- E' passato? - Non ancora. - Ma sono già le nove e un quarto...Non è che è ritornato in Austria e noi non ne sappiamo niente, vero? - Amy, si può sapere come ti vengono in mente certe cose? - Guarda che è possibilissimo! - No che non lo è. La notizia si sarebbe già diffusa. E comunque non è austriaco, è tedesco. - Dettagli, che vuoi che cambi? - Cambia che sono due paesi diversi, Amy. - Resta comunque bello e biondo. Tanto bello e tanto biondo. - Che succede? Cosa state confabulando voi due? Sembrate due vecchie comari. - Togliti di mezzo, James. - State aspettando qualcuno? - No. - E allora perché vi siete appostate qui? - Da quando c’è bisogno di un motivo per prendere un po’ d’aria, Potter? - Da quando la gente si apposta in modo sospetto come se stesse aspettando qualcuno...
-… per chiedergli con chi va al Ballo, per esempio. - Merlino, Hugo, non ti ci mettere pure tu! - Infatti, non avete niente di meglio da fare? - Ah ah! Allora è vero che state aspettando qualcuno! - Volete farvi gli affari vostri, per una volta? - E dai, diteci chi è il fortunato! Se è riuscito a fare arrivare Amy in anticipo alle lezioni dev’essere una cosa seria. - Non capisco quello che dici. Io sono sempre puntuale, semmai siete voi che non arrivate mai in orario. - Sì, ma per noi è diverso. Non possiamo mica rovinarci la reputazione arrivando puntuali come se non avessimo nient’altro da fare. - Già, scusate, ci eravamo dimenticate con chi stavamo parlando. Voi siete troppo fighi per sottostare alle stesse regole dei comuni mortali. - Non che tu sia nella lista dei candidati a Prefetto, eh, Church. - Perché non prendete esempio da Al e andate a ripassare? - Certo, così ci perdiamo il tuo Principe Azzurro. Anche James stava per ribattere, ma venne spedito lontano con una gomitata alle costole. In fondo al corridoio del primo piano, infatti, era comparsa una ben nota testa bionda, e molte studentesse sembrarono Materializzarsi proprio in quell’istante. Amy tirò un respiro profondo e scambiò un cenno d’intesa con l’amica che le stava vicino. Poteva farcela. Doveva farcela. “Forza, Amy. Ora o mai più” si disse la ragazza stringendo i pugni e fissando lo sguardo su Friedrich che avanzava a grandi passi verso l’aula di Erbologia, dando come sempre l’impressione di non essersi accorto delle occhiate e dei bisbigli che attirava. “Ok, ripassiamo le regole l’ultima volta. Primo: non battere in ritirata. Secondo: non fare scena muta. Terzo: cerca di non svenire. Almeno non prima di avergli parlato”
Man mano che Friedrich si avvicinava, però, Amy sentiva il poco coraggio racimolato svanire, mentre il cuore le batteva così forte che sembrava voler scappare fuori dal petto. Non ce l’avrebbe fatta. Non ce l’avrebbe fatta. Le si sarebbe inceppata la lingua e avrebbe fatto la figura della stupida.Oppure gli avrebbe balbettato addosso. No. Merlino, era meglio scappare prima di combinare qualche danno irrimediabile. Ma non poteva scappare dopo tutto quello che aveva detto a Rachel, l’avrebbe presa in giro fino ai M.A.G.O. Era questione di attimi, ormai, e Friedrich le sarebbe passato davanti. Doveva prendere una decisione, e doveva farlo in fretta. *** - Neville? Disturbo? Neville alzò lo sguardo dalla pila di compiti in classe che stava correggendo e sorrise. - Figurati, entra pure - Friedrich entrò nell’ufficio e si chiuse la porta alle spalle. Era da poco passata l’ora di pranzo, tutti gli studenti si stavano godendo la meritata pausa e ci si aspettava che anche lui facesse lo stesso. Per questo motivo, vedendolo entrare nel piccolo ufficio, Neville fu un po' sorpreso. - Come mai qui? - chiese infatti - E' successo