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Autore: LA dreamer    07/02/2011    1 recensioni
Ahsley e Alice due amiche da sempre, l'una lo specchio dell'altra, l'una la sicurezza dell'altra. E poi c'erano loro, i loro migliori amici, i loro fratelli, i loro amori, i compagni di una vita passata insieme.
New York era grande, era affollata, era piena di gente che andava e veniva, ma mai mi sarei aspettata, in tutto quel caos, di rivederlo.
Mi voltai verso destra come se qualcuno mi stesse chiamando, e dopo due anni rividi lo specchio della mia felicità. Rimanemmo in quella posizione per non so quanto tempo e prima di voltarmi per scappare da lui, sussurrai il suo nome, un nome che mi era mancato, un nome su cui tante volte avevo fatto affidamento << Matt >>
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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FLASHBACK

Jimmy si sedette sul divanetto facendo roteare le bacchette tra le dita con facilità e scioltezza. Le fece roteare due volte prima di riprenderle per il verso giusto e farle battere sulla stoffa dei suoi pantaloni. Chiuse gli occhi prima di iniziare con un ritmo abbastanza veloce, nella sua mente tutti i tempi delle canzoni che dovevano suonare quella sera.
Johnny era sdraiato, per quanto riuscisse, su una sedia con in grembo il basso ripulendolo da macchie invisibili, fischiettando una qualche canzone sconosciuta osservando il nulla davanti a se.
Zacky era impegnato a scommettere con Alice che riusciva ad aprire una bottiglia di birra con la suola delle scarpe, mentre Matt compilava il borderaux con i titoli delle loro canzoni,scrivendo poi su un altro foglio con un pennarello a punta grossa la scaletta da consegnare agli altri. Ogni tanto rideva sentendo litigare i due fratelli su cose talmente inutili, che loro riuscivano a farle risultare serie e degne di una discussione.
Più la guardava e più si innamorava di lei. Se quella sera erano in quel locale a suonare era anche grazie a lei e a sua sorella.
Il Martini Blues era uno dei locali più lanciati del momento a Los Angeles.
Alice si voltò verso Matt come se avesse sentito i suoi pensieri, gli sorrise dolcemente per poi fargli un occhiolino malizioso. Matt fece un sorriso sghembo che fece tremare di piacere il giovane corpo di Alice. Si avvicinò lentamente sfiorando le labbra umide del ragazzo,provando un piacere innato salirle su fino al cuore facendolo battere ancora più forte. Se ne andò lasciandolo con un sorriso soddisfatto sulle labbra, si voltò ancora una volta sorridendogli provocante prima di tornare da Zacky e concludere la loro stupida discussione.
In un angolo un po’ nascosto e un po’ privato Brian teneva sulle sue gambe Ashley e di conseguenza la sua chitarra. Era come se il resto non esistesse, lei la sua medicina nei momenti di dolore, lei la sua calma prima di un concerto.
-Non così forte che mi spacchi una corsa.-sussurrò Brian sul collo della ragazza che sospirò lievemente di piacere.-e se me la spacchi potrei farti molto male Sanders.
-Non oso immaginare come Haner.-Ashley si voltò fino a incontrare le labbra di Brian. Gioco un po’ con la sua carne così morbida e succulenta, prima di iniziare a far danzare le loro lingue in un walzer di piacere.
-Sanders sto per perdere il mio autocontrollo se non la finisci di provocarmi in questa maniera.-parlò sulle sue labbra lasciandole lievi baci pieni di passione.
-Ho voglia di te.-Ashley piantò i suoi occhi magnetici in quelli profondi di Brian, mormorando quella frase che fece tremare il ragazzo così tanto che dovette chiudere gli occhi e respirare profondamente per non farsi travolgere dal piacere sessuale.
-Stasera non la scamperai piccola.-lo disse in un finto tono minaccioso che fece ridere Ashely in modo così tanto spensierato da sembrare una bambina.
