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Autore: ElderClaud    12/02/2011    2 recensioni
“Beh? Che fai quella faccia? Su dai, aprilo!”
il sorriso di lui non accennava a scemare di fronte a quei due occhi verdi che lo scrutavano scettici, riuscendo quasi a convincerla della sua buona fede.
Anche se con un poco di timore, Harribel scartò con calma quel grande pacco, trovando pure la forza speranzosa di sorridere lievemente di commossa felicità.
Ma nell'esatto momento in cui Tia scartò il semplice ed invitante imballaggio rosso, il suo regalo di San Valentino consisteva in...

[Nnoitra/Harribel]
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Espada, Nnoitra Jilga
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Disaster! Saint Valentine's day
Fandom: Bleach

Personaggi: Tia Harribel, Nnoitra Jilga
Parte: 1/1
Rating: verde
Conteggio Parole: 2202
Avvertimenti: commedia, romantico (ma poco poco °°), introspettivo
Riassunto: per il giorno di S. Valentino, Nnoitra decide di fare un regalo ad Harribel che la lascerà senza parole.
Note: è una alternative universe che mostra questi due personaggi da “giovani” (quanto meno ho preso spunto dal manga per lui quando viene mostrato il suo passato) alle prese con una festa che a me non piace proprio. È anche una storia assolutamente dissacrante quindi se amate tale festa astenetevi dalla lettura XD
Per il resta questa ispirazione mi ha colto all'improvviso, magari torno di nuovo a “distruggere” un mito qual è questa festa. Buona lettura intanto.


Tia Harribel sapeva che Nnoitra aveva una sua filosofia di vita piuttosto distorta e alle volte difficile da capire.
Sapeva anche che lui odiava dal profondo la festa di S. Valentino – così come tutte le altre feste esistenti al mondo – quindi era già mentalmente preparata da qualche mese, cioè da quando avevano preso a frequentarsi al di fuori dall'università, ad ogni sua eventuale trovata geniale.
Non che gli avesse fatto chissà quale pressione per avere un regalo in quel giorno esatto – gli aveva solo ricordato che il quattordici febbraio era S. Valentino appunto – tuttavia non le sarebbe dispiaciuto avere un briciolo di romanticismo in un giorno che era si inflazionato allo stremo... Ma che comunque puntava le sue radici in una fonte culturale antica e non moderna.
Si frequentavano da qualche mese e si poteva ormai dire che la loro era una cosa seria.
Questo la bionda mulatta lo aveva compreso fin dal principio stando vicino a quello sbandato che continuava a provarci con lei – in un modo tutto suo e non convenzionale ovviamente. Nessun ragazzo avrebbe abbordato una ragazza partendo dal criticarla nel suo sacrificarsi per lo studio e basta – durante i corsi di recupero organizzati da lei stessa per gli studenti con problemi ad affrontare determinati esami.
A furia di insistere era riuscito a strappare un appuntamento alla bionda ma solo nel caso che lui avesse superato un esame di francese che si sarebbe tenuto alla fine del mese, lasciandolo bianco come un cencio per una impresa a dir poco impossibile. A lui il francese non piaceva e mancavano meno di due settimane all'esame.
Ma Nnoitra Jilga, che di imprese disperate ne sapeva qualcosa, quando voleva andare a fondo ad una questione ci andava con qualsiasi mezzo.

In quel momento Harribel ricordò che lui aveva studiato così tanto il francese che finì col ritrovarsi con il cervello in panne, e capace di parlare solo quella lingua anche dopo una settimana finito l'esame maledetto.
Forse quella sua “disperazione” l'aveva impietosita tanto da concedergli una chance, ora però che lo conosceva bene non se la sentiva più di rincuorarsi tanto per lui. Ed era anche vero che lui non avrebbe sopportato sospiri malinconici diretti alla sua persona, sennò si entrava direttamente nella sua lista nera.
Harribel infine, si limitò ad accettarlo per quello che era nella sua bizzarra natura, per quanto alle volte suddetta natura la lasciasse davvero spiazzata. Ma era un suo stile di vita, che seppur discutibile non era poi più criticabile del suo.

