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Autore: Ulvinne    08/02/2011    2 recensioni
Nel Togenkyo i demoni stanno impazzendo a seguito degli esperimenti per la resurrezione di Gyumao portati avanti dalla sua ambiziosa moglie Gyokumen Konshu e il Gruppo di Sanzo è chiamato ad intervenire. Tuttavia i nostri eroi non sono soli, a fare loro da alleati quattro ragazze, ognuna con un proprio passato, con le proprie paure e segreti, con i loro desideri. Un filo che sembrava essersi spezzato cinquecento anni prima sembra essere stato ricucito e la storia pare destinata a ripetersi, ma niente è da dare per scontato e le giovani ne sono la chiara prova.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Capitolo X Labirinto di teste- Prima Parte

Hinata e Hakkai camminavano da poco più di un’ora quando la ragazza sospirò, involontariamente, per guardare il cielo.
Era stata una brutta sorpresa trovarsi separata dalle proprie compagne, ed era seriamente in pensiero per loro: voleva aiutarle, sfondare le rocce per raggiungerle e riunirle tutte!
Invece non poteva fare nulla, se non trovare un’uscita alternativa insieme al posato Hakkai, con la quale si era ritrovata a condividere la disgrazia.
Trovarsi con lui l’aveva sorpresa ma anche tranquillizzata, Hakkai sembrava la persona con la quale andava più d’accordo e che sembrava capirla meglio, sperava che questa affinità di carattere che presentavano li avrebbe aiutati a rendere più piacevole quell’esperienza traumatica.
Già, traumatica.
Quando Hinata aveva deciso di lasciare la sicurezza opprimente del tempio, si può dire che l’aveva fatto con troppa leggerezza.
Non che fosse un’incosciente, o ancora una bimba viziata, ma si era semplicemente stancata di passare per una bambola di porcellana, bellissima ma fragile ed inutile.
Un bell’oggetto solo da guardare, ecco cos’era: non doveva sporcarsi, non doveva vedere le disgrazie del mondo lei, non doveva conoscere la cattiveria del mondo esterno…
Le parole del Sacerdote del Tempio le rimbombavano come la frana causata poco prima da Lirin, e sembravano fare un dolorosissimo eco quando battevano ai lati della sua testolina.

-Se fossi in te non lascerei il tempio, Hinata.- le parole del monaco la lasciarono interdetta.
-Come?- eppure era sicura le avesse dato il permesso, lei e Tsuki sarebbero partite la mattina dopo, era lì per formalità.
-Hai capito. Non sopravvivresti.
-M-ma…Venerabile io non sono un’inetta. So curare malattie e ferite, so combattere! Io…
-Tu sei buona, Hinata. E sei delicata come pochi esseri al mondo. E se da un lato questa caratteristica ti fa onore, dall’altro ti rende particolarmente esposta agli attacchi del mondo esterno.
Hinata lo guardò con gli occhioni spalancati.
-Ti potresti rompere al livello di uno stelo d’erba al vento della tempesta.
Strinse i pugni, fino a tremare, mentre gli occhi si riempivano di lacrime, ma non avrebbe pianto di fronte a lui.
-Correrò il rischio. Non ho paura di rompermi.- dichiarò.
Avrebbe dimostrato a quelli come lui che anche un bell’oggetto poteva essere utile...


