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Autore: LOListheway    07/02/2011    7 recensioni
Sbigottita.
Perplessa.
Confusa.
Sorpresa.
Sollevata.
Felice.
Non avrei mai potuto sentirmi meglio.

Piccola storiella senza pretese, questa. Spero che vi strappi almeno un sorriso.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Un odore delizioso entrava dal piccolo spiraglio della porta accostata. Non era il solito odore del caffè che Scorpius mi preparava tutte le domeniche mattina per venirmi a svegliare e dedicarsi alla nostra dose speciale di ‘’coccole’’ , ma era più intenso, fresco, dolce, buono: sapeva di cambiamento, di una di quelle svolte decisive che ti cambiano la vita da un momento all’altro.
 
Appunto mentale per Rose: comprare un gratta e vinci.
 
Rimasi per quelli che mi parvero dieci minuti a rigirami tra le coperta tenendo gli occhi chiusi ma le orecchie ben allerta, ma niente. Non sentivo nessuno dei rumori familiari appartenenti alla domenica: non sentivo il gorgogliare della moka, né il fischio leggero e melodioso che avvisava che il caffè fosse finalmente pronto , né la radio tenuta bassa dal mio ragazzo per farsi compagnia mentre preparava la colazione. Mi concentrai di più sui suoni ma non riuscii a percepire neanche lo scroscio della doccia.
 
Ma che diavolo di fine ha fatto quella vipera del mio compagno!
 
L’irritazione sostituì in un batter d’occhio la tranquillità e la serenità che una notte di beato sonno mia aveva trasmesso. Dannata serpe e dannata influenza che ha su di me.
Seriamente preoccupata da tutto quel silenzio mi alzai di scatto, scaraventando le coperte ai piedi del letto con un impeto che di solito non mi apparteneva la mattina appena svegliata.
Trascinando i piedi scalzi sul caldo parquet, spalancai la porta e imboccai le scale per scendere alla zona giorno della nostra piccola e accogliente villetta.
In salotto nessun segnale che facesse presagire una qualsivoglia presenza di vita umana in quel piano della casa.
 
L’irritazione salì ancora di più.
 
Ma come si permette quello squinternato di abbandonarmi così, senza dirmi niente, di domenica mattina!
 
Me la pagherà, oh sì che me la pagherà.
 
Un brivido mi attraversò la colonna vertebrale. Nella foga di andare a controllare se quel cretino fosse ancora vivo o schiattato una volta per tutte, non avevo indossato la vestaglia e me ne andavo in giro per casa coperta solo da una camicia da notte succinta e dai colori Serpeverde , e nonostante il caminetto fosse acceso, fuori dalla finestra imperversava senza remore uno dei temporali più violenti della stagione invernale 2029/2030.
 
Analizzai criticamente tutto l’ambiente: la porta del bagno era aperta ma quella della cucina accostata. Ancora nessun suono. Il mio intuito serpentesco mi diceva che c’era qualcosa che mi sfuggiva, ma i geni Weasley ereditati da mio padre non sapevano aiutarmi a schiarirmi le idee… in momenti come questi mi rendevo conto di quanto la mia giovane vita sarebbe potuta essere migliore se avessi vinto alla lotteria genetica ricevendo almeno una minima parte dei geni Granger che non riguardassero la forma indefinita dei capelli o il carattere irascibile.
Mi diressi quindi verso l’unica stanza inesplorata: la cucina.
Spinsi decisa la porta, che si spalancò immediatamente.
 
Dinanzi ai miei occhi ritrovai ciò che non avrei mai immaginato: il piccolo snack nero dell’arredamento era apparecchiato in modo esemplare e tre i due coperti, posti uno di fronte all’altro, vi erano una caraffa di succo di zucca, una moka fumante di caffè caldo, il cartone del latte freddo, cornetti dall’aspetto invitante e biscotti accerchiati da confetture alla ciliegia e all’arancia, le nostre preferite.
 
La cosa che attirò però la mia attenzione non fu tutto quel ben di dio, ma una busta di lettera semiaperta sul piatto messo al mio solito posto. Scattai in avanti e l’aprii velocemente.
 
