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Autore: PattyOnTheRollercoaster    12/02/2011    2 recensioni
“Amore al Primo Sguardo. E questi cosa sono?”, domandai prendendo in mano una scatola di dolci molto elegante.
“Sono cioccolatini stregati. Per fare scherzi, sai? Chiunque li mangi s’innamora della prima persona che vede”, disse Fred prendendo in mano uno dei pacchetti.
“E funziona davvero? Ingegnoso”, disse Ginny sorridendo.
“Si, ogni singolo cioccolatino è stregato. L’effetto può durare anche un mese, dipende dal peso del ragazzo, e se sono un po’ stagionati è meglio.”
“Forte!”, disse Ginny ridendo. “A chi ne manderesti uno?”, chiese a George.
Lui ci pensò un po’. “Non saprei. Forse a Ron, tanto per dargli fastidio. O alla Parkinson”, disse lui con un ghigno.

E invece l’avevano mandato a Malfoy.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 2
Con affetto dai Tiri Vispi Weasley





Hermione
“Oh non lo sopporto proprio più!”, borbottai lanciandogli un’occhiata di sbieco e rimettendo il libro nella borsa. Era da una settimana ormai che Malfoy non faceva altro che guardarmi. Mi guardava spudoratamente e la sua vita sembrava consistere solo in quello. Davvero non faceva nient’altro. Ovunque fossi: in classe, nei corridoi, nella Sala Grande, nel parco. Lui mi guardava con un’aria trasognata che non gli avevo mai visto prima d’ora.
Se possibile, Ron aveva iniziato ad odiarlo più di prima. Lo guardò anche lui malevolmente e disse minacciosamente: “Forse dovrei andare a fargli un discorso. O una fattura.”
“No, Ron. Dai, in fondo non ha fatto niente di male. Lascialo stare, se succederà qualcosa vedremo di chiarire questa situazione.”
“Però forse, sai… dovremmo parlargli ora. Non gli fa bene stare in quello stato: i prof lo sgridano, non mangia. Nemmeno Zabini sembra più essere suo amico”, disse Ron uscendo dall’aula con una smorfia di disgusto. Credo che vedere così Malfoy lo rendesse triste: non se la sentiva di prendere in giro un menomato mentale.
Harry, che aveva sentito tutta la nostra conversazione, s’intromise: “Sai, non credo che dovresti parlare con lui. Dopo quello che ci hai raccontato io non ci parlerei, che ne sai che non ti rapisce e il giorno dopo ti ritrovi in Egitto in luna di miele? Però c’è sempre Zabini con cui puoi parlare.”
“Ma certo! Con Zabini! Harry hai assolutamente ragione, perché non è venuto in mente a me?”, esclamai. Mi guardai attorno ma i Serpeverde si erano già tutti dileguati. “La prossima volta che lo vedo ci parlerò. Magari quando sarà da solo”, precisai.
Harry fece un risolino, e alla muta domanda che gli rivolsi storcendo il naso rispose: “Non vuoi vedere Malfoy?”
“Non è che non voglia vederlo, è solo che l’ultima volta era strano. All’inizio pensavo che non sarebbe più successo nulla, ma continua a essere così… non so, è come se fosse ossessionato da me, come se gli piacessi, cosa che è impossibile. Sono sicura che si sta prendendo gioco di me. Parlare con Zabini sarà molto meglio”, conclusi con tutta la dignità che potei trovare.
Quel pomeriggio le mie preghiere furono esaudite. Zabini era nel parco, seduto sull’erba, immerso nella lettura di un grosso libro. Non appena lo vidi corsi da lui e mi sedetti al suo fianco.
“Ciao”, mi disse mettendo via il libro. Non sembrava stupito che fossi lì e nemmeno infastidito. Anzi pareva quasi rassegnato e deciso a prendere la situazione con serietà, come una persona matura. E infatti al posto di un insulto disse: “Sto facendo una fatica del diavolo con Draco.”
“Ma si può sapere che cos’ha?”, domandai spazientita alzando gli occhi al cielo.
“Be’ non ne sono sicuro al cento per cento, ma credo che quei cioccolatini che ha mangiato fossero stregati. Non so con quale magia o con quale incantesimo, ma di sicuro c’era qualcosa in quei dolci”, disse Zabini.
