La mia prima volta
Ila POV
Avevo passato quasi tutta un’estate,
divisa tra la Ary e Simo e non ce la facevo più.
Cioè chiariamoci. Mi faceva
piacere passare del tempo con la mia amica, ma ero stufa di vederla soffrire.
Aveva dovuto passare un
brutto periodo anche quando eravamo in vacanza e avremmo dovuto divertirci, ma
invece anche lì Edo è venuto a rompere.
Non ho mai scoperto come
abbia fatto a sapere che fossimo lì, ma mi piace pensare che fosse tutto merito
del destino.
Quando passavo del tempo con
la Ary, mi sentivo morire. Vederla soffrire per Edo, soffrire per il suo primo
amore.
Mi sentivo quasi in colpa a
raccontarle della mia storia con Simo che andava a gonfie vele.
Dopo quella volta che lo
stavamo per fare la sera prima del matrimonio di Davide, non c’erano più state
occasione, anche se sapevo che ormai lui fosse allo stremo.
Lo provocavo la maggior parte
delle volte e sapevo che non ce la faceva più.
Non riuscivo a capire come mi
sopportasse, come potesse stare ancora con me quando lo facevo soffrire con tutte
quelle provocazioni.
Mi aveva detto più volte che
aveva voglia di me, che voleva amarmi,
ma che voleva che io fossi sicurissima e pronta perché non voleva mettermi
fretta e farmi fare le cose perché dovevo farle.
Rispondeva alle provocazioni
senza mai tirarsi indietro, ma io non mi spingevo mai troppo oltre.
Mi bloccavo sempre quando
avevo attraversato nettamente il limite.
Non facevo la verginella che
aveva paura.
Ci eravamo spinti a fare il
classico petting, e devo dire che petting, ma non eravamo mai andati oltre. Lui
diceva che gli bastava quello, ma non ne ero convinta. Sapendo che fama avesse
e facendolo tutte le sere, non doveva essere facile avere quasi la cintura di
castità.
Si, il petting c’era, ma
sapevo che gli mancava tutto il resto.
Non voleva mettermi fretta ed
io non volevo metterla a me, ma sapevo che avevo giocato troppo con il fuoco e
che ormai ero sulla buona strada per bruciarmi.
Era un giorno di settembre
quando capii che fossi pronta.
Doveva iniziare la scuola di
lì ad una settimana ed ero a casa di Simo a dormire.
Mi svegliai tra le sue
braccia calde e come al solito ero pervasa da uno stato di beatitudine e
protezione.
Era sempre lo stesso
l’effetto che mi faceva stare tra le sue braccia.
La sera prima eravamo usciti
con Edo e la Ary a fare un giro in centro. Serata carina e molto piacevole come
al solito, ma quando arrivai a casa di Simo ero stravolta.
Crollai non appena mi
abbracciò.
Non so per quale strana
ragione, ma alle 8 di mattina ero già sveglia.
Mi accoccolai maggiormente
tra le braccia di Simo e cercai di addormentarmi nuovamente, ma non ce la feci.
Ogni tentativo di riaddormentarmi non andava a buon fine.
Mi girai verso di lui e feci
aderire perfettamente il mio corpo al suo, lo abbracciai, intrecciai le gambe
con le sue e mi beai della sua presenza. Ero a pochi centimetri dal suo viso,
lo guardai beandomi di quella visione celestiale. L’avevo sempre trovato tenero
mentre dormiva, era bellissimo e sembrava così tranquillo e innocuo.
Non avevo intenzione di
svegliarlo, volevo solo stare lì e ammirarlo.
Guardai ogni piccolo
particolare: le labbra rosate, gli occhi chiusi, il naso dritto, la mascella
che adoravo tanto e sentivo il suo corpo completamente addosso al mio, ogni
centimetro di pelle era a contatto con la mia.
Improvvisamente sentii le sue
mani arpionarmi i fianchi e stringermi maggiormente a sé.
-Che risveglio- sussurra con
la voce roca ancora con gli occhi chiusi.
Sorrisi, sfiorando le sue
labbra.
-Non volevo svegliarti- gli
dissi lentamente.