-Signorina Hinata?- la ragazza sobbalzò al richiamo di Hakkai, che si portò una mano dietro alla testa con fare imbarazzato.
-Mi perdoni, signorina, non volevo spaventarla.
-Oh no, signor Hakkai. Non mi avete spaventata. Ero soprappensiero.- rispose sorridendo placidamente.
Ormai sapeva fare solo quello, ma almeno lo faceva bene.
-Capisco. Spero non siano brutti pensieri o ricordi.- Hinata lo guardò stupita con la coda dell’occhio, dato che avevano ripreso a camminare, ma non disse nulla e Hakkai continuò-Siete forse in pensiero per le vostre compagne?
Hinata recuperò il suo sorriso.
-In effetti si.- ammise camminandogli accanto-E voi no?- con sua sorpresa Hakkai si mise a ridere, anche se ovviamente si trattava di una risata docile e posata proprio come lui.
-Dovrei non vederli minimo per tre giorni e trovarli tra le grinfie di qualche mostro. Solo allora potrei iniziare a preoccuparmi.
Un’altra caratteristica di Hakkai era l’ambiguità, forse l’unica cosa che li differenziava: infatti, se lei era anche troppo cristallina tanto da poterle leggere dentro, Hakkai era in grado di creare con lo sguardo una difesa impenetrabile dentro di se, impedendo a chiunque di capire cosa gli passasse per la testa, proprio come in quel momento, perché la ragazza non seppe dire se Hakkai stesse scherzando o se veramente era tranquillo per i suoi compagni di viaggio.
-Perdonatemi, signorina Hinata.
-Oh, si figuri. Non ha niente per cui farsi perdonare.
-Ne sono lieto, ma devo ammettere che a volte la mia delicatezza sparisce misteriosamente.- e rise di nuovo.
-Siete sincero. Ed è un dono molto raro, di questi tempi.
-E’ il minimo che possa fare…essere sincero dico.- replicò Hakkai con un vena di malinconia.
-Avete forse un peccato da redimere?- cercò di mantenere un tono neutrale, ma la sorpresa era molta, Hakkai sembrava anche troppo buono per poter avere qualcosa da cui redimersi, eppure...
-Ognuno di noi ha qualcosa per cui redimersi signorina Hinata…chi più, chi meno.
-Hakkai è bravo a sviare le domande.- pensò Hinata ricambiando il suo sguardo triste-E di sicuro è molto più educato nell’intimare alla gente di farsi gli affari propri.- guardò il sole che ormai segnava il tardo pomeriggio.
Era già così tanto da quando camminavano? Quasi un giorno intero?
-Non mi sono accorta di nulla, ero talmente presa che…- si interruppe con un piccolo grido quando inciampò sul kimono presso un piccolo dosso che immersa nei suoi pensieri non aveva minimamente notato e si sarebbe ritrovata sicuramente con il sedere per terra se l’aitante Hakkai non l’avesse prontamente sollevata da terra, risparmiandole la caduta ma di certo non una buona dose di imbarazzo.
-S-signor Hakkai, voi…

-Dovreste fare più attenzione, signorina Hinata.- la interruppe lui sorridendo-Questo è un terreno scosceso e inadatto ad un vestiario come il vostro.
La riccia arrossì distogliendo lo sguardo e coprendosi la bocca con la mano chiusa a pugno.
-M-mi dispiace.
-Di cosa?
-Di…di rallentarvi così. A quest’ora avreste potuto essere molto più avanti. Magari avreste già trovato i vostri compagni e…
-Signorina Hinata.- la interruppe il castano, sempre sorridendo ma con tono che non ammetteva repliche-Sapete, non sono l’anima così buona che credete. Se vi avessi considerata un impiccio me ne sarei già andato, ma vi ho vista combattere e sento che non siete un peso, inoltre…- il sorriso divenne leggermente più ampio-E’ bello poter fare quattro chiacchiere con qualcuno di normale.
-Oh…- la ragazza non sapeva cosa dire, era lusingata da quel complimento così discreto inoltre condivideva la gioia del castano per quanto riguardava il discutere con gente normale…o almeno meno pazza delle sue compagne.
A quel pensiero scoppiò a ridere, e se Hakkai ad un primo momento fu stupito dell’ilarità della compagna poi ne fu contagiato, unendosi a sua volta a quella risata, come se entrambi conoscessero il motivo.
-Ora può mettermi giù signor Hakkai, posso camminare.
-Certamente.- da vero cavaliere Hakkai la accontentò e Hinata poté sistemarsi le pieghe del Kimono.
-Vi ringrazio dell’aiuto, possiamo riprendere il viaggio.
-E’ stato un piacere.- e le guance di Hinata si colorarono di nuovo di rosso quando Hakkai le fece un discreto ma intrigante occhiolino.


