Hinata e Hakkai camminavano da
poco più di un’ora quando
la ragazza sospirò, involontariamente, per guardare il cielo.
Era stata una brutta sorpresa trovarsi separata dalle
proprie compagne, ed era seriamente in pensiero per loro: voleva
aiutarle,
sfondare le rocce per raggiungerle e riunirle tutte!
Invece non poteva fare nulla, se non trovare un’uscita
alternativa insieme al posato Hakkai, con la quale si era ritrovata a
condividere la disgrazia.
Trovarsi con lui l’aveva sorpresa ma anche
tranquillizzata, Hakkai sembrava la persona con la quale andava
più d’accordo e
che sembrava capirla meglio, sperava che questa affinità di
carattere che
presentavano li avrebbe aiutati a rendere più piacevole
quell’esperienza
traumatica.
Già, traumatica.
Quando Hinata aveva deciso di lasciare la sicurezza
opprimente del tempio, si può dire che l’aveva
fatto con troppa leggerezza.
Non che fosse un’incosciente, o ancora una bimba viziata,
ma si era semplicemente stancata di passare per una bambola di
porcellana,
bellissima ma fragile ed inutile.
Un bell’oggetto solo da guardare, ecco cos’era: non
doveva sporcarsi, non doveva vedere le disgrazie del mondo lei, non
doveva
conoscere la cattiveria del mondo esterno…
Le parole del Sacerdote del Tempio le rimbombavano come
la frana causata poco prima da Lirin, e sembravano fare un
dolorosissimo eco
quando battevano ai lati della sua testolina.
-Se fossi in te non lascerei il tempio, Hinata.- le
parole del monaco la lasciarono interdetta.
-Come?- eppure era sicura le avesse dato il permesso,
lei e Tsuki sarebbero partite la mattina dopo, era lì per
formalità.
-Hai capito. Non sopravvivresti.
-M-ma…Venerabile io non sono un’inetta. So curare
malattie e ferite, so combattere! Io…
-Tu sei buona, Hinata. E sei delicata come pochi
esseri al mondo. E se da un lato questa caratteristica ti fa onore,
dall’altro
ti rende particolarmente esposta agli attacchi del mondo esterno.
Hinata lo guardò con gli occhioni spalancati.
-Ti potresti rompere al livello di uno stelo d’erba al
vento della tempesta.
Strinse i pugni, fino a tremare, mentre gli occhi si
riempivano di lacrime, ma non avrebbe pianto di fronte a lui.
-Correrò il rischio. Non ho paura di rompermi.-
dichiarò.
Avrebbe dimostrato a quelli come lui che anche un
bell’oggetto poteva essere utile...
-Signorina Hinata?- la ragazza sobbalzò al richiamo di
Hakkai, che si portò una mano dietro alla testa con fare
imbarazzato.
-Mi perdoni, signorina, non volevo spaventarla.
-Oh no,
signor Hakkai. Non mi avete spaventata. Ero
soprappensiero.- rispose
sorridendo placidamente.
Ormai sapeva fare solo quello, ma almeno lo faceva bene.
-Capisco. Spero non siano brutti pensieri o ricordi.-
Hinata lo guardò stupita con la coda dell’occhio,
dato che avevano ripreso a
camminare, ma non disse nulla e Hakkai continuò-Siete forse
in pensiero per le
vostre compagne?
Hinata recuperò il suo sorriso.
-In effetti si.- ammise camminandogli accanto-E voi no?-
con sua sorpresa Hakkai si mise a ridere, anche se ovviamente si
trattava di
una risata docile e posata proprio come lui.
-Dovrei non vederli minimo per tre giorni e trovarli tra
le grinfie di qualche mostro. Solo allora potrei iniziare a
preoccuparmi.
Un’altra caratteristica di Hakkai era
l’ambiguità, forse
l’unica cosa che li differenziava: infatti, se lei era anche
troppo cristallina
tanto da poterle leggere dentro, Hakkai era in grado di creare con lo
sguardo
una difesa impenetrabile dentro di se, impedendo a chiunque di capire
cosa gli
passasse per la testa, proprio come in quel momento, perché
la ragazza non
seppe dire se Hakkai stesse scherzando o se veramente era tranquillo
per i suoi
compagni di viaggio.
-Perdonatemi, signorina Hinata.
-Oh, si figuri. Non ha niente per cui farsi perdonare.
-Ne sono lieto, ma devo ammettere che a volte la mia
delicatezza sparisce misteriosamente.- e rise di nuovo.
