Storie originali > Horror
Segui la storia  |       
Autore: Mabs    06/02/2011    7 recensioni
Chi non ha mai avuto un amico immaginario, da piccolo? Fleur era particolarmente attaccata al suo amico immaginario, Melissa. Non era nè maschio, nè femmina. Non aveva nè forma, nè colore. Era semplicemente Melissa. Dimendicandosi della promessa fatta al suo amico immaginario a sei anni, Fleur, ormai quindicenne, si ricorda di Melissa, che, richiamata dall'immaginazione della ragazza, torna a vivere, chiedendo vendetta.
Genere: Fantasy, Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Flò, che ore sono? Io verso le sette devo tornare a casa, se continuiamo a trastullarci in questo modo va a finire che domani a scuola ci andiamo senza aver finito i compiti.
-La solita secchiona eh? Sono quasi le cinque, direi che possiamo iniziare. Da cosa cominciamo?
-Io direi geografia, dobbiamo farla bene perchè domani potrebbe interrogare tutte e due.
-Mi ha già interrogata tre giorni fa!
Disse Fleur con un enorme sorriso, non provando per niente invidia nei confronti dell'amica. Agata, quindici anni, era la migliore amica della ormai adolescente Fleur. Facevano i compiti insieme tutti i pomeriggi, anche se riservavano il resto del pomeriggio a risate e divertimenti.
-Uffa, non trovo il libro! Ce l'hai te per caso?
-Non credo, ora controllo.
Agata frugò nello zaino grigio riempito di scritte e spillette di sconosciuti gruppi punk degli anni '80, e ne riemerse pochi secondi dopo con una faccia sconcertata.
-Niente, qui non c'è.
-Forse in mezzo ai libri dell'anno scorso.
-Ma no, oggi a scuola ce l'avevi.
-Mh, provo a vedere nel cassetto della scrivania.
Aprì il cassettone della scrivania color panna, e cominciò a frugare.
-Quante cianfrusaglie, dovrò decidermi a mettere un po' di ordine, prima o poi.
Agata si alzò da terra, e andò ad aiutarla, togliendo ed esaminando tutti i foglietti e le riviste che teneva Fleur nel suo cassetto polveroso.
-Hey, Fleur, cos'è questo?
-Oh, niente.
-Un diario? Hey, da quant'è che ci scrivi? Hai un diario segreto e non me l'hai mai detto! Mi meraviglio di te!
Disse con un finto broncio all'amica.
-No, non ci scrivo più da anni, ormai! Lo cominciai all'età di sette anni, o forse otto. Ci saranno scritte due o tre cose, niente di che. Non sono mai stata molto "costante" nel fare le cose.
-Posso leggerlo? Posso leggerlo? Dai, ti prego, ti prego, ti preeego!
-Ma non dovevamo fare geografia?
-Geografia può aspettare.
Agata si buttò sul letto, e Fleur la raggiunse subito dopo. Aprì il diario sfogliò velocemente le pagine per capire quanto tempo le avrebbe tenute impegnate. Erano appena quindici pagine, scritte con inchiostro colorato: blu con i brillantini, rosa, viola e verde. Alla fine di ogni pagina vi era inoltre una piccola vignetta con qualche fumetto.
-Dai, leggiamo! Ahahah, Flò, come scrivevi grande! Avevi davvero una brutta calligrafia!
-Ma ero piccola!
-Mh...vediamo...dodici dicembre...

Caro Diario,
Oggi mamma ha portato me e Meli al parco, abbiamo giocato a palla, io mamma e melissa, ma melissa non la prendeva mai. Poi abbiamo litigato, ma poi abbiamo fatto pace e siamo tornati migliori amici come prima.


-Hey, Fleur! Mi tradisci! Non credevo che avessi avuto un'altra migliore amica! Sono ufficialmente offesa!
Disse Agata scherzando.
-Ma no, veramente non ricordo chi fosse Melissa. Strano, ne parlavo al maschile. "Siamo tornati migliori amici come prima".
-Ti sarai sbagliata, capita fare qualche errore grammaticale o ortografico quando si è piccoli.
-Sì ma ho un dubbio, non credo di aver mai seriamente conosciuto una persona di nome Melissa. Posso recitarti a memoria tutto l'appello della mia classe dell'asilo, delle elementari, e delle medie. Ma tra quelli non risulta nessuna Melissa. Oltre a quelli di scuola, non avevo altri amici.
-Una vicina di casa? Una cugina lontana?
-Niente cugini. I vicini di casa sono tutti ultrasessantenni.
-Chiedi a tua madre, no?
-Ok. MAAAAMMMAAAA!!
Una voce arrivò da lontano, dal piano di sotto.
-Che c'è Fleur? Tutto bene?
-Chi è Melissa?
-CHI?!
-Melissa!
La madre, con aria scocciata, salì i gradini e piombò nella stanza della figlia.
-Che c'è?
-Ho ritrovato un vecchio diario di quendo avevo otto anni. E parlo sempre di una certa Melissa. Percaso ti ricordi, chi...?
-Come fai a non ricordarti? Era la tua amica immaginaria. Passavi più tempo con lei che con me!
Fleur rimase sbigottita. Si ricordava, ora ricordava tutto.