***

Il Bonzo era più irrequieto del solito, quel giorno.
Non solo era arrivata quella dannata mocciosa con quella dannata pietra, ma aveva scatenato una dannatissima frana che l’aveva separato dai suoi dannatissimi compagni!
-Che seccatura!- pensò guardando avanti-E poi guarda con chi dovevo capitare.- gettò un’occhiata veloce alla ragazza bruna che gli camminava accanto.
Esattamente, il nobile Bonzo era finito con una psicopatica!
O meglio, questo è ciò che pensava lui.
-Proprio con una che vuole cavarmi gli occhi dovevo finire?- si chiese gettando a terra la cicca della sigaretta consumata fino alla parte arancione e più.
Nonostante fosse tardo pomeriggio il sole era caldo e maligno, fuso con l’umidità della zona non aiutava di certo.
Poi arrivarono ad uno spiazzo completamente baciato dal sole, tuttavia uno sprazzo di ombra era donato da un inusuale albero di ciliegio che si innalzava in barba al tempo e al territorio sfavorevole.
-Finalmente.- la ragazza, che era rimasta in silenzio per tutto il tragitto, finalmente parlò (non che Sanzo stesse morendo dalla voglia di ascoltarla, diciamolo) ed indicò al bonzo il ciliegio-Ti va se ci mettiamo lì sotto?
-Tzè, io sto bene qui.- ribatté il Bonzo, incrociando le braccia.
Piuttosto che sedersi vicino a lei e far vedere che anche lui poteva soffrire il caldo sarebbe morto, eppure sudava talmente tanto che non voleva nemmeno fumare, l’idea gli metteva solo più calore addosso!
Stupidi fenomeni naturali e stupidi demoni che li aiutavano!

Nel frattempo che lui imprecava dentro di se la giovane si era seduta sotto l’albero e lo guardava sorridendo sarcastica.
Oh Bosatsu quanto gli dava fastidio quel sorrisetto! Ma soprattutto quanto gli dava fastidio lei!
-I demoni dicono che la carne di un bonzo è buona, cotta alla brace anche di più?- chiese poi la ragazza in nero sempre mantenendo quell’aria strafottente e subito la fronte del Bonzo iniziò a pulsare mentre si sedeva nel centro dello spiazzo.
-Dicono che invece il cervello di mocciosa faccia schifo, specialmente quando gli sparano.- e le puntò la Shoreijyu-Vuoi provare?
-Strano non l’avevo mai sentito dire.
-Oh, sta zitta! Fa troppo caldo per sopportarti.- la zittì il Bonzo slacciandosi la parte superiore della tunica rimanendo con la canotta nera-Lo sapevo, non mi starà ancora punendo per il portachiavi?! È un accanimento!- pensò riferendosi alla sua divinità mentre guardava la terra, cercando disperatamente qualcosa per distrarsi dal caldo.
-Quanto intendi resistere al caldo? Lo sai che qui c’è posto.- insistette lei, ma Sanzo la squadrò quasi con disprezzo.
-Io non sono debole come te!- esclamò, poi si asciugò la fronte imperlata di sudore-Dannata tunica!- e detto questo si liberò del resto della veste sacerdotale, rimanendo con il completo nero.
-Stai cercando di distrarmi con uno spogliarello, bonzo?- no.
Quello non lo doveva dire…
-Non vorrei sconvolgerti troppo.- ribatté il biondo a denti stretti, cercando di ignorare il continuo pulsare della sua vena.
-Non farti problemi, potrebbe essere un’esperienza interessante.- la pallida ragazza, esatto più pallida di lui, tirò fuori dal nulla un taccuino e una biro per poi aggiustarsi gli occhiali e fargli un cenno con la mano-Inizia quando vuoi.- il tutto con sguardo e tono incredibilmente seri.
Un colpo di Shoreijyu partì finendo proprio a un centimetro dalla fronte della giovane, che rimase inquietantemente composta.
-Smettila, razza di idiota!- urlò Sanzo ormai rosso per la rabbia.
-va bene, va bene! Come vuole, Bonzo Masochista.- ella rimise tutto dentro nella bisaccia e si stesse appoggiandosi sul tronco dell’albero-Io starò qui, buona buona, a godermi l’ombra.
-Sei una pazza maniaca.
-Grazie del complimento.
-Quelli come te sono fastidiosi.
-E quelli come te stanno meravigliosamente in orizzontale sul mio tavolo da laboratorio.
-Intendi continuare per molto?
-Fino alla morte ed oltre, mio caro.- dopodiché iniziò a canticchiare una canzoncina da spogliarello tipica dei night club.
Sanzo mostrò i denti in un sorriso pieno di rabbia e irritazione, poi si alzò in piedi.
-Basta, mi sono stufato.- pensò, poi a passo di marcia si diresse sotto l’ombra piazzandosi davanti alla compagna e, senza dire una parola, iniziò a sollevarsi la maglia.
Inutile dire la vista che passò davanti agli occhi di Wido cari lettori, e soprattutto lettrici: nonostante il caratteraccio in molti luoghi vantavano la bellezza del giovane Sanzo e davanti alla sua discreta forma fisica nemmeno lei poté rimanere indifferente.
Infatti quando Sanzo, che si era scoperto fino al torace, le gettò un’occhiata, notò che nell’abbracciarsi le ginocchia aveva il viso affondato fino al naso, quasi volesse coprire qualcosa.
Poteva bastare per l’ego del Bonzo, che abbozzò un irritante sorrisetto e tornò da dove era venuto, nonostante gli costasse fatica uscire dall’ombra per tornare sotto il sole cocente.
-Non finisci il tuo spettacolino, Bonzo?- chiese poi la ragazza, che ora aveva scoperto il viso.
-Ce ne hai messo di tempo per recuperare, eh?- chiese, poi senza attendere la risposta si affrettò ad aggiungere-Non finisco altrimenti non riuscirai a coprire il sangue che ti uscirà dal naso e poi ti bloccherebbe la crescita, mocciosa.