“Ha mangiato un cioccolatino di fronte a me”, dissi lentamente, spalancando gli occhi dalla comprensione. “Forse c’era una pozione d’amore dentro.”
“Possibile. Mi ha detto che ha trovato quei cioccolatini sul letto. Conoscendolo avrà pensato che fossero da parte di qualche ragazza.” Zabini sorrise leggermente.
Fu in quel momento che capii. “Oh, che stupida!”, mi dissi, portandomi una mano alla fronte.

Amore al Primo Sguardo. E questi cosa sono?”, domandai prendendo in mano una scatola di dolci molto elegante.
“Sono cioccolatini stregati. Per fare scherzi, sai? Chiunque li mangi s’innamora della prima persona che vede”, disse Fred prendendo in mano uno dei pacchetti.
“E funziona davvero? Ingegnoso”, disse Ginny sorridendo.
“Si, ogni singolo cioccolatino è stregato. L’effetto può durare anche un mese, dipende dal peso del ragazzo, e se sono un po’ stagionati è meglio.”
“Forte!”, disse Ginny ridendo. “A chi ne manderesti uno?”, chiese a George.
Lui ci pensò un po’. “Non saprei. Forse a Ron, tanto per dargli fastidio. O alla Parkinson”, disse lui con un ghigno.

E invece l’avevano mandato a Malfoy. Maledetti!
Mandai una lettera a Fred e George chiedendogli se per caso avessero mandato una scatola di Amore al Primo Sguardo a Malfoy, poi tornai in Sala Comune, torcendomi le mani dall’agitazione.

Draco
Non era una cosa permanente per fortuna e, dopo una settimana di effetto intenso, incominciò ad andare e venire. C’erano dei momenti in cui ero lucido, e mi rendevo conto di quello che succedeva senza pensare sempre alla Granger. Blaise mi aveva detto che avevo mangiato quei cioccolatini incantati, e cazzo se erano buoni! La verità era che ne avevo mangiati un sacco quando ero tornato in camera mia, dopo aver cercato di fuggire con la Granger a Las Vegas. Al solo pensiero mi era venuto un brivido quando lo avevo saputo.
Avevamo appena finito una doppia ora di pozioni assieme ai Grifondoro, e vidi la Granger venirmi incontro a passo svelto. In fondo alla stanza Weasley mi guardava con sospetto.
“Malfoy! Malfoy aspetta, dovrei parlarti un momento.”
“Sì, Mezzosangue? Tranquilla, mi hanno spiegato che cos’è successo, ma non mi ritengo responsabile delle azioni che ti causeranno danno. Anzi, a ben pensarci potresti diventare un po’ più apprezzata: essere la cocca di Malfoy, anche se per sbaglio, non è cosa da tutti.”
Lei mi ignorò, e invece domandò, nervosa: “Come va?”
“Bene, a parte qualche attacco. Perché me lo chiedi?”
“Be’ adesso ho da fare, ma se stasera sei libero potremmo vederci. Dovrei controllare quanto potente sia la magia che hai ancora in corpo.”
Rimasi un attimo interdetto. “Oh… d’accordo. Allora stasera ci vediamo… davanti alla Stanza delle Necessità. Che ne dici?”
“Va bene. Dobbiamo risolvere questa faccenda”, disse puntandomi contro un indice, come se fosse colpa mia.
Così quella sera appena dopo cena dissi a tutti che avevo da fare. Solo Zabini in realtà sapeva quel che stava succedendo, ma grazie a Dio non lo aveva detto a nessuno. Sarebbe stato imbarazzante. Sapete ragazzi, ho un appuntamento con la Granger, perché in realtà sono innamorato di lei…
Ridicolo.
“Io vado”, dissi alzandomi da tavola.
“Dova vai?”, mi chiese Pansy alzando lo sguardo verso di me. Quella sera indossava una maglietta particolarmente scollata e in piedi riuscivo a vedere benissimo tutto quanto. Lei lo sapeva bene, se le metteva apposta.