-Non mi hai svegliato, ero
già sveglio quando ti sei girata- apre gli occhi con uno scatto e mi ritrovo a
specchiarmi in due pozzi neri.
Rimasi immobile, osservandolo
in silenzio e in quel momento capii: volevo fare l’amore con lui, mi sentivo
pronta, lì completamente attaccati l’uno all’altro, capii che non c’era
nient’altro al mondo che volessi. Lo amavo, l’avevo sempre amato e cosa ancora
più importante lui amava me, lo sentivo, lo percepivo ogni volta che mi
parlava, mi abbracciava, mi accarezzava, il suo amore nei miei confronti si
poteva toccare. Anch’io lo amavo e volevo che il nostro rapporto diventasse
ancora più profondo.
Non c’era niente che non
andava, a parte qualche litigata ogni tanto, per il resto andava tutto bene.
-Che c’è?- mi chiese
guardandomi negli occhi.
Non risposi, mi limitai a
sfiorare le sue labbra. Le sentii schiudersi e sospirò.
Lo baciai dolcemente, gli
baciai prima il labbro inferiore e poi quello superiore. Ci baciammo
lentamente, ci sfiorammo le labbra. Portai una mano sul suo viso e cominciai ad
accarezzarlo.
La mano sul mio fianco mi
strinse maggiormente, schiacciandomi maggiormente contro il suo corpo.
Approfondì il bacio che
diventò passionale e profondo.
Contro la mia pancia lo
sentivo già eccitato. Sorrisi compiaciuta.
Mi morse un labbro e gemetti,
ormai presa completamente dalla situazione che si era creata.
Si sdraiò portandomi sopra di
lui continuando a baciarmi.
Mi staccai dalle sue labbra e
scesi a baciargli la mascella, il collo, accarezzandogli il petto nudo.
Lo sentivo sospirare, vedevo
il suo petto alzarsi e abbassarsi.
Percorsi il suo petto di
baci, scendendo gradualmente.
Arrivai all’elastico dei
boxer e mi fermai, alzando lo sguardo verso di lui che mi guardava in attesa.
Rimasi ferma immobile.
-Che hai intenzione di fare?-
mi chiese con la voce rotta dal desiderio.
Risalii verso le sue labbra e
ripresi a baciarlo, le sue mani si posarono sulle mie gambe e cominciarono ad
accarezzarmi, salendo fino ad arrivare alla maglietta del pigiama che si
sollevò con il passare delle sue mani.
Mi staccai da lui per
permettergli di liberarmi da quell’impiccio.
Rimasi a seno nudo
completamente davanti a lui che cominciò a baciarlo sapientemente facendomi
perdere la testa.
Gemevo senza ritegno, le mie
mani erano nei suoi capelli che lo incitavano a continuare con il suo operato.
Portai una mano tra i nostri corpi
e la infilai nei suoi boxer facendolo gemere.
Eravamo allo stremo, lui
peggio di me. Potevo solo immaginare quanto si fosse trattenuto in quel
periodo, potevo solo immaginarlo dato che non avevo la più pallida idea di come
ci si sentiva quando si era in astinenza.
Lo accarezzai intimamente
facendolo gemere e sospirare. Era un goduria sentirlo in quel momento, era un
afrodisiaco, era altamente eccitante.
Mi fece sdraiare sul letto e
ricominciò a baciarmi ogni centimetro di pelle mentre con le mani mi
accarezzava le gambe lentamente, salendo e scendendo.
Mi sentivo al limite, sarei
impazzita di lì a poco.
Arrivò al mio intimo, che
cominciò ad accarezzare facendomi inarcare la schiena.
-Simo…- gemetti quando mi
accarezzò maggiormente e con più attenzione.
Mi tolse l’intimo che finì da
qualche parte per la stanza.
Mosse le dita in me, giocò
con la parte più sensibile di tutto il mio corpo facendomi impazzire.
Con il viso arrivò a
baciarmi, mordendo, esplorando la mia bocca.
Percorsi con le mani la sua
schiena, poi passai davanti, accarezzandogli il petto scendendo e cominciando a
giocare con l’elastico dei suoi boxer.
-Ila, ti prego…- sussurrò
ancora a contatto con le mie labbra.
