Disclaimer: Io non
conosco Orlando Bloom e qualsiasi cosa che è stata scritta su di lui è puro
frutto della mia fantasia. Inoltre, vorrei ricordare che lo stimo molto come
attore e come persona e mi auguro che non incontrerà mai una ragazza come la
mia protagonista! Buona lettura! Sai Orlie, mi piacerebbe se tu leggessi le mie
storie insensate!^_-
Capitolo 1.
Quando tutto succede in una sola
serata...
Quella sera,
finalmente, era arrivata. In tutta Italia, oramai, era uscito l’ultimo film
della trilogia del “signore degli anelli” e alcuni degli attori più importanti
del film erano venuti nel bel paese per presentare la prima. In tutto c’erano
all’incirca una cinquantina di personaggi famosi, per la maggior parte attori,
indipendentemente dal fatto che avevano recitato nel film oppure no ma si sa,
che il mondo dello spettacolo ha delle regole tutte sue. Le più importanti
stelle del cinema c’erano tutte: Elijah Wood, Orlando Bloom, Cristopher Lee,
Liv Tyler e poi c’erano anche Michael J.Fox, Johnny Deep e continuando con i
cantanti: Robbie Williams, Matthew Bellamy, Celine Dion e aggiungendo alla
lista tanti altri. Era la prima volta che al cinema Vittoria (pazienza, il nome
è inventato ma io non abito mica a Milano!^_o) erano riunite così
tante persone ma c’era un motivo ben preciso; dopo la fine della proiezione del
film ci sarebbe stato un party offerto da Antonella Versace in uno dei club più
famosi del posto: il pequeño mundo hechicero. Dopo la fine della presentazione,
tutti gli attori camminarono per alcuni metri sulla famosa pista rossa,
acclamati dalla folla e immortalati dai fotografi. Il primo ad uscire fu
Orlando Bloom accompagnato dall’amico Elijah Wood, con il quale decise di
andare in macchina per poter raggiungere il posto della festa.
“Certo che qui in Italia la gente è proprio accogliente, non trovi?” Esclamò Elijah un po’ divertito mentre si rimetteva a posto la camicia.
“Se è per quello,
non lo metto assolutamente in dubbio. A momenti una di quelle pazze scatenate
mi faceva a pezzi la giacca. Non mi si staccava più di dosso!” Orlando aveva il
viso un po’ stanco, il jet lag aveva colpito anche lui e sette ore di
differenza non sono poche. In quel momento, a Hollywood, era primo pomeriggio.
“Poco fa ho parlato con Liv e mi ha detto che la proprietaria del pequeño è una donna abbastanza giovane. Appena ci vede le prenderà di sicuro un colpo! Non è cosa di tutti i giorni che tutti questi attori vadano ad un party qui in Italia e soprattutto in un posto così sperduto.”
“Comunque credo che
la Versace l’abbia già avvertita altrimenti non avrebbe potuto organizzare
tutto in pochi minuti. Suppongo che ci siano molti buttafuori e soprattutto
molto alcol.” Orlando pronunciò queste ultime parole con un tono un po’
provocatorio, facendo ben intendere che era un amante delle bevande alcoliche.
“Però cerchiamo di
non farci sempre riconoscere, non voglio tornare di nuovo in albergo ubriaco
come una spugna! L’ultima volta per poco non mi prende un paparazzo!” Elijah faceva riferimento a quella volta, in
Nuova Zelanda, dove, dopo una festa, era talmente fatto di rhum che il regista
e Orlando furono costretti a riportarlo al suo albergo in braccio.
