Titolo:
Disaster!
Saint Valentine's day
Fandom:
Bleach
Personaggi: Tia
Harribel, Nnoitra Jilga
Parte: 1/1
Rating: verde
Conteggio Parole:
2202
Avvertimenti:
commedia, romantico (ma poco poco °°), introspettivo
Riassunto: per il
giorno di S. Valentino, Nnoitra decide di fare un regalo ad Harribel
che la lascerà senza parole.
Note: è una
alternative universe che mostra questi due personaggi da
“giovani”
(quanto meno ho preso spunto dal manga per lui quando viene mostrato
il suo passato) alle prese con una festa che a me non piace proprio.
È anche una storia assolutamente dissacrante quindi se amate
tale
festa astenetevi dalla lettura XD
Per il resta questa
ispirazione mi ha colto all'improvviso, magari torno di nuovo a
“distruggere” un mito qual è questa
festa. Buona lettura
intanto.
Tia Harribel sapeva che
Nnoitra aveva una sua filosofia di vita piuttosto distorta e alle
volte difficile da capire.
Sapeva anche che lui
odiava dal profondo la festa di S. Valentino –
così come tutte le
altre feste esistenti al mondo – quindi era già
mentalmente
preparata da qualche mese, cioè da quando avevano preso a
frequentarsi al di fuori dall'università, ad ogni sua
eventuale
trovata geniale.
Non che gli avesse fatto
chissà quale pressione per avere un
regalo in quel giorno
esatto – gli aveva solo ricordato che il
quattordici
febbraio era S. Valentino appunto – tuttavia non le sarebbe
dispiaciuto avere un briciolo di romanticismo in un giorno che era si
inflazionato allo stremo... Ma che comunque puntava le sue radici in
una fonte culturale antica e non moderna.
Si frequentavano da
qualche mese e si poteva ormai dire che la loro era una cosa seria.
Questo la bionda mulatta
lo aveva compreso fin dal principio stando vicino a quello sbandato
che continuava a provarci con lei – in un modo tutto suo e
non
convenzionale ovviamente. Nessun ragazzo avrebbe abbordato una
ragazza partendo dal criticarla nel suo sacrificarsi
per lo
studio e basta – durante i corsi di recupero organizzati da
lei
stessa per gli studenti con problemi ad affrontare determinati esami.
A furia di insistere era
riuscito a strappare un appuntamento alla bionda ma solo nel caso che
lui avesse superato un esame di francese che si sarebbe tenuto alla
fine del mese, lasciandolo bianco come un cencio per una impresa a
dir poco impossibile. A lui il francese non piaceva e mancavano meno
di due settimane all'esame.
Ma Nnoitra Jilga, che di
imprese disperate ne sapeva qualcosa, quando voleva andare a fondo ad
una questione ci andava con qualsiasi mezzo.
In quel momento Harribel
ricordò che lui aveva studiato così tanto il
francese che finì
col ritrovarsi con il cervello in panne,
e capace di parlare solo quella lingua anche dopo una settimana
finito l'esame maledetto.
Forse quella sua
“disperazione” l'aveva impietosita tanto da
concedergli una
chance, ora però che lo conosceva bene non se la sentiva
più di
rincuorarsi tanto per lui. Ed era anche vero che lui non avrebbe
sopportato sospiri malinconici diretti alla sua persona,
sennò si
entrava direttamente nella sua lista nera.
Harribel infine, si limitò
ad accettarlo per quello che era nella sua bizzarra natura, per
quanto alle volte suddetta natura la lasciasse davvero spiazzata. Ma
era un suo stile di vita, che seppur discutibile non era poi
più
criticabile del suo.
Ma era quando si metteva a
fare i regali che li, davvero, la sua pazienza di donna inflessibile
iniziava a scemare.
Quel giorno il suo uomo
era andato a trovarla a casa sua con un pacco di carta rossa
sfoggiando il suo più smagliante – e spaventoso
– dei sorrisi,
augurandole un “buon S. Valentino” che solo quello
la portò a
rimanere sconvolta.
