“Noia.” borbottò per l'ennesima volta tenendo le mani unite in un gesto che ormai il dottore conosceva fin troppo bene. Le punta delle dita sfioravano lievemente le sue labbra piegate in una smorfia imbronciata e gli occhi erano concentrati a fissare il soffitto liscio della stanza, rimanendo in attesa che accadesse qualcosa in grado di movimentare quella giornata oltremodo monotona.

John abbassò leggermente il giornale sul quale fino a poco fa stava cercando di concentrarsi. Gli era ben noto come diventava lo stato d'animo del suo compagno quando il mondo criminale prendeva la decisione di non farsi sentire per qualche giorno di troppo.

Distolse lo sguardo dalla pagina di cronaca nera che aveva catturato la sua attenzione e inquadrò una vestaglia blu e il proprietario di essa dai capelli scompigliati comodamente spaparanzato sul divano. Sentì un altro lamento su quanto fosse noioso il mondo. Sbuffò alzando gli occhi al cielo.

“Trovati qualcosa da fare. Possibilmente senza distruggere nulla né fare male e te stesso... ” consigliò ritornando alla lettura senza far troppo caso al suo sguardo accusatorio e dunque non si accorse nemmeno di uno strano luccichio che passò nelle iridi chiare del moretto.

“Giusto. Non distruggo nulla – quasi sicuro – e faccio tanto tanto bene a me stesso.” proclamò con un sorrisetto compiaciuto, ma prima che la sua mente riuscisse a realizzare un piano d'attacco, fu preceduto dal diretto interessato.

“... evitando anche - soprattutto - di saltarmi addosso.” concluse John, senza scomporsi. Voltò la pagina e passò a un altro articolo dando l'idea che questi lo incuriosisse molto più di un Sherlock offeso e scalpitante. Nascose un sorriso quando, spiando di sottecchi, vide il suo coinquilino incrociare le braccia e dargli le spalle come un bambino insoddisfatto e capriccioso a cui i genitori avevano sottratto i suoi cioccolatini preferiti.

In ogni caso, il bambino non aveva intenzione di darsi per vinto, e aveva l'aria di uno che da lì a poco, avrebbe soddisfatto il suo desiderio di assaggiare finalmente il dolce che più amava.

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Un grazie particolare a Namida.