-Non perdo sangue dal naso, la mia pressione è perfetta quindi puoi stare tranquillo. Più che altro..- aggiunse dopo una pausa -Girati o da una parte bruci di meno.
-Certo, la pressione.- replicò il Bonzo facendo riferimento alle parole della giovane, poi rispose -E non preoccuparti quanto mi rosolo, sono fatti miei.
-Si che mi interessa: ti si rovina la pelle e i capelli si seccano!- ribatté l’altra.

Un altro essere umano si sarebbe stupito di fronte alla preoccupazione della scienziata, ma non Sanzo: lui sapeva dove voleva andare a parare e questa consapevolezza non fece altro che farlo arrabbiare ancora di più.
-Piuttosto che darli a te mi raso a zer…- un improvviso giramento di testa dovuto al caldo lo fece zittire e accasciare a terra-Che umiliazione.- pensò poi mentre la scienziata si avvicinava.
-Testardo come Tsuki, eh?- dichiarò prima di sollevarlo e portarlo all’ombra dell’albero, dove si stava decisamente meglio-Ti prego, dimmi che non devo sollevarti le gambe, sarebbe piuttosto ambigua come cosa.
-Non provarci….neanche.- sussurrò il bonzo,e sospirò di sollievo quando la bruna gli bagnò la fronte con un fazzoletto bagnato.
-Ma guarda cosa mi tocca fare.- disse infatti lei con tono esasperato-Sia ben chiaro, ti salvo la vita solo perché voglio analizzarti.- aggiunse togliendo ogni dubbio al nostro caro lettore.
-Non aspettarti che ti ringrazi per questo.
Sicuramente il lettore troverà adorabile tutta questa schiettezza reciproca, ma alla Vedova Nera non fece né caldo né freddo, perché si limitò a sogghignare.
-Non mi è mai passato per la testa.- replicò, poi continuò il suo lavoro-Va meglio?
-Tzè, decentemente.- fu la breve risposta del Bonzo, ma…
-In questo caso…- lei smise di bagnarlo, causando la furia del biondo.
-Ehi, non ti ho detto di smettere, donna!
-Se per questo non mi hai detto nemmeno di iniziare.