-EIH BRUTTI STRONZI DUE MINUTI E SI VA IN SCENA ALZATE IL CULO E PREPARATEVI.-Matt Barry irruppe nella stanza facendo scoppiare la bolla magica che ognuno dei presenti aveva creato per escludere l’agitazione che stava prendendo possesso dei loro animi.
Alice si attaccò al collo di Matt facendosi cullare in una lenta melodia agli altri sconosciuta. Ashley di alzò dalle gambe di Brian porgendogli la chitarra e concedendogli un ultimo bacio passionale.
Zacky diede il cinque a Johnny e Jimmy,scaricando poi la tensione agitando le braccia verso il basso. Jimmy fece due saltelli urlando un VAFFANCULO all’aria carica di energia. Johnny rise infilandosi gli occhiali da sole per la scena del bassista anonimo e perso nel suo mondo. Dopo di che si riunirono tutti quanti al centro della stanza posizionando le mani al centro, una sopra l’altra.
-Dobbiamo spaccare il culo a tutti i presenti in sala.-Matt parlò con decisione ricevendo approvazione dagli altri.
-Sarà fatto Sanders.-constatò Brian.
-Siamo i migliori. MERDA.-urlò Jimmy seguito dai restanti.
Ognuno con i propri strumenti uscì dallo stanzino e attraverò il corridoio pieno di scritte e di odore di chiuso fino a che non raggiunsero la luce del palco che li attendeva a braccia aperte. Jimmy si posizionò alla batteria dando due colpi alla gran cassa. Brian fece scorrere le sue dita sulle corde della chitarra facendola stridere impaziente di iniziare a suonare.
Matt salì insieme a Zacky e Johnny su una cassa salutando il pubblico in delirio di Los Angeles.

FINE FLASHBACK

Il palazzetto dello sport si ergeva davanti ai miei occhi con fare prepotente. Lo guardai in tutto il suo splendore e la sua ampiezza impaurita di entrare e andare tra le braccia del nemico,ma ormai non potevo più tirarmi indietro. Alice camminava di fianco a me in perfetto silenzio avvolta nella sua sciarpa color bianco panna, tenendo la testa bassa nascosta dalla visiera del cappellino.
Avevamo scelto un look abbastanza anonimo senza troppe pretese, ma tutte e due avevamo scelto senza nemmeno dovercelo dire di indossare un cappellino per nasconderci da eventurali incontri.
Danny era al massimo della sua carica da piccolo giornalista musicale, era nervoso, ma allo stesso tempo euforico come un bambino il giorno di Natale. Teneva la mia mano così stretta nella sua da farmi male e mi trascinava a destra e sinistra come se fossi un oggetto, decisi di lasciar correre e di non dare peso a quel suo comportamento di protezione nei miei confronti e mi lasciai trascinare come se fossi una piuma spintonata dal vento.
-Salve voi siete?.-l’enorme uomo davanti a noi ci fermò con uno sguardo facendo risultare Danny e Josh due formiche in confronto ai suoi muscoli.
-Oh si mi scusi ecco qui i pass.-con un gesto atletico Danny tirò fuori dalla sua tracolla nera i quattro pass. Più li guardavo più sentivo il mio stomaco stringersi come se qualcuno lo stesse accartocciando con la stessa facilità con cui si appallottola un foglio di carta. In quel momento una canzone tornò nella mia mente facendomi ricordare così vivo e sincero il volto di Brian. Era in qualche modo la nostra canzone anche se non era nei nostri generi musicali preferiti, avevo quasi dimenticato quanto potesse essere bella la musica soprattutto quando ha il potere di farti ricordare.
-Prego ragazzi seguite pure Thomas vi porterà nell’aerea addetta, buon concerto.-stavolta ci sorrise amichevolmente aprendoci le porte del palazzetto. Thomas faceva meno paura rispetto al collega e premendo sull’auricolare annunciò a qualcuno il nostro arrivo.
Alice si mise alla mia altezza stringendomi la mano. Mi voltai a guardarla mi regalò un sorriso triste e sospirando continuò a camminare in silenzio, sapevo bene a cosa stesse pensando, un tempo passato avevamo sognato tutto questo, invece ora era un fottuto incubo vissuto ad occhi aperti.