qualcosa? Friedrich scosse la testa, in imbarazzo - No, niente di che. E' solo - continuò, rispondento all'espressione interrogativa apparsa sul volto di Neville - solo che non mi andava di stare solo, oggi. Un attimo dopo sembrò pentirsi dell’ammissione. Fino a quel momento aveva fatto di tutto per apparire allegro e a suo agio, ma la verità era che nonostante fossero passate quasi tre settimane dal giorno del suo arrivo, non aveva ancora stretto amicizia con nessuno. Anzi, per essere precisi non aveva mai scambiato più di una decina di parole al di fuori delle lezioni nelle Serre. Le ragazze che al suo arrivo l’avevano terrorizzato con le loro risatine continuavano a mostrare un evidente interesse per lui, e più volte avevano cercato di attaccare bottone, ma la sua solita timidezza - dannazione a lei - era sempre piombata a bloccarlo, e così si era ritrovato a rispondere con degli stupidi balbettii e ad arrossire come un idiota. Per questo motivo preferiva evitare di stare in mezzo alla folla di studenti della Sala Grande, che in quelle ore di ricreazione apparivano particolarmente rumorosi e spigliati, e cercare un angolo silenzioso in cui rifugiarsi con un libro. Quel giorno, però, sembrava che le studentesse avessero deciso di tallonarlo, perché oltre alle solite avances più o meno preoccupanti, si era visto praticamente pedinare da alcuni gruppetti. Preoccupato e confuso da questo strano comportamento, aveva deciso di rifugiarsi da Neville prima che finissero di pranzare e tornassero all'attacco. - Non è che per caso hai idea di che cosa stia succedendo? - chiese, dopo avergli raccontato le avventure della mattinata che si era appena conclusa. Si sedette sulla poltrona di fronte alla scrivania e lo fissò con aria preoccupata. Neville rise - Non sai niente del Ballo, vero? - Quale Ballo? - Be', in realtà non è un vero e proprio Ballo - spiegò Neville - si tratta più che altro di una festa. Ma gli studenti è comunque un evento, suppongo. L’ultimo vero Ballo di Hogwarts è stato quando frequentavo il quarto anno, e da allora le occasioni di mettersi in abito da sera sono state molto rare. - Allora credi che sia per questo che quelle ragazze spuntavano dovunque, stamattina? - Già, penso che volessero invitarti. La prospettiva di andare ad una festa in compagnia di una di quelle ragazze sembrò terrorizzare Friedrich, che impallidì - Devo andarci per forza? Voglio dire, non è che potrei fare qualcos'altro? Badare alle mandragole, per esempio...
- Le mandragole se la caveranno benissimo da sole - disse Neville deciso - Friedrich, capisco cosa significa avere paura della gente, ma se fossi al tuo posto e riscuotessi tanto successo con le ragazze non mi lamenterei.
Friedrich lo guardò scettico.
Neville era bravo a fare discorsi dicendogli che doveva combattere la timidezza e buttarsi, ma intanto era lui che conviveva da mesi con una ragazza carina come Hannah e non le aveva ancora chiesto di uscire.
Li aveva visti insieme diverse volte, quando lei l’aveva invitato al pub per offrirgli una Burrobirra e stare in compagnia, e aveva notato con che occhi la guardava Neville.
Non capiva perché, allora, l’amico non si decidesse a farsi avanti e a buttarsi.
- E va bene - disse, fingendo di cedere - andrò a quella festa.
- Bravo! Questo è lo spirito gius...
- Se tu inviterai Hannah - lo interruppe.
Il sorriso sul volto di Neville si dileguò all'istante. - Friedrich, te l’ho detto, le cose non stanno così.
- Ma perché? A me sembra che tu le piaccia - insistette Friedrich.
Neville sospirò. - Credo che stia ancora frequentando quel tipo di cui ti avevo parlato.
- Che vuol dire che credi? Non ne sei sicuro?