Ma era quando si metteva a fare i regali che li, davvero, la sua pazienza di donna inflessibile iniziava a scemare.
Quel giorno il suo uomo era andato a trovarla a casa sua con un pacco di carta rossa sfoggiando il suo più smagliante – e spaventoso – dei sorrisi, augurandole un “buon S. Valentino” che solo quello la portò a rimanere sconvolta.
Che cosa fosse successo alla sua adorabile zucca vuota per portarlo a fare un regalo a lei e per giunta in un giorno che gli faceva vomitare, per Tia rimaneva un mistero. Però non si poteva togliere che quel pacco di medie dimensioni, appoggiato sul tavolo della cucina, avesse il suo discreto fascino.
La giovane donna lo guardò tra il perplesso e il rapito per due minuti buoni senza dire nulla, indirizzando di tanto in tanto occhiate scettiche ad un allampanato giovanotto dai corti capelli neri – che a malapena gli sfioravano le spalle – cercando di capire se in quel suo unico occhio destro si celasse una qualche presa in giro.
“Beh? Che fai quella faccia? Su dai, aprilo!”
il sorriso di lui non accennava a scemare di fronte a quei due occhi verdi che lo scrutavano scettici, riuscendo quasi a convincerla della sua buona fede.
Anche se con un poco di timore, Harribel scartò con calma quel grande pacco, trovando pure la forza speranzosa di sorridere lievemente di commossa felicità.
Una sensazione un po' adolescenziale che l'accompagnò – sotto lo sguardo soddisfatto dell'uomo davanti a lei – per tutta l'opera di scarto fino, però, a morire una volta visto cosa conteneva quella scatola rossa.
Odiava quando si ritrovava a dover far morire un sorriso sulle labbra. Era una condizione a dir poco frustrante. Un qualcosa che l'aveva portata sin da ragazzina a non sorridere quasi mai per paura di episodi come quello.
Semplicemente, nell'esatto momento in cui Tia scartò il semplice ed invitante imballaggio rosso, il suo regalo di San Valentino consisteva in...
... Rotoli di carta igienica?!”
Con una punta di sconcerto misto a giustificato nervosismo, Harribel estrasse dalla scatola quello che era un candido rotolo di suddetta carta fulminando con lo sguardo un compagno che pareva raggiante.
“Esatto dolcezza! La migliore in circolazione! Roba che non trovi al supermercato...”
“Oh, questo lo vedo! – rispose seccata lei, aggrottando maggiormente le sopracciglia bionde – mi stai forse prendendo in giro, Nnoitra?!”
era da esseri umani quanto meno alterarsi per ricevere un simile regalo per giunta da una persona amata, e per giunta il giorno della festa degli innamorati.
Per Dio... Non che lei seguisse quella dannata festa, però il piano architettato dal compagno era una vera e propria presa per i fondelli.
Ma lo sguardo duro della giovane universitaria, non portò che stizza ad un Nnoitra Jilga quasi offeso per la reazione della fidanzata.
“Uff, cos'è? Non ti piace? Mi sembrava di capire che volessi un rega-”
“Ma secondo te brutto idiota? – la bionda continuava ad avere una voce bassa e apparentemente tranquilla, seppur si stava facendo giustamente aspra – dovrebbe piacermi una cosa simile? Oppure mi stai dicendo qualcosa, eh?!”
“Oh... Che sega! A Starrk ho fatto lo stesso regalo e a lui è piaciuto parecchio! Questa carta igienica è in tiratura limitata e ci si puliscono il culo solo gli sceicchi!”
la giustificazione del moro, per quanto comunque dettata da pura sincerità risentita, poteva non fregarne assolutamente ad una Tia ormai reticente a trattenere la propria rabbia. Certo, a Coyote Starrk – coinquilino di camerata di Nnoitra – poteva anche essere piaciuto come regalo.
Ma loro due erano, come dire, culo e... culo?
A dire come “culo e camicia” era inappropriato perchè alle volte le sembrava che quei due avessero il pensiero sincronizzato. Oppure un unico cervello in comune che ogni tanto si prestavano e perdevano a vicenda.
