Claudia: Grazie mille! I tuoi commenti mi fanno sempre tantissimo piacere e sono felice che aspettavi una mia storia! Spero di non deludere le tue aspettative :P
Anopticon: Grazie tante di aver letto e commentato! Sono felice che ti sia piaciuto questo primo capitolo! Spero di riuscire su costa linea (:
E inoltre grazie a tutti quelli che si sono fermati a leggere : )
Capitolo 2 :
I try not to think About the pain I feel inside
Cuz we lost it all Nothing lasts forever
Perfect –Simple Plane.
Bene il momento della verità è arrivato. Tra circa un ora e mezza affronterò la Giuly (…) in ufficio e non vedo l’ora.
Passare il sabato e la domenica a piangere non ha favorito di certo il mio aspetto, così mi faccio un lungo bagno rilassante e poi gli do giù a suon di trucco (leggero ma mirato) e piastra. Una gonna con la vita sotto il seno lunga fino a sopra il ginocchio, calze chiare, decolté nere e camicia bianca
Coda alta e sono pronta!
Cara Giulia anche se mamma mi ha fatto mora e bassa non significa che non posso diventare una bomba! Sorrido e prendo la giacca. Prima di uscire faccio un lungo respiro e vai.
Fuori alla parta ci sono due mazzi di rose, dei biglietti di Paolo e un peluche con scritto ti amo. Le lacrime spingono per uscire ma le rimando indietro. Posso e devo farcela.
Arrivo in ufficio puntuale, ormai sta diventando un vizio.
Anche lei è già qui. Sente il mio sguardo e alza la testa dalla sua scrivania. È sorpresa di vedermi. Un punto per me.
Sorrido a un collega e mi avvicino alla macchinetta del caffè. Lei mi segue. Quando la sento dietro mi volto e le sorrido.
I: Un caffè Giuly?
G: Ale…-è senza parole e decisamente sconvolta dal mi comportamento.-
I: Non è difficile rispondere sai, devi dire solo si o no!
La parte cattiva di me in questo momento sta esultando e il diavoletto sulla mia spalla le sta gridando contro –chi è la stronza adesso èh! Quasi mi metto a ridere per i miei pensieri senza senso.
G: non è facendo finta di niente che risolveremo le cose…- a quanto pare la bionda ha ritrovato la facoltà di parola.
I: Bè credo ci sia ben poco da risolve, ti sei scopata il mio ragazzo, mentre ti comportavi come un amica con me. Non credo ci sia altro da dire, no?
È arrossita e altre colleghe che stavano prendendo il caffè si sono ammutolite.
G: Ale vorrei spiegarmi.
I: oh cara, non mi interessano le modalità in cui mi avete tradito. Non posso mica struggermi a vita perché ho avuto il piacere di incontrare voi due sulla mia strada.
G: Ti prego non fare così, non volevamo ferirti.
I: adesso che me lo hai detto mi sento meglio. Sono sicura che ti senti meglio anche tu. Su prendiamoci un caffè e non pensiamoci più.
La faccia di Giulia è la cosa più divertente che abbia mai visto! Mi sembra anche un tantino delusa, magari sperava in una reazione violenta.
Due a zero per me!
Prendo due tazze e vi verso il caffè, mentre ne porto una alla bocca le passo l’altra.
I: ho interpretato il tuo silenzio come un sì – le sorrido falsamente- ora scusami ma ho del lavoro da sbrigare.
Tre a zero! I WIN!
La lascio lì, con la tazza fumante in mano e la mascella raso terra, a fissarmi basita.
La giornata passa velocemente e ogni tanto qualche collega si ferma a farmi i complimenti e io mi limito a sorridere. Ho addirittura ricevuto un invito a cena da Carlo che ho gentilmente rifiutato.
Giulia mi ha fissato tutto il girono ed ero lì lì per scoppiare ma ho ripetuto il mio mantra: L’indifferenza è il maggior disprezzo e l’ho semplicemente ignorata.
Posso decisamente dirmi soddisfatta.
Come da copione fuori dall’ufficio mi trovo Paolo che mi aspetta poggiato sulla mia mini blu.
I: Paolo..
P: Ale…lasciami spiegare per favore.
I: ho ascoltato i tuoi messaggi nella segreteria e mi bastano, la tua voce inizia a darmi l’orticaria. Per favore finiamola con questa storia. Infondo tra noi non andava bene da tempo- mento spudoratamente- sapevamo entrambi che stavamo per raggiungere il capolinea – è una tortura dover dire queste cose- tu hai velocizzato solo i tempi, sei stato un bastardo ma ti ho amato – ti amo- e ti perdono – ed è la verità, lo perdono perché non so fare altrimenti-. Quindi mettiti l’anima in pace e continua la tua vita così come io continuerò con la mia.
Mi sporgo per dargli un bacio sulla guancia e tolgo l’antifurto dalla mini. Mentre apro la portiera la sua voce mi ferma.
P: Finisce qui…?
I: no…è finita da tempo.
Monto in macchina e metto in moto. Mentre mi allontano lo vedo dallo specchietto retrovisore diventare piccolo fino a diventare una macchia indistinta. Sento il volto bagnarsi ma non me ne preoccupo. Fa parte del gioco.