-Ti prego cosa?- gli chiesi
sensualmente aprendo gli occhi e trovandomi davanti i suoi.
-Sto impazzendo- si getta sul
mio collo baciandolo.
Le sue dita non avevano
smesso un secondo di farmi impazzire.
La mia mano è ancora lì, che
gioca con l’elastico dei suoi boxer.
Mi comportavo da vera
stronza, ma era più forte di me, mi piaceva provocarlo.
-Ila, se hai intenzione di
farmi fare la figura dell’imbecille, ci riuscirai sicuramente se vai avanti
così. Non sono fatto di marmo- mi dice cercando di prendere un po’ di lucidità
e allontanandosi di qualche centimetro dal mio viso.
-A me sembra di sì- dissi toccandolo.
Sospirò socchiudendo gli
occhi.
Era una visione celestiale,
mi piaceva vederlo gemere, sentirlo, gustarmi il suo corpo nudo. Era la visione
più bella che avessi mai potuto vedere.
Gli abbassai i boxer e lui si
allontanò da me per sfilarseli.
Lo squadrai, lo esaminai in
ogni più piccolo particolare: era bellissimo.
Tornò sopra di me portando
subito una mano sulla mia intimità.
Presa dalla foga portai le
mani sul suo sedere e spinsi il suo bacino verso il mio facendo scontrare le
nostre intimità. Gemettimo entrambi all’unisono.
-Simo… - lo chiamai con il
fiato corto.
Mi guardò con quel suo
sguardo carico di eccitazione, di voglia.
-Cosa?- si piegò verso il mio
orecchio.
-Ti voglio- gli sussurrai.
Lo volevo, ogni fibra del mio
corpo lo reclamava, avevo bisogno di lui, di sentirlo mio in modo più profondo.
A quelle mie parole lo sentii
rabbrividire, si allontanò dal mio collo per guardarmi in viso.
-Sei...sei sicura?- balbettò.
-Mai stata più sicura di
qualcosa- sorrisi raggiante.
Ovviamente avevo un po’ di
paura, non sapevo cosa aspettarmi, ma non mi preoccupavo, c’era Simo, era con
lui che stavo per fare quel grande passo e non dovevo preoccuparmi di niente.
-Sai che non ti obbligo, sei
non vuoi fa niente, io aspetto- sapevo che lo pensava sul serio, anche se mi
guardava come se gli sarebbe costato un grande sforzo non approfondire
nuovamente il contatto.
-Sono sicura. Ti amo, Simo e
voglio fare l’amore con te. Come potrei non volerlo? Tu sei quello giusto, tu
sei quello che voglio in questo momento e voglio sentirti mio anche in quel
senso, voglio che mi senta tua anche in quel senso- lo guardai negli occhi
cercando di fargli capire maggiormente le mie parole.
Lo vedevo rilassarsi, lo
vedevo convincersi che dicessi sul serio.
Portò le mani ai lati della
mia testa e si avvicinò al mio orecchio.
-Se ti faccio male fermami,
ti prego- mi sussurrò roco quando si avvicinò a me.
-Non lo farò mai, ti voglio
troppo.- mi cominciò a baciare il collo quando entrò in me lentamente.
Sussultai leggermente,
sospirai.
Non sentivo ancora dolore.
Simo continuò a baciarmi, ad
accarezzarmi il seno cercando di rilassarmi e di non farmi pensare al dolore.
-Ila…- sussurrò al mio
orecchio prima di mordermi il lobo –sei così…sei…- aveva il fiato smozzato,
come il mio del resto.
E fu in quel momento che
sentii la barriera rompersi, che sentii dolore, istintivamente strinsi Simo,
avvicinandolo maggiormente a me.
-Scusa- mi ripeteva tra un
bacio e l’altro mentre entrava maggiormente.
-Poi passa- gli presi il viso
e lo baciai, cercando di dimenticarmi del leggero dolore che provavo.
Lo rese talmente passionale
che mi dimenticai per un momento di quello che stava succedendo, quando si
staccò dalle mie labbra, era immobile in me.
Mi guardò, lo guardai, gli
sorrisi, mi portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-Sei bellissima- mi sorrise
con gli occhi lucidi.
