Tentativo
n°1:
Abbordaggio
una principessa acida e scorbutica
Cap
1.0
Giocatore
1:
Francis
Bonnefoy
Caso
volle che per una volta, il cielo scuro di Londra, avesse concesso ad
alcuni
raggi solari di attraversare quella spessa coltre di nuvole grigie che,
normalmente, sovrastavano la città.
Non
che questo smorzasse l’ondata di gelo di quel periodo.
Già all’inizio di
Novembre, l’inverno cominciava a protendere le proprie mani,
dando le
avvisaglie del suo arrivo.
Quel
giorno Arthur, nonostante il freddo, se ne stava piacevolmente seduto,
su
quella che ormai era divenuta la sua panchina, in mezzo ad uno dei
parchi più
belli della città inglese. Non troppo lontano dal bar dove
amava far colazione
al mattino.
Inghilterra
assaporava, serenamente, quel momento di assoluta
tranquillità. Godendosi
quelle pace in cui il traffico non era ancora molto intenso e i negozi
stentavano
ad aprire, mentre beveva un caffè d’asporto.
Normalmente
l’inglese non si sarebbe nemmeno avvicinato a quella bevanda,
cosi nera e amara,
preferiva di gran lunga il suo the, ma era reduce da una sbornia
colossale, e
la caffeina sembrava essere uno dei rimedi migliori.
-Ehy,
Arthur come va?- fece Francis, arrivandogli all’improvviso
alle spalle, sorridendogli
nel modo più falsamente innocente che riuscisse a fare.
Il
francese ci aveva pensato tutta la notte, cosa strana per lui, e alla
fine
aveva capito che, l’unico modo per conquistare
l’inglese, era di prendere la
cosa alla larga, molto alla larga.
-Francia?!
Ma che ci fai qui?- esclamò Inghilterra sconvolto, quasi
soffocando con la
bevanda calda, che in compenso gli ustionò la lingua,
-No,
nulla... Faccio solo una passeggiata- rispose, poggiandosi con i gomiti
allo
schienale della panchina sul quale l’altro era seduto,
cercando di rimanere
naturale. Sapeva per esperienza che era molto difficile mentire
all’inglese.
-Una
passeggiata? Qui, a Londra?..- gli chiese difatti Arthur sospettoso,
tenendosi
la testa con una mano, la sola presenza di quel stupid
frog vinofilo gli aveva peggiorato l’emicrania,
-Eh-eh...
Avvolte si vuole cambiare un po’ d’aria- disse Francis leggermente
innervosito, doveva
stare attento ad ogni mossa, se non voleva ricevere una brutta reazione
da
parte sua.
Quando
si trattava di parlare con Inghilterra era come giocare una complicata
partita
a scacchi.
-Ah...-
commentò Arthur, guardandolo appena, - E a cosa ti serve il
binocolo?- domandò
poi indicando l’oggetto che il francese aveva appeso al collo.
Francia
aveva sempre odiato quello specifico gioco da tavolo, si dimenticava
sempre
come si muoveva ogni pezzo...
Francis
sbiancò un istante a quell’osservazione,
rendendosi conto solo in quel momento
del suo grossolano errore. Si era completamente dimenticato di
nasconderlo
quando, uscendo dai cespugli da dove spiava l’inglese, era
venuto a parlarci.
-Ehm...
Bird Watching- disse, incrinando leggermente il proprio sorriso sotto
lo
sguardo indagatore di Arthur, il quale non gli aveva affatto creduto.
-Okay...-
sbuffò Inghilterra, alzandosi dalla panchina, -Non voglio
disturbati oltre con
il tuo nuovo hobby- continuò buttando nel cestino il resto
del caffè che gli
rimaneva, si era uno spreco, ma proprio non avrebbe sopportato di
doverne bere
ancora.
Perché
la maggior parte della popolazione mondiale lo preferiva al the???
Per
lui rimaneva un mistero...
-Nooo! Angleterre,
aspetta!- cercò di richiamarlo Francis, vedendolo
allontanare, ma l’inglese lo
ignorò del tutto. Anche quando, nel tentativo di fermarlo,
Francia inciampò e
cadde rumorosamente faccia a terra.
Arthur
nemmeno si voltò,
-Scusa,
ho un impegno...- fece distrattamente, guardando l’orologio
che portava al
polso e prendendo un passo più spedito.
-An-glet-terre...- pronunciò
ancora una
volta il francese, rimanendo un tutt’uno con il terreno.
5
minuti dopo:
Inghilterra
se ne era andato e Francis era ancora a terra.
-Hey,
Francia sei morto?..- gli chiese Alfred, cominciando a colpire il
francese in
testa con un bastoncino che aveva trovato tra i cespugli, nel quale si
era
anche lui nascosto per spiare le mosse dell’altro. Non che
avesse visto molto,
a parte la sua figuraccia.
-F-forse
ho preso la cosa sin troppo alla larga...- suppose, alzando solo
l’indice della
mano destra, -... vedrai, la prossima volta lo conquisterò-
proclamò deciso,
sollevando almeno la testa. Cosi che America poté ben vedere
il suo viso
ricoperto di terra, totalmente ridicolo, ma con ancora quel sorriso
malizioso e
l’aria strafottente di qualcuno la cui idea di rinunciare,
non è nemmeno
passata nell’anticamera del cervello.