“Io non... – infine, la voce di Harribel tremò per la tensione di un giorno andato a male, con la voglia spropositata di mettersi a piangere – credo che questo non possa essere definito un regalo...”
era la rabbia che la stava per portare a piangere. Ma era in principio l'orgoglio a farla desistere dal mettersi a fare una cosa del genere davanti a lui.
Proprio lui che, ora non più con il sorriso stampato sul pallido volto ovale, volle avvicinarsi a lei – che prontamente si scostò da Nnoitra per non guardarlo in faccia – per prelevare un rotolo della discordia e mettersi a lanciarlo pigramente in aria senza reale divertimento.
Nel mezzo di quel silenzio interrotto solo dallo spregevole via vai di macchine fuori dall'unica finestra presente in stanza, la voce roca dell'uomo parlò dando le sue giustificazioni.
“Vuoi un regalo, Tia? E cosa vorresti di preciso... hm? – si allontanò ciondolando da lei, sempre giocando con quel rotolo e allungando di proposito il silenzio – vorresti dei fiori per caso? Così che ti possa ricordare che un giorno sfiorirai come loro? Scusa... Ma non volevo darti della vecchia prima del tempo regalandoti dei fiori! Senza contare che, per quanti belli siano, non potranno mai valorizzare una persona... Non se appassiscono”
ritornò a camminare per la piccola cucina raggiungendo un vecchio lavello e li, appoggiandosi di schiena, la scrutò attentamente. Incredibile ma vero era riuscito a catturare l'attenzione della donna che ora mostrava due occhi lievemente arrossati dalla tensione.
Harribel lo guardava tra il perplesso e lo scettico, seppur comunque quelle parole avevano fatto un certo effetto.
“Oppure... Della cioccolata? A cosa serve? A chiederti di ingrassare controvoglia o a fare la fortuna delle industrie dolciarie?! – si allontanò dal lavello guardandola attentamente con il suo unico occhio ametista, andandole lentamente in contro – nahh, io ho solo cercato di farti un regalo utile che potesse avere mooolti usi differenti oltre quello di pulirsi il culo!”
le si era avvicinato ormai del tutto e, sebbene quella stolta cercasse di sfuggire al suo sguardo ancora offesa e imbronciata, sapeva di essere riuscito a sembrarle convincente e sincero seppur nel suo modo particolare e da decifrare attentamente.
“E quali usi avrebbe?”
tagliò corto lei, ritrovandosi “costretta” ad osservarlo in faccia quando lui le prese delicatamente il mento con due dita per girarle il volto verso di lui.
Controvoglia avvertì dei brividi scenderle giù per la schiena – che la portarono di istinto a stringersi maggiormente nel maglione di lana sintetica – quando Nnoitra passò un velo di carta igienica attorno alla sua nuca a mo di “collare” per attirarla più vicino.
“Ohh... Sapessi... – bisbigliò roco ad una donna che tentava di mostrarsi il più seccata possibile – conosco tanti di quei giochetti da far sbiancare un animatore”
era davvero difficile interpretare ogni singolo gesto e parola di Nnoitra Jilga, se non sfruttando una incommensurabile pazienza ed empatia, che lei grazie al cielo possedeva.
Si ritrovò per questo a capire – seppur lentamente – le parole del compagno e a cacciare dentro gli occhi lacrime di frustrazione. Per trovarsi infine a sbuffargli contro annoiata per quel suo atteggiamento ingannevole e complicato.
“Sei sempre il solito... Stronzo, Nnoitra”
“Ehe, lo prendo come un complimento, sai?!”
era a poco più di due centimetri dalle labbra carnose di lei in trepida attesa di strapparle un bacio come a volersi far perdonare.
Anche se il commento poco carino di Harribel venne dettato con la sua solita flemma – ora non più corrotta dall'ira di prima grazie alle sue delucidazioni – ciò non voleva dire che non era comunque disposta ad accontentare quel totale idiota.