Era una gran zoccola si, ma assieme ci divertivamo. La nostra relazione era libera da alcuna briglia, o almeno, io la vedevo così. Se vedevo altre ragazze di solito si arrabbiava, ma lentamente sbolliva, e cedeva definitivamente quando infine le chiedevo scusa e le davo appuntamento al parco la sera, dove non poteva vederci nessuno. Pansy era una ragazza molto carina, anche se difettava in cervello: era molto ingenua. A volte pensavo che sarei stato felice per lei se avesse trovato qualcuno che l’apprezzava veramente, ma non era un pensiero tanto ridondante. Se così fosse successo, comunque, mi ero ripromesso di lasciarla in pace.
“Devo andare a fare un… controllo”, borbottai lanciando un’occhiata alla scollatura ed evitando i suoi occhi. Mi defilai fuori dalla Sala Grande e sparii in corridoio.
Pansy mi seguì, correndo a passetti svelti sulle scarpe basse della scuola. “Un controllo? Stai male?”
“No, no sto bene. Devo solo controllare una cosa, un film.” Non so nemmeno come mi uscì dalla bocca quella cosa. Solo, lo dissi.
“Devi controllare un film?”
“Si, si un film. Per Babbanologia.”
“Ma tu non fai Babbanologia”, disse lei scuotendo la testa.
“No, infatti, ma il professore me lo ha chiesto come favore speciale”, borbottai.
“Possiamo vederlo assieme”, disse guardandomi con un sorrisetto.
“No!” Mi fermai di botto e Pansy fece lo stesso. “No non puoi. Perché è un film… porno.”
“Il professore di babbanologia ti ha chiesto di guardare un film porno”, constatò lei guardandomi con le sopracciglia sollevate.
“Si, certo”, dissi con finta naturalezza. “Perché i film Babbani sono molto… sono molto buoni. Sono precisi”, la mia voce si perse nella pietosa bugia che stavo raccontando.
Pansy sorrise e mi trascinò in una classe vuota. “Draco non raccontare stupidate! Ho capito che cosa sta succedendo.”
“Che cosa?”, chiesi terrorizzato.
Pansy si avvicinò a me e mi sussurrò all’orecchio: “Non hai bisogno di un film, credimi. Ci penso io”, disse tutta contenta.
“No, aspetta Pansy”, dissi, cercando di strisciare lateralmente. “Devo davvero, davvero andare.” Ma ormai  lei era partita, e mi stava lentamente trascinando con sé. Fu in quel momento che ebbi una sorta di attacco. Mi accorsi che quella che stavo baciando non era Hermione e la spinsi via quasi con terrore.
“Draco ma cosa…?”
“Dov’è Hermione?”, domandai basito, guardandomi attorno.
Chi?!”, chiese Pansy arrabbiata.
Non la stetti nemmeno a sentire e quasi scappai, pensando con felicità di avere un appuntamento con la mia Hermione. E odiandomi perché l’avevo tradita. Mi sistemai la camicia, che Pansy era riuscita a slacciarmi fino quasi all’ultimo bottone in pochi secondi (quando si dice abilità), e corsi fino al settimo piano.
“Hermione!”, esclamai quando la vidi là ad aspettarmi. Mi prostrai ai suoi piedi e le presi le mani. “Hermione amore mio perdonami per quello che ho fatto. E’ stata Pansy, te lo giuro, e non mi è nemmeno piaciuto, sul serio! E non è che abbiamo fatto granché, mi ha baciato. Ma lo ha fatto lei te lo assicuro.” Dissi tutto questo in un fiato, non so neanche come feci a parlare così velocemente.
Hermione mi guardava stupita. “Draco non preoccuparti. Spero che tu non abbia traumatizzato Pansy piuttosto. Puoi fare quello che vuoi con chi vuoi.”
La osservai stranito. “Ma io voglio fare solo con te.”
Hermione corrugò le sopracciglia. “Per le mutande di Merlino. No, ti prego, lasciamo perdere questo argomento. Tu devi stare con chi vuoi, con Pansy, e con me…”, sospirò chiudendo gli occhi, frustrata.
Era stupefatto. Non credevo che la mia Hermione fosse tanto esigente in certe cose. “B’è tesero, se ti piacciono le cose a tre posso chiamare Pansy e dirglielo, ma voglio che tu sappia che non la toccherò con un dito, mi occuperò solo ed esclusivamente…”
“Silenzio! Piuttosto entriamo”, disse aprendo la porta della Stanza delle Necessità con aria rassegnata.