-Le ragazze possono fermarsi qui se vogliono.-Thomas sorrise guardandoci e aspettando una nostra risposta.
-No loro vengono…
-No Josh noi restiamo qui fate il vostro lavoro ci vediamo quando avete finito.-risposi anche per Alice sorridendo ai ragazzi.
-Sicure?
-Si andate davvero.-ci salutarono ancora una volta prima di sparire oltre le porte dei backstage. Potevo immaginarli tutti quanti senza dovermi sforzare, conoscevo le loro abitudini prima di un concerto, conoscevo il loro modo di scaricare la tensione e ripassare insieme i pezzi da fare. Se solo chiudevo gli occhi li vedevo, li vedevo nitidi e reali, ma non volevo chiuderli non volevo provare dolore perché già essere in quel posto era tremendamente difficile e sbagliato.
Thomas ci fece accomodare su un piccolo rialzo a lato del palco dove la visuale era ottima e anche fin troppo vicina, sul tavolo i nostri nomi con tanto di prenotazione riservata a Danny e Josh.
-Vi mando subito qualcuno per ordinare da bere.-Sorrisi a Thomas e alla sua gentilezza e sedendomi mi tolsi solo la giacca.
Alice si guardava intorno con aria innocente ma fin troppa attena a qualsiasi figura presumibilmente familiare che potesse fare capolino davanti ai nostri occhi. Eravamo tutte e due tese come due corde di violino pronte a scattare a qualsiasi pericolo incombesse in quel posto. Erano finiti i tempi del Martini Blues di Los Angeles per gli Avenged Sevenfold, erano finiti i tempi dei tour in California dormendo in qualche ostello o qualche centro sociale dentro sacchi a pelo in mezzo a gente che non conoscevi e che mai avresti rivisto, ora era tempo di grossi tour bus, di alberghi a cinque stelle e di tutti i confort di cui le Rock Star godono.
-Ciao volete qualcosa?.-la ragazza che arrivò al nostro tavolo ci spaventò facendoci sussultare visibilmente.
-Una birra chiara.
-Due grazie.-le sorrise Alice rilassando di poco le spalle.-prima finisce e prima torno a respirare.
-Ho una brutta sensazione Alice. C’è qualcosa che non sta andando per il verso giusto.
-Lo so Ashley non può andare bene visto il posto in cui siamo, è scontato se succede qualcosa e ormai deve succedere, non potevamo stare nascoste in eterno, il mondo è grande ma non così tanto da evitare certi incontri e tu ne sei la prova vivente.-mi stupì di quelle parole usate da Alice in tutti questi anni era stata fin troppo razionale a riguardo, ma in quel tono appena usato traspariva tutta la sua rabbia e la sua frustazione nei confronti di quelle persone e del loro gesto. Guardai per un attimo il palco, la batteria di Jimmy era appena stata montata e Jason Barry sedeva sullo sgabello dando colpi forti e casuali sulla pelle tirata per constatare se era tirata a sufficienza. Matt Barry invece, come sempre, correva da una parte all’altra del palco attaccando cavi e scalette qua e la, era il suo compito principale oltre quello di accordare le chitarre di Zacky e Brian e il basso di Johnny, ma lui si divertiva così, con poco e con la frenesia del montare un palco e far si che tutto funzionasse alla perfezione. Anche loro rientravano nei miei ricordi amari seppur con una figura diversa, ma pur sempre importante. Alice li guardò con uno sguardo malinconico.
-Non imparerà mai che il cavo del microfono della batteria va al primo amplificatore e non all’ultimo.-mormorò Alice sospirando per poi riappoggiarsi alla sedia e sorseggiare la sua birra.
-E Jason non imparerà mai che le scalette le vogliono incollate a terra e non sull’amplificatore che fa da spia.-feci eco bevendo una grossa sorsata di birra per dissetare la mia voglia di urlare e scappare di li.
