Capitolo
20
Un silenzio glaciale aleggiava nella tenda in
seguito della rivelazione di Hermione. Harry era immobile, fissava il pavimento
tormentando il bordo del cuscino sul quale si era accasciato. Draco aveva
lasciato Hermione e restava in silenzio a cercare di carpire i pensieri di
Harry che però aveva chiuso la mente mentre la ragazza
piangeva sommessamente con un gran senso di vuoto nello stomaco. Fu Harry il
primo a parlare. “No, Herm, non è possibile, tu non
lo avresti mai fatto, anche sotto Imperius… Sono
sicuro che ti hanno manipolato i ricordi o meglio, ti
sei suggestionata da sola vedendo quelli di Malfoy. Si, sicuramente è cosi, io.. non ci credo. Non tu.”
Hermione restava sempre in silenzio. Lacrime di dolore represso scivolavano
sulle guance pallide come la cera. La ragazza non aveva neanche la forza di
scuotere la testa per negare o asserire.
Continuava a vedere sempre più nitida la scena, come se un panno stesse portando via strato dopo strato la sporcizia
che copriva la verità. Quando la ragazza parlò la sua voce proveniva da una
dimensione nella quale dolore, passato e realtà si fondevano in un
caleidoscopio di sensazioni e disperazione.
“Ero li eppure non c’ero ma ricordo tutto quello che è
successo. Il potere di Voldemort era enorme, lui
riusciva a combattere contro di te, tenere in pugno ogni mangiamorte
al suo servizio e usare me come una bambola di pezza. Ho provato a ribellarmi,
a combattere. Inizialmente voleva che uccidessi te, ma durante la battaglia decise
di non volersi togliere la soddisfazione, il divertimento. Cosi
decise di usarmi per… per sfoltire le fila dei suoi nemici. Giuro, io…
ho tentato con tutte le mie forse, ho provato, ma la sua volontà era troppo
forte e io… Vivevo come in un incubo. Ho ucciso persone che odiavo e persone
che amavo. Tonks non si è accorta di me o meglio,
sapeva che c’ero ma credeva che le guardassi le spalle
intanto che lei affrontava Bellatrix e invece io…
Ricordo il fiotto di luce dalla mia bacchetta… e poi è arrivato Moody. Ha sentito gridare, credeva che fossimo in pericolo
ed è accorso. Ha visto Tonks,
Bellatrix gia non c’era più, io avevo ancora la
bacchetta in mano, ha capito. A lui sfuggiva poco o niente. Ma lo ha capito
troppo tardi o forse non è riuscito ad alzare la bacchetta contro di me. Io…
avrei tanto voluto che mi uccidesse. L’ho sperato tanto. Non riuscivo a
impedirgli di usarmi, sentivo la sua risata echeggiarmi in testa e ho visto me stessa mantre lanciavo l’Avada Kedavra anche a Malocchio.
Non ero io a volerlo, era lui. Io, quando hai ucciso Voldemort
il suo controllo è venuto meno di colpo e sono svenuta come un sacco di stracci
vuoto, come un burattino con i fili tagliati. Cosi mi hanno trovata accanto ai
cadaveri dei nostri amici e hanno creduto che fossero morti per proteggermi,
non hanno certo immaginato che erano morti per mano
mia. Solo la McGranitt sapeva. Le ho raccontato tutto durante il rientro a Hogwarts e lei mi ha creduta. Poi assieme a Madama Chips hanno deciso di sigillare i miei ricordi per
permettermi di vivere senza sensi di colpa ma ora, ora
è tornato tutto e io…” la voce della ragazza si spense del tutto.
Incapace di spiegare agli altri quello che aveva fatto, incapace di capirlo e
accettarlo lei stessa perché farlo sarebbe equivalso a renderla l’assassina di
due suoi amici.
Harry continuava a guardare il suo cuscino scuotendo la testa
incredulo. Draco rimaneva in disparte. Si sentiva un intruso in quel
momento. Stavano piangendo persone che per lui non avevano mai voluto dire
niente. L’unica cosa, questo si, si sentiva responsabile per quello che era
successo a Hermione. Sia per il recupero dei ricordi, avvenuti per colpa sua,
sia per la cattura e la detenzione della ragazza. In fondo era stato suo padre
a farle da carceriere e lui, beh, lui non aveva fatto niente per aiutarla a
scappare sia perché non voleva mettersi contro di lui sia perché, all’epoca,
non aveva nessun interesse ad aiutare un componente del trio. Fu Harry a
parlare rompendo quel momento di silenzio imbarazzante.