-Siete sincero. Ed è un dono molto raro, di questi tempi.
-E’ il minimo che possa fare…essere sincero dico.-
replicò Hakkai con un vena di malinconia.
-Avete forse un peccato da redimere?- cercò di mantenere
un tono neutrale, ma la sorpresa era molta, Hakkai sembrava anche
troppo buono
per poter avere qualcosa da cui redimersi, eppure...
-Ognuno di noi ha qualcosa per cui redimersi signorina
Hinata…chi più, chi meno.
-Hakkai è bravo a sviare le domande.- pensò
Hinata
ricambiando il suo sguardo triste-E di sicuro è molto
più educato nell’intimare
alla gente di farsi gli affari propri.- guardò il sole che
ormai segnava il
tardo pomeriggio.
Era già così tanto da quando camminavano? Quasi
un giorno
intero?
-Non mi sono accorta di nulla, ero talmente presa che…-
si interruppe con un piccolo grido quando inciampò sul
kimono presso un piccolo
dosso che immersa nei suoi pensieri non aveva minimamente notato e si
sarebbe
ritrovata sicuramente con il sedere per terra se l’aitante
Hakkai non l’avesse
prontamente sollevata da terra, risparmiandole la caduta ma di certo
non una
buona dose di imbarazzo.
-S-signor
Hakkai, voi…
-Dovreste fare più attenzione, signorina Hinata.- la
interruppe lui sorridendo-Questo è un terreno scosceso e
inadatto ad un
vestiario come il vostro.
La riccia arrossì distogliendo lo sguardo e coprendosi la
bocca con la mano chiusa a pugno.
-M-mi dispiace.
-Di cosa?
-Di…di rallentarvi così. A quest’ora
avreste potuto
essere molto più avanti. Magari avreste già
trovato i vostri compagni e…
-Signorina Hinata.- la interruppe il castano, sempre
sorridendo ma con tono che non ammetteva repliche-Sapete, non sono
l’anima così
buona che credete. Se vi avessi considerata un impiccio me ne sarei
già andato,
ma vi ho vista combattere e sento che non siete un peso,
inoltre…- il sorriso
divenne leggermente più ampio-E’ bello poter fare
quattro chiacchiere con
qualcuno di normale.
-Oh…- la ragazza non sapeva cosa dire, era lusingata da
quel complimento così discreto inoltre condivideva la gioia
del castano per
quanto riguardava il discutere con gente normale…o almeno
meno pazza delle sue
compagne.
A quel pensiero scoppiò a ridere, e se Hakkai ad un primo
momento fu stupito dell’ilarità della compagna poi
ne fu contagiato, unendosi a
sua volta a quella risata, come se entrambi conoscessero il motivo.
-Ora può mettermi giù signor Hakkai, posso
camminare.
-Certamente.- da vero cavaliere Hakkai la accontentò e
Hinata
poté sistemarsi le pieghe del Kimono.
-Vi ringrazio dell’aiuto, possiamo riprendere il viaggio.
-E’ stato un piacere.- e le guance di Hinata si
colorarono di nuovo di rosso quando Hakkai le fece un discreto ma
intrigante
occhiolino.
Il Bonzo
era più irrequieto del solito, quel giorno.
Non solo era arrivata quella dannata mocciosa con quella
dannata pietra, ma aveva scatenato una dannatissima frana che
l’aveva separato
dai suoi dannatissimi compagni!
-Che seccatura!- pensò guardando avanti-E poi guarda con
chi dovevo capitare.- gettò un’occhiata veloce
alla ragazza bruna che gli
camminava accanto.
Esattamente, il nobile Bonzo era finito con una
psicopatica!
O meglio, questo è ciò che pensava lui.
-Proprio con una che vuole cavarmi gli occhi dovevo finire?-
si chiese gettando a terra la cicca della sigaretta consumata fino alla
parte
arancione e più.
Nonostante fosse tardo pomeriggio il sole era caldo e
maligno, fuso con l’umidità della zona non aiutava
di certo.
Poi arrivarono ad uno spiazzo completamente baciato dal
sole, tuttavia uno sprazzo di ombra era donato da un inusuale albero di
ciliegio che si innalzava in barba al tempo e al territorio sfavorevole.
-Finalmente.- la ragazza, che era rimasta in silenzio per
tutto il tragitto, finalmente parlò (non che Sanzo stesse
morendo dalla voglia
di ascoltarla, diciamolo) ed indicò al bonzo il ciliegio-Ti
va se ci mettiamo
lì sotto?