Questo
fece pensare ad America, fatto raro per lui, che Francis doveva proprio
essere
un idiota, ma se era cosi, chi era lui per dirlo?..
Semplice,
solo un altro idiota.
Cap
1.5
Giocatore
2: Alfred
F. Jones
Arthur
ci mise un po’ per capire che, la persona urlante il suo nome
dall’altra parte
della strada, sbracciandosi come un ossesso per farsi notare, con il
rischio di
colpire qualcuno, era... Era America.
L’inglese
rimase confuso, ma cosa stava succedendo? Perché prima gli
si presentava
davanti quel francese vinofilo, ed ora Alfred?
Inghilterra
cominciò seriamente a chiedersi se quello non fosse il suo
giorno sfortunato.
Inutilmente
provò ad ignorarlo, chinando la testa, nascondendo il viso
nella sciarpa e
cominciando quasi a correre, provando a confondersi tra la folla, che
in quel
momento della tarda mattinata stava occupando i marciapiedi londinesi.
Seminare
l’americano si rivelò però
più difficile del previsto.
Alfred
aveva la stazza di un armadio a due ante, quasi il doppio della
corporatura di
un normale cittadino inglese, ed essendo anche alto, gli era facile
destreggiarsi tra le tante persone, perché le
“urtava” senza problemi.
Vedendolo,
ad Arthur sembrava più che stesse giocando una partita a
rugby, visto quanta
gente, dopo il suo passaggio, rischiasse di finire a terra. Ma infondo
questo
doveva essere normale per qualcuno abituato a farsi largo in una
metropolitana
affollata o per le strade di città come New York
nell’ora di punta.
-Arthuur!!-
quando alla fine America lo raggiunse, sbattendogli persino contro
quando
finalmente si fermò, Inghilterra non poté
più fingere di non averlo notato.
-Eh?!
Che c’è!?- rispose malamente l’inglese,
voltandosi cercando di mostrargli tutta
l’irritazione che gli causava. Quel suo comportamento
confusionario e casinista
lo infastidiva fortemente.
-Uao!
Che brutta cera! Cos’è sei finito sotto un carro
armato?!- esclamò Alfred
ridendo, indicandogli il viso, da cui si poteva intuire dalle occhiaie
scure e
dal colorito pallido il suo pessimo dopo-sbornia, per poi dargli un
“amichevole” pacca sulla spalla, lasciando cosi
Inghilterra senza fiato da
quanto era forte.
-Tu
brut...- provò a replicare Arthur offeso, dover aver ripreso
a respirare, ma
America lo bloccò bruscamente, con un gesto della mano,
mentre con l’altra si
sistemava con aria seria gli occhiali,
-Ehy,
Inghilterra andiamo a mangiare qualcosa insieme?- gli propose,
sorridendo un
poco di più, prendendo di sorprese l’inglese,
tanto che si dimenticò persino di
essere arrabbiato.
-M-ma
che ti viene in mente?- chiese Arthur, il cui sguardo basso e
l’incrociare le
braccia al petto, rivelava una leggera insicurezza e il fatto di non
sapere
come comportarsi in quella determinata situazione,
-C’è
qualcosa di male se ti invito?- fece invece l’americano,
gonfiando le guancie e
distogliendo gli occhi, simile ad un bambino capriccioso.
L’inglese
lo fisso per qualche istante, arrossendo impercettibilmente, e per un
istante
la folla intorno a loro sembra scomparire, mentre stavano
lì, fermi in mezzo ad
un marciapiede.
Poi
però il cervello di Arthur riprese a funzionare,
riprendendosi dallo stupore
iniziale.
-Aspetta.
Quando tu dici: “andiamo a mangiare qualcosa”, non
intenderai in un...-
ricominciò a ragionare Inghilterra, ricordandosi chi aveva
davanti,
-Anche
se non siamo negli U.S.A...- lo interruppe Alfred, -... poco
più in là ho visto
un fast food che non sembrava tanto mal-e- continuò
indicando un punto
imprecisato un po’ più avanti per quella via, ma
non aveva nemmeno finito la
frase che l’inglese era già scomparso.
Quello
stupido
ciccione, obeso, bambinone infantile!!!
Lo insultava tra se e se Inghilterra,
ormai già lontano, Come
può anche solo
credere che IO voglia passare del tempo con LUI!?! Ho cose
più importati da
fare! Si diceva rosso in viso dalla rabbia, stringendo in
pugni con il
desiderio crescente di spaccargli quelli occhialetti.
Lui
non si sarebbe mai abbassato tanto da entrare in un Fast Food!!!!
Risultati
–
Tentativo n1 -
G1:
Francis à
Game Over
G2:
Alfred à
Game Over
-Tks…
Un Fast food? Che dilettante!- commentò Francia, dal parte
opposta di dove si
trovavano l’inglese e l’americano, era acquattato
tra le piante di decorazione
esterna di un bar, in modalità spia
(anzi, stalker), con tanto di binocoli sugli occhi.
Visto
che c’era ne aveva approfittato per prendersi un cappuccino,
ma la sua figura
curiosa attirava comunque non poco l’attenzione dei cliente.
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Ringrazio chiunque abbia letto questo capitolo e quello precedente. Grazie per aver avuto il coraggio di continuare a seguirmi ^^ … SIETE MITICI!!!