-Grrrrrr…- il Bonzo distolse lo sguardo voltando la testa, mantenendo il suo tono seccato-Fa’ come ti pare.
-Se me lo chiedi per favore continuo.- osò proporre la ragazza e il Bonzo ghignò a sua volta.
-Non ci penso nemmeno.
-Chissà come mai, me lo aspettavo.- e la ragazza si rimise comoda, poi la vide concentrare lo sguardo su qualcosa sopra la sua spalla-Oh, eccoti, finalmente!
E quel qualcosa non era altro che un viscido serpentello nero!
-Ma che cazz…?- Sanzo fece per sparare a quella bestiaccia, ma la giovane lo fermò tenendogli saldamente il braccio.
-Fermo! Questo è mio.
Sanzo gelò sul posto.
Non poteva essere.
-Tu…tu ti porti dietro una serpe velenosa, dannata psicopatica!- esclamò incredulo e disgustato al tempo stesso ma lei invece di offendersi prese le parole del bonzo quasi come un complimento.
-Sisi, si chiama Nienor ed è la mascotte del gruppo, possiamo dire.- rispose accarezzando il serpentello sulla testa squamosa.
-Disgustoso.
-Sarà anche disgustoso, ma è il nostro mezzo di trasporto.
-Vuoi dire che quel…quel coso, è la vostra macchina?!
-Non macchina: Porsche.- precisò la bruna accentuando la R della parola-E poi non morde se non glielo dico io…solitamente.- precisò ghignando.
-Dannata, vi ammazzo a tutti e due!- esclamò Sanzo, quella giovane si stava rivelando decisamente pazza e sadica, forse era meglio sbarazzarsene, e pensare che Gojo l’aveva trovata anche sexy…bah!
-Uff, cha caldo!- all’improvviso la giovane iniziò a sbottonarsi la giacca e, anche se non seppe spiegarsi il perché, questa cosa turbò molto Sanzo.
-Ehi, che fai?
-Mi spoglio, magari? Sai, anche le scienziate sentono caldo.
-E tu ti definiresti una scienziata?- replicò il Bonzo maligno,cercando di cambiare argomento onde evitare che l’altra facesse commenti sul suo momentaneo imbarazzo.
-Hai qualche dubbio al riguardo?
-Ma lo sai che per fare la scienziata ci vuole l’intelligenza?- ormai era deciso, voleva quella piccola vittoria a tutti i costi.
-Ovviamente, ma non credo che sarai tu a dire se sono intelligente o meno…l’intelligenza può essere vista in mille modi, a seconda delle persone.- ella fece una pausa, mentre si portava un dito alla labbra pensierosa-Devo solo trovare il tuo. Un tizio che viaggia con un mezzo demone e due demoni cosa reputerebbe intelligente?
-Reputo intelligente una persona che non segue stupidi principi e pensa agli affari suoi.- la risposta del Bonzo conteneva un chiaro messaggio.
Fatti gli affari tuoi.
-Io invece credo che uno senza principi sia solo una persona triste.
-Continuo a dire che la tua lingua è tagliente, donna.
-E io comincerò a dire che sei ripetitivo.- lo zittì la ragazza facendolo adirare, ma egli rimase in silenzio-Oggi non è una brutta giornata.- aggiunse poi la giovane e il biondo fece per ribattere qualcosa quando si immobilizzò.
Un’orribile sensazione, come qualcosa di viscido sulla coscia, lo fece rabbrividire di disgusto e un attimo dopo guardò Nienor entrare del tutto nei suoi jeans neri con un ultimo movimento della coda nera.
-AAAAAAAAAA!- quell’urlo così improvviso fece sobbalzare appena anche la giovane.
-Che hai?
-Toglimelo donna, toglimi quel coso!- ordinò il Bonzo.
Non era impaurito, precisiamo, semplicemente gli faceva schifo che un serpente potesse scivolargli nelle mutande, il che era piuttosto comprensibile.
-“Quel coso”,cosa?
-Quel cazz…quel…il serpente!- esclamò ancora rimanendo tuttavia immobile.
-Oh, già Nienor! Nienor dove sei?- la bruna iniziò subito a cercare la bestiaccia e Sanzo ringhiò a denti stretti per la frustrazione: possibile fosse così stupida?!
-E’ NEI MIEI PANTALONI IDIOTA!- scoppiò alla fine, senza però muovere un muscolo, mentre la Vedova Nera scoprì i denti in un sorriso compiaciuto.
-Credo proprio che il mio Nienor sia geloso di te, Bonzo.
-Smettila di dire idiozie, stupida! Piuttosto è velenoso?- d’accordo, essere blasfemi va bene e forse comprando quel portachiavi aveva esagerato, ma forse la sua cara divinità non si stava accanendo troppo su di lui?
Cosa aveva fatto, dopotutto?
-Beh, è un taipan*, vedi tu…
-Che diavolo è?!
-Un taipan è…- Wido si interruppe dal momento in cui il serpente strisciò fuori dai pantaloni del Bonzo esattamente come era venuto e strisciando dalla sua padrona non risparmiò uno sguardo al Bonzo talmente sadico da ricordagli per un attimo quello della giovane.
-Anche le sue bestiacce hanno il suo carattere del cavolo!- poi scosse leggermente la testa e sospirò di sollievo quando il rettile distolse i suoi fastidiosi occhietti per acciambellarsi, nemmeno fosse un gatto!, sulle gambe della giovane, che si era messa a fissare il cielo.
