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Autore: Mavala    12/02/2011    2 recensioni
L'uomo perfetto esiste?è questa la domanda che si pone Isabella Swan,ragazza del tutto normale intenzionata a scovare l'uomo giusto per lei.Ma risucirà a trovarlo?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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CAPITOLO 3
 
Cambiamenti….
 
 
Ero in ritardo, in un fottuto ritardo .
Tutta colpa di quella maledetta sveglia che aveva deciso di non voler collaborare al mio risveglio quel giorno.
Maledizione.
I miei occhi si erano spalancanti nell’esatto istante in cui il rumore fastidioso dei clacson avevano assordato i miei poveri timpani, notando distrattamente quei numeretti gialli .
Con non curanza dell’orario che vi lampeggiava sul display della tv , avevo ripreso la mia attività  e affondato di più la testa nel morbido guanciale ,stretto stranamente tra le mie braccia , avevo potuto ispirarne il dolce profumo di menta di quelle morbide pieghe .
Era fresco,delizioso,intenso,metteva acquolina al solo annusarlo ……Strano. Un profumo diverso dal solito detersivo che impiegava Alice nel sbrigare il bucato infatti quella miscela che si apprestava a comparare la mia amica profumava di lavanda .
Un grugnito molto simile ad un miagolio mi arrivò da vicino ,molto vicino ma non ci badai ,stavo bene ,a dirla tutta stavo più che bene nel riposare nel mio semplice letto acquistato ai grandi magazzini scontato .Era un vero spreco abbandonare quella sensazione di benessere .
Approfittai di quella percezione di beatitudine per affondare maggiormente il viso in quell’accumulo di piume stretto tra le mie mani  ma con mio sommo stupore il miagolio di prima si accentuò .
Alzai svogliatamente le palpebre pronta a sbraitare contro colui che disturbava  il mio sonno ma dovetti trattenere il fiato .
La mia fervida immaginazione stava giocando un brutto scherzo.
Chiudi gli occhi e riaprili ,vedrai è solo un sogno!
Ma lo scenario non cambiava .Come potevo accertarmi che quello non era un sogno ma la realtà?
Presi a sfiorare lentamente quella perfetta parte di pelle presente nel mio raggio visivo coperta da un semplice tessuto,costatandole la sua morbidezza ma soprattutto la sua consistenza .Era reale ,quel copro stretto tra le mie braccia,era reale .
In quell’istante la percezione degli oggetti che mi circondavano avevano acquisito la loro reale forma e nel realizzarlo avevo perfettamente appreso che ero barricata tra le braccia di Edward .
Non ero sul mio letto malandato o sul mio bel cuscino con sopra stampato Hello Kitty .
No .
Ero avvolta in un perfetto rifugio fatto dalla sola forza di braccia che cercavano reciprocamente quel calore che solo un corpo può spigionare .
Cautamente ,portai il mio sguardo verso il suo è un senso di sollievo mi attanaglio quando
potei notare le sue palpebre ancora chiuse.
Tirai un lungo sospiro . Non ci sarebbe stato alcun imbarazzo se sarei riuscita a liberarmi prima del suo risveglio .
Ma ,sfortunatamente, non riuscì a trattenermi nell’ammirare quell’uomo che faceva parte della mia vita da diversi anni ormai.
Come avevo potuto non accorgemene di star stingendo un corpo caldo invece di un banalissimo guanciale?
Quell’ uomo che rappresentava l’ incarnazione della perfezione con quel suo viso d’angelo, scolpito dalle stesse fattezze di un dio greco faceva parte ormai della mia quotidianità , insediato nel mio cuore accanto alle persone di cui io non potevo più farne a meno  .
Una strana frenesia si impossessò del mio corpo e prima ancora che potessi formulare alcun pensiero, la mia mano aveva intrapreso un percorso senza ostacoli e senza alcun controllo mi ritrovai ad accarezzare il suo viso in una dolce carezza .
La morbidezza della sua pelle si confondeva con la lieve ruvidità che si diradava verso il basso,circondando quelle labbra dalla linea dritta.
Le lunghe ciglia folte incastrate alla perfezione, incorniciavano i due splendidi occhi preclusi in quell’istante dal sonno da cui era stato rapito.
Man mano la mia mano percorreva leggiadra su quell’immensa distesa di pelle esposta al mio volere  senza remore ,senza pretese .Una semplice contemplazione da una donna ad un uomo.
Sentivo caldo ,molto caldo soprattutto sulle mie gote dove ,sicuramente, un’ondata di rossore stava divampando su di esse.
Un impercettibile movimento aveva scosso il suo corpo facendomi trattenere a mezz’aria la mia mano che stranamente non voleva staccarsi da quella fonte infinita di calore.
A malincuore dovetti abbandonare quell’esplorazione e cercando di fare il minor rumore possibile cercai di sgusciare via da quella presa ferrea che di lasciarmi andare non ne voleva sapere .
Oh Dio .Oh Dio .Cosa dovevo fare?
Svegliarlo era l’unica soluzione ma come avrei potuto senza soccombere nell’imbarazzo ?
Lancia uno sguardo fugace al led che segnava le 07:45  per poi riportarlo su quell’uomo che mi affiancava  .
Le 7 e 45?
Oh merda!
 

