Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Noirechatte_    08/02/2011    4 recensioni
Ginny Weasley sta per iniziare il suo sesto anno ad Hogwarts. Il clima generale è di assoluto terrore. La storia di una ragazza che, fra la distruzione della guerra, s'innamorerà di chi non avrebbe mai pensato. [Ginny/Pansy](Sospesa).
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri | Personaggi: Ginny Weasley | Coppie: Ginny/Pansy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Love is our resistance. ~

“Che diavolo sta succedendo?!” esclamò Ginny, in piedi e con la bacchetta tesa, fisicamente pronta ad attaccare se fosse stato necessario.

Neville si rialzò con un movimento brusco dal sedile, dove era stato spinto, e aprì con furia lo sportello dello scompartimento, riuscendo a uscire in corridoio. Luna, nel frattempo, era rimasta seduta con lo sguardo puntato verso il corridoio ora gremito di studenti preoccupati, lasciando trasparire la sua tensione solo dal movimento frenetico delle sue pupille chiare.

Ginny uscì dallo scompartimento, bramosa d’aria. I suoi muscoli erano tesi e i suoi sensi si erano acuiti; sembrava quasi un gatto selvatico che aveva colto un rumore insolito, con il pelo ritto e le orecchie tese, determinato a non farsi trovare impreparato da quella presenza estranea.

La ragazza si guardava attorno, vedendo i suoi compagni di scuola fare altrettanto. Un ronzio di voci allarmate appesantiva l’aria che si respirava sull’Espresso, rendendo i suoi passeggeri pronti a pungere come vespe. I suoi occhi marroni scrutavano il corridoio in tutta la sua lunghezza, mentre l’adrenalina che le correva veloce nelle vene le rendeva impossibile stare ferma, costringendola a superare definitivamente la soglia del suo scompartimento, e così camminò lungo il corridoio, giungendo al suo inizio fra i sussurri generali.

“Ginny, dove diamine stai andando?!” le gridò Neville, che non si era accorto dei movimenti fulminei della ragazza, tanto questi erano stati improvvisi e scattanti.

La ragazza ignorò il richiamo di Neville, mentre fissava incerta sul da farsi la porta che segnava l’inizio degli scompartimenti. Solo una voce riuscì a distrarla dalla sua incontrollabile ansia.

“Qualcuno… Qualcuno sta salendo.” Ginny si girò di scatto nell’udire quell’annuncio, pronunciato da Pansy Parkinson che guardava il finestrino con aria spaventata e gli occhi sgranati, sull’uscio dello scompartimento dove stava viaggiando.

“Qualcuno… Chi?”. Le parole le uscirono dalle labbra con voce tremante: Aveva già un sospetto su chi potessero essere gli ospiti inattesi, ma la sua natura ottimista, e forse anche generatrice di coraggio, le sussurrava che forse potevano essere dei ragazzi che avevano improvvisamente deciso di frequentare Hogwarts quell’anno, o che potevano essere dei maghi giunti a riparare un guasto che il treno aveva subito e che il conducente era un Maganò e quindi non conosceva gli incantesimi adatti a riparare quel maledetto guasto, oppure…

“Sono dei Mangiamorte”. Le parole di Luna, pronunciate con la sua solita voce sognante che sembrava indifferente rispetto a ciò che le stava accadendo, le caddero addosso come acqua ghiacciata, paralizzandola lì dov’era. Questa era la possibilità che fin da principio aveva tentato di accantonare in un angolo remoto del suo cervello, eppure, lo sapeva, era la più ovvia. Se stavano cercando Harry, adesso soprannominato come “L’indesiderabile Numero Uno”, il primo posto in cui avrebbero guardato sarebbe stato la sua scuola. Grandi, grossi e stupidi, non c’è che dire, pensava Ginny. Credevano veramente che Harry sarebbe stato così idiota da presentarsi a scuola, quell’anno?

Sussurri spaventati, respiri trattenuti e persino un urlo accolsero quella terribile notizia. Ginny si voltò e vide Neville correre verso di lei, strappandola dal suo stato di shock e trascinandola il più lontano possibile dalla porta di legno.

Respiri accelerati e parole fioche come la fiamma di una candela che ha generato luce per una notte intera, videro i ragazzi avvicinarsi gli uni agli altri, tentando così di proteggersi. Ginny finì in prima fila fra Neville, che osservava la porta quasi in segno di sfida ed Ernie Mcmillan, più pallido del solito. Sentiva un respiro accelerato che s’infrangeva sul suo collo scoperto, poiché aveva raccolto i lunghi capelli in una coda di cavallo. Ebbe l’impulso di girarsi per scoprire chi fosse quella persona e si trovò di fronte agli occhi verde chiaro di Pansy Parkinson.

Un rumore improvviso e accentuato dal loro silenzio la costrinse a girarsi di scatto. Il suono dei passi sul parquet che sempre più vicini si accingevano a mostrar loro gli interruttori del loro viaggio verso scuola, faceva galoppare il cuore di Ginevra all’impazzata, procurandole quasi una sensazione di nausea.

