.
Si era rannicchiata sotto il piumone, stretta in posizione fetale, con gli occhiali poggiati sul comodino e l'abat-jour ancora accesa. Così, si sentiva quasi normale.
 Si era perfino scordata di possedere un cellulare; con la testa che a momenti le scoppiava, non le era passato neanche per l'anticamera del cervello di chiamare o scrivere a qualcuno. Evidentemente però qualcun altro se lo ricordava bene... fu per quello che l'apparecchio cominciò a squillare, e meno male che la suoneria l'aveva scelta Mem stessa (i Sum 41 facevano miracoli), altrimenti la nostra eroina non avrebbe esitato a lanciarlo dall'altra parte della stanza pur di farlo tacere.
 -Pronto?- rispose con una voce da cadavere.
 -Mem?-
 Oh no. Mem aveva riconosciuto la voce dell'Old Boy.
 -Ciao...-
 -Dove sei finita?!- esclamò lui.
 -Parla piano, ti prego... sto poco bene-.
 -Oh, wow. Da quanto tempo?- chiese lui. Era un'impressione di Mem, oppure sembrava davvero ostile?
 -Be'... da una manciata di giorni. Da martedì-.
 -Allora sono quattro giorni-.
 -Oh. Be', allora quattro giorni-
 -Bene-.
Ci fu un momento di silenzio, abbastanza perché Mem capisse che quella non era telefonata da liquidarsi in pochi minuti e si rizzasse a sedere.
 -Sei incazzato?- chiese stupidamente. Forse, in fondo in fondo, voleva proprio farlo incazzare.
 -E me lo chiedi?!-
Mem chiuse gli occhi: non l'aveva mai visto incazzato, ma era come se se lo aspettasse...
 -Mem, già che me ne sono stato tranquillo quattro giorni senza che tu ti sia fatta sentire è tanto, ma non puoi tirare così tanto la corda. Sono venuto a sapere da una tua compagna di classe che sei svenuta e che poi ti è venuta la febbre alta, e tu non mi hai detto niente!-
 
-Hai ragione... ma non volevo che tu ti preoccupassi troppo-.
 -Stronzate, bionda. Non mi dici le cose: ti pare normale?-
 -Ma non è niente di grave...-
 -Perché non mi hai detto niente? E voglio la verità-.
 -Perché...- Mem sospirò. E ora che vai a dire? Come lo spieghi che meno gente hai intorno e meglio ti senti? -Perché voglio stare tranquilla-.
Parlò sapendo che quelle sarebbero state le ultime che avrebbe dovuto dire all'Old Boy. Lui era un ragazzo d'oro... ma non meritava affatto di essere messo in secondo piano.
Invece, era come se nella mente di Mem si stesse delineando un piano ben preciso, un piano che non prevedeva nessun Old Boy.
La ragazza si sentì atterrita da quel pensiero, ma allo stesso modo ne era ormai certa.
 -Tu... tu vuoi stare tranquilla- disse lui.
Mem fece cenno di assenso.
 -Mem, ti conosco. Vuol dire che... che vuoi stare sola, vero?-
Mem sentì le prime lacrime, le ennesime per quella settimana, rigarle il volto.
 -Rivediamoci almeno un'ultima volta, ok? Al telefono, così, non...-
 -No Mem. Non ce la farei a rivederti-.
 Mem rimase a piangere, senza osare rispondere.
Non piangeva per se stessa, quanto per lui: non se lo meritava. E non si meritava neanche lei, che era così cattiva.
 -Mi dispiace... mi dispiace sapere che stai male, davvero...-
 -Lo immagino-.
 -Davvero. Non mi credi?-
 -Io...- l'Old Boy prese un grande respiro, poi buttò fuori tutta l'aria e il telefono frusciò. -Io credo che sia difficile stare con te, ma forse stavo bene proprio per questo. Ma non posso costringerti, è vero. Ci penserò da solo a stare meglio, un giorno...-
 -Old Boy...-
 -Non chiamarmi così. Se vuoi stare sola, perché ti importa di me?-
 -Perché non mi piace che tu stia male. E' difficile da capire, ma non me la sento di andare avanti. Mi odierai, lo so...-
 -Proverò a non odiarti-.
 -Mi dispiace davvero-.
 -Vuoi rifletterci ancora un po'?-
 -Penso di no. E' difficile da spiegare...-
 -Proverò a capire-.
 Quell'ennesimo sforzo da parte sua fece scendere un'altra lacrima sul volto di Mem.
 -Ci rivedremo, un giorno?- chiese lei.
 -Io... forse. Se ne avrò voglia-.
 -Ok...-.
 -Ciao Mem-.
 -Ciao... ciao-.
 




  
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