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Autore: Diana924    12/02/2011    0 recensioni
Nizza. Irene si trova a Nizza per fare ordine nella sua vita. Tra le meraviglie della cittą e il suo amore per il cioccolato
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno dopo mi sentivo piena di energia, e avevo deciso che sarei andata a fare un giro per le vie di Nizza. Mentre girovagavo per il centro, persa nei miei pensieri, ero finita davanti ad un centro commerciale. Pił per passare il tempo che per altro sono entrata. Mentre mi muovevo per i negozi, senza una meta precisa mi ero imbattuta in un negozio che vendeva dolciumi.

Riflettei un attimo ed entrai. Fui attratta da uno scaffale, dove riposavano confezioni di barrette al cioccolato e l’unica che attirņ la mia attenzione fu una tavoletta di cioccolato al latte.

Cioccolato al latte. Ricordo ancora quando ne mangiai la prima volta. Avevo sei anni, e mi trovavo sempre qui a Nizza, con mio padre e mia madre. Entro una settimana sarebbe iniziata la scuola, ed io ero nervosa e avevo paura, ma ero allo stesso tempo eccitata.

Un mix di emozioni difficile da sopportare per una bambina emotiva come me, che aveva imparato troppo presto che era meglio nascondere le proprie emozioni e fingere un cinismo che non aveva per andare avanti nella vita e non offrire a nessuno occasioni di ferirla.

Quando le emozioni divenivano troppe, e rischiavo di esplodere e di urlare cattiverie a chi non se lo meritava, ma io ero convinta di sģ, mangiavo uno scacco, solo uno.

Ricordo che un anno, avevo sedici anni, finģ in questo modo ben tre barrette.

Quel giorno, vicino al viale principale, mio padre mi aveva offerto uno scacco, e uno solo, di cioccolato al latte e mi aveva detto: << Meine Leibe, das ist für dich >> e io, alzandomi sulle punte perché mio padre era molto pił alto di me, presi quel cioccolato e lo inghiottģ. Mi concentrai sul suo sapore, cosģ diverso, cosģ dolce, da dimenticare tutte l’ansia che mi affliggeva fino a quel momento. Poi feci un respiro profondo e fissai mio padre, sorridendo, ricordo ancora quel momento.

Cosģ presi la prima barretta e uscģ, mangiando il primo scacco dopo mesi, ne avevo bisogno, ne avevo davvero tanto bisogno.

Mentre camminavo ero arrivata davanti alla cioccolateria della sera prima.

Ci pensai un secondo ed entrai, anche perché c’era il cameriere di ieri. Mi sedetti al tavolo di ieri, e attesi. << Chocolate? >> << Non, seulement un thé, bitte >> dissi, mentre prendevo il mio quaderno degli appunti e scribacchiavo qualcosa. << Vous źtes une femme des lettres ? >> mi chiese, mentre deponeva al mio tavolo un the, che aveva un aspetto davvero bollente, tanto era il vapore. << Sono una scrittrice >> gli risposi, con modestia. << E cosa scrivete? >> << Racconti, ho pubblicato sei miei racconti, uno a diciotto anni, in sei diverse antologie, aspetto ancora di poter raccogliere tutto in un volume unico >> risposi.

I miei risultati erano modesti, davvero modesti, ma io non mi arrendevo, prima o poi sarei riuscita a sfondare, e a vendere milioni di copie. Era il mio sogno, vedere la mia faccia sulle vetrine delle librerie, nei centri commerciali, poter trarre dei film dalle mie storie, era un sogno, ma ci credevo e avevo ottime possibilitą, me lo ripetevo sempre. Ce l’avrei fatta, dovevo farcela 

<< Opere tradotte? >> << Solo una e in ceco, niente di che >> risposi, quella storiella ambientata a Praga era stata definita la migliore, sebbene a me non piacesse, troppo simile a mille altre storie; io di solito cercavo di essere originale, ma quella volta non c’ero riuscita. 

<< Quando sarai famosa torna qui, la cioccolata l’offrirą la casa >> disse lui, ed io sorrisi, prima di pagare e uscire.

x Fe85: grazie per aver postato qui il commento

x miss dark: non mi piaceva di svelare tutto, epr questo sono stata sbrigativa, mi piace scoprire i miei personaggi capitolo epr capitolo, all'inizio sono sempre sbrigativa, sperando che questo ti piaccia

   
 
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