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Autore: deba    09/02/2011    7 recensioni
Lina è bella, è giovane, è stronza e si rivela dolce. Alec è bello, è immortale, è stronzo e si rivela dolce. Tra segreti mai svelati, verità nascoste, bugie che fanno male e sorprese inaspettate, nascerà un grande amore?
Storia ambientata circa un anno e mezzo dopo breaking dawn.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Volturi | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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la vita secondo...

La mia vera origine

 

 

CAPITOLO 1

 

La vita secondo…

 

(Pov Lina)

 

Driiin … Driiiin ….

-Ma che palle- penso. Non ditemi che mi devo già alzare? No vi prego. Fatemi sognare un altro po’… click!

 

Driiin… Driiin….

Uffff. Ma son già passati 8 minuti? Non ho voglia di andare a scuola.

Mi giro a pancia in su e fisso il soffitto, anche se vedo tutto sfocato a causa degli occhi stanchissimi. Allungo una mano verso la sveglia, senza girarmi a guardare, ormai conosco a memoria tutti i suoi tasti. Ne premo uno e l’ora si riflette vicino al lampadario. Le 7:00. La prima volta se non sbaglio era suonata alle 6:45, mi sbrigo quindi a spegnerla definitivamente, prima che quel rumore così irritante ricominci di nuovo, non vorrei facesse la stessa fine delle altre 4 sveglie, tutte prontamente rotte contro il muro.

Avrei potuto starmene a letto se volessi, tanto i miei, sapevo non se ne sarebbero accorti, però con questa scusa avevo fatto già tante di quelle assenze a scuola, che il coordinatore della classe mi aveva già minacciato di far convocare i miei genitori. Non che la cosa mi disturbasse, ma lo avrebbe fatto ai miei genitori. Non di certo per sapere che la loro figlia non è molto diligente a scuola, no figuriamoci! Più che altro perché mio padre avrebbe dovuto rimandare il suo importante lavoro, ppfff! Il grande imprenditore di Volterra, anzi di Pisa! Mia madre, invece, avrebbe dovuto saltare qualche stupido incontro con le sue stupide finte amiche di uno dei suoi tanti e stupidi circoli, ovviamente importanti anch’essi in tutta Volterra. Davvero rivoltante, forse troppo, corro in bagno velocissima a vomitare. Mi siedo a fianco al water. Non avevo di certo svuotato l’anima perché me la prendevo a cuore per i miei genitori, macchè! Erano state sicuramente le sette vodka alla menta che avevo bevuto di seguito per sfida quella notte. Devo ammettere che per essere andata a dormire  solo da 2 ore non ero poi presa così male, c’erano state delle mattine assai peggiori di questa!

Mi alzai e mi infilai in doccia.

Una volta uscita andai a prendere subito due aspirine, un vero tocca sana!!!  Per strada avrei mangiato qualcosa.

7:30 è meglio sbrigarsi!

Mi trucco! Dopo tutto ho dormito solo due ore, le occhiaie si vedono da chilometri.

Mi vesto veloce: dei jeans così attillati da bloccarmi la circolazione del sangue nelle gambe, maglietta maniche corte bianca, attillata con il viso della grande Marylin Monroe stampata davanti, giubbetto in pelle nero, converse bianche ai piedi e la borsa contenente i libri di scuola, a volte capita che me la dimentichi a casa, non sai che ridere!! E mi avvio come sempre a piedi!

Durante il tragitto mi fermo nel mio bar preferito e mi prendo un cornetto al cioccolato che finisco di mangiare appena entro in classe, andando ovviamente a sbattere contro il professore.

“signorina Verdi, farò finta di non aver visto nulla, devo già ritenermi soddisfatto che lei sia venuta!”

Gli faccio l’occhiolino e maliziosa gli rispondo “non sa quanto”

Il professore sgrana gli occhi e rosso in viso si avvia verso la cattedra. Dio quanto mi diverto!