In men che non si dica furono arrivati davanti al locale che, neanche a dirlo, era strapieno di gente. C’erano fan dovunque e, per tutti gli invitati, era stato preparato un piccolo tracciato disseminato di guardie del corpo. Non era situato in un luogo molto conosciuto ma era comunque un posto molto carino e sofisticato, che ricordava vagamente la Spagna del secolo scorso. All’entrata del club c’era una ragazza che dall’aria sembrava una barista. Vestita abbastanza vistosamente, teneva i suoi capelli rosso fuoco, probabilmente tinti, sotto un largo cappello di velluto beige. Se ne stava con le braccia conserte appoggiata al muro e guardava ognuno che passava con un’aria vagamente interrogativa. Indossava una mini camicetta che non le arrivava nemmeno a metà pancia, dei scaldamuscoli alle braccia, una minigonna nera, calze blu shoking fino a metà coscia e dei stivali bianchi. Insomma, lasciava ben poco all’immaginazione.
“Ehi, ma quella lì è
matta a stare fuori con questo freddo! A momenti indossa solo un paio di
mutande e un reggiseno!” Elijah stava facendo notare ad Orlando l’abbigliamento
della ragazza che, tutto sommato, era un po’ fuori luogo considerando che erano
a metà inverno.
“Beh, la nota
positiva è il fatto che lei ha la
possibilità di mettersi in mostra. Ha veramente un bel fisico!”
In effetti era
proprio vero. Oltre ad avere un bel viso e dei bei occhi marroni scuri, non
aveva un filo di pancia, aveva delle belle e lunghe gambe che non avevano mai
conosciuto la cellulite e un bel seno rotondo e piuttosto pieno. Non appena le
passarono davanti videro che stava parlando amichevolmente con Robbie Williams.
“Ehi, ciao bella!
Non avevo ancora trovato il tempo di ringraziarti, se non fosse stato per te a
quest’ora ero in mezzo ad una strada. Se vuoi, più tardi ti ringrazierò a
dovere” Nel dire questa ultima frase aveva assunto un tono un po’ malizioso
facendo ben intendere a cosa alludesse.
“Guarda, sono molto
contenta ma accetto solo i tuoi ringraziamenti, non sono come una di quelle
sciacquette che ti circondano, vedi di ricordartelo!”
Orlando fece poco
caso alla loro discussione ma aveva tratto la conclusione che quella ragazza
aveva proprio un bel caratterino. Appena lui ed Elijah entrarono, si
ritrovarono in un bell’ambiente, piccolo ma confortevole. Considerando che gli
invitati non erano più di cinquanta, il locale era stato ritenuto abbastanza
grande per poterli ospitare tutti. Ovunque, qua e là, c’erano delle poltroncine
molto basse, dei tappeti orientali e un sacco di piccoli poggiapiedi in stile
arabo. Vicino all’entrata c’era il bancone del bar e vi erano all’incirca tre o
quattro ragazze che servivano gli alcolici mentre, in qualche angolo, si
potevano scorgere i buttafuori. La prima cosa che venne in mente ad Orlando fu
quella che la ragazza dell’entrata era una cantante oppure un’attrice agli
esordi ed era stata invitata per farsi un po’ di pubblicità. Lui ed Elijah
scelsero un posto in separé che si trovava poco in mostra rispetto agli altri
tavoli. Era veramente molto stravagante, sembrava di stare dentro ad un harem
arabo con tutti quei tappeti, i cuscini, e il basso tavolino. Orlando chiamò
gli altri attori de il signore degli anelli per farli andare tutti lì dentro di
modo che avrebbero discusso amichevolmente e soprattutto da soli. Il primo ad
arrivare fu Viggo Mortensen.
“Ehi Orlando, come
mai hai scelto proprio questo posto? Mi sembra un po’ troppo isolato dal salone
principale. Così sembreremo degli asociali.”
“Ad essere sincero,
stasera c’è veramente troppa gente e mi dispiaceva non chiacchierare un po’ con
tutti voi. Dopotutto, dall’inizio della proiezione del film, non ci siamo più
visti.” In effetti era vero. Avevano viaggiato tutti insieme per andare in
Italia e avevano prenotato un jet privato per poter giungere più in fretta però
si erano ben presto persi di vista.
“Senti, adesso vado
a chiamare gli altri, voi due aspettatemi qui anzi, Elijah, aiutami a trovarli”
Viggo prese con sé il ragazzo e andò alla ricerca degli amici per poterli fare
accomodare fuori.
