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Autore: Diana924    12/02/2011    2 recensioni
Quando la sua liberta Flavia viene trovata morta in circostanze misteriose, la matrona Caterina de’Medici non crede a un incidente. Decisa a far luce sul mistero la donna indaga, nella Roma imperiale di Augusto. Perché Flavia era fuori di casa quella notte? Che segreti nasconde la sua schiava?
Genere: Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità greco/romana
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Quella sera c’era la luna piena. La pallida Selene illuminava con la sua luce soffusa le vie dell’Urbe, che appariva spettrale.

Due figure incappucciate avevano appena attraversato il Tevere dal ponte che si trovava di fronte il teatro di Pompeo, e ora si trovava sulla riva opposta del fiume.

Una delle due figure aveva i capelli biondi, occhi grandi e  indossava un abito che la riconosceva come una matrona, anche se era a lutto e quindi nero come la notte.

L’altra era leggermente più alta, con i capelli e gli occhi neri e indossava una semplice tunica da schiava.

La seconda precedeva la prima, che appariva incredibilmente guardinga.

Poi arrivarono alla loro meta, perché la mora si fermò, di fronte a degli individui incappucciati.

<< Hai fatto tardi Greja >> disse un uomo, dai capelli corti e castani, e degli occhi molto vivaci. << Scusami Giacinto, ma come sai io degli incarichi, sono solo una schiava >> ribatte Greja.

Giacinto Enobarbo, uno dei rampolli più in vista di Roma, sposato, con figli, tre amanti e un cinedo, prossimo a diventare questore, ottimo legionario, invischiato in certi culti sacrileghi! Evidentemente la cattiva fama della famiglia comprendeva anche lui.

Caterina de’Medici lo osservò attentamente: era bello, bellissimo, ma nei suoi occhi brillava una luce viziosa che la spaventò. Giacinto si mosse, e lei pensò che si muoveva come il giovinetto amato da Apollo cui doveva aver rubato il nome, era bello come lui, di una bellezza eterea, eppure viziosa, che la disorientava.

<< E questa donna chi è? >> chiese Giacinto, osservandola, lui e Caterina de’Medici non si erano mai incontrati. << Un’amica della mia padrona, voleva conoscere il nostro culto >> rispose Greja, che era stata istruita a dire quelle parole. << Voglio vedervi in volto, domina >>, e detto queste con un veloce gesto le tolse il mantello. Caterina de’Medici strinse più forte il pugnale, tanto che sentì le unghie entrarle nella carne. << Una donna di rara bellezza. Voi non siete bella mia cara, ma siete affascinante, incantate la plebe, i vostri occhi parlano per voi e rivelano la vostra intelligenza; siete nata per essere una regina. Venere doveva essere invidiosa di voi, perché vi ha fatto nascere non bella, ma Minerva ha posto rimedio a ciò, conferendovi l’intelligenza dei filosofi e dei saggi >>, disse, prima di darle un bacio leggero sulla bocca.

Caterina de’Medici si sentì morire, nessuno le aveva mai detto simili parole, e ora un giovane di appena venticinque anni le si rivolgeva in quel modo, e la baciava. Lo vide bellissimo, meraviglioso, ma anche corrotto e depravato.

Si sentì come preda di uno di quegli incanti di cui si favoleggiava che l’oriente fosse pieno, e senza aggiungere altre parole seguì Giacinto, e solo allora si rese conto che c’era altra gente con loro, oltre a Greja.

<< Che i sacri baccanali in onore di Libero comincino >> urlò un anziano sacerdote.

x NonnaPapera: vedremo, vedremo, chi ha venduto la spilla??? pazienza, pazienza..

   
 
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