 

Appena prendo posto nel mio banco tutti i miei compagni mi si avvicinano, che noiosi! Tanto con me non hanno speranze, sono troppo poppanti per i miei gusti e non ce ne uno, che ne valga veramente la pena. Le mia compagne invece mi guardano storte, tutte invidiose. Non parlo mai con nessuna di loro, tranne ovviamente con l’unica che abbia mai considerato veramente un’amica, Serena. Una di quelle persone che arriva quando il resto del mondo se ne va. Una di quelle che non ti giudica, ma invece ti legge dentro e ti conosce veramente, anche se tu non le hai mai detto niente per farti capire. È seduta a fianco a me.

“altra nottata all’Irish, Neilina?” mi chiede.

La guardo storta “come scusa?”

Sorride, sa che odio essere chiamata con il mio nome intero. Riprova.

“altra nottata all’Irish, Lina?”

Decisamente meglio. “puoi dirlo forte! C’era veramente il mondo !” le rispondo tranquilla, so che lei non mi giudica.

“la Lady Mascherata ha fatto vibrare il locale anche ieri sera?” mi chiede sottovoce.

“per poco non l’ho distrutto, ha ha!” già, nell’ Irish Disco io sono la Lady mascherata, la cubista più desiderata del locale, forse anche di tutta Volterra, e il nome dice tutto ovviamente. Porto la maschera, non mi va di farmi riconoscere. Con la maschera davanti posso essere chiunque io voglia, senza pensieri e senza problemi. Solo Serena conosce la verità.

“stasera è venerdì, che ne dici di venire? Dai dai dai!” la prego

“si certo vengo!” mi risponde con sorriso, che però noto non contagiarle gli occhi, ma fingo di nulla.

“ehi mi prendi in giro? Di solito devo pregarti per tutta la mattina e a volte anche il pomeriggio!”

“no oggi ti risparmio la fatica!”

“bè allora grazie” mi giro e mi metto comoda sul mio banco. Sento che ha qualcosa che non va, ma non le faccio domande, se vorrà, sarà lei stessa a parlarmene! Così scacciando quel pensiero, mi lascio trascinare dal tempo fino al termine delle lezioni e poi a casa.

 

Nel pomeriggio dormo per recuperare un po’ di sonno  e per riuscire a restare sveglia poi la notte.

 

Alle 21.00 mi sveglio e scendo così in cucina a mangiare qualcosa. Nel corridoio incontro mia madre che sta finendo di agganciarsi il centesimo bracciale che indossa nel braccio destro.

“ciao tesoro, è andata bene la scuola? Lo spero proprio! Ora esco a cena con il club del libro, tuo padre non torna è andato direttamente alla cena di lavoro, mi raccomando piccola.” E così dicendo mi bacia lasciandomi addosso la puzza del suo profumo e nient’altra emozione dentro.

 

Silenziosa più che mai mangio una pizza trovata nel frigo e poi risalgo in camera mia. Uff basta!

Accendo la musica e la alzo a volume spacca timpani, chiudo gli occhi e sorrido: La notte della Lady mascherata sta per iniziare!

 

 

(Pov Alec)

 

Guardo fuori dalla finestra che dà sulla Piazza dei Priori, il sole si sta ormai alzando e un altro giorno, inesorabilmente, prende inizio. Sono da 334 anni che ogni mattina mi ritrovo qui ad osservare l’alba, tranne ovviamente quando sono in giro in qualche battaglia per ordine di Aro. Come domani ad esempio, non sarò qui, bensì in Romania, dove qualcuno si è divertito un po’ troppo, lasciando tracce della presenza di noi vampiri, troppo evidenti. La cosa non mi fa né caldo né freddo, però almeno potrò fare un po’ di movimento, sono fuori allenamento.

Ghigno.

Si come se questo fosse possibile.

“cosa c’è di così divertente là fuori?”

Una vocina cantilenante di bambina richiama la mia attenzione.