‘‘Con tutte le probabilità mi starai maledicendo in tutte le lingue che conosci perché non ti ho portato il caffè a letto come al solito e sei scesa di corsa dopo aver atteso per un po’ il mio arrivo.
È solo che stamattina volevo fare le cose diversamente.
Per me, anzi spero per noi, è una mattina un po’ speciale.
O almeno lo spero …
 
Comunque volevo chiederti una cosa:
ti va di fare colazione con me stamattina?
Poi ,magari, se ti dovesse piace, potremmo anche decidere di fare colazione insieme per tutte le restanti mattine della nostra vita…
 
Sta a te decidere, Weasley.’’

 
Sbigottita.
Perplessa.
Confusa.
Sorpresa.
Sollevata.
Felice.
Non avrei mai potuto sentirmi meglio.
 
Sorrisi radiosa e alzai lo sguardo. Non fui per niente sorpresa di specchiarmi in due pozza di argento vivo. Sorrideva, il mio Scorpius, come non l’avevo mai visti sorridere. Era anche agitato, frastornato dall’ansia che il mio silenzio doveva stargli trasmettendo. Ma il mio ragazzo era anche un tipo coraggioso -a volte troppo per essere una serpe-  e intraprendente. Infatti si schiarì la voce e disse, sicuro di se stesso come sempre:
 
« Vuoi sposarmi, Rose?»
 
Scoppiai a ridere.
Il suo volto si fece improvvisamente spaventato, forse pensava che lo stessi prendendo in giro per la dichiarazione smielata che mi aveva fatto con quella lettera.
Io però non riuscivo a smettere di ridere, era più forte di me.
La disperazione che lessi ad un certo punto nei suoi occhi, però, mi fece capire che dovevo rimediare a quell’attacco di follia mattutino, diventare una persona seria e rispondere alla richiesta di felicità che mi aveva appena proposto.
 
« Scusa, Scorp, è che fin da bambina mi sono sempre domandata come sarebbe stata questa fatidica domanda. Da bambine, noi donne, sogniamo un principe azzurro che arriva a cavallo e ci porta con lui fino al castello incantato per vivere insieme per sempre felici e contenti. Crescendo però capiamo che il principe azzurro non esiste e che non esiste neanche il castello incantato; questo però non ci impedisce di essere incessantemente alla ricerca del nostro ‘per sempre felici e contenti’. Bhè non avrei mai, e dico mai immaginato che sarebbe accaduto così, quando un attimo prima ti stavo maledicendo in qualsiasi lingua perché pensavo mi avessi lasciata sola senza avvertirmi, ma dentro di me so che è questo ciò che ho sempre desiderato, ciò che voglio come ‘per sempre’: fare colazione insieme a te per il resto della mia vita.»
 
Non so precisamente come fossero uscite queste parole dalla mia bocca, né chi le avesse partorite, so soltanto che sentivo le guance salate. Piangevo perché Scorpius, ormai a un palmo dalle mie labbra, piangeva. Piangevamo entrambi dalla felicità.
Fu uno dei baci più intensi che ci fossimo mai scambiati.
Sapeva di amore, sapeva di noi, sapeva di fresco, di dolce, di intenso e sapeva di cambiamento, di una di quelle svolte decisive che ti cambiano la vita da un momento all’altro.
 
Sì, la mia vita sarebbe decisamente cambiata in meglio. 




Questa ''cosa'' qui si è scritta da sola. A mio discolpa potrei dire che è frutto delle ''pippe mentali'' che Dante si faceva su Beatrice e che ha sfogato su di me per tutto il week-end, ma in realtà non posso nascondere che, ahimè, il Poeta c'èntri ben poco con questa cosa qui, che è ben lungi dall'essere la cosa più schifosa che il padre della letteratura Italiana abbia mai scritto. Forse anche la sua lista della spesa era migliore :)

By the way è una one-shot senza pretesa alcuna, si è scritta da sola ieri notte, tra uno dei miei attacchi di tosse e l'altro (maledetto raffreddore!!...).
E' la prima storiella che pubblico: prima non ne ho mai avuto il coraggio, ma pensandoci bene, in realtà ora non sono io ad agire, ma la dose di aspirina che si è impossessata del mio cervello D:. Quindi (siate clementi) sono gradite recensioni di qualsiasi tipo (sono molto aperta ai consigli!), rimanendo comunque nei limiti della civiltà.

Ora vado e vi lascio chiudere la pagina, sempre se siete arrivati fino a qui
( se stai leggendo, sappi che ti stimo tanto perchè hai letto non solo la o/s ma anche il mio sclero finale: sei coraggioso, chiunque tu sia :D )

  
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