La porta si aprì di scatto, per colpa di un incantesimo. Il petto di Ginny si alzava e si abbassava con una frequenza quasi dolorosa, ma riuscì comunque a mantenere uno sguardo determinato e fiero. Aveva paura, sì, ma ciò che le premeva di più era che quei loschi individui non provassero a toccare gli altri ragazzi sul treno. Il suo cuore stava per esplodere dalla paura, ma doveva sconfiggerla per un bene più grande, immensamente più grande di lei.

I due Mangiamorte camminavano con passo lento, coperti dalle loro maschere argentate. Ginny provò una sensazione di profondo disgusto per quelle persone, talmente codarde da non voler mostrare neanche il loro volto. A che pro, poi? Tanto tutto il mondo magico sapeva che razza di persone corrotte fossero.

Non gli degnarono neanche di uno sguardo e cominciarono a ispezionare insieme gli scompartimenti. Ogni volta che uscivano da uno scompartimento, sembravano più furiosi, delusi. Veramente speravano di riuscire a trovare Harry sul treno, magari mentre mangiava qualche Cioccorana?

“Mi dispiace deludervi, ma non è qui”. Neville si rivolse loro con tono strafottente, guardandoli con un sorriso di scherno sulle labbra. “Potete continuare a mettere a soqquadro il treno fino a domani, ma il vostro padroncino rimarrà comunque deluso”.

“Come osi, ragazzino-!” Quella che sembrava una donna afferrò la bacchetta e la punto contro Neville, come se fosse indemoniata. L’altro Mangiamorte la bloccò facilmente per un braccio. La donna cominciò a calmarsi lentamente, guardandosi attorno con scatti nervosi del volto, mentre le sue pupille correvano veloci da una parte all’altra dell’occhio, contribuendo a farla sembrare ancora di più una pazza.

L’uomo si avvicinò lentamente verso i ragazzi, togliendosi con un gesto fluido della mano destra la maschera. Avrà avuto all’incirca quarant’anni, aveva gli occhi marroni e i capelli castani, lunghi fino alle spalle. Aveva lineamenti regolari e il suo viso dalla carnagione pallida appariva armonioso nella sua completezza, a eccezion fatta per una cicatrice che gli deturpava la guancia sinistra.

“Vedremo se sarai ancora così insolente ragazzino, quando dovrai chiamare me e mia sorella professori”. Ginny spalancò gli occhi, abbassando di colpo le spalle. Era uno scherzo, vero?

“Oh no, rossa, non sto affatto scherzando.”, disse l’uomo, abile lettore dei sentimenti altrui. “Ci sarà un necessario cambio di regime quest’anno, in quel porcile di scuola. Vedrete, sarà veramente divertente”, terminò poi, con un leggero sorriso che lasciò gli occhi freddi, accesi tuttavia da una luce malsana.

Ginny era letteralmente disgustata. La paura che fino a poco tempo prima le aveva stritolato il cuore adesso aveva lasciato il posto all’amarezza e alla rabbia. Sentiva Neville fremere accanto a lei ed era certa che stessero condividendo le stesse sensazioni. Era la rovina, erano in mezzo al disastro più totale. Adesso che anche Hogwarts era stata definitivamente conquistata dal lato oscuro, come dannazione avrebbero fatto?

L’uomo gli diede le spalle e uscì dalla porta, seguito dalla sorella, che gli congedò con una risata a metà fra l’isterico e il soddisfatto.

Il silenzio era il dono che i Mangiamorte lasciarono loro, frustrati e attoniti. Ginny ancora non riusciva a comprendere bene quanto aveva appena sentito. Non riusciva a credere che Hogwarts, il luogo più sicuro dell’Inghilterra magica, il luogo in cui per anni aveva vissuto Albus Silente, fosse caduta sotto l’egemonia di Voldemort. Eppure era realmente così e Ginny, per quanto volesse sperare che stesse sognando e che al suo risveglio avrebbe sospirato di sollievo e riso per la sua stupidità, era certa di una cosa: Mai e poi mai avrebbe permesso che loro prendessero il sopravvento ed era certa che anche gli altri professori non l’avrebbero mai permesso. Pensò soprattutto alla professoressa McGranitt, al suo profondo senso di giustizia e al suo disgusto radicato nei confronti di coloro che si erano schierati con Tom Riddle. Coraggio, Ginny, non sei sola, ripeté a sé come una preghiera, non sei sola e devi proteggere i tuoi amici e la tua famiglia.

Il suo senso di desolazione si era mischiato a una determinazione che le incendiava gli occhi, donandole vigore. Notò che gli altri ragazzi attorno a lei stavano cominciando a tornare nei propri scompartimenti con aria mogia e afflitta. Vide Blaise Zabini che metteva un braccio intorno alle spalle di Pansy, che teneva lo sguardo basso. Volse la sua attenzione verso Neville e vide che aveva lo sguardo duro, bruciante. La ragazza gli sfiorò un braccio, in modo da attirare la sua attenzione.