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Un brulicante frenetico di vita intasava la strada mentre un via vai di auto imbottigliava il traffico mattutino. Individui impegnati con la solita routine mattiniera si accingevano ad affrettarsi al più presto alla loro meta, escludendo ulteriori ritardi .
Il caos sovrano regnava in ogni parte della giornata regalando alla città un’aria delirante e contribuendo all’incessante crescita della più grande metropoli del mondo. Era questo che caratterizzava la grande mela ,la frenesia degli abitanti circondati dalla scalpitante ricerca di tranquillità , a voler dimostrare che tutto poteva  coesistere.
Ed io ero una di quelle persone che di calma non ne voleva sentir parlare in quell’istante, rapita dalla frenesia del ritardo che mi attanagliava . Correvo a perdifiato tra la folla, cercando di farmi largo tra quella marea per raggiungere il più velocemente la metro .
Non risparmiai spintoni o sorpassi azzardati nei confronti dei chiacchieroni attaccati perennemente al loro blackberry ultimo modello .
Il respiro mi si era condensato in un affanno e le gambe mi dolevano per lo sforzo ma non potevo arrendermi proprio ad un passo dall’ingresso della mia ambita meta .
Purtroppo non avevo fatto i  conti con le file chilometriche per l’accesso e tirando fuori dalla mia borsa il tesserino con sopra una foto orrenda  che mi ricordava tanto Mrs. Bean ,attesi impaziente il mio turno .
Attesa che fu catturata dal vorticare caotico dei miei pensieri concentrati sull’ immagine di Edward.
Non riuscivo a comprendere come era stato possibile avere una reazione del genere suscitata da una persona che conoscevo bene e che consideravo alla stregua  di un fratello .
Non era la prima volta che dividevamo lo stesso letto o assumevamo pose alquanto equivoche ma non avevo mai provato un impulso del genere .Era come se lo vedessi per la prima volta .
Era assurdo ,eppure, la reazione scatenata dalla sua immagine stretta al mio corpo aveva suscitato in me un’ interesse che andava ben oltre le vesti di amico ma che si era trasformata in pura e forte attrazione .
Era stato assurdo e folle compiere quei gesti e non da meno il continuare al pensarci .  
Scaccia quei pensieri con la sola forza di doverlo fare, in fin dei conti provavo del semplice desiderio per un uomo ,solo che l’uomo in questione era il migliore amico .
Accidenti a me !!
Notai distrattamente che la prossima ad attraversare il metal ero io e non potei che tirare un sospiro di sollievo.
Ero salva quella mattina, non sarei arrivata in ritardo .
 

