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Autore: Erre182    10/02/2011    2 recensioni
"Eravamo tutti entusiasti di quella vacanza, nessuno poteva immaginare cosa sarebbe successo, nessuno poteva aspettarsi una cosa del genere.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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SCORRE COME LA PIOGGIA IL SANGUE:
CAPITOLO 2:
“Eccomi, si ci sono dove ero rimasta? Ah si, ero li con le ginocchia sporche di fango a fissare il nulla, mentre il fumo entrava e usciva da i miei polmoni,Emma mi disse che sarebbe stato il caso di raggiungere gli altri, in seguito a ciò che era successo era necessario restare uniti, raggiungemmo gli altri, non ho idea di quanto tempo sia passato, poco o tanto mi sembrava un eternità, raggiungemmo gli altri nella camera dei ragazzi, entrammo nella stanza c’era Tommy seduto sul letto con lo sguardo chino, Donnie era seduto su una sedia, tra le sue dita andava consumandosi una sigaretta, lentamente sospirava.
Leslie, non c’era, Tommy ci disse che era in bagno, voleva stare sola aveva detto, voleva stare sola. Passò un’ora di questo ne sono sicura, andai a bussare nella porta del bagno, chiedendo come stava, nessuno rispose, bussai più forte cominciando a chiamare più volte il suo nome, niente, cominciai a dare dei calci alla porta, le lacrime ripresero a segnarmi il viso, urlai il suo nome pregandola di aprire la porta, nessuna risposta, chiesi a Donnie in preda al panico di forzare la porta,questa scena è così confusa, mi ricordo però cosa vide appena entrai …
Leslie era morta, si era suicidata, si era tagliata le vene, era distesa nella vasca da bagno, il sangue aveva macchiato orribilmente la porcellana sporca della vasca da bagno, io non ce la facevo più, ed era solo l’inizio, caddi in ginocchio con le lacrime che scendevano sempre più veloci, chiedendomi perché, continuando a torturarmi sul perché avessimo deciso di fermarci, sul perché avessimo deciso di andare in campeggio, la località l’avevo scelta io.
Donnie e Tommy portarono il cadavere di Leslie sul letto, vicino a Noah, ora sarebbero potuti stare per sempre insieme, ora avrebbero avuto quell’eternità insieme che avevano sempre sognato.
Io e Emma eravamo sedute, con la schiena appoggiata al muro, al ritorno dei ragazzi ci mettemmo d’accordo sul da farsi, primo e unico punto cercare aiuto, non potevamo esserci solo noi in quel fottuto motel, non poteva essere, potevamo avere così sfortuna, e comunque era sicuro che non eravamo soli, c’era qualcuno che stavo giocando con noi, qualcuno che stava giocando con le nostre ignare vite.
Donnie non aprì bocca, decidemmo di dividerci e andare a bussare ad ogni porta.
Io e Tommy cominciammo la ricerca, bussammo pesantemente a ciascuna porta, niente, niente e ancora niente. Dopo un po’ arrivammo ad una porta, me lo ricordo ancora, stanza numero 25, cominciammo a bussare, sentimmo dei rumori, ma nessuno ci rispondeva, sentivamo come un aprire dei cassetti, che poi venivano buttati per terra, sentivamo oggetti di vetro o ceramica rompersi contro la moquette impolverata del motel, l’ultimo rumore fu l’apertura di una finestra e un tonfo sordo dall’altra parte.
Cercammo di forzare la porta ma niente.
Facemmo ritorno alla stanza, ci sedemmo e cominciammo a parlare, cercando di rendere meno ansiogena l’attesa dei nostri compagni di disavventura, una conversazione fredda, fatta di frasi smorzate.
Tommy mi era sempre piaciuto, fin dalla prima volta che ci siamo parlati, al primo anno del liceo, non glielo avevo mai detto, all’inizio perché non ne avevo il coraggio, poi non volevo rovinare l’amicizia che si era instaurata, tutte stronzate, insomma i suoi occhi verdi come congelati un po’ a mandorla, i capelli neri corti, e comunque io non ero alla sua portata, lui era uno dei più belli del liceo, e io? Io la gente non mi notava, ero normale, i soliti normali capelli, i soliti normali occhi e il solito normale fisico, ma a voi di questo cosa importa? Io sono qui per parlare di sangue e morte giusto? Già, solo questo.
Non tornavano, dove erano finiti? Non lo sapevamo subito, decidemmo di andarli a cercare, cominciammo a bussare a tutte le porte nella parte di motel dove avrebbero dovuto cercare loro.
Trovammo una porta socchiusa, con il terrore che ci avvolgeva e ci stringeva a se, entrammo nella stanza, la stanza apparentemente sembrava vuota, accendemmo la luce.
A quanto pare eravamo rimasti in tre.
Donnie era morto, aveva ancora gli occhi aperti, anche per lui era stato un taglio alla gola a porre fine alla sua esistenza, e anche nel suo caso, era stato infierito sul corpo, la maglia era stata tagliata con delle forbici credo, e gli era stato fatto un taglio lungo tutto il busto, che segava a metà la gabbia toracica, era una cosa atroce.
Così, era morto anche lui, uno dopo l’altro come soldatini di plastica, Tommy rimase come immobile, come se il suo cervello non volesse ammettere ciò che aveva davanti agli occhi, non voleva ammettere che il suo migliore amico, conosciuto da anni e anni, giaceva li, sul pavimento, una lacerazione che partiva da sotto al collo e terminava alla fine dell’intestino.
Come per gli altri, il viso non era stato toccato.
Mentre Tommy cercava di rendersi conto di ciò che era successo, io mi guardai intorno; da dietro il divano scorsi una mano, e sentii come un tuffo al cuore.
Era Emma? O no? Non lo sapevo, dissi a Tommy ciò che avevo visto, io non avevo il coraggio di andare a vedere, non avrei sopportato un'altra perdita, no assolutamente, e poi non Emma la mia migliore amica.
Ci avvicinammo, sentivo il cuore battermi in gola, arrivammo in prossimità del divano, io chiusi gli occhi.
Per un po’ silenzio.
Il silenzio di Tommy peggiorava le cose.
“non è lei” mormorò”.
 
 
SPAZIO AUTRICE:
ecco il secondo episodio, spero vi piaccia.
A presto arriverà il terzo episodio J
Un bacio a tutti :D 
  
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