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Autore: Shainareth    03/01/2006    2 recensioni
Dopo One Piece, la prospettiva del Piece Main riuscirà a riunire sotto lo stesso Jolly Roger la ciurma di Monkey D. Rufy, con una consistente aggiunta! Non si tratta solo di una storia avventurosa o d'amore, è più che altro un mix di umorismo, avventura e azione... ehm... sì, l'azione c'è, per quel poco che sono stata capace di fare... ç______ç Ma in verità, "Piece Main" racchiude un po' tutti i generi (eccetto il fantasy e il porno, credo! ^^'), quindi, come si suol dire, ce n'è per tutti i gusti! ^___-
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Piece Main' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Capitolo LX – Crescere

 

Capitolo LX – Crescere

 

            Quello stesso pomeriggio, durante la siesta, Silk se ne stava seduta su di una sedia, le gambine penzoloni, il sederino su una pila di cuscini affinché arrivasse ad affacciarsi al tavolo. Aveva sotto al nasino alcuni fogli di carta, la matita in pugno, e canticchiava contenta, scarabocchiando chissà cosa. Nojiko, rientrando in casa, sorrise e avvicinandosi alle sue spalle, si chinò per osservare il suo lavoro e chiese: - Disegni anche tu come la mamma?

Lei annuì con la testolina, facendo dondolare i codini alti che le davano un’aria da autentica monellaccia. – Sì, però non sono ancora brava come lei…

 - Posso vedere? – domandò la donna, e quando la bimba le rispose di sì, la prese in braccio, spostò i cuscini dalla sedia, e si accomodò tenendola sulle ginocchia. – Accidenti, quante ne hai fatte! – ammirò con enfasi per farla sentire importante. – E dimmi, tesoro, che isole sono?

Quella ci pensò un po’ su, poi rispose ridendo: - Me le sono inventate!

L’altra rise con lei. – Ehi… - fece poi. - …e questo? – chiese prendendo un foglio seminascosto. L’osservò appena, e sorrise di cuore: Silk ci aveva disegnato su la sua mamma e il suo papà, come fanno tutti i bambini di questo mondo, e in mezzo a loro due, c’era lei, mentre più in basso, leggermente più piccoli, ci aveva aggiunto quelli che dovevano essere Genzo e sua zia. Aveva usato poche linee imprecise e rozze, ma che nell’insieme lasciavano comunque intuire con quanto impegno e meticolosità si fosse adoperata per quel suo piccolo capolavoro.

 - Questa è la mia famiglia! – esclamò l’artista, soddisfatta. Nami aveva ragione, sua figlia era sveglia e intelligente, specie per la sua età. Capiva tutto al volo, imparava alla svelta, non rimaneva mai inattiva per la gran voglia di fare e di apprendere, era furba e sapeva fin troppo il fatto suo, per non parlare della sua lingua lunga… però… nonostante tutto, la sua Silk restava pur sempre una bambina. Era per questo motivo che alle volte sapeva essere così dolce e tenera che era impossibile non adorare quella sua straordinaria capacità di volersi comportare da adulta, cosa che le riusciva molto goffamente, e al tempo stesso quella sua innocente spensieratezza.

Nojiko sorrise per l’ennesima volta. – E ci hai messo anche me e Genzo?

 - Certo! La mia famiglia è composta da me, mamma, papà, tu e Genzo!

 - A cui vuoi molto bene, vero?

 - Sì, anche se mi sgrida sempre…

 - Beh, ma anche la mamma e il papà ti sgridano di continuo… - le fece notare la donna.

 - Ma lo fanno perché mi vogliono bene… - fu la risposta che ebbe come premio un sonoro bacio a tradimento.

 - Ti sgridiamo perché sei una peste! – la canzonò Nami giunta alle loro spalle. Anche lei prese ad osservare il disegno. Sorrise. Aveva disegnato minuziosamente soprattutto lei e Zoro, cosa che lasciava trasparire tutto l’amore che aveva per loro.

 - Ti piace, mamma? – si affrettò a domandare la bimba, mostrandole il foglio tutta entusiasta.