Non riuscimmo a dire altro anche se di cose da dire ce n’erano parecchie, avevamo circa una vita intera da ricordare e da far uscire liberamente dalle nostre menti e dalle nostre bocche, ma ancora una volta ci bloccammo a quel misero ricordo sugli errori dei nostri due piccoli amici e tecnici degli Avenged. Continuai a guardare il via vai di gente che girava per il palco finchè le grandi porte del palazzetto di aprirono riversandovi all’interno una moltitudine di persone che correreva per prendersi la prima fila. Da li sopra potevi vedere qualsiasi tipo di persona, c’era chi aveva lo stesso taglio di capelli di Zacky, chi il cappello come quello di Brian, chi due manette tatuate sul collo come Jimmy, chi addiruttra gli occhiali di Matt gli impeccabili ray-ban a specchio e chi invece si era tinto i capelli come Johnny, biondi e neri. Non riuscivo e non potevo credere a quanto facessero bene alla gente finchè dietro di me sentì le voci di due ragazzine che parlavano tra loro.
-Chissà se la fanno Warmness On The Soul.-disse la prima. Guardai Alice, Alice guardò me impassibile.
-Non lo so di solito non c’è in scaletta, ma sarebbe stupendo. Pensa l’assolo fatto da Zacky e Syn.-rispose la seconda ridendo spensierata. Chiusi gli occhi ripensando a quell’assolo stremata da ogni forza, ormai mi avevano completamente abbandonata, non avevo più voglia di lottare ero completamente perdente di una lotta interiore che durava da tre lunghissimi attimi.
-Sono così emozionata è la prima volta che li vedo, per me loro sono tutto.-riprese la prima con voce e aria sognante. Anche per noi lo erano, erano davvero tutto il nostro mondo.
-Stanno arrivando Danny e Josh.-disse Alice rimettendosi composta e assumendo un aria tranquilla, cercai anche io di farmi forza e risultare il meno antipatica possibile, ma a differenza della mia amica io non ero capace di nascondere il mio stato d’animo.
-Eccoci qui, tutto ok?.-mi chiese Danny sedendosi e sistemando la videocamera nella borsa apposita.
-Si sono solo stanca tranquillo.
-Volete vedere le prime foto?.-ci chiese Josh tutto gasato all’idea.
-NO!.-esclamammo io e Alice all’unisono facendo tacere i nostri ragazzi che ci guardarono tra l’allibito e il deluso.
-No beh vogliamo vederle quando sono finite e ritoccate.-cercai di salvare la situazione con la prima scusa plausibile. Josh si rilassò sorridendo e spegnendo la macchina fotografica, ma senza metterla via, durante il concerto doveva scendere sotto il palco e fare le foto del live.
-Si può sapere che vi prende a voi che siete tese come non so cosa? Capisco che non siete amanti della musica, ma non morite mica se per una sera vedete un concerto, potreste avere anche una faccia diversa.-convenne serio Danny appoggiando le mani sul tavolo e guardandoci con aria leggermente scocciata. Aveva ragione, ma se solo avessi saputo caro Danny forse non avresti fatto questa sparata inutile e priva di interesse.
Stavamo per rispondere a quella provocazione quando le luci si spensero del tutto, un boato partì da parte di tutto il pubblico e il rumore della pioggia e di un temporale riempì l’aria di tutto il posto. Josh si alzò e senza dire niente se ne andò sotto il palco, proprio quando svanì inghiottito dal semi buio della sala, al centro del palco comparve Brian in piedi su una delle casse con in braccio la sua chitarra nera e bianca, facendo scivolare sulle corde tirate e lucide le sue dita lunghe e affusolate. To End Of Rapture fu uno schiaffo morale a tutti i miei buoni propositi. Quell’intro era un qualcosa di indescrivibile, esattamente come lo era Brian sopra quel palco con una sola luce puntata addosso. A poco a poco tutte le luci del palco si accesero facendo comparire, come per magia, tutti i componenti del gruppo. Jimmy iniziò a picchiare duro sulla sua batteria, Zacky spalleggiò Brian nell’assolo guardando verso il pubblico sotto i suoi occhiali enormi e dalla montatura bianca, Matt si intrufolò tra i due stringendoli per le braccia. Johnny sorrideva salutando la prima fila con una linguaccia degna di essere chiamata tale.
