La radice di mandragora
Nella giornata di fiera le strade della città degli umani
erano affollate.
I bambini giocavano, ignorando le urla delle madri disperate, forse di proposito
o forse perché il vocio mescolava i suoni.
I tetti delle grigie case squadrate e gli abitanti, con la loro stazza, coprivano
il sole. Ad intermittenza, i raggi solari illuminavano il Grande Puffo e Quattrocchi,
nascosti sotto il bancone della frutta.
I due puffi erano al sicuro. Gli uomini e le donne, accalcati
alle bancarelle erano attratti dalle novità e desiderosi di acquistare.
Però Quattrocchi non si sentiva tranquillo. Con la schiena ricurva e
le ginocchia tremanti cercava protezione dietro il Grande Puffo: 'Brr... ma
era necessario puffare qui? Al villaggio degli UMANI? Che paura!'
'Sì, Quattrocchi!' Rispose pazientemente il Grande Puffo 'Siamo puffati
qui per vedere una rara radice di mandragora! Potrebbe proteggere il villaggio
e l'intera foresta da Gargamella!'
'Ma... ehmmm...' rispose Quattrocchi 'Senza soldi non possiamo puffarla! Non
dici sempre che il denaro è fonte di guai?'
L'anziano non rispose. Ascoltava distrattamente Quattrocchi. Invece la sua attenzione
era focalizzata all'altra parte della strada. Si trovavano in un incrocio.
'Ora Quattrocchi, seguimi!' Il Grande Puffo fece agilmente lo slalom tra le
gambe degli umani. Quattrocchi lo seguì, ma, teso come era, rischiò
più volte di farsi calciare.
'Un folletto azzurro! Che carino!'
Quattrocchi era stato addocchiato da dei bambini. Aumentò
la velocità del passo. Giunto dall'altra parte della strada iniziò
a sudare freddo. Aveva seminato i marmocchi ma non trovava più il Grande
Puffo. E non poteva gridare, o gli umani si sarebbero accorti di lui.
'Psst, Quattrocchi!' Una voce sussurrata gli giunse all'orecchio. Da dietro
una botte il Grande Puffo lo invitava a raggiungerlo. Il giovane puffo si fiondò
verso l'anziano compagno.
Al sicuro, Quattrocchi si appoggiò con le spalle al muro. Batteva i denti
e sudava freddo.
Il Grande Puffo stava attento all'ambiente circostante. Quattrocchi constatò,
con una certa delusione, di essere l'ultimo delle preoccupazioni dell'anziano.
'Ormai siamo quasi puffati!'
Il Grande Puffo attraversò la via passando sotto le carrozze ferme e
sopra delle casse di legno incustodite. Quattrocchi, che lo seguiva con lo sguardo
lo perse nuovamente di vista e fu assalito dal terrore. Cercò di mantenere
la calma, inutilmente. 'Grande Puffo!!!' gridò, ed attraversò
la strada cercando di ripetere lo stesso percorso che aveva visto fare dal Grande
Puffo.
Lo trovò su un davanzale, che guardava attraverso la
vetrata di una finestra. Da li vedeva l'appartamento di un alchimista commerciante,
e pronta per essere esposta al bancone c'erano le radici di mandragora con la
loro caratteristica forma umana. Quattrocchi si avvicinò. Sentì
la voce estasiata del Grande Puffo: 'Sono fantastiche!'
Quattrocchi si tolse gli occhiali, li pulì in un panno e li rimise guardando
il bancone 'Eh sì, è vero!' Lo disse senza convinzione.
Il Grande Puffo guardò verso Quattrocchi sorridendo: 'Quasi quasi sono
dispiaciuto all'idea di non poterle comprare!' Quattrocchi non capiva, ma continuava
a rispondere di convenienza: 'Anche io Grande Puffo!'
Poco dopo il Grande Puffo scese dalla finestra: 'Torniamo al villaggio!'
I due puffi camminavano addossati alle mura delle case, in direzione
della periferia.
Un suono di trombe proveniente dal centro destò la loro curiosità,
facendoli tornare indietro.
Videro una gran folla e sentirono il rumore degli zoccoli dei cavalli sempre
più forte. Dalla loro piccola statura, Quattrocchi e Grande Puffo non
vedevano un granchè, così cercarono un luogo un pò alto
e salirono su delle casse.
Si intravvedeva una carrozza dalle decorazioni pompose, intagli gotici in oro,
argento e legno pregiato, sicuramente apparteneva a qualche lord della zona
che amava ostentare la propria ricchezza. E questo non piaceva al Grande Puffo.
Un signore magro, vestito come il servo di un principe srotolò una pergamena
e fece un annuncio:
'Per conto di Lord Balthazar!'
'BALTHAZAR?!?' Gridarono Quattrocchi ed il Grande Puffo insieme.
Furono uditi. Mille sguardi puntarono verso di loro. Svelte, le due creature
blu saltarono dietro le casse su cui erano saliti. Non furono visti per miracolo,
o meglio, chi li vide credette di aver avuto le allucinazioni.
'La popolazione di questa piccola città ha il permesso,
anzi il dovere di catturare più animali possibili e di portarli al castello
di lord Balthazar, che premierà profumatamente il cittadino che ne avrà
catturati di più! Lord Balthazar preferisce bestie vive, gli servono
per i suoi esperimenti, ma se portate qualche animale morto andrà bene
lo stesso!
Lord Balthazar ama le pelliccie!'
'Balthazar! Quel puffaccio!' Disse il Grande Puffo tra i denti
e mostrando il pugno.