 - Wow! – esclamò lei. – Ma sei stata bravissima! E l’hai fatto tutto da sola?

Silk sorrise contenta. – Sì!

 - Perché non lo mostri anche a papà e a Genzo?

 - Eh? …n-no… - si rabbuiò abbassando il disegno.

Le due sorelle si guardarono in viso, perplesse. – Perché?

 - Mi vergogno… - rispose la piccola regalando loro l’ennesimo riso divertito.

 - E di cosa? – fece Nojiko. – Vedrai che piacerà anche a loro!

 - La zia ha ragione! – la rassicurò Nami tendendole la mano. – Andiamo?

Lei alzò lo sguardo incrociando quello della mamma.

 - Ti accompagno io! – si offrì ancora quest’ultima.

E di nuovo, Silk, riacquistò la sua solita aria vispa.

 - Dopo disegno noi tre sulla caravella! – esclamò scendendo dal grembo della zia e, prendendo il foglio, strinse la manina paffuta a quella materna.

 - Vuoi disegnare la Going Merry? – domandò la donna dandole corda. – Ma ne sei veramente capace?

 - Certo!

E mentre le due uscivano di casa insieme, Nojiko gettò un nuovo sguardo a tutti gli altri disegni. Sospirò facendo scorrere i polpastrelli delle dita sul nome della sorella inciso sul tavolo molti anni prima.

 - Grazie… Bellmer

 

            Seduto sulla staccionata dirimpetto casa, Sota osservava pensieroso una lunga fila di formiche, indaffaratissime a far provviste per l’inverno ancora lontano. Aveva un’aria piuttosto seriosa per un bambino di appena sette anni, e ora se ne stava lì, tutto solo, all’ombra di una grossa palma dalle alte foglie spioventi. D’un tratto si sentì chiamare a distanza e vide Silk correre a perdifiato nella sua direzione, il sorriso stampato sul volto. Il ragazzino parve rallegrarsi alla vista dell’amichetta, ma quando lei inciampò maldestramente un di un sasso piombando di faccia in terra, si precipitò a scendere dalla staccionata per correre a prestarle aiuto.

 - Silk! Ti sei fatta male?! – s’allarmò preoccupatissimo.

La bimba, però, si rialzò con le sue sole forze come se nulla fosse, si spolverò il vestitino giallo che la faceva sembrare un graziosissimo pulcino, e noncurante dei graffietti sulle ginocchia, sulla fronte, sulle manine e sul nasino, sorrise contenta e stese davanti all’amichetto un foglio di carta.

Questi lo scrutò per un secondo, poi sentenziò: - E che roba è?

Silk ci rimase male, e con il musino imbronciato, replicò: - La mia famiglia!

 - Eh?! Quelle sono delle persone?! – trasecolò Sota per nulla convinto.

La bambina scattò arrabbiata: - La tua è tutta invidia! Agli altri è piaciuto subito!

 - A chi? – fece lui stentando a credere alle sue parole.

 - Alla mia mamma e alla zia Nojiko! E poi anche a Genzo e al mio papà!

 - Tskè! – sbuffò il ragazzino. – Dovevano per forza dirti che era bello, altrimenti ti saresti messa a frignare come al solito! – la schernì portandosi le braccia dietro la nuca.

L’altra gli sferrò un calcio sulla tibia facendolo urlare.

 - Ahia! Ma sei scema?! – strillò il poverino inginocchiandosi per il dolore.

 - Sei tu lo stupido! – ribatté lei. – Ero venuta qui a farti vedere il mio disegno perché dopo la mia famiglia, sei tu quello a cui voglio più bene!

Sota, seduto ancora sull’erbetta fresca, la fissò interdetto per qualche istante, prima di sorriderle contento. – Me lo fai rivedere? – le chiese tendendo la mano, e lei, risollevata, glielo porse e gli si sedette accanto, rassettandosi l’abitino sulle gambette stese in avanti.

 - Uhm… in fondo non è poi così terribile… - commentò quindi il bambino.