- Hannah non ha mai detto niente di esplicito, e io non posso mica andare da lei e dirle “Ehi, Hannah, senti, toglimi una curiosità: non è che per caso stai con quel damerino pomposo di McMillan? Perché in caso contrario potresti venire alla festa di Hogwarts con me” - Scusa, ma io non ci vedo niente di strano. Invitala, e se sta davvero con quel tizio, almeno ci avrai provato. Neville lo guardò con tanto d’occhi. A sentirlo parlare così si sarebbe detto che Friedrich fosse un ragazzo sicuro e spigliato Peccato che tra teoria e pratica ci fosse un po' di differenza. - Non lo so, non è così semplice...
Friedrich sbuffò - Neville, ti rendi conto che sei peggio di una ragazzina del primo anno? Che t’importa se non va bene?
- M’importa invece, perché Hannah non è una ragazza come le altre - ribatté Neville animato - Lei è diversa, è … Non lo so.
Friedrich scosse la testa. Certo che erano proprio due casi disperati.
- Senti, fa’ come vuoi, Neville - disse alzandosi e aprendo la porta - Ma ti avverto, che se non ti fai avanti tu, Hannah la invito io.Con queste parole uscì dall’ufficio, e chiudendo la porta vide Neville che tornava a sedersi alla scrivania, pensieroso.
***
- Hannah, hai visto i miei stivali? - No, non li ho visti. - Maledizione, non posso uscire così! - esclamò Susan disperata, buttandosi distesa sul letto. - Sono un mostro, vero? Hannah sospirò, facendo appello a tutta la sua pazienza per non essere scortese. - Sue, te l'ho già detto dieci volte, sei uno schianto. Adesso smettila di cambiarti e vai a questo benedetto appuntamento.
- Sicura che gli stivali non stessero meglio con questa gonna? Il colore stona un po’ con queste scarpe …
- Susan - disse Hannah piazzandosi davanti all’amica con le mani sui fianchi - Credi davvero che a Ernie importi qualcosa delle tue scarpe? - Dici di no? - E’ chiaro che è pazzo di te, è una settimana che non si scolla dal mio locale e che vi scambiate effusioni in pubblico! - il tono di Hannah voleva essere severo, ma suonava parecchio divertito. Vedere Ernie così preso da Sue - e Sue così presa da Ernie - era una spettacolo impagabile. - Va bene, vado - Susan si tirò su - Ma tanto lo so che sono orribile e che tu vuoi solo buttarmi fuori. - Brava, ora che hai scoperto i miei piani malvagi fammi il piacere di andare, che devo aprire il locale. Susan le fece una smorfia e si diresse poco convinta giù per le scale. - A domani. - Buona serata, e non fatevi arrestare per atti osceni in luogo pubblico, per favore. - Ah ah. Cercheremo di non farci beccare. Pochi secondi dopo Hannah sentì tintinnare il campanello del locale, e uno squillante Tesoro! Ridacchiò tra sé, e si apprestò ad aprire il locale per la sera.
Spazio Autrice Neville si deciderà ad invitare Hannah, o la nostra cara locandiera finirà con Friedrich? Sue ed Ernie verranno arrestati? E la misteriosa Amy farà colpo sul bell’austriaco- cioè, sul bel tedesco? Lo scopriremo nella prossima puntata <3 E’ inutile che mi scusi per il ritardo, ormai è diventata un’abitudine _ _ Ma stavolta non ho potuto scrivere perché a fine giornata i miei occhi davano forfait, e solo ieri sono riuscita a recuperarli.
Ieri avevo finito di scrivere il capitolo, ma ho dovuto ingaggiare una lotta all'ultimo sangue con l'html, che come potete notare dall'impostazione di questo capitolo, mi odia. Sono una disgraziata, lo so ç_ç Si prega comunque di notare come questa autrice indisciplinata abbia sempre la scusa pronta u.u Anyway. Spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto e vi ringrazio come sempre di seguire questa fic con tanto affetto ^^ Giuro che il prossimo capitolo sarà puntuale e interessante, perché stavolta è già in parte cominciato. A presto, un bacione :D