'Hai ragione!' Fece eco un Quattrocchi con la fronte corrucciata.
'Dobbiamo fermarlo' Il Grande Puffo guardava Quattrocchi dritto negli occhi,
con espressione grave. Questo voleva dire che riteneva un dovere, e non una
scelta, cercare di fermare il perfido stregone.
Quattrocchi si sistemò nervosamente gli occhiali, il suo sguardo, da
risoluto tornò quello vile di sempre: 'Cosa? Fermarlo? Ma è...'
Il Grande Puffo lo fissava, severo. Quattrocchi sospirò rassegnato: 'Voglio
dire... sono d'accordo Grande Puffo!'
I due folletti blu lasciarono il loro nascondiglio per dirigersi fuori dalla
città e prendere il volo in groppa alla loro fida cicogna.
* * *
Il sole non era ancora tramontato.
La cicogna giunse ai confini del villaggio dei puffi. Il Grande Puffo e Quattrocchi
scesero dal dorso del volatile e si diressero al villaggio.
Videro i compagni tornare a casa dal lavoro. Le vanghe, i picconi, le corde
ed i martelli impolverati portati in spalla, le schiene curve ed il passo strascicato
evidenziavano una giornata faticosa. Il Grande Puffo si avvicinò a Forzuto:
'Come vanno i lavori al ponte puffo?'
'A rilento, perchè c'è...'
> BANG <
I puffi sussultarono, nei loro occhi sgranati le pupille si spostavano velocemente da una parte all'altra. E volsero la testa in direzione del rumore.
> BANG <
'Aiuto!'
Lasciarono cadere gli utensili e corsero in modo confuso per le strade del villaggio,
in preda al panico. Anche Quattrocchi.
'Fermi, non siamo in pericolo! Non ci pufferanno!' L'appello del Grande Puffo
fu inutile. Si udirono le porte sbattere. Qualche puffo picchiò i pugni
contro le porte di legno e chiese in lacrime: 'Fammi puffare! Ci sparano! Ho
paura!'
Le porte si aprirono: 'Presto, in cantina!'
'Hanno già cominciato!' Il Grande Puffo, rimasto solo nel villaggio apparentemente deserto si diresse al suo laboratorio. Aprì la porta, con calma raggiunse la scrivania e si sedette. Poi si prese la testa tra le mani, e con una smorfia di frustrazione gridò: 'Mi serve la radice di mandragora! Come faccio ad averla senza soldi!?'
> Bang <
> BANG <
'E' un cerbiatto!'
Era la voce profonda di un essere umano, e dal rumore dei passi non doveva essere
solo.
Il giovane cerbiatto correva cercando disperatamente rifugio tra gli alberi.
Non si guardava indietro, l'istinto lo spingeva a galoppare sempre più
veloce.
> BANG <
> BANG <
Si udì un tonfo. Delle foglie si mossero, come se ci fosse stato uno spostamento d'aria.
'L'abbiamo preso!'
Tre cacciatori alti, robusti ed armati di fucile corsero verso al cerbiatto
ferito ad una coscia. Il cerbiatto si reggeva alle due zampe anteriori e cercava
di rialzarsi senza successo. I suoi spostamenti lasciavano chiare tracce di
sangue fresco. Il cerbiatto spalancò gli occhi e si agitò ancor
di più quando vide i suoi aguzzini avvicinarsi.
'Che bell'esemplare'
'Piacerà a lord Balthazar!'
'Ahahah! Lo spero! La ricompensa mi farebbe comodo!'
I cacciatori si inchinarono sulla preda e le bloccarono le zampe:
'Presto, una corda ed il bastone!'
Uno di loro lasciò il gruppo e si allontanò. Il cerbiatto si agitava
per fuggire, i due cacciatori rimasti faticavano a tenerlo fermo: 'Per essere
ferito è ancora vitale!'
Il terzo cacciatore tornò con corda e bastone. Le zampe
del cerbiatto furono legate al bastone. Fu sollevato. Il sangue gocciolava dalla
ferita lasciando tracce sul terriccio.
I tre cacciatori, con un stanco sorriso sulle labbra, camminarono verso la loro
carrozza, vi caricarono il povero animale e ripartirono verso la città.
Continua...
La radice di mandragora è spesso citata nel fumetto
dei puffi. Ed è spesso citata nell'ambito della preparazione di soluzioni
magiche. La sua caratteristica più saliente è la forma stessa
della radice, le cui diramazioni ricordano la figura umana, maschile o femminile.
Io cerco di essere concisa nello scrivere ed invece mi sembra solo di creare
confusione. Lavoro ad una storia come se lavorassi ad un disegno. E' buffo che
questa storia l'ho pianificata nei dettagli, ed ora che la sto scrivendo mi
sembra di aver davanti il vuoto più assoluto. So cosa succede ma... come
succederà? Quali scene ci saranno che ora mi sfuggono?
Comunque temevo di aver esagerato nel far agire Quattrocchi come un gran leccapiedi.
Ed invece rileggendo di nuovo 'I puffi' è proprio così. Mi inizia
a stare un pò antipatico come personaggio. Non perché chiacchiera
tanto (altri puffi hanno lo stesso difetto) ma perché è appunto
un leccapiedi, presuntuoso e con manie di grandezza, un gran opportunista anche.
Se pubblico questa Fan Fiction quando a casa sono solo alla fine del secondo
capitolo, lo faccio per spingermi a scrivere (è un obiettivo), anche
se non garantisco puntualità negli aggiornamenti (sarà un traguardo
che mi imporrò quando sarò più brava). Però la concluderò.