Silk, spazientita, gli urlò in un orecchio: - Ti costa tanto farmi un complimento?!

L’altro rise divertito. – Dai, scherzo! Lo sai che se l’unica persona con cui sto bene!

La piccola sorrise. – Sì che lo so!

 - Ehi… tuo padre ti ha picchiata per quello che è successo stamattina? – le domandò quello, ansioso, cambiando discorso.

 - No… anzi, mi ha protetta quando la mamma ha scoperto che le ho rubato sei Berry dal portafogli…

 - L’hai fatto per davvero?! – sbigottì lui.

 - Sì, e mi ha sculacciata così tanto che per poco papà non picchiava lei… però alla fine è stato lui a prenderle per avermi protetta…

Sota, lo sguardo inebetito, le restituì il disegno. – Che famiglia di matti… - mormorò prima di riassumere la sua aria corrucciata.

La bimba se ne accorse. – Che c’è? – chiese quasi timorosa.

Dopo qualche istante di silenzio, l’amico rispose mogio: - La mamma ha deciso di risposarsi…

Silk provò a sorridere. – E non sei contento? – esclamò. – Così finalmente avrai un nuovo papà!

 - Non ne ho bisogno! – ribatté lui più che deciso. – Finora io e la mamma siamo stati benissimo da soli, quindi non vedo perché lei debba risposarsi!

 - Ma mi hai sempre detto che a te piaceva quel signore… che ti stava simpatico…

 - Sì, ma per colpa sua… dovremmo andar via da qui!

Lei rimase zitta per un attimo, poi domandò con un filo della sua tenera vocina: - Perché…?

Sota si rabbuiò più di prima, e abbassò lo sguardo. – Perché lui non può lasciare il suo lavoro nella città in cui vive… - rispose rattristandosi maggiormente, senza avere il coraggio di guardarla. Infine, però, dopo qualche istante, prese un grosso respiro e si volse verso di lei, dispiacendosi terribilmente per averla involontariamente fatta piangere. – Silk…?

 - Tienilo. – fece lei con voce tremula, cercando di trattenere i lacrimoni che le scendevano sul bel visino.

Il bambino, stupito, rimase immobile a fissarla mentre lei gli porgeva il disegno. – Perché lo dai a me?

 - Perché così ti ricorderai di noi quando te ne andrai… - e dicendolo scoppiò in singhiozzi, portandosi i pugnetti chiusi sugli occhi e lasciandosi scivolare il foglio sul grembo.

L’altro cercò di resistere, ma sentendola piangere, non riuscì a trattenersi e si lasciò andare anche lui, alzando le ginocchia al petto e nascondendo il visetto fra le braccia. Gli spiaceva tremendamente lasciarla, perché Silk era la sua migliore amica, anche se fra di loro c’erano tre anni di differenza, e a quell’età, normalmente era un divario che si avvertiva subito. Ma lei era diversa da tutti gli altri bambini del villaggio, anche da quelli più grandi. Con Silk, Sota si trovava benissimo anche perché era l’unica che non l’aveva mai, nemmeno per una volta, preso in giro per l’essere orfano di padre e per l’essere costretto a stare sempre attaccato alla gonna della mamma pur di non lasciarla sola: lui era l’unica cosa che le era rimasta dopo i terribili anni trascorsi sotto l’egemonia degli uomini pesce che le avevano barbaramente ucciso il marito.

Quando si furono calmati, i due trotterellarono per le vie del villaggio, mano nella mano, per mostrare a tutti il capolavoro che la piccola Silk Roronoa aveva fatto dono all’amichetto. In fondo, quella pestifera miniatura di Nami era un po’ la mascotte dell’intero villaggio di Coco, tutti la conoscevano, e tutti le volevano un bene dell’anima nonostante le continue marachelle che quella monella combinava tutti i santi giorni…

 