“Oh Hermione tu sei così gentile. Ma davvero non merito il tuo perdono per quello che ho fatto prima. Io e Pansy, soli… Sono un essere spregevole”, conclusi con amarezza.
“Hm, d’accordo. Ora fa silenzio e dammi la mano”, disse estraendo la bacchetta.
Feci come mi era stato ordinato. “Hermione, la tua pelle è così liscia!”, esclamai quando presi la sua mano. Lei corrugò le sopracciglia e borbottò un incantesimo.
In quel momento mi riebbi. La mia mano era diventata di un rosa molto intenso, e come a macchie. “Che cazzo mi hai fatto Mezzosangue?!”, esclamai terrorizzato cercando di pulirmi la mano e togliendola dalla sua.
“Ti preferivo innamorato.”
“Non è amore, è ossessione”, ribattei. “E’ diverso.”
“Di sicuro”, disse lei piccata. “Comunque… quei cioccolatini dovevano essere difettosi, perché è molto strano, sai? Il tuo palmo rivela ancora forti tracce dell’incantesimo ma, se non sbaglio, gli effetti non dovrebbero manifestarsi tutto il giorno.”
“Infatti. Và e viene. Porca miseria!”, esclamai poi arrabbiato. “Ma non c’è una soluzione?”
“Non che io sappia. Fred e George l’avevano programmata con una durata di settantadue ore massime se uno mangiava un solo cioccolatino, ma credo che ci sia qualcosa di sbagliato in quelli che hai mangiato tu.”
“E ti pareva! Solo a me può capitare una cosa del genere”, dissi sedendomi su una sedia che era comparsa e mettendomi le mani nei capelli.
“Forse una soluzione ci sarebbe”, disse Hermione sedendosi di fonte a me con fare pensoso.
“E cioè?”, chiesi alzando la testa di scatto. Pendevo dalle sue labbra.
“Non c’è un’altra ragazza che ti piace?”, chiese lei.
“Mi piace? Non proprio.” Ci pensai un momento, poi ghignai. “C’è qualcuna che mi vorrei fare, ma ancora non ho trovato il vero amore.”
“Ma chissà perché? Uno romantico come te”, disse Hermione alzando un sopracciglio.
“Ehi guarda che io sono romanticissimo. Come credi che faccia altrimenti ad arrivare al punto?”
“Ah, Malfoy per favore. Non voglio parlare con un maschilista come te di certe cose”, disse la Granger guardandomi con disprezzo.
“Ma per chi mi hai preso?”, chiesi piccato. “Guarda che io rispetto le donne, anzi io amo le donne. E’ solo… ho diciotto anni! A cosa credi che pensi un ragazzo di diciotto anni?”
“Ron non è come te”, decretò lei.
“Il tuo Weasley è esattamente come me, ma di sicuro tu lo saprai meglio”, dissi ghignando. “Anzi forse no. In effetti Weasley non sembra uno molto portato per certe cose”, continuai sghignazzando.
“Se proprio ci tieni a saperlo Ron in quel campo è il migliore!”, gridò la Granger arrossendo. Si, in fondo capivo perché a Weasley piaceva, era una ragazza carina dopo tutto, cioccolatini a parte.
“Oh il migliore! Perché? Con chi altro hai provato? Ahi!”, esclamai ridendo. La Granger mi aveva dato una botta piuttosto forte sulla spalla. Non sapevo che conservasse tanta forza in quei braccini rachitici.
“Smettila”, mi rimproverò, ma vidi che stava trattenendo un sorriso.
“D’accordo, d’accordo. La pianto”, dissi alzando le mani in segno di resa. “Comunque… devo pensarci. Probabilmente c’è una ragazza che mi potrebbe piacere più delle altre. Si, forse potrebbe funzionare. Se mi mettessi con lei l’effetto dovrebbe sparire più in fretta o sparire del tutto no? Dopotutto, come diceva Silente: l’amore è la magia più potente del mondo.”
“Silente te l’ha detto?”, mi domandò.