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7 minuti, 28 secondi dopo, ero arrivata alla mia fermata.
Avevo affrontato quel breve tragitto in un piccolo angolino lasciatomi per puro miracolo ,visto che,come sempre, il vagone era affollato .
Raggiunsi l’imponente edificio e in men che non si dica fui catapultata in un luogo dove la parola “normalità” non vi era conosciuta .  
L'Istituto d'Arte di New York offriva agli studenti un luogo stimolanteper affinare le loro abilitàcreative e artisticheapplicate in modo molto diversificative per questo sembrava di essere piombati
nel “Paese delle Meraviglie”, circondati da strati e strati di fantasia ,solo che a popolare la scuola non vi erano personaggi frutto dell’immaginazione ma solo persone che si esprimevano attraverso essa.
Velocemente percorsi quel lungo corridoio ,affollato da ragazzi proveniente da tutto il mondo, per infilarmi nell’aula dove avrei seguito la lezione .
Scorsi in lontananza la figura di Angela e senza farmi attendere occupai il posto accanto al suo .
- Ciao Bella .
Ricambiai il saluto con un sorriso mentre estraevo dalla tracolla il volume che mi sarebbe servito .
- Allora come procedono le cose a lavoro?
- Non mi posso lamentare solo che certe volte mi vien voglia di riagganciare il telefono senza dover dare importanza a nessuno.
Sul volto della mia vicina affiorò un timido sorriso .
- Pensa che non sarà per sempre così ,prima o poi uscirai da qui con un pezzo di carta che attesterà le tue capacità e potrai mollare tutto per il lavoro dei tuoi sogni .
- Bè spero che mi daranno presto questo pezzo di carta perché sinceramente mi sono scocciata .
- Come, non lo sai ? La pazienza è la virtù dei forti .
- Ma non nel mio caso.
- Ciao dolcezze .
Una voce familiare ma al tempo stesso fastidiosa ci obbligò a prestare attenzione alla figura che si parava davanti a noi .Mike ,uno dei tanti compagni che seguiva il nostro stesso corso ,si era deliberatamente accomodato alla mia  destra e con nonchalance aveva depositato la sua tracolla sul mio banco soffocando il mio libro .
Non lo tolleravo .No lo avevo mai tollerato e non avevo intenzione di iniziare a farlo adesso .
- Mike ,gentilmente ,potresti togliere la tua borsaccia da sopra le mie cose ?
Con un accenno di rossore sulle guance ,Mike ,si apprestò a svolgere la mia richiesta e muto come un pesce fissò un punto indefinito davanti a sé,comprendendo la sua gaffe  .
Non capivo perché un tipo come lui tranquillo e timido certe volte potesse comportarsi con atteggianti da bad – boy .I suoi “amici” ,a mio parere , lo influenzavano troppo e negativamente per farlo diventare qualcuno che lui non era.
Scossi la testa e solo allora mi accorsi dell’entrata in aula del professore e delle sue parole che avevano preso a spiegare la Teoria delle Percezioni .
9 Possedere una bella voce .
Avevo sempre affermato che il mio uomo ideale avrebbe dovuto possedere questo requisito .
Un usignolo senza i suoi toni chiari e fortisarebbe stato considerato alla stregua di un uccello qualsiasi .Al contrario di tutto questo ,il suo canto viene considerato uno tra i più belli e i più complessi degli uccelli .
Perché accontentarsi di un gufo quando si può avere un usignolo ?
Avevo bisogno di un uomo che con la sola forza della voce potesse farmi sciogliere come neve al sole .Di potermi tranquillizzare e al tempo stesso di potermi sussurrare parole senza libidine.
Pretendevo un uomo che avesse avuto un timbro di voce da farmi scombussolare totalmente . 
Il problema stava nel trovare un uomo del genere .
Forse erano in via d’estinzione o sperduti da qualche parte , chissà, ma io non demordevo con la mia ricerca ,avrei trovato a tutti i costi il mio uomo perfetto .
 

Noioso?Non so.
Ringrazio come sempre chi segue la storia e chi lascia una recensione .Grazie !
Volevo porvi una domanda: secondo voi quale caratteristica dovrebbe possedere il vostro uomo ideale ?

 
  
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