-Forse si zittisce.- pensò Sanzo, speranzoso, ma rimase deluso quando Black Widow prese di nuovo parola.
-Strano…tutto questo mi ricorda qualcosa.- a quelle parole Sanzo fissò, così senza motivo, il ciliegio che li proteggeva da quel sole cocente.
Si sentì all’improvviso nostalgico, non triste, ma sentiva che quel ciliegio aveva un significato per lui, qualcosa che aveva perduto per sempre e non poteva più ottenere…
Si sentì stupido, quella stupida ragna lo stava confondendo! Sisi, era così, e per non risponderle afferrò il suo pacchetto di sigarette, scoprendo con rabbia che era vuoto.
-Merda.- imprecò a denti stretti, e la sua rabbia non fece che aumentare quando sentì la bruna ridere divertita, alchè si voltò esclusivamente per fulminarla, ma lei si limitò ad un’ingenua alzata di spalle.
-Non guardare me. Lo sai che non fumo.
-Ecco, oltre ad essere irritante sei anche inutile.- sbottò Il Bonzo gettando dietro di se il pacchetto delle sigarette ormai accartocciato peggio di una cornamusa, poi si ritrovò a pensare ai commenti di Gojo riguardo lui e la “scienziata”, e scosse la testa-Solo un arrapato come lui può pensare certe cose.- non si accorse però di averlo detto a voce alta e ovviamente la Vedova Nera non mancò di farglielo notare.
-Arrapato? Bonzo, quale collegamento hai fatto con le sigarette?- la malizia di quel tono lo fece arrossire, ma non di imbarazzo come si potrebbe pesare, bensì di irritazione e non poté fare a meno di replicare.
-Ti interessa, forse? Non mi sembri un tipo esperta di uomini.
-No, per quello c’è Roxy, e in effetti tutti quelli che ci hanno provato con me sono sotto plastica, precisamente in un congelatore.- replicò Wido con una punta di soddisfazione e Sanzo si ritrovò a studiarla in modo particolarmente attento.
Non per niente la chiamavano la Vedova Nera…
Eppure era troppo giovane, quanti anni poteva avere? Diciannove, se non meno? Sanzo non riusciva a capacitarsi di come un essere così piccolo potesse essere tanto freddo e sadicamente preciso, pungente come uno scorpione e velenoso più di una vipera! Altro che un ragno.
Non poté fare a meno di esternare una parte di quel pensiero.
-Tzè, sei solo una ragazzina, come possono gli uomini andare con te?
-In quel caso dicesi PP, Bonzo: Pedofili Pervertiti.- appunto.
Era una ragazzina.
-Disgustoso.- sussurrò ancora lui storcendo il naso, poi iniziò a piovere-MALEDIZIONE!- ecco!
ci mancava solo questa!
Prima le quattro schizofreniche, poi la frana causata dal piccolo mostro, il dover camminare quasi un giorno intero con quella tizia inquietante ed infine la pioggia.
Non poteva andare peggio, quello era poco ma sicuro.
-Di questo passo…- fece per rivolgersi alla ragazza con lui, ma scoprì che non lo stava ascoltando: era immobile come una statua di pietra e con una mano appena fuori dall’albero, umida di pioggia, fissava il vuoto avanti a se, come sotto incantesimo.
-Ehi, che ti prende? Ehi donna!- la chiamò, turbato da quell’improvvisa posizione, ma la Vedova Nera sembrò non ascoltarlo, e si preoccupò davvero, così si avvicinò per metterle una mano sulla spalla e controllare, ma non appena i loro visi si avvicinarono ella indietreggiò bruscamente andando a finire contro la corteccia-Dannazione, donna, fermati!- urlò allora lui per sovrastare i tuoni che il temporale estivo, perché in pochi minuti la pioggerella era diventata una vera e propria tempesta e lei parve riscuotersi a quell’urlo.
-K…Konzen.- sussurrò e lui sgranò gli occhi.
-Come mi hai chiamato?
-Konzen!- ripeté lei, stavolta urlando e mentre un fulmine squarciava il cielo gli parve di vedere una cosa metallica estendersi verso di lui.
-No!- cadde all’indietro, finendo fuori dalle fronde dell’albero e bagnandosi da capo a piedi, ma non se ne curò.
Sanzo, infatti, respirava affannosamente quasi avesse corso. Davvero qualcuno aveva tentato di accoltellarlo o era stato solo frutto della sua immaginazione?
Fissò subito la ragazza, ma non poteva essere stata lei, in quanto si era appena ripresa e scuoteva la testa, quasi sostenendola con la mano.
-C-cosa è successo?- poi notò Sanzo sotto la pioggia e,ancora scossa, si affrettò a riportarlo sotto le fronte che, pian piano, si stavano spogliando dei loro petali distruggendo il loro riparo-M-mi dispiace, Sanzo, io…
