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Autore: Kuruccha    12/02/2011    7 recensioni
Il destino dipende dalle decisioni prese.
[What if?][Long-fic]
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Katara/Aang
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo 7 - Strategie



Manovrare una parte di quella combinazione di elementi le era sempre piaciuto molto.
La nebbiolina, impalpabile e capace di penetrare fino alle ossa, prodotto di quell'unione, le era odiosa e cara allo stesso tempo.
Per quanto il risultato finale fosse sgradevole - i vestiti fradici, e tutto il resto - e il dominio richiedesse uno sforzo notevole se prolungato così a lungo, non poteva fare a meno di pensare, ogni singola volta, che l'armonia che riusciva ad instaurare con Aang valesse tutti quegli sforzi. Era una di quelle esperienze in cui non conta il risultato finale, quanto il processo in sè, insomma; e ciò che glielo rendeva più caro era appunto che fosse Aang l'altra controparte attiva.
Quello non era, infatti, l'unico amalgama a cui era abituata. Molte volte aveva fatto allenamenti combinati con Toph, e creato del viscidissimo fango - sicuramente peggio della nebbia, come consistenza, ma molto più divertente da maneggiare; - tuttavia, interagire con l'elemento dell'amica non era facile. Non solo per via della sua cecità, e quindi del modo diverso di approciarsi al dominio; il problema, piuttosto, era la loro scarsa affinità quando si trattava di collaborare, e la tendenza di Toph a idolare la Terra come l'elemento più forte. Ragion per cui era costretta a un controllo meno equilibrato dell'Acqua, più sottomesso; la Terra travolgeva e costringeva, l'Acqua si incanalava e obbediva. Il loro non era un rapporto paritario; in quella fusione, lei era solo una minoranza.
Con Aang era diverso. Con lui, poteva davvero sentirsi una delle due metà dell'insieme. Con lui, Aria ed Acqua non erano solo un miscuglio confuso, ma diventavano un impasto omogeneo, una fusione. Nel dominio di Aang c'erano attenzione e rispetto. L'Aria soffiava e rinfrescava, l'Acqua scorreva e inumidiva.
Spesso temeva di non meritare un grado di considerazione così alto. Anche Aang aveva avuto dei dubbi simili ai suoi - gliel'aveva confermato, quando aveva provato a parlargliene - ma dopo un po' avevano capito che, se erano capaci di interagire così bene tra loro, era solo perchè entrambi tenevano in ugual misura al rapporto che legava l'una all'altro.
Quando i loro occhi si incrociavano, in quei momenti in cui erano soli al mondo, e lei lo vedeva sorridere attraverso la nebbia, finiva per pensare che la felicità fosse contagiosa, e che mai e poi mai avrebbe rinunciato a quei momenti di pura gioia in cui poteva sentirsi il centro di un piccolo universo.



 - No, così non va! Dobbiamo agire! - gridò Hahn, sbattendo il pugno chiuso sulla grande tavolata di ghiaccio.
Sokka sospirò. Le riunioni serali erano già di per sè abbastanza snervanti, e il ragazzo urlante che pretendeva di aver ragione era davvero la ciliegina sulla torta di quella terrificante giornata. Si abbandonò contro il solido e freddo muro, incrociando le braccia al petto. Chiuse gli occhi, ben conscio che sarebbe stato inutile tentare di spiegare le proprie ragioni.
 - Ascolta, Hahn - ribattè Hakoda, - Non ho detto che la tua non sia una buona idea. Però è davvero troppo pericolosa, e non possiamo permetterci di correre un simile rischio.
Ammirò la professionalità del padre che, pur dopo una dura e lunghissima giornata, era in grado di mantenere un grado così alto di diplomazia. Se si fosse trattato di lui, gli sarebbe saltato subito al collo - come aveva già fatto più di una volta, in effetti.
Quel ragazzo lo irritava. Dal loro primo incontro non era cambiato di una virgola: sempre il solito spaccone, con lo stesso identico desiderio di essere al centro dell'attenzione e dell'ammirazione di tutti quanti. La morte di Yue non l'aveva minimamente sfiorato - un sacrificio necessario per sopravvivere a quell'assedio, l'aveva definita, e quella era stata una delle volte in cui non aveva potuto trattenersi dal prenderlo a pugni - e in quegli anni non era certo diventato più adulto, pur essendo addirittura diventato padre, nel frattempo.