“Se anche fosse che… si beh… non eri veramente tu, Herm. Io so quanto forti erano la volontà di Voldemort e la sua mente. Sono io che, essendo in contatto
con lui, avrei dovuto capire i suoi piani. Ero troppo
incentrato su me stesso, troppo preso dal fatto che avrei dovuto essere io a
uccidere lui e non viceversa che ho dimenticato di pensare agli altri. Sono
stato egoista, il fatto che tu fossi tornata da noi per me bastava. Non ho mai
pensato alle possibili implicazioni. Avrei dovuto sentire quello che aveva in
mente quel maledetto! Ti ho abbandonata e per questo non mi perdonerò mai. Hai
passato tutto questo perché non sono stato capace di proteggerti. E’ per questo
che l’ultimo anno ho cercato di staccarmi da voi, di convincervi a non
seguirmi. Non volevo che correste rischi e invece.. Herm, sono io che non ho saputo fare niente per impedirlo.
Non sei stata tu a uccidere Tonks e Moody, è stato Voldemort e lo ha
fatto perché io non ho saputo fermarlo prima, non ho saputo prevedere le sue
mosse.” Una risatina amara arrivò da Hermione. La
ragazza alzò lo sguardo vuoto sul suo amico e mestamente rispose “Sentiti… Sono
stata io a puntare la bacchetta su di loro, non tu. Sono stata io a farmi
catturare e a cedere. Avrei dovuto trovare un modo per farmi uccidere piuttosto.
Persino ora tutte le colpe di questo mondo devono
ricadere per forza su di te? Anche quello che ho fatto io deve per forza avere
a che fare con te?” la ragazza rise istericamente.
“Harry capisci che questa volta non sei tu? Non è il bambino sopravvissuto?
Sono IO! Pensa per un attimo al fatto che sono stata io a uccidere i nostri
amici. Avrei potuto uccidere anche te e Ron e Ginny e
tutti gli altri se il Signore Oscuro avesse voluto che accadesse. Non sono
stata capace di contrastare il potere della sua mente. La strega più
promettente di tutta Hogwarts non è stata capace a
difendere se stessa e chi le voleva bene.” Un altro
attacco di risa isteriche interruppe gli sproloqui della ragazza.
Draco le si avvicinò preoccupato mentre Harry la
guardava stranito, come se la vedesse per la prima volta.
“Herm, non dici sul serio… tu non…”
“Harry! Basta con questa storia! Io ho ucciso due auror,
io sono stata manipolata da Voldemort come una
stupida bambola! Io sono stata catturata e torturata! E’ me che hanno scelto
per fare da infiltrato, io sono l’insospettabile, l’integerrima ragazza che non
avrebbe mai potuto tradirvi! Invece… sono stata la peggiore dei mangiamorte. Mi mancava solamente il marchio.” Disse con voce acuta scoprendosi l’avambraccio come per
accertarsi dell’effettiva assenza del simbolo e trovandolo perfettamente liscio
come sempre.
A questo punto Draco la prese per il braccio e lentamente glie lo ricoprì. Solo
in quel momento Hermione sembrò accorgersi della sua presenza. La sua espressione
mutò improvvisamente abbandonando quell’inquietante sguardo vuoto e prendendo
finalmente contatto con la realtà e con il dolore che questo comportava.
“Draco io… Che cosa ho fatto?” disse crollandogli singhiozzante tra le braccia
mentre anche Harry le si avvicinava posandole
delicatamente una mano sulla schiena.
“Sssttt… zitta, tranquilla…” Draco la cullava
dolcemente cercando di placare il fiume di lacrime che continuavano a
inzuppargli la camicia lanciando sguardi incoraggianti a Harry per spronarlo a
fare o dire qualcosa. Passarono diversi minuti in cui non successe nulla fino a
che Harry si decise a parlare.
“Herm, io… scusami, non capivo e… Ti voglio bene Herm” disse piano posandole un bacio sulla testa. Hermione
alzò gli occhi pieni di lacrime verso di lui e annuì lentamente tra i
singhiozzi. “Lo so, Harry. Lo so. Grazie. “
La ragazza stava lentamente riprendendo possesso delle sue facoltà. Tirando
rumorosamente su con il naso Hermione si staccò dall’abbraccio rassicurante del
suo strano nuovo amico per poi recuperare dalla borsa un fazzoletto enorme e
soffiarsi poco signorilmente il naso provocando un sorriso (il primo da quello
che sembrava un secolo ormai) ai due ragazzi.
“Ragazzi, io… devo andare a dire la verità a Lupin, Ron e agli altri. Devono sapere che sono stata io… Io non
voglio che pensino che sto nascondendo loro la verità,scoprendolo
da soli chissà quando, preferisco essere io a dirglielo ma… avrò bisogno di
sostegno, molto sostegno.” Disse guardandoli a turno.