-Non fa niente…forse è stato il cambio di temperatura.- il Bonzo era così turbato da non accorgersi di essere stato anche troppo gentile, cosa significava quell’affare di metallo? E perché si era sentito così spiazzato, in fondo non era la prima volta che tentavano di accopparlo, ormai avrebbe dovuto farci il callo.
Osservò ancora la scienziata che, anche se ancora pallida (più del solito, specifichiamo), aveva recuperato buona parte della sua strafottenza, perché quando incrociò lo sguardo del biondo sorrise maliziosa e ridacchiò:
-Ti conviene appiccicarti qui sotto con me Bonzo, o verrai invaso dai rami.- disse indicando la traballante struttura lignea sopra di loro, e il nostro caro sacerdote si morse la lingua per evitare di imprecare: e pensare che per un attimo gli aveva quasi fatto pena!
-E perché dovrei…?- la sua debole protesta venne stroncata sul nascere quando alcuni rami sopra di lui cedettero e per evitarli il biondo fu costretto a scattare sotto l’albero…
con l’inconveniente di cadere addosso alla Vedova Nera.
Quando riaprì gli occhi, chiusi durante il breve scatto, per poco non morì di infarto: la giovane sotto di lui sorrideva ironica senza muovere un muscolo, e lo guardava con quegli occhi verdi talmente penetranti da fargli credere, per un secondo, che potesse davvero ferirlo.
-Per questo, Bonzo.
Non gli piaceva quella sensazione.
La odiava!
Anzi, ancora peggio: la disprezzava!
Come osava quella ragazzina tenere quel comportamento così sfacciato con lui, il trentunesimo Toa Genjo Sanzo Hoshi?
Si alzò con un’espressione di puro astio sul volto, quasi la ragazza gli avesse sputato ed incrociò le braccia.
-Molto più che esplicito.- dichiarò, poi tornò a fissare i rami che ormai non lo riparavano più-Dobbiamo trovare un altro riparo, o la pioggia sarà insopportabile.
Vide la Vedova Nera farsi pensierosa per poi accarezzare Nienor, rimasto attorcigliato intorno al suo braccio tutto il tempo, per poi prendere parola quasi timidamente.
-Potrei usare lui, ma non credo che il tettuccio resisterebbe all’acqua.- e lì Sanzo trovò il pretesto per mostrare alla giovane la sua antipatia.
-Ma si può sapere che diavolo ci fai con un auto se il tettuccio non regge nemmeno alla pioggia?!- sbraitò con i capelli oramai fradici tutti incollati sulla faccia.
-E va bene, va bene…- la giovane sospirò, per la prima volta stanca e rassegnata, e per un attimo Sanzo rivide in lei solo una creaturina incattivita dal mondo, poi si rimproverò dicendo che quella era una pazza psicopatica, e non doveva assolutamente caderci o gli avrebbe cavato gli occhi in un secondo!
-Trasformati.- era così immerso nelle proprie riflessioni che si accorse della trasformazione di Nienor solo quando si ritrovò la Porche davanti.
-Ehi, non ti ho detto di farlo trasformare, donna.- disse pungente, ma l’altra lo fulmino con quello sguardo di vetro, che appariva a tratti sotto i suoi capelli nerissimi oramai incollati alla fronte dalla pioggia.
-Si leggeva tra le righe Bonzo.- dichiarò, poi recuperò in un attimo il suo sorriso mellifluo e gli aprì la porta del passeggero come un lacchè professionista-Prego.
Per un attimo Sanzo fu tentato di girare i tacchi ed andarsene: quella insulsa e stupida mocciosa lo avrebbe fatto impazzire! Lei e la sua arroganza e stupidità, solo uno stupido avrebbe potuto non temerlo, soprattutto grazie alla reputazione del suo pessimo carattere…
Un altro tuono tuttavia gli fece mettere da parte l’orgoglio facendolo entrare in macchina e dovette ammettere, almeno con se stesso, che dentro quel veicolo asciutto era tutta un’altra storia…
Gettò un’ultima occhiata alla giovane per vedere se avesse notato o meno il suo sollievo, ma la vide di nuovo persa, confusa, forse non si era accorta di essere osservata o mai e poi mai si sarebbe mostrata in quel mondo…
Umano? Normale?
Bah!
Forse era ancora sconvolta per l’evento di poco prima e anche lui lo era, mai gli era capitata una cosa del genere ma di certo non l’avrebbe ammesso con lei…così come con gli altri, lui non aveva bisogno di nessuno.
C’era stata solo una persona che aveva contato qualcosa per lui, ma ormai se n’era andata e non voleva passarci di nuovo: chi lo obbligava, dopotutto?
Non si accorse che la Vedova Nera aveva iniziato a cantare, così come non si accorse che trascinato da quella melodia, finì nel passato, quando ancora il suo maestro lo chiamava Koryu ed era lì a confortarlo, unico raggio di sole nel buio…
Finì per chiudere gli occhi e addormentarsi.
*il taipan dell'entroterra è il serpente di terra più velenoso, si pensa 7 volte più velenoso di un serpente a sonagli del Mojave e 50 volte più velenoso di un cobra comune.