Danny si alzò senza degnarmi di uno sguardo e si appoggiò alla ringhiera del balconcino riservato a noi, mentre io e Alice, di conseguenza, rimanemmo incollate a quelle sedie senza riuscire a muovere nemmeno un muscolo. Era tutto finito, ormai eravamo completamente disarmate da qualsiasi corazza protettiva, la musica, la loro musica, era tornata a vivere in noi, così come le loro voci, i loro volti, i loro ricordi e via dicendo. Al solo vederli sopra quel palco aveva fatto si che annientassero tutto il nostro essere così dure e così combattive.
Sbirciai il palco dalla ringhiera che mi rimaneva all’altezza del volto. Mi soffermai a guardarli uno ad uno, erano i soliti di sempre, ma stavolta erano ancora migliori di un tempo, erano più in forma che mai, avevano una carica che sprigiovano su tutto il pubblico mandandolo in completo delirio, esattamente come stavano mandando in delirio me e tutto ciò che dentro di me si stava muovendo al ritmo di quelle canzoni troppo conosciute e troppo amate.
-Wow ragazzi siete i migliori.-urlò Matt al microfono. Alice si voltò di scatto verso il palco come se l’avesse chiamata a gran voce.-e ora abbiamo una sorpresa per voi. Non l’abbiamo mai fatta ma questa è una data speciale per noi, stiamo suonando a New York una città che ci sta a cuore.-guardai Alice impaurita, sapevo cosa stava per accadere.-e vogliamo ringraziare questa città, così vogliamo chiudere questo concerto da urlo con una canzone che non abbiamo mai fatto prima live e che oggi vogliamo far tornare a vivere.-Matt e Jason Barry portarono sul palco un grosso pianoforte a coda nero lucido posizionato su delle ruote che permetteva uno spostamento facile senza indurre danni al pianoforte, tra cui farlo scordare. Tutto il pubblico applaudì incredulo, ma mai quanto potevamo esserlo noi due. Le luci di spensero tutte, tutte tranne quella posizionata sopra Matt e il pianoforte. Erano anni che non vedevo mio fratello posare le dita su quello strumento. E così lentamente le prime note di Warmness On The Soul iniziarono a danzare nell’aria, nelle nostre menti e nei nostri cuori caldi e pulsanti. Quando Matt iniziò a cantare fu davvero la fine.
Alice iniziò a piangere sussurrando le parole una ad una. Quella canzone infondo era stata scritta per lei. Io chiusi gli occhi allontanandomi dalla realtà chiudendo le porte al presente, tornando di getto al passato, a quel garage, a quei momenti e a quel testo che io e Matt avevamo scritto insieme.
Solo quando fu il momento dell’assolo li aprì vedendo il palco illuminarsi di getto. Brian e Zacky erano in piedi sul pianoforte spalla contro spalla suonando con gli occhi chiusi, mentre Johnny era seduto a penzoloni sul palco con di fronte millioni di sguardi sognanti e sbalorditi da quella canzone, da quel momento e da tutto ciò che si poteva esprimere con quella musica. Jimmy completava la perfetta sincronia di un ritmo così dolce e malinconico che sapeva di amore vecchio e maturo, che sapeva di un passato difficile da dimenticare e lasciare indietro. Tutti quanti in quel momento, in quei quattro minuti e venti di canzone ci riunimmo in unico battito di cuore, uniti ancora da un legame così profondo da non poter ignorare.
Quando la canzone finì, tutta quella magia svanì insieme alle ultime note di pianoforte. Gli Avenged Sevenfold salutarono il pubblico lanciandogli plettri e bacchette, facendo così la loro uscita teatrale come solo i migliori attori sanno fare. Alice si asciugò velocemente le lacrime strofinandosi gli occhi come se fosse stanca. Danny tornò a sedersi restando in silenzio e da una parte fu meglio così. Poco dopo Josh ci raggiunse con la telecamera al collo.