Che cosa fosse successo
alla sua adorabile zucca vuota per portarlo a fare un regalo a lei e
per giunta in un giorno che gli faceva vomitare, per Tia rimaneva un
mistero. Però non si poteva togliere che quel pacco di medie
dimensioni, appoggiato sul tavolo della cucina, avesse il suo
discreto fascino.
La giovane donna lo guardò
tra il perplesso e il rapito per due minuti buoni senza dire nulla,
indirizzando di tanto in tanto occhiate scettiche ad un allampanato
giovanotto dai corti capelli neri – che a malapena gli
sfioravano
le spalle – cercando di capire se in quel suo unico occhio
destro
si celasse una qualche presa in giro.
“Beh? Che fai quella
faccia? Su dai, aprilo!”
il sorriso di lui non
accennava a scemare di fronte a quei due occhi verdi che lo
scrutavano scettici, riuscendo quasi a convincerla della sua buona
fede.
Anche se con un poco di
timore, Harribel scartò con calma quel grande pacco,
trovando pure
la forza speranzosa di sorridere lievemente di commossa
felicità.
Una sensazione un po'
adolescenziale che l'accompagnò – sotto lo sguardo
soddisfatto
dell'uomo davanti a lei – per tutta l'opera di scarto fino,
però,
a morire una volta visto cosa conteneva quella scatola rossa.
Odiava quando si ritrovava
a dover far morire un sorriso sulle labbra. Era una condizione a dir
poco frustrante. Un qualcosa che l'aveva portata sin da ragazzina a
non sorridere quasi mai per paura di episodi come quello.
Semplicemente, nell'esatto
momento in cui Tia scartò il semplice ed invitante
imballaggio
rosso, il suo regalo di San Valentino consisteva in...
“...
Rotoli di carta
igienica?!”
Con una punta di sconcerto
misto a giustificato nervosismo, Harribel estrasse dalla scatola
quello che era un candido rotolo di suddetta carta fulminando con lo
sguardo un compagno che pareva raggiante.
“Esatto dolcezza! La
migliore in circolazione! Roba che non trovi al
supermercato...”
“Oh, questo lo vedo! –
rispose seccata lei, aggrottando maggiormente le sopracciglia bionde
– mi stai forse prendendo in giro, Nnoitra?!”
era da esseri umani quanto
meno alterarsi per ricevere un simile regalo per giunta da una
persona amata, e per giunta il giorno della festa degli innamorati.
Per Dio... Non che
lei seguisse quella dannata festa, però il piano
architettato dal
compagno era una vera e propria presa per i fondelli.
Ma lo sguardo duro della
giovane universitaria, non portò che stizza ad un Nnoitra
Jilga
quasi offeso per la reazione della fidanzata.
“Uff, cos'è? Non ti
piace? Mi sembrava di capire che volessi un rega-”
“Ma secondo te brutto
idiota? – la bionda continuava ad avere una voce bassa e
apparentemente tranquilla, seppur si stava facendo giustamente aspra
– dovrebbe piacermi una cosa simile? Oppure mi stai dicendo
qualcosa, eh?!”
“Oh... Che sega! A
Starrk ho fatto lo stesso regalo e a lui è piaciuto
parecchio!
Questa carta igienica è in tiratura limitata e ci si
puliscono il
culo solo gli sceicchi!”
la giustificazione del
moro, per quanto comunque dettata da pura sincerità
risentita,
poteva non fregarne assolutamente ad una Tia ormai reticente a
trattenere la propria rabbia. Certo, a Coyote Starrk –
coinquilino
di camerata di Nnoitra – poteva anche essere piaciuto come
regalo.
Ma loro due erano, come
dire, culo e... culo?