Gli faceva prudere le mani.
Sokka era riuscito a diventare un po' più controllato, in quegli anni; con Hahn, però, nessuna tecnica funzionava.
 - Non possiamo nemmeno limitarci solo a difendere le mura! Moriremo come topi! - continuò il ragazzo, imperterrito, scattando in piedi.
L'assemblea tacque, mentre lui ansimava.
Fu infine Arnook, il capo tribù, a prendere la parola.
 - Ne abbiamo già parlato molte volte, Hahn. Tutto ciò che voglio fare è garantire la sopravvivenza di questa gente - spiegò, calmo. - Dovresti capire il mio punto di vista. Ora hai anche tu qualcuno da difendere, dopotutto.
Hahn ammutolì per un secondo, ma ricominciò subito ad urlare.
 - Ma i dominatori della Nazione del Fuoco aumentano ogni giorno! Spuntano come funghi!
Funghi, pensò Sokka, colto da un ricordo molto divertente. Pensò che fosse meglio non condividerlo, vista la situazione.
 - Presto, molto presto, la nostra difesa non sarà più sufficiente. Non possiamo pensare che ricostruire ogni notte le mura abbattute sia una soluzione! - gridò, ancora più forte, il viso sempre più scarlatto.
 - Me ne rendo conto. Ce ne rendiamo tutti conto - continuò Arnook, ponendo le mani avanti. - Ma non abbiamo modo di controbattere, se non in un attacco diretto. E uno scontro richiederebbe delle vittime. Non voglio sacrificare nessuno, tra la mia gente.
 - Andrò io, allora. Qui nessuno sembra avere abbastanza fegato! - ricominciò, battendo i palmi aperti sul duro ghiaccio del tavolo.
 - Smettila di voler fare l'eroe a tutti i costi! - sbottò Sokka, scattando in piedi e stringendo i pugni.
 - Parla la ragazzina - lo provocò Hahn.
Sokka scattò in avanti verso il coetaneo, ma venne bloccato dal braccio del padre davanti al suo petto. Sentì i muscoli tendersi ancora di più, appena sotto la pelle.
 - Tu non farai niente e non andrai da nessuna parte senza l'approvazione di questo consiglio - li interruppe Arnook. - Qualcun altro ha qualcosa da aggiungere, a questo riguardo? - domandò, guardando negli occhi ognuno di loro.
Ancora una volta, il silenzio calò nella sala.
Le schiene, tese, si rilassarono; le spalle si fecero meno dritte.
 - Altre comunicazioni importanti? - chiese Bato, intervenendo per la prima volta.
 - Le mura a Est hanno bisogno di più dominatori in difesa. Pare ieri sia stato rafforzato l'attacco in quel punto, sono arrivate almeno un paio di nuove navi della Nazione del Fuoco - intervenne uno degli altri membri dell'assemblea.
 - Sposterò qualcuno dal settore sud - rispose Pakku, - Anche se preferirei non muovere i miei allievi dalle loro postazioni, francamente.
Adattarsi a un nuovo gruppo è sempre difficile, pensò, già domandandosi a chi sarebbe stato meglio chiedere quel favore.
 - Grazie, maestro Pakku - disse Arnook. - Altre notizie?
 - Le donne della zona Nord hanno detto che la carne comincia a scarseggiare - intervenne Hakoda - e anche le riserve di pesce stanno ormai per esaurirsi. Se non vogliamo trovarci costretti a mangiare solo prugne di mare, sarà il caso di organizzare una spedizione - concluse.
 - Ne terremo conto per l'organizzazione dei turni di domani. Grazie, Hakoda - gli rispose ancora Arnook. - C'è altro?
 Tutti rimasero in silenzio, osservandosi gli uni con gli altri.
 - Possiamo andare, allora - concesse, alzandosi in piedi. - Buona cena e buona notte a tutti - disse infine il capo tribù.
Chiacchierando e sbadigliando, tutti si avviarono verso la propria casa.