Nel frattempo,
Orlando stava osservando un po’ quel separè e si accorse ben presto di quanto
fosse ben fatto. Alla parete erano appesi alcuni disegni fantasy e il pavimento
era interamente ricoperto da bei tappeti fatti a mano, il telone di separazione
era di seta rossa e, qua e là, vi erano dei pezzi di stoffa colorata che
ricoprivano il tetto. Era rimasto così incantato che non si era accorto che,
dietro di lui, era arrivata una persona.
“Ehi tu!” Orlando si
girò immediatamente. “Guarda che il separè non può essere preso da solo. Le
cose sono due: o te ne vai oppure ti trovi qualcuno che ti faccia compagnia”
Il ragazzo si
accorse ben presto che la tipa con cui stava parlando era quella dell’entrata.
La guardò un po’ e notò, oltre al fatto che era molto più carina vista da
vicino, che stava scrivendo qualcosa su una cartellina.
“Ma sei sordo oppure
ci fai? Il gatto ti ha mangiato la lingua?” La ragazza lo guardava con i suoi
grandi occhi interrogativi e sembrava un po’ scocciata del fatto che lui non
rispondesse. Aveva cominciato a scuotere un po’ la testa.
“Più che altro mi
sembra che tu ti stia prendendo un po’ troppa confidenza. Guarda che la festa è
anche in mio onore!” Orlando aveva assunto un tono un po’ sfacciato ma come si
permetteva, una sconosciuta, di trattare così una stella del cinema?
“In questo caso mi
permetto di scusarmi con il signorino La festa è in mio onore” Ora aveva
cominciato a prenderlo in giro “Ma ti ripeto che se non trovi qualcuno smammi e
senza fare tante storie!”
“Ma ti rendi conto
che stai parlando con Orlando Bloom?” Ora si era proprio alterato. Cercava di
contenersi un po’ e per fortuna le sue doti di attore si stavano rivelando
utili.
“Ah sì? Mai sentito
nominare per tua fortuna anche perché, se eravamo in un’altra situazione, ti
avrei già spaccato la faccia senza troppi problemi. A me le stelle del cinema
mi sono poco simpatiche, uno perché non mi piacciono i film moderni, due perché
le persone famose si credono di essere chissà chi” La ragazza ora lo stava
deliberatamente umiliando. Lui, una persona famosa, oltre al fatto di non
essere stato riconosciuto, veniva preso in giro da un’estranea che poteva
essere persino una barista.
“Se le cose stanno
così me ne vado, seduta stante, dal tuo capo e penso che questa sarà l’ultima
sera che lavori. Posso anche tollerare il fatto che tu non mi conosca ma di
certo non è mia abitudine che una sconosciuta mi parli con questo tono
arrogante.”
“Ma si può sapere
che diavolo sta succedendo qui? Non vi pare di fare un po’ troppa confusione?
Siamo ad una festa e la gente si vuole divertire.” Era Cristopher Lee.
“In ogni caso vedi
di parlare con lei, è stata questa ragazzina a farmi incavolare ma stai pure
tranquillo che questa sarà l’ultima sera che lavora al pequeño.” Orlando aveva
incrociato le braccia e ora mostrava una faccia trionfante alla ragazza.
Lei, di tutta
risposta, gli lanciò un’occhiata del tipo Chi ti credi di essere e poi
si girò verso Lee dicendo “Sai Cris, credo proprio che il signorino qui avrà
ben presto una brutta sorpresa.” L’uomo la guardò accennando un piccolo
sorriso.
“Suppongo di sì.
Però non vedo come ha potuto farti arrabbiare Amina. Di solito anche lui è una
persona pacata e tranquilla.”
“Beh” disse Amina
“io gli avevo detto che se non trovava qualcuno con cui dividere il separè
doveva smammare e lui ha cominciato ad avere le manie di grandezza”
“Sì, sì, continua
pure a sfottere ma intanto domani ti trovi in mezzo ad una strada!” Orlando era
veramente arrabbiato. Certo, solitamente era molto tranquillo, però il fatto di
non essere stato riconosciuto, gli aveva dato molto fastidio anche perché,
persino le persone più anziane, vedendolo per strada, lo riconoscevano.