-Com’è andata?.-chiese Danny
-Indescrivibile, sono dei soggetti stupendi, sono venute quasi tutte da Dio.
-Ah prima i ragazzi ci hanno chiesto se a fine concerto ci andava di bere qualcosa con loro, ma immagino che voi non siate d’accordo.-Danny si rivolse a noi con aria stanca e stizzita.
-Facciamo che voi andate a quel fottuto after show e noi ce ne andiamo a casa in taxi.-si innervosì Alice alzandosi in piedi e recuperando la giacca la infilò con gesti secchi.
-Perché dovete fare così?.-incalzò Josh allargando le braccia esausto dalla tensione che c’era nel gruppo.
-Niente, ce ne stiamo andando, voi godetevi pure la serata, ci vediamo domani.-risposi prendendo la borsa e imboccando le scale per scendere in mezzo alla mischia.-ora mi hanno rotto tutti e due.
-Non hanno torto Ashley stanno solo cercando di capire cosa c’è che non va.
-Lo so bene Alice, ma sono stufa di dover scappare dal mio passato e di dover mentire al mio presente,stufa marcia.-dissi a dentri stretti prendendola per mano per non perderla in mezzo a quel delirio con le sembianze dell’inferno. Andò tutto bene finchè un ragazzo con in mano uno scatolone mi venne addosso facendomi sbattere contro il muro e trascinando in quell’impatto anche la mia amica che si lamentò tenendosi il gomito.
-Cazzo ma guarda dove cammini idiota.-urlò Alice in preda all’isteria. Se c’era qualcuno che voleva impedirci di uscire di la, beh ci stava riuscendo alla grande.
-Scusate andavo di fredda.-mi bloccai all’istante sentendo Alice irrigidirsi al mio fianco. Quando il ragazzo si alzò e i nostri sguardi si incontrarono, lo vidi spalancare la bocca e strabuzzare gli occhi incredulo di quell incontro.-Ashley?Alice? Cristo ma…
-Ciao Jason.-dissi fredda e impassibile, stava tornando in me la Ashley di sempre.
-Oh mio Dio quanto tempo.
-Tre anni Barry e ora scusa siamo di fretta.
-Se sei di fretta Sanders perché eri al concerto?.-quella frase mi e ci investì come una secchiata d’acqua fredda in piena schiena.
-Questi non sono affari che ti riguardano Barry e ti chiedo un favore, fa tacere quella tua bocca del cazzo e fai finta di non averci mai incontrato chiaro?
-Non potete scappare per sempre ragazze, gli mancate.
Io e Alice scoppiammo a ridere gelide come la morte tanto che Jason fece un passo indietro impaurito e non più spavaldo.
-Tieni la bocca chiusa Barry facci questo favore.-chiuse Alice la conversazione e finalmente dopo mille intoppi uscimmo da quel posto scappando a gambe levate, salendo sul primo taxi senza mai guardarci alle spalle anche se potevamo sentire i nostri fantasmi che ci rincorrevano per le strade buie e fredde della grande Mela, ridendo malignamente.

BACKSTAGE

Jason arrivò nel camerino degli Avenged Sevenfold schivando tutti gli ostacoli che aveva incontrato dall’entrata del palazzetto e dietro nei corridioi, saltando cavi attorcigliati e persone che si occupavano di smontare il palco e le strumentazioni. Aveva rischiato due o tre volte di ammazzarsi, ma doveva arrivare il prima possibile dentro quella fottuta stanza e parlare con i suoi amici.
Quando aprì la porta fu felice che nessun tipo di meet’n’greet o after show fosse ancora iniziato. Cinque figure stanche e sudate puntarono la loro attenzione sul ragazzo piegato in due e in preda al fiatone post corsa.