-Anche tu non sei male- gli
dissi in tono scherzoso.
Anche in un momento come
quello non sapevo rimanere seria, ma com’era possibile.
Lo feci ridere e si piegò
nuovamente su di me.
Appoggiò la fronte sulla mia
e mi guardò.
-Posso muovermi? Non so
quanto riuscirò a stare fermo così, sto leggermente impazzendo- mi disse quasi
imbarazzato.
-E mi chiedi il permesso?-
gli sorrido di rimando.
-Magari non ti sentivi
pronta- sviò il mio sguardo. Vedere Simo in imbarazzo era alquanto strano, ma
era anche tenerissimo.
-Ormai il peggio è passato,
adesso puoi fare tutto quello che vuoi- sussurrai sulle sue labbra prima di
baciarlo.
Lo prese come un segnale
perché cominciò a muoversi.
Quello che avvenne dopo fu
spettacolare, tutto era stato spettacolare: le sensazioni, i sospiri, i baci, i
ti amo sussurrai, le carezze, i gemiti, i nostri nomi detti durante il culmine.
Tutto era stato perfetto.
Ancora ansanti, lo strinsi a
me gustandomi ancora il suo corpo sul mio.
Inspirai il suo profumo.
Poco dopo si alzò ed uscì da
me per poi abbracciarmi.
Solo in quel momento mi resi
conto di una cosa: ci eravamo amati senza
precauzioni. Per tutto il tempo avevo sentito il suo corpo, per tutto il tempo avevo sentito lui e non un coso di lattice.
-Simo.- gli chiesi
accarezzandogli un braccio.
-Dimmi.-disse baciandomi tra
i capelli.
-Eri tu.- dissi stupidamente.
-Come ero io. Certo che ero
io.- sembrava preoccupato.
Mi girai verso di lui e lo
guardai.
-Eri tu, Simo.- dissi
accarezzandogli il petto.-Ho sentito te,
il tuo corpo.-continuai ad accarezzarlo guardandolo.
Aveva la confusione dipinta
sul volto, poi lo vidi illuminarsi.
-Ed io ho sentito te, e devo confidarti che anche quella
era la mia prima volta.- disse sorridendomi ed accarezzandomi una guancia.- Ho
sempre usato il preservativo. È la prima volta che sento realmente tutto.-
sorrisi a quelle parole, sorrisi perché capivo che mi amava. Che mi aveva
sempre amato e in quel momento sperai che mi avrebbe amato per sempre.
Lo baciai cercando di fargli
capire quanto lo amassi e lui ricambiò.
Quando ci staccammo mi
soffermai a guardarlo pensando a quello che era appena successo.
Era stato tutto così
romantico, cauto e bellissimo che non riuscivo a capire perché tutte avessero
paura della loro prima volta.
Era stato fantastico,
favoloso, bellissimo e non me ne sarei mai pentita.
Dopo che avemmo finito di amarci ci addormentammo nudi
abbracciati.
Non so dopo quanto tempo mi
svegliai, so solo che la stanza era ancora immersa nel buio.
Mi alzai lentamente dal letto
e mi misi a cercare la mia biancheria.
-Mi spieghi che stai
facendo?- mi chiese Simo guardandomi dal letto.
Si era appoggiato su un
gomito per vedermi meglio e sul suo volto c’era un sorriso felice e beato.
-Sto cercando la mia
biancheria.- gli risposi continuando a cercare a tentoni nel semi buio.
-E a cosa ti serve scusa?- mi
chiese con un sorrisino beffardo e spavaldo.
-Devo andare in bagno.- gli
dissi.
-E perché non vai nuda, scusa?-
mi chiese con un sorriso beffardo.
-Perché altrimenti tu vedi
troppo.- gli feci notare, non rendendomi conto che la mia risposta era assurda.
-Ormai ti ho già vista tutta.- arrossii.
Andai in bagno, passando
davanti a lui che si ammirò tutta la mia passeggiata, facendomi arrossire
ancora di più.
Quando tornai in camera lo
vidi guardare le lenzuola.
-Cosa stai guardando?- gli
chiesi curiosa.