“Leggi fra le righe: non l’ha detto, ma lo pensava”, sottolineai annuendo.
“Benissimo allora. Faccenda risolta”, disse Hermione. Si alzò, ma proprio in quel momento la borsa dei libri le si aprì in uno squarcio e tutto cadde a terra. Inchiostro, libri, biro, appunti, un tema. Proprio tutto. “Oh no”, esclamò lei frustrata raccogliendo la boccetta d’inchiostro.
“Granger! Ma quanti maledetti corsi segui?”, le chiesi esterrefatto. Tirai fuori la bacchetta e pulii alcuni libri macchiati d’inchiostro cambiacolore.
“Abbastanza. Praticamente tutti tranne Babbanologia e Divinazione.” Aggiustò la borsa e incominciò a rimettere dentro i libri.
“Anche Cura delle Creature Magiche? Ma non avevi smesso?”, domandai, corrugando le sopracciglia e raccogliendo qualche appunto.
“Si, ma ho ricominciato quest’anno. Hagrid è molto migliorato sai? Dovresti seguirle le sue lezioni, sono molto interessanti”, disse sorridendo.
“Si, per farmi strappare anche l’altro braccio dal suo ippocoso del cazzo”, commentai amaro.
“Non mi pare che ti manchi un braccio”, osservò lei acidamente strappandomi di mano degli appunti e ficcandoli nella borsa tutti assieme.
“Ma comqunque… come fai? E’ troppa roba da studiare tutta assieme!”, protestai. “E’ inumano. Tu sei inumana!” Ma dopotutto, pensai, lei è la Granger.
“Grazie del complimento. E tanto per la cronaca: basta essere organizzati e non rimanere indietro. A questo proposito… devo andare. Devo scrivere un tema per Aritmanzia.” Si voltò e se ne andò.
Poco dopo stavo per uscire anche io dalla Stanza delle Necessità, quando vidi un piccolo quadernino rilegato in cuoio marrone scuro che era finito sotto una delle due poltrone. Lo presi e aprii: nella prima pagina c’era scritto con la bella grafia di chi è abituato a scrivere molto: Diario di Hermione Granger.
Ero in dilemma con me stesso, sul serio: avrei dovuto ridarglielo dopo averlo letto o prima farlo girare per tutta la scuola e solo dopo riconsegnarglielo? Il dubbio mi tormentava e mi rodeva le ossa e il cuore… certo. Avrei deciso dopo, ma resta comunque un fatto: sono un vero bastardo. Pensai subito che fosse un diario personale, e non vedevo l’ora di leggerlo da cima a fondo!


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Heylà popolo!
Allora, ho visto che ci sono un bel po' di persone che leggono e hanno messo fra Preferiti, Seguite, Da ricordare, e non è che mi dispiaccia. Insomma, mi farebbe piacere ricevere qualche recensione in più date le letture, ma personalmente odio le persone che dicono: Oh! Se non recenscisce nessuno non posto più! Prrr! Insomma, è una minaccia proprio triste, anche perchè significa che non te ne frega una mazza della tua storia quanto della sua popolarità. Indi per cui, ringrazio tutti coloro che hanno letto la fic, che già dal primo capitolo sono più di quanti mi aspettassi! E ringrazio chi ha recensito, siete stati gentilissimi! ^^ Grazie mille!
Poi, una precisazione: nella mia fic Fred e George sono entrambi vivi, anche se è ambientata dopo la guerra. Cioè, sono due dei miei personaggi preferiti, non riesco nemmeno volendo a farne morire uno, proprio mi viene l'angoscia a pensare che ce n'è uno solo! XD Lo so, non è normale, dato che -di fatto- loro non esistono! XD
A parte questo, spero che il capitolo sia piaciuto, ho voluto mostrare una parte di Draco che non si vede mai, soprattutto nelle Dramione, dove è sempre figo-stronzo-sofferente-eccheppalle. Secondo me è tipo impossibile essere costantemente così stronzeggiante e innamorato, alla fine è un ragazzo come tutti e qualche risata se la farà anche lui, no? :) In un sacco di storie è sempre così serio...
Be', a domani l'anticipazione sul blog, grazie mille ancora a tutti coloro che hanno letto e recensito! ^^
Patrizia
   
 
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