Fanfic su artisti musicali > David Bowie
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Autore: Mork    06/02/2011    3 recensioni
[David Bowie/Marc Bolan]
"I smiled sadly for a love I could not obey..."
Ambientata tra l'estate e l'autunno 1977; le canzoni citate sono "Lady Stardust" e "Always crashing in the same car", entrambe di David Bowie. Avvertimento d'obbligo: in questa fanfiction, scritta senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere o dell'orientamento sessuale delle persone coinvolte.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fece un sogno strano, confuso, in cui sentiva continuamente una specie di pigolio meccanico; scivolando nel dormiveglia, quel suono non lo abbandonò, e rimase intontito a domandarsi confusamente se non stesse ancora sognando oppure se quel pigolio fosse un rumore reale.
Nell’arco di qualche minuto, quando ormai il sonno lo aveva abbandonato e la mente si era schiarita, si accorse che quel rumore bizzarro persisteva, il che lo disorientò per un attimo: pensò che fosse già mattina, e che quello non fosse altro che il cinguettio degli uccelli. Ma si disilluse in fretta, vedendo che tra le tende non filtrava il minimo raggio di luce solare. Gli ultimi lembi di sonno si dissolsero dalla sua mente, e allora capì, con inquietante chiarezza, cosa fosse in realtà quel suono: era un lamento.
Con uno scatto, si sollevò sui gomiti, e facendolo si appoggiò nella parte di letto dove aveva fatto sdraiare Marc: ma lui non era più lì. Una morsa gli serrò lo stomaco, e una scarica di brividi gli percorse la schiena mentre si metteva a sedere. Ora che aveva identificato il suono gli pareva assordante, e non ricordava di essere mai stato così spaventato da un rumore. Non riusciva a capire bene da quale angolo della stanza provenisse, così stese una mano verso l’interruttore della lampada, ma per premerlo gli ci volle qualche secondo, assalito com’era da un orda di terrori sempre più irrazionali.
La luce giallastra illuminò impietosamente la stanza in un attimo, e David puntò subito gli occhi su Marc: era raggomitolato in un angolo, vicino alle valigie, con il viso nascosto dalle ginocchia e le braccia incrociate sopra la testa. David scese dal letto e gli si avvicinò lentamente, atterrito da quel piagnucolio, che sembrava quello di un cane ferito.
«Marc?», lo chiamò incerto, inginocchiandosi davanti a lui «Che è successo?»
Sembrava che ora Marc cercasse di controllarsi, facendo dei gran respiri, ma senza riuscire tuttavia a dire una parola.
«Stai male?»
Marc si limitò a continuare a tremare come una foglia, ma quando David, dopo qualche minuto di silenzio, si apprestava a rifargli la domanda, rispose: «L’ho sognata ancora»
Il tono con cui lo disse agghiacciò David, che dovette aspettare un po’ prima di essere lui stesso in grado di parlare: «Cosa?»
«La mia morte», gemette Marc, respirando angoscia e rischiando di strozzarsi con le sue stesse lacrime. David deglutì, poi gli abbracciò le gambe per togliergli le ginocchia dalla faccia. Marc allora si coprì debolmente il viso con le braccia, ma quando David gli scansò anche quelle con la massima delicatezza, rimase inerme come una bambola di pezza.
David era piuttosto incerto sul da farsi, ma poi, istintivamente, avvicinò il viso al suo e, prima ancora di accorgersene, si stavano baciando.
Marc spalancò gli occhi verde mare e si ritrovò davanti la landa ghiacciata di quelli di David; rabbrividì, perché gli sembravano senza vita, e ritirò le braccia contro il petto.
Senza separare le labbra dalle sue, David scivolò di lato e, preso Marc tra le braccia, iniziò a cullarlo come un bambino. Lui gli si abbandonò completamente, e dopo un po’ il suo respiro si fece più regolare. David allora lo sollevò come se fosse poco più consistente di una nuvola, e lo poggiò dolcemente sul letto, per poi sdraiarsi al suo fianco. Marc gli si avvinghiò addosso, tuffando il viso nell’incavo della sua spalla; David sospirò divertito, perché quei boccoli scuri gli facevano il solletico, allungò un braccio dietro di sé per spegnere la luce, e poi glielo passò intorno alle spalle, chiudendo gli occhi.
  
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