A dire come “culo e
camicia” era inappropriato perchè alle volte le
sembrava che quei
due avessero il pensiero sincronizzato. Oppure un unico cervello in
comune che ogni tanto si prestavano e perdevano a vicenda.
“Io non... – infine,
la voce di Harribel tremò per la tensione di un giorno
andato a
male, con la voglia spropositata di mettersi a piangere –
credo che
questo non possa essere definito un regalo...”
era la rabbia che la stava
per portare a piangere. Ma era in principio l'orgoglio a farla
desistere dal mettersi a fare una cosa del genere davanti a lui.
Proprio lui che, ora non
più con il sorriso stampato sul pallido volto ovale, volle
avvicinarsi a lei – che prontamente si scostò da
Nnoitra per non
guardarlo in faccia – per prelevare un rotolo della discordia
e
mettersi a lanciarlo pigramente in aria senza reale divertimento.
Nel mezzo di quel silenzio
interrotto solo dallo spregevole via vai di macchine fuori dall'unica
finestra presente in stanza, la voce roca dell'uomo parlò
dando le
sue giustificazioni.
“Vuoi un regalo, Tia? E
cosa vorresti di preciso... hm? – si allontanò
ciondolando da lei,
sempre giocando con quel rotolo e allungando di proposito il silenzio
– vorresti dei fiori per caso? Così che ti possa
ricordare che un
giorno sfiorirai come loro? Scusa... Ma non volevo
darti della
vecchia prima del tempo regalandoti dei fiori! Senza
contare
che, per quanti belli siano, non potranno mai valorizzare una
persona... Non se appassiscono”
ritornò a camminare per
la piccola cucina raggiungendo un vecchio lavello e li, appoggiandosi
di schiena, la scrutò attentamente. Incredibile ma vero era
riuscito
a catturare l'attenzione della donna che ora mostrava due occhi
lievemente arrossati dalla tensione.
Harribel lo guardava tra
il perplesso e lo scettico, seppur comunque quelle parole avevano
fatto un certo effetto.
“Oppure... Della
cioccolata? A cosa serve? A chiederti di ingrassare controvoglia o a
fare la fortuna delle industrie dolciarie?! – si
allontanò dal
lavello guardandola attentamente con il suo unico occhio ametista,
andandole lentamente in contro – nahh, io ho solo cercato di
farti
un regalo utile che potesse avere mooolti usi
differenti oltre quello di pulirsi il culo!”
le si era avvicinato ormai
del tutto e, sebbene quella stolta cercasse di sfuggire al suo
sguardo ancora offesa e imbronciata, sapeva di essere riuscito a
sembrarle convincente e sincero seppur nel suo modo particolare e da
decifrare attentamente.
“E quali usi avrebbe?”
tagliò corto lei,
ritrovandosi “costretta” ad osservarlo in faccia
quando lui le
prese delicatamente il mento con due dita per girarle il volto verso
di lui.
Controvoglia avvertì dei
brividi scenderle giù per la schiena – che la
portarono di istinto
a stringersi maggiormente nel maglione di lana sintetica –
quando
Nnoitra passò un velo di carta igienica attorno alla sua
nuca a mo
di “collare” per attirarla più vicino.
“Ohh... Sapessi... –
bisbigliò roco ad una donna che tentava di mostrarsi il
più seccata
possibile – conosco tanti di quei giochetti da far sbiancare
un
animatore”
era davvero difficile
interpretare ogni singolo gesto e parola di Nnoitra Jilga, se non
sfruttando una incommensurabile pazienza ed empatia, che lei grazie
al cielo possedeva.
Si ritrovò per questo a
capire – seppur lentamente – le parole del compagno
e a cacciare
dentro gli occhi lacrime di frustrazione. Per trovarsi infine a
sbuffargli contro annoiata per quel suo atteggiamento ingannevole e
complicato.
“Sei sempre il solito...
Stronzo, Nnoitra”
“Ehe, lo prendo come un
complimento, sai?!”
era a poco più di due
centimetri dalle labbra carnose di lei in trepida attesa di
strapparle un bacio come a volersi far perdonare.
