M.I.L.K. - Mother I'd Like to Kill
I
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married him, not her
Harry
Potter osservò la rigida figura di Narcissa Black che gli
aveva
appena aperto la porta vestita di tutto punto soffermandosi con lo
sguardo un attimo sulla borsa. La donna, quasi intuendo cosa si
agitava nella testa del ragazzo, disse: «Pelle di Ungaro
Spinato,
quello che ha cercato di ucciderla al torneo Tremaghi, signor
Potter.».
La
reazione scandalizzata del ragazzo non si fece attendere più
di
tanto.
«Avrei
preferito una borsetta di ippogrifo, sa? Purtroppo la suddetta
creatura è sparita anzitempo.»
Harry
fece per sorridere soddisfatto, ma venne prontamente raggelato.
«L'altro
giorno ero in visita a Grimmauld Place e ne ho trovato un altro.
Inutile dire che avrò la mia nuova borsetta prima che lei,
signor
Potter, possa riprendersi dallo shock di queste due tremende
perdite.»
Da
quando il nome dei Malfoy era stato ristabilito grazie a quella
donna, di cui Harry si ostinava a voler ignorare il nome, il Ragazzo
Sopravvissuto (con profondo rammarico dei più) era costretto
a
passare più tempo di quanto avesse mai desiderato a stretto
contatto
con lei e i suoi collaboratori.
All'inizio era stata una semplice
collaborazione del tipo “I Malfoy pagano, gli Auror li
proteggono”
e fino a lì, Harry, capo della sezione Auror di Londra,
trovava la
situazione gestibile. Doveva semplicemente fornire un Auror dotato
come guardia del principino Draco Malfoy e tutto sarebbe filato
liscio come l'olio. Eppure, ancora non sapeva come, il Ministro della
Magia era riuscito a convincere il Salvatore del Mondo Magico a
smetterla di delegare i compiti agli altri Auror e ora Harry Potter
doveva svolgere il gravoso compito di guardia del corpo di Draco
Malfoy, splendido furetto rimbalzante. Ma la cosa peggiore,
contrariamente a quanto aveva pensato all'inizio, era dover
sopportare sua madre che, oltre ad essergli palesemente ostile, aveva
la cattiva abitudine di ricordargli spesso e volentieri che gli aveva
salvato la vita durante la famosissima Battaglia di Hogwarts.
«Signora
Malfoy, è sempre un piacere vederla.» disse con
voce atona.
Ringraziò Morgana per non essere pagato persino per
sorridere.
«Vorrei
poter dire lo stesso di lei, signor Potter.»
Perché
mai avrebbe dovuto proteggere l'unica famiglia del mondo magico che
avrebbe voluto uccidere personalmente a mani nude? Sì, si
rispose,
grazie a Draco Malfoy. Il ragazzo evidentemente doveva sempre trovare
un modo per distruggere ogni suo piano. Non si era potuto
accontentare di vivere di rendita come un qualsiasi rampollo di una
qualsiasi famiglia purosangue, no! Lui non si era accontentato di una
vita perfetta di nullafacentismo. Draco Malfoy era diventato, in men
che non si dica, un Indicibile e uno dei più noti Alchimisti
dell'ultimo secolo mentre il suo rivale di sempre, Harry Potter,
scalava i vertici della carriera da Auror in uno dei periodi
più
pacifici che il mondo magico avesse mai attraversato.
«Oggi
dove la devo accompagnare?» chiese Harry chiedendosi
mentalmente per
quale motivo dovesse proteggere anche la madre di Malfoy.
«Affari,
Potter. Meno sai, meglio stai.» concluse la donna decidendosi
finalmente a far entrare il ragazzo nell'ampio atrio del Manor.
*
Astoria
Greengrass e Draco Malfoy erano convolati a nozze da meno di due anni
e il loro primo figlio era nato dopo poco. Inutile dire che le loro
erano state nozze riparatrici e che agli occhi di tutti, l'erede
della più ricca e famosa famiglia del mondo magico, era nato
prematuramente al settimo mese.
Il
piccolo incidente di percorso si chiamava Scorpius ed era il bambino
più amato e viziato del mondo intero soprattutto dai nonni
Malfoy
che rivedevano in lui quello che era stato il loro piccolo Draco.
La
madre, Astoria Greengrass, era una giovane promessa laureata in
Magisprudenza, ma che per ovvie ragioni aveva dovuto abbandonare la
professione per diventare la perfetta mogliettina di Draco Malfoy.