-Tzè, io sto bene
qui.- ribatté il Bonzo, incrociando le braccia.
Piuttosto che
sedersi vicino a lei e far vedere che anche lui poteva soffrire il
caldo
sarebbe morto, eppure sudava talmente tanto che non voleva nemmeno
fumare,
l’idea gli metteva solo più calore addosso!
Stupidi fenomeni
naturali e stupidi demoni che li aiutavano!
Nel frattempo che lui imprecava dentro di se la giovane
si era seduta sotto l’albero e lo guardava sorridendo
sarcastica.
Oh Bosatsu quanto gli dava fastidio quel sorrisetto! Ma
soprattutto quanto gli dava fastidio lei!
-I demoni dicono
che la carne di un bonzo è buona, cotta alla brace anche di
più?- chiese poi la
ragazza in nero sempre mantenendo quell’aria strafottente e
subito la fronte
del Bonzo iniziò a pulsare mentre si sedeva nel centro dello
spiazzo.
-Dicono che
invece il cervello di mocciosa faccia schifo, specialmente quando gli
sparano.-
e le puntò la Shoreijyu-Vuoi provare?
-Strano non
l’avevo mai sentito dire.
-Oh, sta zitta!
Fa troppo caldo per sopportarti.- la zittì il Bonzo
slacciandosi la parte
superiore della tunica rimanendo con la canotta nera-Lo sapevo, non mi
starà
ancora punendo per il portachiavi?! È un accanimento!-
pensò riferendosi alla
sua divinità mentre guardava la terra, cercando
disperatamente qualcosa per
distrarsi dal caldo.
-Quanto intendi
resistere al caldo? Lo sai che qui c’è posto.-
insistette lei, ma Sanzo la
squadrò quasi con disprezzo.
-Io non sono
debole come te!- esclamò, poi si asciugò la
fronte imperlata di sudore-Dannata
tunica!- e detto questo si liberò del resto della veste
sacerdotale, rimanendo
con il completo nero.
-Stai cercando di
distrarmi con uno spogliarello, bonzo?- no.
Quello non lo
doveva dire…
-Non vorrei
sconvolgerti troppo.- ribatté il biondo a denti stretti,
cercando di ignorare
il continuo pulsare della sua vena.
-Non farti problemi, potrebbe essere un’esperienza
interessante.- la
pallida ragazza, esatto più pallida di lui, tirò
fuori dal nulla un taccuino e
una biro per poi aggiustarsi gli occhiali e fargli un cenno con la
mano-Inizia
quando vuoi.- il tutto con sguardo e tono incredibilmente seri.
Un colpo di Shoreijyu partì finendo proprio a un centimetro
dalla
fronte della giovane, che rimase inquietantemente composta.
-Smettila, razza di idiota!- urlò Sanzo ormai rosso per la
rabbia.
-va bene, va bene! Come vuole, Bonzo Masochista.- ella rimise tutto
dentro nella bisaccia e si stesse appoggiandosi sul tronco
dell’albero-Io starò
qui, buona buona, a godermi l’ombra.
-Sei una pazza maniaca.
-Grazie del complimento.
-Quelli come te sono fastidiosi.
-E quelli come te stanno meravigliosamente in orizzontale sul mio
tavolo da laboratorio.
-Intendi continuare per molto?
-Fino alla morte ed oltre, mio caro.- dopodiché
iniziò a canticchiare
una canzoncina da spogliarello tipica dei night club.
Sanzo mostrò i denti in un sorriso pieno di rabbia e
irritazione, poi
si alzò in piedi.
-Basta, mi sono stufato.- pensò, poi a passo di marcia si
diresse sotto
l’ombra piazzandosi davanti alla compagna e, senza dire una
parola, iniziò a
sollevarsi la maglia.
Inutile dire la vista che passò davanti agli occhi di Wido
cari
lettori, e soprattutto lettrici: nonostante il caratteraccio in molti
luoghi
vantavano la bellezza del giovane Sanzo e davanti alla sua discreta
forma
fisica nemmeno lei poté rimanere indifferente.
Infatti quando Sanzo, che si era scoperto fino al torace, le
gettò
un’occhiata, notò che nell’abbracciarsi
le ginocchia aveva il viso affondato
fino al naso, quasi volesse coprire qualcosa.