“In tal caso non
avrai bisogno di cercare tanto per parlare con il proprietario” Amina lo
guardava sorridendo, un sorriso molto strano.
“E perché mai?”
Orlando aveva avuto un brivido freddo su per la schiena e, quando gli
succedeva, non era mai buon segno.
“Semplicemente
perché tu stai già parlando con il capo della baracca!”
“Non mi dirai
che…”Non riuscì a finire la frase che si stava istintivamente coprendo gli
occhi con una mano.
“Esatto, il proprietario, o per meglio dire la proprietaria, sono proprio io” Adesso sul volto di Amina era dipinto un sorriso di soddisfazione. Aveva vinto, e su tutta la linea.
Orlando rimase un po’ lì a guardarla, mai si sarebbe aspettato che quella ragazza era la proprietaria di quel bel locale. Certo, avrà avuto almeno ventiquattro anni ma era pur sempre molto giovane se si tiene conto del fatto che gestiva un club molto rinomato e famoso. Si mise a sedere. Lei lo guardò un attimo e per un momento ebbe l’impressione che lui fosse dispiaciuto così, salutando Cristopher, andò via. In pochi minuti arrivarono anche gli altri e cominciarono quasi subito a ridere e scherzare come amici di vecchia data così, anche Orlando, aveva dimenticato momentaneamente la storia di Amina.
“Ehi Ob, prima ho
visto che stavi parlando con una ragazza, la conosco? A me è parsa molto
carina!” Era Dominic che, in men che non si dica, voleva avere informazioni
sulla proprietaria.
“Chi? Quella pazza
scatenata? Guarda, non te la consiglio assolutamente. E’ venuta qui e, dopo
avermi trattato come un perfetto idiota, si è messa pure ad offendermi e a
dirmi che dovevo smammare! Sarà anche bella ma penso che dentro di lei alberghi
la vera anima di un maschiaccio!” Orlando aveva parlato quasi senza riflettere
e, considerando che era un po’ brillo, non aveva misurato le sue parole.
“Beh, in tutta
sincerità devo dirti che Amina è un po’ strana ma non la giudicherei così male.
Devo ancora riuscire a capire come l’hai fatta arrabbiare, di solito è una
persona molto allegra e solare” Era intervenuto Cristopher, sembrava che la
conoscesse molto bene.
“Io non ce la faccio
proprio a vederla solare ed allegra! A me piuttosto è sembrata arrogante e
sfacciata, oltre ad essere ignorante, maleducata e cafona!”
“Ti consiglierei di
non dare troppa importanza all’apparenza. E’ veramente un fiore di ragazza e io
la conosco da quando ha aperto il locale. Ogni tanto, d’estate, venivo nella
mia villa vicino a Firenze e un giorno mi capitò di passare per Milano per
impegni di lavoro. Oramai saranno passati quasi cinque anni e mi imbattei in
Amina quasi per caso. Avevo sentito dire, dalla mia cameriera, che una
ragazzina aveva appena aperto un delizioso locale nel nord Italia, all’epoca si
chiamava solo pequeño e non era ancora frequentato da persone famose. A primo
impatto mi era sembrato che lei fosse un po’ strana, ma dopo averla conosciuta
mi sono molto affezionato a lei. Di tanto in tanto, se mi capita, torno ancora
a farle visita ma è talmente impegnata che riesco a rintracciarla raramente,
senza contare che un’agenzia di Beverly Hills la vuole ingaggiare per aprire un
nuovo locale sulla diciassettesima strada.”
“Davvero? Allora
vuol dire che è una persona famosa!” Esclamò Elijah molto divertito.
“In effetti io ho
sentito parlare di lei perché ha anche accettato di collaborare con un cantante
molto famoso. Non chiedetemi chi sia ma pare che il suo nome è figurato pure
sull’album.” Era stata Liv ad intervenire, tipico, quando si trattava di musica
lei era sempre la più aggiornata, considerando che suo padre la poteva dire
molto lunga su quest’argomento.