Come, non ti ricordi di me? Eppure eravamo tanto amici. Mi deludi, Fleur.

-Come dici, Mà?
-Io non ho detto niente.
-Oh, scusa. Vabbè, vai. Dobbiamo farei compiti.
La madre di Fleur uscì sconcertata dalla stanza della figlia. Fleur si guardò intorno, rabbrividendo. L'aveva sentita quella voce. E ne era sicura.
-Fleur, tutto bene?
-Sì, sì. Senti, non mi sento molto bene. Non vorrei attaccarti qualcosa, probabilmente ho la febbre. Vai a casa, ci vediamo domani.
-Sicura? Va bene, come vuoi. A domani, riguardati, mi raccomando.
-Certo, ciao bella.
Agata si richiuse la porta dietro le spalle. A Fleur girava la testa, non capiva cosa stesse succedendo; qualcosa le aveva parlato, ma non sapeva cosa.
Scoprì le lenzuola, e si infilò sotto al piumone caldo. Si mise il cuscino sopra la testa, come faceva sempre quando aveva paura, quando qualcosa la opprimeva, o quando desiderava soltanto stare con se stessa, e nessun altro.
Ma con lei c'era Melissa.
Dimenticarlo sarebbe bastato a farlo tacere per qualche anno, ma una volta ricordato, Melissa non sarebbe più sparito dalla vita di Fleur.

Fleur si portò il braccio sinistro a pochi centimetri dagli occhi, cecando di decifrare l'orario stampato sul quadrante dell'orologio che aveva al polso, nonostante fosse buio. Erano le 11.15 di giovedì, e nonostante sarebbe dovuta andare a scuola, la madre evidentemente non l'aveva svegliata, credendo che avesse l'influenza. Fleur poggiò i piedi sul pavimento freddo, aprì la porta della stanza, e scese lentamente le scale, per paura di cadere. Non si sentiva affatto stabile. Entrò in salotto borbottando insonnolita:
-Mamma, perchè non mi hai svegliata prima?
Si sorprese, facendo un passo indietro, quando vide la madre seduta sul divano, con le mani tra i capelli, davanti ad una tazza di tè. La madre non era sola. Davanti a lei c'erano due uomini, uno che non poteva averne più di trenta, e l'altro che ne dimostrava circa sessanta. Due uomini in divisa.
-Buongiorno.
-Ciao cara, tu sei Fleur, giusto?
Disse l'uomo più giovane.
-Sì, sono io. Che cosa...?
-Dobbiamo comunicarti una notizia che non ti piacerà. Ma prima dovrai farci una promessa. Ci aiuterai, vero?
Fleur guardò la madre sconcertata, cercando ausilio. Ma nello sguardo della madre vide solo disperazione.
-S-Sì. Cosa è successo?
-Tua madre ci ha comunicato che ieri, tu e la tua amica Agata eravate qui, a fare i compiti, giusto?
-Sì. Le è successo qualcosa?
-A che ora è tornata a casa sua?
-Erano circa le...cinque, forse cinque e mezza, quando...beh, l'ho mandata via. Ma ora, per favore, volete dirmi cosa sta succedendo?
-La tua amica è stata uccisa, ieri notte. Si ipotizza verso l'una di notte, o forse le due. Lo sapremo domani con più precisione.
Fleur non ci credeva. Non poteva crederci. Fino a poche ore prima stavano giocando a monopoli come tutti i pomeriggi, non poteva essere vero. Agata era viva, non riusciva ad immaginarsela morta. Non trovò la forza per piangere. Fleur aveva un carattere forte, Fleur non piangeva mai.
-Davvero? E...chi è stato? Come...?
Guardò la madre, agitata. La madre era ancora lì, disperata più per sua figlia, che per l'amica.
-Non stiamo incolpando te, sappiamo benissimo come ci si sente dopo aver perso una persona cara, soprattutto in questo modo. Però...tu centri qualcosa in questo omicidio.
-Io? Io dormivo. Non centro niente! Lo giuro! Ti giuro che...
-No, hai capito male.
Il poliziotto più anziano prese da una cartellina di plastica due fotografie, e le passò a Fleur.
Fleur inorridì.
Non vi era alcun cadavere. O meglio, il cadavere era inevitabilmente su altre foto che il poliziotto non le aveva mostrato. Era la camera di Agata, con le pareti celesti. Era a soqquadro, e sul candido muro, una scritta rossa e gocciolante.

Fleur è solo mia.






Fine secondo capitolo (:
Ok, ho sbagliato a metterlo nella sezione "horror". Non fa per niente paura. Non sono capace a descrivere ammazzamenti violenti o accoltellate varie. Se vi aspettavate qualcosa di violento e sanguinolento, avete sbagliato fan fic, mi dispiace °-°
Grazie a le tre persone che hanno recensito il primo capitolo, mi avete regalato tre attimi di gioia U.U
Se avete letto anche questo il capitolo, lasciate una recensione. Se avete notato qualche sbaglio, se volete darmi qualche consiglio, se non vi piace una parte in particolare, recensite. Perchè mi fa davvero piacere, mi regalate due secondi di gioia xD
GRAZIE A TUTTI PER AVER LETTO <3

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: Mabs