Anche se il commento poco
carino di Harribel venne dettato con la sua solita flemma –
ora non
più corrotta dall'ira di prima grazie alle sue delucidazioni
– ciò
non voleva dire che non era comunque disposta ad accontentare quel
totale idiota.
Un idiota che a modo suo
amava la sua donna anche se, spesso, la portava all'esasperazione.
Tensione poi finalmente
stemperata dal corpo di Tia quando lui finalmente la baciò,
con
estrema soddisfazione apparente.
Quel momento di
riconciliazione tuttavia, venne a malincuore interrotto da un trillo
insistente proveniente dalle tasche dei jeans di Nnoitra, che seccato
si separò lentamente dalla propria donna sbuffando
aggressivo.
“Il cercapersona! Merda!
Ma chi può essere proprio ora...?”
ringhiando nervoso per
quell'inconveniente che aveva rovinato l'atmosfera, l'uomo
buttò
distrattamente il rotolo nella scatola rossa con gesto seccato, per
estrarre la piccola diavoleria elettronica dalla tasca destra dei
pantaloni e vedere chi osasse disturbarlo.
“È Starrk... –
mugugnò Jilga osservando con una smorfia il messaggio
scritto sul
display, citandolo alla donna – si è
rotto il cesso, cerca
idraulico. Ps: le birre sono in frigo?... Uff, io questo
idiota
lo-”
“È meglio che tu vada a
vedere – lo interruppe lei accarezzandogli lievemente un
avambraccio e guardandolo nuovamente quieta come prima –
potrebbe
avere bisogno di una mano”
“Oh, sicuramente si! Ma
l'idraulico vorrei ben vedere con che soldi lo paghiamo...”
“Hm, potresti sempre
dargli un rotolo di carta igienica... no?!”
la spensierata battuta
della donna – dettata con una punta di ilarità
pensata per
sbeffeggiarlo lievemente – lo portarono ad assottigliare lo
sguardo
con fare lievemente truce ad una Harribel che teneva saldo il suo
sguardo su di lui.
“Harribel, sei così
spiritosa che il giorno in cui ti sposerò sarà
anche quello in cui
mi pentirò amaramente!”
dettò tali parole
nell'atto di portarsi verso l'ingresso del piccolo e spartano
appartamento, seguito a breve da una compagna che rise lievemente a
quella battuta, indirizzandole infine un ultimo sorriso sadico una
volta giunto alla porta.
“Beh, comunque dolcezza
ci si vede! Se stasera sono libero ti do una pratica
dimostrazione di quanto siano utili quei rotoli...”
e detto ciò, dopo averla
per l'ultima volta baciata lievemente sulle labbra a mo di saluto,
Nnoitra Jilga si dileguò dall'appartamento di Harribel
fiducioso
che, una volta conclusi i soliti pasticci quotidiani, un po' di relax
con la propria ragazza non glielo avrebbe tolto nessuno.
Peccato per lui, i piani
di Tia erano ben altri. Poiché data la sua sorpresa nel
farle un
regalo per una festa che non gli andava assai a genio – ma
che
comunque aveva festeggiato per farle un favore e per non
“abbatterla” troppo – anche a lei in quel
preciso momento le
venne in mente una idea per il giorno di S. Valentino.
Più che una idea, una
trovata degna di Jilga da tanto che era architettata e di difficile
interpretazione.
Harribel sorrise, all'idea
che lo avrebbe tenuto in astinenza per un mese
intero in modo
che assieme scoprissero le virtù di un rapporto nel suo
senso più
interiore, oltre che esplicitamente carnale.
Magari nel suo intento un
filo di piccola rivincita sul discutibile regalo di Nnoitra c'era...
ma era anche pur vero che la sua logica non era tutta acqua proprio
come le spiegazioni dettate dal compagno sull'utilissima carta
igienica.