あ
なたは肩は泣いてほしい.
Anata wa kata wa naite
hoshii.
Vorresti una spalla su cui
piangere.
Ma
le tue lacrime sgorgano solitarie, nelle quattro mura della stanza in
cui
segregato.
Vorresti
condividere con qualcuno il dolore e la frustrazione, ma puoi comunicare solo col tuo pianto disperato,
che ti segna le gote ossute.
Gli
occhi azzurri infossati in due nicchie consumate dal dispiacere,
dal dispiacere della diversità.
Essere
‘particolari’ non poteva essere un problema,
speravi con tutto te stesso,
aspettando che la porta della tua stanza si spalancasse e il volto
dell’amato
fratello ti comparisse davanti. Ma non succedeva che una o due volte
all’anno.
E
tu cominciasti a distruggere.
Parlavi
con gli oggetti, frantumandoli, comunicando con loro, che ti
ascoltavano pazienti,
senza sussultare mai.
Nelle
ceneri di una camera sonnecchiavi irrequieto, e le lacrime sgorgavano
bollenti
sul volto segnato dalla tristezza.
Le
poche volte in cui la porta graffiata e incrinata si apriva venivi
trascinato
fino al salotto; ti sconvolge solo il fatto che ti ci lascino ancora
entrare,
dopo che gli hai dato fuoco non si sa quante volte e dopo che, insieme
a tuo
fratello, hai attentato alla vita di tutta la casa. Vedendolo il
tuo
cuore aumenta i battiti cardiaci e scopri di non essere mai stato
così felice.
Tranquillamente
e affettuosamente guardate la televisione, appoggiandovi
l’uno all’altro, fino
a che le acide voci adulte non vi separano.
«Tu andrai in Germania, e
tu in collegio»
Poteva
mai succedere qualcosa di più tragico?
Disperato,
addenti il pezzo di carne che hai nel piatto. Sotto di te non
c’è che il mare
smeraldino. Le eliche dell’aereo turbinano, e tu, incantato
le guardi ormai da
ore. Berlino è la città più brutta del
mondo, là, solo come un
cane randagio, ti dovrai aggirare ramingo per la casa di alcuni
sconosciuti
parenti.
All’aeroporto
un uomo elegante ti accoglie, scortandoti fino a casa, neanche fossi un
carcerato. Anche se, in un certo senso, lo sei. Ma la colpa non
è che tua: la
prossima volta cerca di evitare che il tuo desiderio distruttivo prende
la
meglio sulla, poca, ragione che ti rimane.
Lacrime
amare ti bruciano la pelle ormai grigia. La scia di desolazione che ti
porti
dietro ti fa rimanere più solo di quanto tu stesso vorresti.
Ed è allora che
non le controlli più.
Un
armadio distrutto.
Un
letto sfasciato.
Uno
specchio disintegrato.
Così
non puoi più vedere il solco che il pianto lascia sul tuo
viso. Così non vedrai
più niente, se non la vita normale
degli uccellini che si posano sul tuo davanzale e zampettano nel
giardino.
Però,
vorresti qualcuno su cui piangere, con cui piangere.
«Se lo desideri, potrò
soddisfare i tuoi desideri» una
voce atona ti perfora le orecchie, ormai da troppo tempo inutilizzate.
«è impossibile» un
filo di voce roca ti fa dischiudere le
labbra screpolate.
«Dammi solo un po’ di
fiducia» ti implora la voce nella tua testa e tu,
stanco, cedi.
Il
buio ti avvolge.
Sei
solo, di nuovo.
Un
calore ti
avvolge la parte destra del corpo.
Il
tepore ti tranquillizza.
Subentra
poi il
dolore di qualcosa che incide la tua carne.
Gridi
disperato, ma non piangi.
Ormai
è inutile anche solo pensare
poterlo fare.
Quando
ti svegli un tatuaggio purpureo copre tutta la parte destra del tuo
corpo.
Inebetito lo guardi, e ti torna in mente il dolore
della sera prima.
La
porta si spalanca: tuo cugino avanza guardingo. Ti scaraventi su di
lui, divorandolo.
La
tua fame è insaziabile, il tuo stomaco è di
ferro. La tua vendetta sarà
dolce, dolcissima.
Il
volto di tuo fratello impresso nel tuo cuore corrotto dal demone.
Berlino non è
più tua dimora.
La Truesdale solo un luogo, in cui però siete riuniti.
~writer's square (?)
Tralasciando il mio pessimo inglese, volevo per prima cosa ringraziare chiunque abbia avuto il coraggio di leggere questa storia >w< poi volevo aggiungere due paroline.
Nel quart'ultimo rigo, 'divorandolo' significa proprio quello; e la Truesdale è un'accademia, dove il personaggio e il fratello vengono mandati insieme.
Non ho inserito questo scritto nella categoria gdr, perchè credo che di gdr abbia poco e nulla, soltanto una parola sull'amientazione alla fine.
Il rating è giallo perchè Takanari -ecco il nome del protagonista!- è lievemente violento. (Preciso che io non sono affatto una persona violenta, anzi, tutt'altro ♥ E non so neanche come abbia potuto pensare un personaggio così -visto nel contesto però sappiate che è un 'qualcosa' di comico, eh!-. Passa le giornate a mangiare qualsiasi cosa -rottami, alberelli, fogli, penne mattoni (?)- non è affatto dannoso ò-ò )
Basta, è meglio che mi ritiri, e non faccia altre figuracce!
Bye bye ~ ♥
Bannie, meglio detta Rinna >w<