Era già il loro quinto giorno di viaggio. O, per meglio dire, la quinta notte.
Inizialmente, non avevano previsto di muoversi solo ed unicamente nelle ore buie; tuttavia, presto si erano resi conto che sarebbe stato meglio così. Di notte viaggiavano; di giorno scendevano a terra e riposavano.
Per Toph, tutto ciò rappresentava una incredibile noia. Prima di tutto, ovviamente, perchè la sua parte attiva nella faccenda era davvero pari a zero. Senza dimenticare il fatto, poi, che la creazione della nebbia da parte degli altri pretendeva un loro coinvolgimento pressochè totale, e quindi assolutamente nessuna distrazione. In quegli sdolcinati momenti, in cui quei due erano così schifosamente in simbiosi, non poteva permettersi di scambiare con loro nemmeno una parola.
E poi, volare non le era mai piaciuto.
Avrebbe voluto raggiungere la testa di Appa, ma aveva troppa paura di muoversi dalla sella. Capire dove fosse il solido sotto i suoi piedi era ancora impossibile, per lei.
Si sporse dal bordo di cuoio, l'unica cosa che ad impedirle di cadere nel vuoto. Desiderò di avere un paio di occhi funzionanti per poter guardare il cielo, e scorgere lontano il primo bagliore dell'alba, che le avrebbe permesso di ricongiungersi al proprio elemento.
Avrebbe voluto scaricare tutta quell'energia in un allenamento combinato con Aang. Sono pur sempre qui per insegnargli. Peccato che sia lui che Katara non avessero nemmeno le energie per srotolare i loro sacchi a pelo, una volta atterrati, e si limitassero ad addormentarsi sulla sella senza nemmeno mangiare un boccone. Almeno non devo sorbirmi le prugne di mare, pensò.
Si abbandonò all'indietro, stiracchiandosi e allungando le gambe quanto più potesse. Rotolò su un fianco, e poi a pancia in giù, e sull'altro fianco, fino a trovarsi di nuovo a pancia all'aria.
La nebbiolina che le irritava il naso era fresca, ma non ancora abbastanza fredda.
Il Polo Nord era ancora lontano.
Speriamo di arrivare presto.
Sospirò, raccogliendo le braccia dietro la testa.



Sokka si stiracchiò nella penombra del corridoio, appena uscito dalla stanza delle riunioni.
Carne. Vorrei della carne, pensò, sognando una fumante bistecca, ricordo pieno di nostalgia dei tempi di Ba Sing Se e di quando ancora viaggiava con gli altri. Sapeva bene, in ogni caso, di non potersi aspettare molto più della secca carne affumicata, tipica delle tribù del Nord.
Sospirò, mentre si dirigeva verso la propria camera. Si era appena ricordato che a Suki era stato assegnato il turno di sorveglianza notturna, per quella settimana, e che non avrebbe perciò potuto cenare con lei. Magari andrò a elemosinare della zuppa dalla nonna. L'idea di mangiare da solo non lo entusiasmava per niente. Camminando a occhi bassi, non notò fino all'ultimo momento il ragazzo che lo aspettava, appoggiato alla parete, davanti all'ingresso della sua stanza.
Hahn. Come se non avessimo già discusso a sufficienza, per stasera.
Lo guardò di soppiatto e provò ad ignorarlo, cercando di afferrare un lembo della pesante tenda, unico ostacolo che lo separava dall'agognato e meritato riposo notturno.
Venne bloccato, per la seconda volta quella sera, da un braccio messo di traverso davanti a lui.
 - Lasciami passare. Non ho niente da dirti - disse Sokka, cercando di rimanere calmo.
 - Tu non mi piaci - si limitò ad affermare Hahn, fissandolo negli occhi.
 - Non pretendo certo di piacere a tutti. E, in ogni caso, non mi interessa di quello che pensi di me - ribattè.
Momo, avendo sentito la voce di Sokka, si affacciò dalla tenda. Le sue grandi orecchie erano spalancate, pronte a captare ogni suono. Veloce, si arrampicò fino alla sua spalla, aggrappandosi alla sua casacca e mantenendo un alto grado di attenzione.
 - Smettila di mettermi i bastoni tra le ruote. Questo è un avvertimento - continuò imperterrito il ragazzo.