Poteva bastare per l’ego del Bonzo, che abbozzò un
irritante sorrisetto
e tornò da dove era venuto, nonostante gli costasse fatica
uscire dall’ombra
per tornare sotto il sole cocente.
-Non finisci il tuo spettacolino, Bonzo?- chiese poi la ragazza, che
ora aveva scoperto il viso.
-Ce ne hai messo di tempo per recuperare, eh?- chiese, poi senza
attendere la risposta si affrettò ad aggiungere-Non finisco
altrimenti non
riuscirai a coprire il sangue che ti uscirà dal naso e poi
ti bloccherebbe la
crescita, mocciosa.
-Non
perdo sangue dal naso, la mia pressione è perfetta quindi
puoi stare
tranquillo. Più che altro..- aggiunse dopo una pausa -Girati
o da una parte
bruci di meno.
-Certo, la pressione.- replicò
il Bonzo facendo riferimento alle parole della giovane, poi rispose -E non preoccuparti quanto mi rosolo, sono
fatti miei.
-Si che mi interessa: ti si rovina la pelle e i capelli si seccano!-
ribatté l’altra.
Un altro essere umano si
sarebbe stupito di fronte alla preoccupazione della scienziata, ma non
Sanzo:
lui sapeva dove voleva andare a parare e questa consapevolezza non fece
altro
che farlo arrabbiare ancora di più.
-Piuttosto che darli a te mi
raso a zer…- un improvviso giramento di testa dovuto al
caldo lo fece zittire e
accasciare a terra-Che umiliazione.- pensò poi mentre la
scienziata si
avvicinava.
-Testardo come Tsuki, eh?-
dichiarò prima di sollevarlo e portarlo all’ombra
dell’albero, dove si stava
decisamente meglio-Ti prego, dimmi che non devo sollevarti le gambe,
sarebbe
piuttosto ambigua come cosa.
-Non provarci….neanche.-
sussurrò il bonzo,e sospirò di sollievo quando la
bruna gli bagnò la fronte con
un fazzoletto bagnato.
-Ma guarda cosa mi tocca fare.-
disse infatti lei con tono esasperato-Sia ben chiaro, ti salvo la vita
solo
perché voglio analizzarti.- aggiunse togliendo ogni dubbio
al nostro caro
lettore.
-Non aspettarti che ti ringrazi
per questo.
Sicuramente il lettore troverà
adorabile tutta questa schiettezza reciproca, ma alla Vedova Nera non
fece né
caldo né freddo, perché si limitò a
sogghignare.
-Non mi è mai passato per la
testa.- replicò, poi continuò il suo lavoro-Va
meglio?
-Tzè, decentemente.- fu la
breve risposta del Bonzo, ma…
-In questo caso…- lei smise di
bagnarlo, causando la furia del biondo.
-Ehi, non ti ho detto di smettere, donna!
-Se per questo non mi hai detto nemmeno di iniziare.
-Grrrrrr…- il Bonzo distolse lo
sguardo voltando la testa, mantenendo il suo tono seccato-Fa’
come ti pare.
-Se me lo chiedi per favore
continuo.- osò proporre la ragazza e il Bonzo
ghignò a sua volta.
-Non ci penso nemmeno.
-Chissà come mai, me lo
aspettavo.- e la ragazza si rimise comoda, poi la vide concentrare lo
sguardo
su qualcosa sopra la sua spalla-Oh, eccoti, finalmente!
E quel qualcosa non era altro
che un viscido serpentello nero!
-Ma che cazz…?- Sanzo
fece per sparare a quella bestiaccia, ma la giovane lo fermò
tenendogli
saldamente il braccio.
-Fermo! Questo è mio.
Sanzo gelò sul posto.
Non poteva essere.
-Tu…tu ti porti dietro una
serpe velenosa, dannata psicopatica!- esclamò incredulo e
disgustato al tempo
stesso ma lei invece di offendersi prese le parole del bonzo quasi come
un
complimento.
-Sisi, si chiama Nienor ed è la
mascotte del gruppo, possiamo dire.- rispose accarezzando il
serpentello sulla
testa squamosa.
-Disgustoso.
-Sarà anche disgustoso, ma è il
nostro mezzo di trasporto.
-Vuoi dire che quel…quel coso,
è la vostra macchina?!
-Non macchina: Porsche.-
precisò la bruna accentuando la R della parola-E poi non
morde se non glielo
dico io…solitamente.- precisò ghignando.