            …già, erano bastati dieci anni e la sua Silk era cresciuta tantissimo, come lui del resto. Sospirò. La vita era assurda, pensò. Crescere con il passare del tempo, e cioè solo fisicamente, era un conto; crescere dentro, a causa di sofferenze, era tutt’altra cosa. Sapeva bene cosa volesse dire maturare. La sua infanzia era stata segnata dalla costante preoccupazione per sua madre, rimasta sola dopo gli anni difficili vissuti per colpa di Arlong e degli uomini pesce. Ma con la giovane vedova, c’era almeno lui, l’unico che potesse rasserenare i momenti tristi, che potesse aiutarla a guardare oltre le difficoltà della vita. Vita… Non era poi durata tanto quella di sua madre, nemmeno dopo che ella aveva ritrovato una nuova stabilità accanto ad un uomo che pareva amarla per davvero, così tanto che alla morte di lei, quel patrigno adorato si era ben presto trasformato in un orco, distrutto dal dolore per la perdita della moglie, quando il senno ormai lo aveva del tutto abbandonato. E anche quel bambino di appena nove anni si era ritrovato solo, definitivamente, questa volta. Lui, però, non avendo avuto la fortuna di sua madre, non aveva avuto nessuno a risollevarlo dal buio della solitudine e della sofferenza. Era vissuto così quasi per strada, o di tanto in tanto con l’uomo che gli aveva fatto da padre per un anno intero, quando questi era abbastanza lucido da potergli sorridere. Ripensò a quell’uomo con una stretta al cuore: non lo aveva mai odiato, nemmeno quando lo lasciava in terra pieno di lividi e sangue. Dopotutto, anche lui soffriva.

Ma Silk? La sua Silk cos’aveva vissuto di così tragico da farla crescere così all’improvviso, almeno davanti ai suoi occhi? Avrebbe voluto chiederglielo, ma qualcosa nel suo sguardo glielo impedì: era già intriso di lacrime, lo vedeva bene, ma sapeva anche che quella mocciosetta, come amava chiamarla da bambino, non avrebbe ceduto per nulla al mondo. Orgoglio… Quel meraviglioso orgoglio che aveva ereditato da suo padre… Sorrise. Se c’era una cosa di cui Silk poteva esser certa, era quella di essere figlia di quell’uomo che fin da piccolissima le era stato insegnato a chiamare “papà”. Eppure conoscendola, e osservando il modo in cui da sempre aveva guardato i suoi genitori, aveva intuito che il fatto di essere figlia naturale e non legittima, le era un gran peso. Forse, si disse, dubitava di un autentico legame che unisse Zoro e Nami? No, non era quello, non più. Ora, lo aveva notato, guardava quei due in maniera diversa, non si scorgeva più quel velo di inquietudine che offuscava quelle sue iridi scure. Ma allora? Cos’altro avrebbe potuto turbarla, ora?

 - Silk… - esordì in un bisbiglio, avvicinandosi a lei e passandole una carezza sulla schiena.

La ragazza si portò una mano alla bocca per contenere le emozioni, e infine si voltò verso di lui sorridendo. – Sto bene… davvero…

L’altro la guardò incerto, non sapeva se crederle o meno. Tuttavia non volle insistere e circondandole le spalle con un braccio la sospinse in avanti. – Andiamo… - le disse. – Tuo padre mi aspetta per massacrarmi anche stavolta… - aggiunse sogghignando, regalandole una risata spontanea.

Ricordavano più che bene quel che era accaduto dieci anni addietro, appena un attimo prima della partenza del ragazzino dalla loro isola natale, e soprattutto di come lui e la sua famiglia furono costretti a prendere il mare di fretta e furia, fra le bestemmie e le minacce di Zoro, le risate di Nami e i pianti di Silk

 

 

 

 

E siamo a quota sessanta! ^O^

Anche se ne ho altri 55, di capitoli, da proporvi! XD E la storia non è ancora finita… ù_ù;

Ringrazio tutti coloro che sono ancora qui e che non sono scappati davanti alla mole di capitoli! XD

Spero che questo scorcio del passato di Silk, Sota, Zoro, Nami e Nojiko vi sia piaciuto! ^^ (a _Elentari_ direi di sì! ^^; Grazie del commento! ç3ç)

A presto! ^3^

Shainareth J

 

  
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