“niente sorella. Pensavo alla missione di domani!”

La mia gemella sorride e mi abbraccia “capisco. Ci stavo pensando anch’io prima. È da un po’ che non torturo nessuno, non sai che noia provi!” e mette il broncio perfida.

“Perché non chiedi a Felix che ti faccia da cavia?” le propongo.

“magari! Ma Aro mi ha già rimproverata per averlo fatto in passato! Teme che gli possa distruggere la guardia! Scusa ma mi devo assentare, Aro aveva chiesto di me.”

Sorrido e la guardo allontanarsi.

Jane era l’unica persona che io sapessi amare, avrei distrutto il mondo se qualcuno avesse fatto del male a lei. Fin da piccoli, quand’eravamo ancora umani, avevamo sempre fatto affidamento uno sull’altro, soprattutto dopo che eravamo rimasti orfani all’età di dodici anni ed eravamo stati rinchiusi in un orfanotrofio. Già all’epoca i Volturi avevano visto in noi dei promettenti vampiri, ma non lo sapevamo.

Eravamo nati e cresciuti a Salem, purtroppo in un periodo terribile. All’età di sedici anni , infatti, durante la più terrificante caccia alle streghe del 1692, Jane venne accusata ingiustamente e quindi messa al rogo. Aro la salvò in tempo trasformandola e con lei anche me.

I Volturi ci avevano visto giusto. Io scoprii possedere la facoltà di neutralizzare tutti e cinque i sensi dell’avversario. A volte quando i Volturi si sentivano clementi, mi chiedevano di non far sentire ai colpevoli il dolore della fiamme, mentre bruciavano. Mia sorella, invece, riusciva a far provare all’avversario un dolore atroce, che provocava nella mente di lui. Insieme eravamo e siamo imbattibili, divenendo da subito parte della guardia dei Volturi.

 

Un calore alla gola mi risvegliò dai miei pensieri. Avevo sete. Decisi di andare a caccia, mi sarebbe servito anche per l’indomani. Chissà quale turista mi sarebbe capitato tra le mani oggi. Era davvero irritante questo fatto a volte. Non potersi cibare di persone che sono cittadini di Volterra, ma queste sono le regole e non si discute.

 

Al mio ritorno trovai Jane in camera mia.

“sorella cerchi qualcosa?”

Sembrava impaziente “Alec ma dov’eri finito? Heidi e Demetri ci stanno aspettando!”

“aspettando? Non credevo avessimo appuntamento con loro?” anzi ne ero sicuro.

“si lo so, ma dato che domani dobbiamo lavorare, direi che stasera si potrebbe andar fuori a festeggiare per il successo che sicuramente avremo!” mi sorrise perfida. “dai dai dai dai!”

A volte quando si metteva era veramente fastidiosa. “ok”. So che non posso resistere.

“bene!! Ti aspettiamo all’entrata del palazzo!” e se ne andò.

Mi chiesi se fossimo veramente gemelli. In questi momenti dimostrava avere la bellezza di cinque, non sedici, non che fossero tanti quest’ultimi, ma in 334 anni di vita direi che un po’ di maturazione qualcuno la fa, o no? No, ovvio ! stiamo parlando di Jane. Mi cambiai e li raggiunsi.

 

“allora Heidi, tu che conosci tutti i locali del mondo, dove ci porti stasera?”

“Mi dispiace, ma stasera il locale l’ha scelto Jane, anche se ammetto che l’appoggio alla grande è davvero fico!”

“e quale sarebbe?”

“l’Irish Disco!”

E così dicendo, ci incamminammo.

 

 

 

 

Allora mie care lettrici!!

Che ve ne pare di questa mia seconda FF??

Vi piace??? Così mi impegno seriamente a soddisfarvi (si fa per dire, non fate le maliziose, ma voglio Eddino, mi dispiace T.T)  hihihihi

A presto

Un bacio

Deba

  
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