Ora
però voleva il divorzio ed era proprio per quel motivo che
quell'assolato pomeriggio di fine estate sedeva in un piccolo
caffé
babbano insieme a Theodore Nott, un tempo suo compagno di studi in
Magisprudenza, divenuto poi brillante avvocato nonché
ennesima
fiamma di sua sorella Daphne.
«Ancora
non riesco a credere che tu sia stata così sciocca da
firmare un
contratto prematrimoniale scritto dall'avvocato di Narcissa Malfoy.
Quella donna è...» Astoria non sentì
mai cosa fosse in realtà sua
suocera dal momento che si sentì in dovere di fare una
precisazione.
«Ero
innamorata, Theo.» soffiò prendendo la sua tazza
ricolma di caffè
nero con un'espressione schifata. Theodore si chiese se ciò
era
dovuto all'ammissione che aveva appena fatto o al caffè non
zuccherato.
«Innamorata
è sinonimo di sciocca?» chiese sorridendo ironico.
«Presumo
di sì.» concordò lei, afflitta.
«Proprio
sicura di voler divorziare?» le chiese. «Nella
storia dei Malfoy
non c'è mai stato nessuna separazione, né tanto
meno un divorzio.
Sono riuscito a trovare solamente qualche morte prematura.»
«Oh
no.» si affrettò a precisare lei. «Draco
non lo ucciderei mai! È
il padre di mio figlio. Un pensierino su sua madre,
magari...».
Il
ragazzo si affrettò a dissimulare una risatina con un colpo
di
tosse. Non stava bene che lui ridesse dell'eventualità della
morte
di Lady Narcissa. Durante i suoi anni ad Hogwarts, ricordò
con molto
piacere, lui insieme a pochi altri compagni, ovviamente tutto
all'oscuro di Draco, avevano decretato Narcissa come “Madre
che mi
farei volentieri”. No, non avrebbe mai partecipato
all'omicidio
della sua prima cotta.
«Narcissa
è un osso particolarmente duro. Non vorrei mai averla come
suocera.»
«Hai
esattamente centrato il punto, Theo. Ho sposato Draco, non sua madre.
E ora vedi di trovare un cavillo che mi permetta di divorziare e
ottenere qualcosa per il mantenimento di Scorpius.»
Theodore
annuì con fare grave e afferrò il contratto
prematrimoniale che
Astoria gli stava porgendo.
«E
non dirlo a mia sorella.» concluse Astoria con espressione
colpevole.
*
«Mai
sorella cosa?» chiese Daphne con un tono di voce
più stridulo di
quello di Pansy Parkinson scattando a sedere come una molla.
«Vuole
il divorzio, te l'ho detto.» soffiò Blaise Zabini
tirandosi a
sedere sul letto su cui avevano appena consumato la loro passione
segreta.
«Oh
no. Non può.» disse la ragazza affranta.
«Nostro padre la
ucciderà, sempre se non ci penserà prima
Narcissa.»
«Oh,
vorrei tanto assistere!» Esclamò Blaise
sogghignando con la mente
già rivolta alle torture che avrebbe affrontato la sorella
della sua
amante. «E gradirei che tu stessi zitta. Le informazioni che
ho sono
del tutto confidenziali.» concluse tornando serio dopo
l'occhiataccia rivoltagli da Daphne.
«E
tu come fai a saperlo, scusa?»
«Theodore
sta cercando qualche cavillo per l'affidamento di Scorpius e il suo
mantenimento nel contratto prematrimoniale.»
«Theodore
non mi ha detto nulla!» esclamò irritata Daphne.
«Oh, ma io adesso
vado lì e faccio rinsavire tutti a suon di
Cruciatus!»
«Temo
siano ancora illegali, purtroppo. E sentiamo un po'... come hai
intenzione di spiegare al tuo fidanzato come mai sei in possesso di
queste informazioni?» le chiese con un sorriso sardonico.
«Zabini?
Vaffanculo.»
_________
Angolino
dell'autrice:
è
più forte di me. Ahah, scrivo una storia su Draco e poi?
Voilà!
Blaise e Daphne saltano fuori intenti a fare chissà cosa.
Stessa
cosa quando cerco di farla fidanzare con Nott -.-''
A parte
questo ci tengo a sottolineare che sarà una storia molto
corta :D
non
penso che il titolo abbia bisogno di spiegazioni, ma le darò
lo
stesso.
M.I.L.K.
- Mother I'd Like to Kill è ispirato ovviamente a M.I.L.F.
che
significa Mother I'd Like to Fuck ovvero madre che mi farei (tanto
per non essere volgari u.u) ed è ovviamente riferito a
Narcissa che,
come si può notare nel sesto libro, ha la lingua abbastanza
biforcuta.
Fatemi sapere che ne pensate <3
Fay :)