Tornò spesso al pub nei giorni seguenti, intervallati da concerti e reunion di nuovi e vecchi fans in anonimi edifici di provincia per la presentazione del dvd tratto dal tour.
Kurt giaceva sul divanetto del pulmino scalcagnato, una rivista di musica aperta posata sul ventre e una mano a coprirgli gli occhi, colpiti da un sottile filo di luce fastidiosa.
Krist stava sonnecchiando anch’esso sulla poltrona accanto, quando qualcuno bussò due colpi sulla porta dell’automezzo, facendolo svegliare di soprassalto. Si tirò su, ravviandosi i ciuffi corvini che gli ricadevano sulla fronte alta, e aprì:davanti a lui, stava una ragazza bionda con in mano un biglietto e un’aria spaesata nei grandi occhioni blu.
- Ehi, piccola, chi sei?- chiese Krist sorpreso.
La ragazza inarcò un sopracciglio e gli tese una mano coperta da un guanto di lana nera:- Piacere, sono Stella. Kurt mi ha detto che lo potevo trovare qui…-
Krist prese il biglietto che la ragazza gli stava porgendo, riconoscendo la grafia sbilenca del ragazzo ora sprofondato nel mondo dei sogni:- Sì, prego, entra…-
Krist fece accomodare Stella su una vecchia sedia, mentre lui riprendeva possesso della poltrona verde. La ragazza gettò uno sguardo interessato all’amico biondo addormentato e trattenne un sorriso.
- Bene, Stella…come vi siete conosciuti? Kurt non ci ha detto nulla…- disse Krist portando le braccia esili dietro la testa reclinata.
- Immagina perché. Courtney non ne sarebbe contenta, anche se siamo solo amici.- replicò secca la bionda, mentre Krist osservava i riflessi rossicci delle ciocche che le incorniciavano il volto.
- Hai ragione, che scemo. Se vuoi lo sveglio…- disse il bassista accennando a Kurt.
- No, tranquillo, quando ne avrà voglia si sveglierà…-
- Potrebbe volerci molto tempo, non dorme da due giorni…- replicò il ragazzo allungando le lunghe gamba fasciate da jeans scoloriti.
- Aspetterò.- fu l’enigmatica risposta della bionda, che rimase seduta senza scomporsi per un’altra mezz’ora buona.
Kurt si rigirò nel sonno borbottando spezzoni di frasi senza senso, per poi sbadigliare e aprire gli occhi di un color grigio plumbeo a causa della poca luce presente nel pulmino.
Alzò lo sguardo e si ritrovò a fissare Stella, avvolta nel solito giaccone di montone, berretto grigio in testa e guanti di lana.
- Ciao…- borbottò confuso alzandosi di scatto e facendo scivolare a terra l’ultimo numero di Rolling Stone con i Nirvana in completo da business-man in copertina.
Stella abbozzò un sorriso, il suo unico saluto, poi Kurt si accorse di Krist, che lo osservava da sotto le sopracciglia folte.
- Ciao anche a te Novoselic…che ci fai qui?- chiese il biondo guardandosi attorno. Nessun altro era lì con loro né Dave né, fortunatamente, Courtney.
- Stavo facendo compagnia alla nostra ospite…mi sembrava poco delicato lasciarla sola, ma ora posso andare, ci sei tu ormai. Ciao, Stella, è stato un piacere conoscerti- disse il bassista, sebbene avesse scambiato due parole o poco più con la bionda.
Stella gli fece un cenno e poi tornò con lo sguardo su Kurt.
- Dormivi bene.- disse, quando il croato fu uscito dalla porta.
- Perché non stavo sognando nulla…i sogni ti scombussolano.- replicò il biondo in una delle solite uscite che disegnavano un sorriso sul volto scarno di Stella.
- Ma è importante sognare, significa che la tua immaginazione vive ancora.- aggiunse la ragazza, sfilandosi i guanti in un gesto fluido e pescando un pacchetto di sigarette dalla tasca destra del giaccone.
- La mia immaginazione vive nelle canzoni che scrivo.- replicò asciutto Kurt aprendo di scatto la finestra mentre Stella accendeva la sigaretta che teneva tra le dita: una fiammella insolitamente allegra baluginò per un attimo nei suoi immensi occhi chiari, riducendosi poi a una piccola brace rossastra.
- Ma la scrittura, per quanto prolifica, non assorbe tutta la capacità di sognare di un essere umano.- Stella non usava quasi mai la parola uomo o donna:per lei erano tutti creature o esseri umani.
- Scrivo davvero molto, io.- replicò nuovamente Kurt, accennando a un quadernetto fitto di appunti e fogli scritti che traboccavano da tutti i lati posato sul tavolino vicino a lui.
Stella annuì e sfiorò il piccolo diario con la punta delle dita:- Continuo a sostenere che tu abbia ancora molta creatività e spirito d’immaginazione dentro di te. Per ogni cosa che ci succede nella realtà, nella nostra fantasia ne nascono altre cento.-
Terminò la frase con uno sbuffo di fumo bianco e spense la sigaretta dentro ad un portacenere strapieno di mozziconi e cenere.
Kurt la osservava a braccia conserte, seguendo ogni suo movimento di mani e occhi.
- E se la realtà a volte superasse la fantasia? Se fosse migliore e non ci fosse bisogno di replicarla in alcun modo nella nostra testa?- bisbigliò il cantante.
Stella puntò i suoi fari azzurri su di lui:- Ti è mai capitato sul serio?-
- Sì…- disse Kurt, esitando sulla sillaba d’affermazione -…quando sto con te.-
Stella sgranò gli occhi per una frazione di secondo, per poi accendersi un’altra sigaretta.
Osservò le esili volute di fumo bianco sollevarsi in aria, per poi chiudere gli occhi e parlare.
- Sono i momenti reali che superano la bellezza della fantasia a fornirci materiale per i sogni.-
Mai come in quel momento Kurt fu più d’accordo con lei.

Ok, premessa:la copertina di Rolling Stones citata sopra esiste davvero, è quella del Gennaio 1992, così vi fate più o meno un'idea del periodo in cui siamo.
Ok, ho già pronti i prossimi capitoli, ma sono un po'dubbiosa sul corso della storia, non vorrei modificare troppo gli eventi...
beh, alla prossima!