Un idiota che a modo suo amava la sua donna anche se, spesso, la portava all'esasperazione.
Tensione poi finalmente stemperata dal corpo di Tia quando lui finalmente la baciò, con estrema soddisfazione apparente.
Quel momento di riconciliazione tuttavia, venne a malincuore interrotto da un trillo insistente proveniente dalle tasche dei jeans di Nnoitra, che seccato si separò lentamente dalla propria donna sbuffando aggressivo.
“Il cercapersona! Merda! Ma chi può essere proprio ora...?”
ringhiando nervoso per quell'inconveniente che aveva rovinato l'atmosfera, l'uomo buttò distrattamente il rotolo nella scatola rossa con gesto seccato, per estrarre la piccola diavoleria elettronica dalla tasca destra dei pantaloni e vedere chi osasse disturbarlo.
“È Starrk... – mugugnò Jilga osservando con una smorfia il messaggio scritto sul display, citandolo alla donna – si è rotto il cesso, cerca idraulico. Ps: le birre sono in frigo?... Uff, io questo idiota lo-”
“È meglio che tu vada a vedere – lo interruppe lei accarezzandogli lievemente un avambraccio e guardandolo nuovamente quieta come prima – potrebbe avere bisogno di una mano”
“Oh, sicuramente si! Ma l'idraulico vorrei ben vedere con che soldi lo paghiamo...”
“Hm, potresti sempre dargli un rotolo di carta igienica... no?!”
la spensierata battuta della donna – dettata con una punta di ilarità pensata per sbeffeggiarlo lievemente – lo portarono ad assottigliare lo sguardo con fare lievemente truce ad una Harribel che teneva saldo il suo sguardo su di lui.
“Harribel, sei così spiritosa che il giorno in cui ti sposerò sarà anche quello in cui mi pentirò amaramente!”
dettò tali parole nell'atto di portarsi verso l'ingresso del piccolo e spartano appartamento, seguito a breve da una compagna che rise lievemente a quella battuta, indirizzandole infine un ultimo sorriso sadico una volta giunto alla porta.
“Beh, comunque dolcezza ci si vede! Se stasera sono libero ti do una pratica dimostrazione di quanto siano utili quei rotoli...”
e detto ciò, dopo averla per l'ultima volta baciata lievemente sulle labbra a mo di saluto, Nnoitra Jilga si dileguò dall'appartamento di Harribel fiducioso che, una volta conclusi i soliti pasticci quotidiani, un po' di relax con la propria ragazza non glielo avrebbe tolto nessuno.
Peccato per lui, i piani di Tia erano ben altri. Poiché data la sua sorpresa nel farle un regalo per una festa che non gli andava assai a genio – ma che comunque aveva festeggiato per farle un favore e per non “abbatterla” troppo – anche a lei in quel preciso momento le venne in mente una idea per il giorno di S. Valentino.
Più che una idea, una trovata degna di Jilga da tanto che era architettata e di difficile interpretazione.
Harribel sorrise, all'idea che lo avrebbe tenuto in astinenza per un mese intero in modo che assieme scoprissero le virtù di un rapporto nel suo senso più interiore, oltre che esplicitamente carnale.
Magari nel suo intento un filo di piccola rivincita sul discutibile regalo di Nnoitra c'era... ma era anche pur vero che la sua logica non era tutta acqua proprio come le spiegazioni dettate dal compagno sull'utilissima carta igienica.


   
 
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