Il ragazzo la guardò e sembrò quasi che in quello sguardo riuscissero a comprendere la similitudine dei loro sentimenti, della loro voglia di ribellione dettata dalla necessità di annientare il nemico. Erano entrambi due rivoluzionari, che gridavano la loro opinione forte, che avrebbero protetto i loro ideali fino allo stremo delle loro forze, che erano pronti a versare il loro giovane sangue per la salvezza dei loro amici, dei loro familiari e del loro mondo.

Luna si avvicinò , esaminandogli i loro volti. Dopo un minuto buono, la ragazza annuì impercettibilmente, come a voler confermare una sua tesi interiore. Luna strinse la mano di Ginny, che interruppe quel breve contatto visivo che si era creato con Neville.

“Dobbiamo ancora cambiarci, non vorrete certo fare tardi”. Disse Luna, decorando la sua frase con un piccolo sorriso.

“Certo, non vorremmo far arrabbiare i nostri nuovi insegnanti”, sogghignò amaramente Neville, entrando nello scompartimento.

Le ragazze lo seguirono, mentre Ginny si beava del tepore che emanava la mano dell’altra. Quel piccolo contatto fisico la fece sentire meglio, le diede la sensazione di avere un appiglio sicuro cui aggrapparsi in quel caotico inferno ma, soprattutto, le dimostrò concretamente di avere qualcuno da proteggere.

Mentre i tre ragazzi s’infilavano le divise, la luna era sorta da poco. Era una sera serena, senza nubi che oscurassero la delicata lucentezza dell’ingannevole luna, dove le stelle brillavano numerose e gioconde.

In un altro scompartimento, vicino a quello in cui si trovavano Ginny, Neville e Luna, due ragazzi stavano discutendo sulle condizioni di un loro amico, prigioniero della paura.

“Chissà come starà Draco…” Pansy Parkinson era seduta vicino al finestrino e osservava il paesaggio scuro con aria pensierosa.

“Sono certo che non lo feriranno fisicamente, non gli sarebbe di alcuna utilità. Per quanto riguarda il lato emotivo…” Blaise lasciò in sospeso la frase, ma non c’era certo bisogno di completarla per riuscire a coglierne il significato. Il giovane Malfoy era costretto a stare in un luogo dove non voleva stare, con persone con cui non voleva stare. Aveva solo tanta paura, per lui e per la sua famiglia. Se non avessero fatto ciò che Lui ordinava, sarebbero morti tutti e tre in un secondo.

Pansy sospirò, pensando anche alla situazione nella quale si sarebbe trovata a breve. Lei era una Serpeverde e quindi c’era la possibilità che non le facessero niente di male, ma chi avrebbe potuto darle la certezza? I suoi genitori, anche se erano entrambi Purosangue, erano entrambi stati smistati a Corvonero, e non erano certo idealmente vicini a Voldemort. In effetti, lei non era mai stata educata ad avere dei pregiudizi contro i Mezzosangue, anzi, le avevano insegnato che dividere le persone in categorie era un preconcetto stupido e anche lei condivideva quell’ideale e, coerentemente alle sue idee, non aveva mai insultato una persona per il suo Stato di Sangue, ma solo per motivi personali. Non sapeva però se quell’anno le sarebbe convenuto. Non era una persona ipocrita, e ammetteva che preferiva salvarsi che apparire coraggiosa e degna di stima. I suoi ideali, però, le rimbombavano in testa, ripetendole che non era giusto che i Mangiamorte si permettessero di entrare nell’Espresso per Hogwarts e che poi pretendessero di insegnare loro. Insegnare cosa, poi? Maledizioni per uccidere più lentamente e con maggiore crudeltà? Non era giusto che Voldemort instaurasse un regime tirannico in Inghilterra, vietando ogni forma di libera espressione. Una lotta interna infuriava nel cervello di Pansy, procurandole un forte mal di testa. Nella vita dobbiamo scegliere fra strade giuste e strade facili. Dobbiamo scegliere se essere coerenti o se saltare nel carro del vincitore, dobbiamo scegliere se essere persone che hanno basi solide come la terra o basi pronti a crollare al primo soffio di vento.

Il treno stava rallentando, cigolando leggermente. Gli studenti uscirono dal treno più tranquilli e composti del solito, non accolti più dalla familiare voce di Hagrid, giacché nessun undicenne si era presentato a Kings Cross, quell’anno.

Un gruppo di ragazzi, quesiti troppo grandi. Il mostro della distruzione che ride sadicamente nel guardare il loro affliggersi, nel guardare le loro lacrime salate. Tuttavia, la giovinezza è il periodo più florido nella vita umana e i giovani, nonostante le avversità, nonostante le difficoltà, hanno sempre voglia di rinascere.

 

Ok, io aggiorno molto lentamente, lo so, però devo trovare il momento adatto e l’ispirazione giusta per scrivere, e non è per niente facile!

Spero abbiate gradito questo capitolo che ci introdurrà definitivamente nel regime del terrore di Hogwarts. Alla prossima. (:

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Noirechatte_