Harry le sorrise e prendendole la mano dichiarò che l’avrebbe accompagnata e
sostenuta. Draco era molto più esitante. “Io.. non
c’entro in tutto questo, neanche so chi erano le persone che tu.. che V.. che Vold.. insomma, che sono morte. Non mi sembra giusto
intromettermi in cose che non mi riguardano.” “Non
sono d’accordo. Ormai sei dei nostri, che tu lo voglia
o no.” “Ma come potrebbero reagire vedendomi? Insomma, sono il figlio del mangiamorte che ti ha incarcerata e ha cercato di uccidervi
tutti. Non ho mai fatto niente per salvarvi o aiutarvi, anzi.”
“No, tu ora hai portato alla luce la verità su quello che è successo, su quello
che ho fatto. Pagherò per questo, voglio che lo sappiate, non ho intenzione di
scappare o nascondermi. Sapete qual è la cosa ironica? Che sto cercando un modo
per bloccare l’imperius al lavoro. Proprio io che ne
ho subito le conseguenze..”
“Probabilmente il tuo subconscio te lo diceva. Stava cercando di farti capire
anche attraverso le tue ricerche. Anche senza di me tra il tuo lavoro e i tuoi
sogni saresti riuscita a ricordare, anche se non sono
convinto che sia stato un bene.”
“Beh, Cat non sarà più costretta a farmi incantesimi
per farmi passare il mal di testa! Ormai ricordo.. E
poi voglio andare al comando degli auror e
costituirmi.”
“Herm, non puoi tu..”
“No Harry, voglio pagare. Se vorranno mandarmi ad Azkaban
ebbene così sia. Non ho paura.”
“No, Herm, non capisci. Non puoi perché non esiste
più il corpo degli auror. E’ stato sciolto
quando è stato catturato l’ultimo seguace di Voldemort”
sorrise Harry.
“Oh.. Ecco… Beh… Almeno voglio che tutti gli altri
sappiano. Mi sembra giusto. Farò quello che decideranno loro” disse decisa la
ragazza sfoderando un po’ del carattere volitivo che da sempre la accompagnava.
“D’accordo, se è questo che vuoi.” Acconsentì
placidamente l’ex auror pensando che sarebbe
stato difficile per tutti loro, ma sicuramente avrebbero capito quello che
aveva passato Hermione.
“Scusate, capisco che Hermione voglia liberarsi di questo peso
ma… qualcuno mi aveva promesso un pomeriggio in piscina a vedere belle
ragazze in costume che si allenano nei tuffi…” disse Draco prendendo da terra
la borsa con il necessario e agitandola.
Hermione dapprima lo guardò con aria stranita, come se non avesse capito poi
scoppiò a ridere. Una risata che fece bene al cuore di tutti e tre i presenti.
Si stava riprendendo anche se ad una velocità fin troppo alta... quasi
sospetta... ma i ragazzi erano sollevati nel vederla cosi sorridente dopo tante
lacrime quindi non indagarono oltre.
“Ok, d’accordo, prima la piscina, poi dagli altri. Mi
farà bene nuotare, mi schiarirà le idee, cosi avrò il tempo di trovare un modo
per spiegarmi. Harry, ti unisci? Di ragazze in costume ce ne saranno parecchie,
dovrebbero bastare per tutti e due!” Hermione sentiva dentro uno strano
miscuglio di dolore, sollievo e... soddisfazione... forse per averla passata
comunque liscia, forse per essere riuscita a ricordare...
Una risata malvagia riecheggiò nella sua mente, eco di un ricordo lontano. La
giovane scrollò la testa e cercò di dimenticare momentaneamente i suoi
problemi, in fondo Harry e Draco stavano cercando di distrarla.
“Ok, vengo ma solo per tenervi d’occhio. Non mi fido
a lasciarvi da soli!” disse Harry guardando storto il biondo.
“Di la verità Potter, hai
paura della competizione, vero?”
“Ma smettila Malfoy! Di te paura mai!” disse Harry facendo comparire anche lui
una borsa con l’occorrente.
Hermione sospirò ringraziando il cielo di averle mandato due
amici cosi, uno nuovo e l’altro ritrovato.
“Andiamo…” disse ai due ragazzi Hermione aprendo la porta del salottino e
allontanandosi verso la piscina voltandosi ripetutamente a guardarsi alle
spalle sentendosi osservata.
Nell’ombra delle tende il proprietario del ristorante sorrise soddisfatto
massaggiandosi il braccio sul quale una spessa tonaca colorata nascondeva un
marchio nero a forma di serpente intrecciato con un teschio…
“Abbiamo trovato qualcuno che ha ricevuto il tocco del padrone…” disse al
vento.
FINE… o forse no…
Ringrazio tutti quelli che hanno letto la fic, coloro che hanno commentato e quelli che non lo hanno fatto. grazie degli apprezzamenti, delle critiche e della pazienza. So di averci messo una vita a finire. Grazie in special modo a Telanil, Cinz, Marco, Dan e tutte le ragazze del forum. Per ora smetto di rompere, ma i ringraziamenti sappiate che provengono dal cuore! Un bacio a tutti!
Angelwings