“Beh, dando
un’occhiata in giro si possono vedere molti cantanti, chissà che non sia qui
proprio stasera!”
Continuarono a
parlare ancora per qualche minuto finchè non si accorsero che all’interno del
locale avevano spento per un attimo la musica e c’era Robbie Williams sopra un
tavolo. In quel momento non ci fecero molto caso e proseguirono a discutere per
conto loro finchè, una barista, gli chiese se potevano gentilmente andare nel
salone perchè, il signor Williams (come lo chiamava lei), aveva un annuncio da
fare. Furono ben presto tutti sotto di lui e, dopo aver preso un microfono
cominciò a parlare.
“Dunque, innanzi
tutto vorrei ringraziare la signora Versace per averci offerto questa bella
festa e tutto questo alcol che, al solo pensiero, vorrei già essere ubriaco” un
po’ di risa generali “Però vorrei anche ringraziare la signorina Amina,
proprietaria nonché mia amica e collaboratrice e vorrei che salisse quassù
insieme a me per un momento” Dopo aver detto questo, fece un cenno con una mano
alla ragazza che, riluttante, salì sopra al tavolo assieme a lui.
“Beh, grazie Robbie.
Dunque, anche io vorrei ringraziarvi visto che siete accorsi così numerosi
anche se molti di voi nemmeno li
conosco! E poi vorrei approfittare di questo momento per scusarmi con il
signorino la festa è in mi onore. Diciamo che non volevo essere così
scortese ma, visto che mi ha dato dell’arrogante, della sfacciata,
dell’ignorante, della maleducata e della cafona, lo inviterei ad essere un
pochino più attento a quello che dice visto che il locale è mio. Ma sono un
tipo molto calmo e così non voglio dire il nome anche se il diretto interessato
avrà capito benissimo. Diciamo pure che ci metto una pietra sopra!”
In quel momento
Orlando si sarebbe volentieri scavato una fossa per poi rimanerci fino alla
fine della serata. Amina, probabilmente, l’aveva sentito per caso e ora se ne
stava lì, tranquilla, e prenderlo in giro. Però doveva fare qualcosa, almeno farla
sentire in imbarazzo di modo che avrebbe avuto la sua piccola vendetta
personale.
“Mi scusi signorina,
magari è stato proprio lui che voleva mettere una pietra sopra e lei gliel’ha
tirata in faccia rifiutandola.”Sì, così andava bene. Non avrebbe mai trovato le
parole per ribatterlo.
“In ogni caso,
signor Orlando, che io definirei persino furioso, facendo riferimento ad
Ariosto, lui la pietra me l’avrebbe volentieri tirata in mezzo alla fronte.
Penso che se lo conoscessero davvero, pochi gli starebbero vicino.” Gli aveva
sferrato un colpo basso.
“Magari lui voleva
essere semplicemente gentile non crede?”
“Oppure voleva
semplicemente che una ragazzina della mia età venisse licenziata!”
“Forse non si
meritava di essere trattato così male! Certamente, una persona famosa va
trattata con molto rispetto, non crede?”
“Allora chiunque non
abbia milioni di dollari, oppure una bella macchina e una villa enorme va
trattata come una pezza da piedi senza personalità? Suppongo che anche il
signorino, per qualche tempo, è stato una persona comune e credo che tutti gli
abbiano portato comunque rispetto. Questa è una regola che vale per tutti, me
compresa, il fatto di essere conosciuto non giustifica mai il comportamento di
una persona.”
Era successo di
nuovo, l’aveva battuto di nuovo. Effettivamente, ora che ci pensava meglio, era
stato molto scortese con lei e si era comportato da gran zoticone ma dopotutto,
l’unica ragione che l’aveva spinto a
comportarsi così era la delusione. Credeva che tutti, oramai, lo conoscessero
e soprattutto non aveva accettato il fatto che, una bella ragazza come Amina,
lo trattava come una persona qualunque, permettendosi pure di prenderlo in giro
pubblicamente.