-Dannata, vi ammazzo a tutti e
due!- esclamò Sanzo, quella giovane si stava rivelando
decisamente pazza e
sadica, forse era meglio sbarazzarsene, e pensare che Gojo
l’aveva trovata
anche sexy…bah!
-Uff, cha caldo!- all’improvviso la giovane iniziò
a
sbottonarsi la giacca e, anche se non seppe spiegarsi il
perché, questa cosa
turbò molto Sanzo.
-Ehi, che fai?
-Mi spoglio, magari? Sai, anche
le scienziate sentono caldo.
-E tu ti definiresti una
scienziata?- replicò il Bonzo maligno,cercando di cambiare
argomento onde
evitare che l’altra facesse commenti sul suo momentaneo
imbarazzo.
-Hai qualche dubbio al
riguardo?
-Ma lo sai che per fare la
scienziata ci vuole l’intelligenza?- ormai era deciso, voleva
quella piccola
vittoria a tutti i costi.
-Ovviamente, ma non credo che
sarai tu a dire se sono intelligente o
meno…l’intelligenza può essere vista in
mille modi, a seconda delle persone.- ella fece una pausa, mentre si
portava un
dito alla labbra pensierosa-Devo solo trovare il tuo. Un tizio che
viaggia con
un mezzo demone e due demoni cosa reputerebbe intelligente?
-Reputo intelligente una
persona che non segue stupidi principi e pensa agli affari suoi.- la
risposta
del Bonzo conteneva un chiaro messaggio.
Fatti gli affari tuoi.
-Io invece credo che uno senza
principi sia solo una persona triste.
-Continuo a dire che la tua
lingua è tagliente, donna.
-E io comincerò a dire che sei
ripetitivo.- lo zittì la ragazza facendolo adirare, ma egli
rimase in
silenzio-Oggi non è una brutta giornata.- aggiunse poi la
giovane e il biondo
fece per ribattere qualcosa quando si immobilizzò.
Un’orribile sensazione, come
qualcosa di viscido sulla coscia, lo fece rabbrividire di disgusto e un
attimo
dopo guardò Nienor entrare del tutto nei suoi jeans neri con
un ultimo
movimento della coda nera.
-AAAAAAAAAA!- quell’urlo così
improvviso fece sobbalzare appena anche la giovane.
-Che hai?
-Toglimelo donna, toglimi quel
coso!- ordinò il Bonzo.
Non era impaurito, precisiamo,
semplicemente gli faceva schifo che un serpente potesse scivolargli
nelle
mutande, il che era piuttosto comprensibile.
-“Quel coso”,cosa?
-Quel cazz…quel…il serpente!-
esclamò ancora rimanendo tuttavia immobile.
-Oh, già Nienor! Nienor dove
sei?- la bruna iniziò subito a cercare la bestiaccia e Sanzo
ringhiò a denti
stretti per la frustrazione: possibile fosse così stupida?!
-E’ NEI MIEI PANTALONI IDIOTA!-
scoppiò alla fine, senza però muovere un muscolo,
mentre la Vedova Nera scoprì i
denti in un sorriso compiaciuto.
-Credo proprio che il mio
Nienor sia geloso di te, Bonzo.
-Smettila di dire idiozie,
stupida! Piuttosto è velenoso?- d’accordo, essere
blasfemi va bene e forse
comprando quel portachiavi aveva esagerato, ma forse la sua cara
divinità non
si stava accanendo troppo su di lui?
Cosa aveva fatto, dopotutto?
-Beh, è un taipan*, vedi tu…
-Che diavolo è?!
-Un taipan è…- Wido si
interruppe dal momento in cui il serpente strisciò fuori dai
pantaloni del
Bonzo esattamente come era venuto e strisciando dalla sua padrona non
risparmiò
uno sguardo al Bonzo talmente sadico da ricordagli per un attimo quello
della
giovane.
-Anche le sue bestiacce hanno
il suo carattere del cavolo!- poi scosse leggermente la testa e
sospirò di
sollievo quando il rettile distolse i suoi fastidiosi occhietti per
acciambellarsi, nemmeno fosse un gatto!, sulle gambe della giovane, che
si era
messa a fissare il cielo.
-Forse si zittisce.- pensò
Sanzo, speranzoso, ma rimase deluso quando Black Widow prese di nuovo
parola.
-Strano…tutto questo mi ricorda
qualcosa.- a quelle parole Sanzo fissò, così
senza motivo, il ciliegio che li
proteggeva da quel sole cocente.