 - Sei solo un gradasso. Ti credi il centro del mondo, ma non è così - lo interruppe Sokka, cominciando a perdere la pazienza.
 - Ti odio dal primo momento che ti ho visto - disse ancora Hahn.
Questo è reciproco, almeno, pensò.
 - E sono convinto del fatto che non avresti mai potuto entrare nel consiglio, se Hakoda non fosse tuo padre e se tu non fossi amico dell'Avatar - concluse.
Sokka stava per scattare in avanti per la seconda volta in quella sera, le scintille di rabbia che già brillavano davanti agli occhi. Si trattenne solo al pensiero di Momo sulla sua spalla, che avrebbe potuto farsi male, ma non potè far a meno di caricare inconsciamente un pugno.
Vennero interrotti da una voce.
 - Se Sokka è nel consiglio, è perchè conosce l'attuale situazione mondiale molto meglio di quanto non facciamo noi, figliolo. Ora smettila di provocarlo e torna nella tua stanza. Non voglio ulteriori battibecchi, o sarò costretto a fare rapporto ad Arnook.
Hahn provò a ribattere, ma dopo aver visto lo sguardo deciso del padre non potè far altro che abbassare gli occhi. Lentamente, senza degnare nessuno di uno sguardo, si allontanò lungo il corridoio.
 - Quanto a te, Sokka - continuò l'uomo, voltandosi verso di lui. - Conosciamo bene il tuo valore, ma dovresti imparare a restare al tuo posto.
Il ragazzo stava per ribattere, conscio della propria innocenza, ma all'ultimo pensò fosse meglio restare zitto.
Augurò frettolosamente la buonanotte al padre di Hahn ed entrò finalmente nella propria stanza, senza nemmeno un briciolo di appetito. Si lanciò sul suo sacco a pelo, e dovette lottare un bel po' con Momo, che insisteva a volergli infilare le dita nelle orecchie.
Chissà come stanno Katara, Aang e Toph.
Gli mancavano parecchio, in quel periodo. Avrebbe voluto rivederli tutti, ma allo stesso tempo, avrebbe voluto tenere sua sorella il più lontano possibile da quel branco di bigotti. Aveva già compiuto sedici anni, dopotutto, e aveva paura anche solo di pensare a cosa avrebbe potuto capitarle.
Si alzò dal letto, con somma gioia di Momo, che si era già aggrappato alla sua testa e stava tentando di sciogliergli i capelli.
Prese della carta dal tavolo, recuperò una penna e dell'inchiosto, e cominciò a scrivere una lettera per loro.




*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*
12-2-2011
Yeee, quattro giorni :D! Così SI' che si ragiona. ù_ù
Premetto che ero molto indecisa sul pezzo iniziale - cioè, mi piace tantissimo, ma ho paura che possa non piacere a chi legge. ò_ò E' in assoluto quello che mi ha creato più scompensi, fino ad ora. XD
Sono felice che finalmente Sokka si sia preso un po' di spazio. Quando bisogna, è capace addirittura di fare il serio XD E poi, poverino, è mega-stressato ;_; Mi dispiace tanto!
Questi quattro non stanno bene divisi, comunque ò_ò Non vedo l'ora che la Gaang si riunisca, francamente. à_à Toph è fin troppo sola, comunicare con gli altri non le riesce, ed essere inattiva non le fa bene. Questo viaggio è stancante per gli altri due, ma snervante soprattutto per lei ò_ò
Ma quanto irritante è Hahn? (Il nome non me lo sono inventata, giuro, ho cercato tutto su AvatarWiki ù_ù)
E... sì, Momo è con Sokka. Avevate notato la sua assenza? XD Questi due interagiscono in modo esilarante nel cartone animato, e Aang e gli altri non avrebbero mai lasciato partire Sokka da solo. :)
Concludo ringraziando davvero TUTTI per i graditissimi commenti, non credevo davvero che questa storia avrebbe potuto raggiungere un grado di attenzione così alto. Spero solo di mantenermi all'altezza delle vostre aspettative, ormai ho l'agitazione ogni volta che pubblico. XDDDD
Buona serata a tutti <3
Kuruccha
   
 
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