Note dell’Autrice

Wiiiiiiiiiiiiiii (entra planando) ma salve! Finalmente ho ripreso in mano questa storia, dopo secoli! Oggi entro sul mio account di EFP e cosa trovo?! Ben 3 recensioni sul mio capitolo!!! *_* ma quanto vi adoro? Quindi riprenderò questa storia anche se aggiornerò con un po’ di fatica, perché sto prendendo la patente e sono in quinto Q.Q
Ma torniamo a noi!
Ecco qui un capitolo interamente dedicato a Sanzo e Wido, con una spruzzata di Hakkai e Hinata, per trovare gli altri dovrete aspettare il prossimo, mi dispiace, ma spero che vi sia piaciuto…a me tantissimo XD
Grazie al nuovo modello di EFP ho deciso di rispondere alle recensioni tramite il nuovo sistema, le troverete nella vostra cartella dei messaggi ^_-
Ringrazio anche tutti coloro che leggono la fanfiction senza commentarla e chi l’ha messa tra le storie seguite o preferite….un bacione grande grande!

 Angolino della Prince
Salve amati lettori!
..wow
che inizio figo..

 
Se state leggendo qui significa che avete appena letto uno dei miei capitoli preferiti di questa storia al limite del demenziale…no sul serio..la state leggendo veramente?
‘E fu così che svelammo un'altra faccetta di wido ma non temete non è nulla in confronto alla dolcezza e delicatezza di quando cava un occhietto ♥Ebbene eccoci qui dopo settimane e settimane finalmente una CERTA PERSONA si è decisa a postare un nuovo capitolo :3 ‘*si sentono cori di bonzi che volano e poi si spiaccicano a terra venendo divorati dalle scimmie*Allora rispondendo alla domanda di incasinata (grazie ancora per seguirci :3) io sono di una lontana terra solcata dai raminghi … praticamente sono di Bergamo :| la città dei mille eh?X°D ho conosciuto la scrittrice di questa ff grazie a un forum di pazzoidi ..che non cito per salvarvi l’anima (dico sul serio ero una cara cara ragazza prima di entrare li).
Ma ecco si dunque..evitiamo di perderci di brodo di femore e veniamo al momento tanto atteso!“Il dizionario Wido Italiano- Italiano Wido! A scuola con la prince-sensei!"
Come promesso ora vi spiegherò cosa secerne il cervelletto della nostra aracnide.
Lei va per sillogismi.
Si esatto sillogismi.
Nono non scherzo sono sillogismi :3
…Se anche voi vi state chiedendo cosa siano vi farò un semplice esempio
tu stai leggendo->in quanto leggi tu hai gli occhi-> anche il bonzo ha degl’occhi->gli occhi del bonzo sono splendidi->quindi anche tu hai degli occhi bellissimi= sei una potenziale cavia.
con questo metodo si ottengono dei ragionamenti un poco malati ma dopotutto è efficace :3
Bene ragazzi al prossimo capitolo e mi raccomando continuate a leggere e fate conoscere questa ff a tutto il mondo oppure Wido-chan spunterà da sotto le vostre coperte ^w^
Byebyeeee

  
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