Si sentì all’improvviso
nostalgico, non triste, ma sentiva che quel ciliegio aveva un
significato per
lui, qualcosa che aveva perduto per sempre e non poteva più
ottenere…
Si sentì stupido, quella
stupida ragna lo stava confondendo! Sisi, era così, e per
non risponderle
afferrò il suo pacchetto di sigarette, scoprendo con rabbia
che era vuoto.
-Merda.- imprecò a denti
stretti, e la sua rabbia non fece che aumentare quando sentì
la bruna ridere
divertita, alchè si voltò esclusivamente per
fulminarla, ma lei si limitò ad
un’ingenua alzata di spalle.
-Non guardare me. Lo sai che
non fumo.
-Ecco, oltre ad essere irritante
sei anche inutile.- sbottò Il Bonzo gettando dietro di se il
pacchetto delle
sigarette ormai accartocciato peggio di una cornamusa, poi si
ritrovò a pensare
ai commenti di Gojo riguardo lui e la “scienziata”,
e scosse la testa-Solo un
arrapato come lui può pensare certe cose.- non si accorse
però di averlo detto
a voce alta e ovviamente la Vedova Nera non mancò di
farglielo notare.
-Arrapato? Bonzo, quale
collegamento hai fatto con le sigarette?- la malizia di quel tono lo
fece
arrossire, ma non di imbarazzo come si potrebbe pesare,
bensì di irritazione e
non poté fare a meno di replicare.
-Ti interessa, forse? Non mi
sembri un tipo esperta di uomini.
-No, per quello c’è Roxy, e in
effetti tutti quelli che ci hanno provato con me sono sotto plastica,
precisamente in un congelatore.- replicò Wido con una punta
di soddisfazione e
Sanzo si ritrovò a studiarla in modo particolarmente attento.
Non per niente la chiamavano la
Vedova Nera…
Eppure era troppo giovane,
quanti anni poteva avere? Diciannove, se non meno? Sanzo non riusciva a
capacitarsi di come un essere così piccolo potesse essere
tanto freddo e
sadicamente preciso, pungente come uno scorpione e velenoso
più di una vipera!
Altro che un ragno.
Non poté fare a meno di
esternare una parte di quel pensiero.
-Tzè, sei solo una ragazzina,
come possono gli uomini andare con te?
-In quel caso dicesi PP, Bonzo:
Pedofili Pervertiti.- appunto.
Era una ragazzina.
-Disgustoso.- sussurrò ancora
lui storcendo il naso, poi iniziò a piovere-MALEDIZIONE!-
ecco!
ci mancava solo questa!
Prima le quattro
schizofreniche, poi la frana causata dal piccolo mostro, il dover
camminare
quasi un giorno intero con quella tizia inquietante ed infine la
pioggia.
Non poteva andare peggio,
quello era poco ma sicuro.
-Di questo passo…- fece per
rivolgersi alla ragazza con lui, ma scoprì che non lo stava
ascoltando: era
immobile come una statua di pietra e con una mano appena fuori
dall’albero,
umida di pioggia, fissava il vuoto avanti a se, come sotto incantesimo.
-Ehi, che ti prende? Ehi
donna!- la chiamò, turbato da quell’improvvisa
posizione, ma la Vedova Nera
sembrò non ascoltarlo, e si preoccupò davvero,
così si avvicinò per metterle
una mano sulla spalla e controllare, ma non appena i loro visi si
avvicinarono
ella indietreggiò bruscamente andando a finire contro la
corteccia-Dannazione,
donna, fermati!- urlò allora lui per sovrastare i tuoni che
il temporale
estivo, perché in pochi minuti la pioggerella era diventata
una vera e propria
tempesta e lei parve riscuotersi a quell’urlo.
-K…Konzen.- sussurrò e lui
sgranò gli occhi.
-Come mi hai chiamato?
-Konzen!- ripeté lei, stavolta
urlando e mentre un fulmine squarciava il cielo gli parve di vedere una
cosa
metallica estendersi verso di lui.
-No!- cadde all’indietro,
finendo fuori dalle fronde dell’albero e bagnandosi da capo a
piedi, ma non se
ne curò.
Sanzo, infatti, respirava
affannosamente quasi avesse corso. Davvero qualcuno aveva tentato di
accoltellarlo o era stato solo frutto della sua immaginazione?
Fissò subito la ragazza, ma non
poteva essere stata lei, in quanto si era appena ripresa e scuoteva la
testa,
quasi sostenendola con la mano.