“Ehi ragazzi, non mi
sembra il caso di litigare non credete? Se non altro almeno stasera che ci
stiamo divertendo tutti quanti. Piuttosto, che la festa continui!” Robbie aveva
notato che l’aria si stava facendo pesante e così cominciò a sviare il
discorso.
Viggo, Billy e gli
altri se ne tornarono quasi subito al loro separè ma Orlando andò al bar e si
mise a sedere su di uno sgabello, seguito quasi subito da Elijah che voleva
sapere cosa era successo. Robbie aiutò gentilmente Amina a scendere dal tavolo,
considerando i suoi tacchi vertiginosim e poi si avviarono verso il bar insieme.
“Ma che ti succede
Ob? E’ per colpa di quella ragazza?” Elijah era stranamente preoccupato per
Orlando, non l’aveva mai visto così.
“Boh, non lo so
neppure io. Il fatto è che lei, per prima, mi ha trattato come uno qualsiasi.
Non riesco a spiegartelo ma...effettivamente credo di essermi montato un po’
troppo la testa.”
“E’ naturale,
considerando che, come me del resto, vieni inseguito da un’orda di fan non
appena esci di casa.” Elijah aveva assunto un tono un po’ divertito, nella
speranza di veder ridere l’amico. “Oppure devo pensare che sei arrabbiato
perchè lei non ti abbia considerato subito un bel ragazzo?”
Colpito e affondato.
La cosa che gli era rimasta più impressa era la sua espressione, naturale e
interrogativa al tempo stesso. Quando si era avvicinata a lui non sembrava che
avesse avuto qualche doppio fine, anzi, era semplicemente interessata a fare il
suo lavoro e non l’aveva squadrato dalla testa ai piedi, come di solito
facevano molte ragazze. Eh sì, gli era dispiaciuto che una bella ragazza come
lei non l’avesse neanche degnato di uno sguardo.
“Credo di sì, sai,
di solito ognuna che mi si avvicina lo fa perchè mi considera bello oppure
attraente mentre lei, quell’impressione, proprio non me l’ha data. Magari
dipende dal fatto che non le piaccio, che ne so io!”
“Andiamo, questa non
è esattamente la frase che mi sarei aspettato di sentire dal famoso Orlando
Bloom, malizioso e don Giovanni come pochi che ho conosciuto. Forse ti sei
impegnato troppo poco. O magari il tuo savoir faire ti ha abbandonato
completamente? Sai, credo che tu abbia perso il tuo tocco! ”
“Lo sai,
effettivamente mi sto abbattendo per una che nemmeno se lo merita però deve
avere una bella punizione, qualcosa di molto cattivo. Ti va di fare una
scommessa?”
“Ehi, andiamoci
piano, io non ho mai detto di voler fare una scommessa con te su di lei!”
“Però hai toccato un
punto debole: il mio orgoglio maschile. Facciamo così, se riesco a portarmela a
letto entro un anno a partire da oggi, tu dovrai organizzare, per un mese
intero, feste a non finire a casa tua, tutti i giorni, naturalmente a tue
spese!” Orlando aveva dipinto in faccia un sorrisetto divertito e non vedeva
l’ora di sapere cosa avrebbe risposto l’amico.
“Mi sembra che la
tua proposta sia un po’ squilibrata, e tu cosa farai se perdi?”
“In tal caso, sarò
io che darò una festa ogni giorno per un mese esatto!”
“Se la mettiamo così
ci sto! Preparati pure ad aprire il portafoglio perchè, da quello che ho visto,
la tua sarà veramente un’impresa ardua.” Elijah era sicuro di vincere. In altre
situazioni non ne sarebbe stato così sicuro ma era convinto di avere il
coltello dalla parte del manico.
“Vedremo amico
mio...vedremo!” Orlando non avrebbe mai accettato di perdere, per nessuna
ragione al mondo. Elijah l’aveva sfidato e lui non si sarebbe tirato di certo
indietro.
CONTINUA...