-JB te lo diciamo sempre non hai più il fisico per fare certe corse.-lo schernì Brian avvicinandosi al ragazzo che stava lentamente riprendendo fiato.- ci sei?
-Qu..quasi.-fece due respiri profondi e finalmente si alzò rubando la birra dalle mano di Zacky e bevendone una grossa sorsata.
-Oh si fai come se te l’avessi offerta.-fece stizzito il chitarrista andando ad aprirsene un’altra stando a debita distanza dall’amico.
-Beh ora che ti sei ripreso vuoi dirci il motivo della tua corsa?.-chiese Matt impazziente.
-Le ho viste.-riuscì a dire ancora con il fiato corto.
-Chi? Ma che cazzo stai dicendo Jason ti sei drogato?.-sbuffò Jimmy lasciandosi cadere sul divanetto di pelle rossa.
-Oh cristo Ashley e Alice, ho visto Ashley e Alice.-il silenzio calò di colpo per tutta la stanza. Jason si sentiva dieci occhi allibiti puntati contro e aveva paura in quel momento, paura di qualsiasi tipo di reazione dei suoi amici.
-Tu cosa Jason?.-chiese Zacky avvicinandosi lentamente come se avesse paura che fosse tutto uno scherzo di cattivo gusto.
-Stavo portando di qua le magliette avanzate e gli sono finito contro. Solo quando mi sono rialzato ho visto chi avevo urtato e tua sorella.-si voltò verso che Matt che non aveva mosso un muscolo da quando Jason aveva pronunciato quei due nomi. Brian aveva del tutto smesso di respirare.-mi ha gentilmente detto, con le sue solite maniere carine e gentiili, di farmi i cazzi miei e non dire niente, ma non potevo ignorare tutto e sono venuto a riferiverlo.-Matt sorrise impercettibilmente a quelle parole, la sua piccola Ashley non cambiava mai sotto certi aspetti.-ecco tutto.
-Non le hai fermate? Perché cazzo non le hai fermate?.-urlò Zacky disperato.
-Oh certo me le caricavo in spalla e le portavo qui, come se avessi avuto la meglio, ti ricordo solo che tua sorella anni fa mi fece un occhio nero solo per essermi rifiutato di portarla in spalla perché era stanca di camminare.-fece Jason incrociando le braccia al petto come un bambino offeso.-ci tengo alla mia incolumità.
-Zacky.-intervenne Matt con un tono di voce che non ammetteva repliche.-Jason ha ragione non sarebbero mai venute qui.
-Però erano al concerto.-disse Brian con la faccia rivolta al pavimento e la testa tra le mani.
-Lo so Bri.-Matt sospirò ancora una volta prima di porre fine a quello strazio e fare la sua richiesta all amico.-Jason fai quello che ti ho chiesto l’altro giorno trovami dove abitano.
-Matt non ci vorranno mai vedere e tu lo sai bene.-Jimmy si alzò andando vicino all’amico per dargli conforto e trovarne lui per primo, infondo si parlava delle sue due migliori amiche che aveva abbandonato in silenzio senza nemmeno una misera spiegazione e per quanto in quella storia i più coinvolti erano Matt Zacky e Brian, anche per lui era stato difficile lasciare quella vita e lasciare loro nel ricordo di quegli anni insieme.
-Ti ha chiesto di non cercarle Matt rispetta la loro decisione. Anche noi vorremmo vederle e so benissimo che si tratta di tua e di sua sorella.-Johnny indicò Zacky con il mento.- ma ha ragione Jimmy non vogliono più saperne di noi, hai, avete e abbiamo fatto una scelta tre anni fa.
-Non mi importa Johnny, è mia sorella ed è Alice, a costo di farmi sbattere la porta in faccia devo vederle.
-Jason fai come ti ha detto Matt.-lo implorò severo Zacky acconsentendo la richiesta del suo amico.
-Cerco di fare il possibile.-Jason sorrise prima di chiudersi la porta alle spalle e tornare a fare il suo lavoro.
-Sarà dura.-sentenziò Brian guardando i presenti in sala.-Sarà dura.
  
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