-C-cosa è successo?- poi notò
Sanzo sotto la pioggia e,ancora scossa, si affrettò a
riportarlo sotto le
fronte che, pian piano, si stavano spogliando dei loro petali
distruggendo il
loro riparo-M-mi dispiace, Sanzo, io…
-Non fa niente…forse è stato il
cambio di temperatura.- il Bonzo era così turbato da non
accorgersi di essere
stato anche troppo gentile, cosa significava quell’affare di
metallo? E perché
si era sentito così spiazzato, in fondo non era la prima
volta che tentavano di
accopparlo, ormai avrebbe dovuto farci il callo.
Osservò ancora la scienziata
che, anche se ancora pallida (più del solito,
specifichiamo), aveva recuperato
buona parte della sua strafottenza, perché quando
incrociò lo sguardo del
biondo sorrise maliziosa e ridacchiò:
-Ti conviene appiccicarti qui
sotto con me Bonzo, o verrai invaso dai rami.- disse indicando la
traballante
struttura lignea sopra di loro, e il nostro caro sacerdote si morse la
lingua
per evitare di imprecare: e pensare che per un attimo gli aveva quasi
fatto
pena!
-E perché dovrei…?- la sua
debole protesta venne stroncata sul nascere quando alcuni rami sopra di
lui
cedettero e per evitarli il biondo fu costretto a scattare sotto
l’albero…
con l’inconveniente di cadere
addosso alla Vedova Nera.
Quando riaprì gli occhi, chiusi
durante il breve scatto, per poco non morì di infarto: la
giovane sotto di lui
sorrideva ironica senza muovere un muscolo, e lo guardava con quegli
occhi
verdi talmente penetranti da fargli credere, per un secondo, che
potesse
davvero ferirlo.
-Per questo, Bonzo.
Non gli piaceva quella
sensazione.
La odiava!
Anzi, ancora peggio: la
disprezzava!
Come osava quella ragazzina
tenere quel comportamento così sfacciato con lui, il
trentunesimo Toa Genjo
Sanzo Hoshi?
Si alzò con un’espressione di
puro astio sul volto, quasi la ragazza gli avesse sputato ed
incrociò le
braccia.
-Molto più che esplicito.-
dichiarò, poi tornò a fissare i rami che ormai
non lo riparavano più-Dobbiamo
trovare un altro riparo, o la pioggia sarà insopportabile.
Vide la Vedova Nera farsi
pensierosa per poi accarezzare Nienor, rimasto attorcigliato intorno al
suo
braccio tutto il tempo, per poi prendere parola quasi timidamente.
-Potrei usare lui, ma non credo
che il tettuccio resisterebbe all’acqua.- e lì
Sanzo trovò il pretesto per
mostrare alla giovane la sua antipatia.
-Ma si può sapere che diavolo
ci fai con un auto se il tettuccio non regge nemmeno alla pioggia?!-
sbraitò
con i capelli oramai fradici tutti incollati sulla faccia.
-E va bene, va bene…- la
giovane sospirò, per la prima volta stanca e rassegnata, e
per un attimo Sanzo
rivide in lei solo una creaturina incattivita dal mondo, poi si
rimproverò dicendo
che quella era una pazza psicopatica, e non doveva assolutamente
caderci o gli
avrebbe cavato gli occhi in un secondo!
-Trasformati.- era così immerso
nelle proprie riflessioni che si accorse della trasformazione di Nienor
solo
quando si ritrovò la Porche davanti.
-Ehi, non ti ho detto di farlo
trasformare, donna.- disse pungente, ma l’altra lo fulmino
con quello sguardo
di vetro, che appariva a tratti sotto i suoi capelli nerissimi oramai
incollati
alla fronte dalla pioggia.
-Si leggeva tra le righe Bonzo.-
dichiarò, poi recuperò in un attimo il suo
sorriso mellifluo e gli aprì la
porta del passeggero come un lacchè professionista-Prego.
Per un attimo Sanzo fu tentato
di girare i tacchi ed andarsene: quella insulsa e stupida mocciosa lo
avrebbe
fatto impazzire! Lei e la sua arroganza e stupidità, solo
uno stupido avrebbe
potuto non temerlo, soprattutto grazie alla reputazione del suo pessimo
carattere…
Un altro tuono tuttavia gli
fece mettere da parte l’orgoglio facendolo entrare in
macchina e dovette ammettere,
almeno con se stesso, che dentro quel veicolo asciutto era tutta
un’altra
storia…
Gettò un’ultima occhiata alla
giovane per vedere se avesse notato o meno il suo sollievo, ma la vide
di nuovo
persa, confusa, forse non si era accorta di essere osservata o mai e
poi mai si
sarebbe mostrata in quel mondo…
Umano? Normale?
Bah!
Forse era ancora sconvolta per
l’evento di poco prima e anche lui lo era, mai gli era
capitata una cosa del
genere ma di certo non l’avrebbe ammesso con
lei…così come con gli altri, lui
non aveva bisogno di nessuno.
C’era stata solo una persona
che aveva contato qualcosa per lui, ma ormai se n’era andata
e non voleva
passarci di nuovo: chi lo obbligava, dopotutto?
Non si accorse che la Vedova
Nera aveva iniziato a cantare, così come non si accorse che
trascinato da
quella melodia, finì nel passato, quando ancora il suo
maestro lo chiamava
Koryu ed era lì a confortarlo, unico raggio di sole nel
buio…
Finì per chiudere gli occhi e
addormentarsi.
*il taipan dell'entroterra è il
serpente di terra più velenoso, si pensa 7 volte
più velenoso di un serpente a
sonagli del Mojave e 50 volte più velenoso di un cobra
comune.
Note
dell’Autrice
Wiiiiiiiiiiiiiii (entra planando) ma salve! Finalmente ho
ripreso in mano questa storia, dopo secoli! Oggi entro sul mio account
di EFP e
cosa trovo?! Ben 3 recensioni sul mio capitolo!!! *_* ma quanto vi
adoro?
Quindi riprenderò questa storia anche se
aggiornerò con un po’ di fatica,
perché sto prendendo la patente e sono in quinto Q.Q
Ma torniamo a noi!
Ecco qui un capitolo
interamente dedicato a Sanzo e Wido, con una spruzzata di Hakkai e
Hinata, per
trovare gli altri dovrete aspettare il prossimo, mi dispiace, ma spero
che vi
sia piaciuto…a me tantissimo XD
Grazie al nuovo modello di EFP
ho deciso di rispondere alle recensioni tramite il nuovo sistema, le
troverete
nella vostra cartella dei messaggi ^_-
Ringrazio anche tutti coloro
che leggono la fanfiction senza commentarla e chi l’ha messa
tra le storie
seguite o preferite….un bacione grande grande!
Salve amati lettori!
..wow
che inizio figo..
Se state leggendo qui significa che avete appena
letto uno dei
miei capitoli preferiti di questa storia al limite del
demenziale…no sul
serio..la state leggendo veramente?
‘E fu così che svelammo un'altra faccetta di wido
ma non temete non è nulla in
confronto alla dolcezza e delicatezza di quando cava un occhietto
♥Ebbene eccoci qui dopo settimane e settimane finalmente una
CERTA PERSONA si è
decisa a postare un nuovo capitolo :3 ‘*si sentono cori di
bonzi che volano e
poi si spiaccicano a terra venendo divorati dalle scimmie*Allora
rispondendo alla domanda di incasinata (grazie ancora per seguirci :3)
io sono di una lontana terra solcata dai raminghi …
praticamente sono di
Bergamo :| la città dei mille eh?X°D ho conosciuto
la scrittrice di questa ff
grazie a un forum di pazzoidi ..che non cito per salvarvi
l’anima (dico sul
serio ero una cara cara ragazza prima di entrare li).
Ma ecco si dunque..evitiamo di perderci di brodo di femore
e veniamo al momento
tanto atteso!“Il dizionario Wido Italiano- Italiano Wido! A
scuola con la prince-sensei!"
Come promesso ora vi spiegherò cosa secerne il cervelletto
della nostra
aracnide.
Lei va per sillogismi.
Si esatto sillogismi.
Nono non scherzo sono sillogismi :3
…Se anche voi vi state chiedendo cosa siano vi
farò un semplice esempio
tu stai leggendo->in quanto leggi tu hai gli occhi->
anche il bonzo ha
degl’occhi->gli occhi del bonzo sono
splendidi->quindi anche tu hai degli
occhi bellissimi= sei una potenziale cavia.
con questo metodo si ottengono dei ragionamenti un poco malati ma
dopotutto è
efficace :3
Bene ragazzi al prossimo capitolo e mi raccomando continuate a leggere
e fate
conoscere questa ff a tutto il mondo oppure Wido-chan
spunterà da sotto le
vostre coperte ^w^
Byebyeeee