-Il piccolo regalino che hai
lasciato.- non capii subito a cosa si riferisse finché non vidi la piccola
macchiolina rossa sul lenzuolo.
Arrossii maggiormente.
-Oddio, scusa. Scendi che le
cambiamo e se dovesse vederlo qualcuno?- dissi preoccupata. Non perché mi fossi
pentita, ma non mi sembra il caso di far sapere al popolo che avevo perso la
verginità in quella stanza, su quel lenzuolo.
Lui rise.- Vieni qua con me.-
disse continuando a guardarmi dal letto.
-No, esci che cambiamo le
lenzuola.- gli dissi non ricordandomi che fossi completamente nuda.
-Dai, vieni qua, ci pensiamo
dopo- il suo sguardo era carico di tenerezza che andai tra le sue braccia e mi
riscaldai con il suo corpo caldo e ancora completamente nudo.
Mi accoccolai tra le sue
braccia.
Eravamo uno di fronte
all’altra abbracciati.
Appoggiai la fronte sul suo
petto.
-Scusa.- gli dissi a bassa
voce.
-E per cosa scusa?- lo sentii
abbozzare una risata.
-Per averti lasciato il
regalino.- gli risposi un po’ in imbarazzo.
-è il regalino più bello che
potessi mai farmi.-mi disse accarezzandomi i capelli e lasciandomi un bacio tra
di essi.
Io gli lasciai un bacio sul
petto.
Mi girai sul lato opposto e
poco dopo sentii Simo abbracciarmi.
Non avevo più la forza di
dormire, anzi non ne avevo voglia.
Guardai l’orologio. Erano
l’una.
-Vado a prendere qualcosa da
mangiare.- dissi uscendo dal letto e andando in bagno a prendere l’accappatoio
di Simo.
Mi controllai allo specchio e
mi stupii.
Sembravo radiosa, felice.
Emanavo una strana luce.
Pensai che fosse solo frutto
della mia immaginazione e fosse colpa della luce del bagno.
Uscendo dal bagno mi scontrai
con Simo finendo addosso al suo petto.
-Ciao.- mi salutò lui a pochi
centimetri dalle mie labbra, tenendomi un braccio dietro la schiena.
-Ciao.- gli dissi prima di
baciarlo.
Un piccolo bacio diventò un
bacio pieno di passione e per la foga, finii contro il muro.
L’accappatoio si era
leggermente aperto lasciando scorgere i miei seni.
Simo mi baciava il collo.
Lo bloccai e gli sorrisi
specchiandomi in quegli occhi petrolio.
Adoravo quello sguardo. Avrei
voluto vederglielo sempre.
-Vado a prendere da
mangiare.- gli dissi dandogli un bacio prima di uscire dalla sua presa.
Scesi le scale e quando
entrai in cucina mi trovai davanti la Bea ed Ale che mangiavano un pizza.
-Buongiorno.- dissi con un
sorrisone a 32 denti entrando.
-Buongiorno.- mi dissero
tutti e due in coro guardandomi in un modo strano.
-Che c’è?- gli chiesi quando
notai che continuavano a guardarmi in modo strano.
-Nono. Niente. – disse la Bea
per poi scuotere la testa e sorridere.
Guardai Ale in attesa di una
sua risposta.
La Bea gli diede una
gomitata.
-Niente.- anche lui alla fine
della frase sorrise.
Presi una sedia e mi sedetti
davanti a loro.
-Cosa c’è? Me lo volete
spiegare?- davvero non riuscivo a capire perché mi guardassero così.
-Niente. La pizza è nel
forno.- mi disse la Bea guardandomi.
-Potrò sembrare stupida, ma
non lo sono.- dissi guardando entrambi.
In quello stesso momento
entrò Simo in boxer.
-Buongiorno.- disse lui
sorridendo andando a prendere dell’acqua in frigo.
-Buongiorno.- dissero la Bea
ed Ale in coro forse un po’ troppo felici.
-Che c’è?- chiese lui
girandosi di scatto, senza aver tirato fuori l’acqua.
-Niente.- risposero loro due
insieme guardandolo con un sorrisino.
Simo guardò me in fare
interrogatorio e io scossi la testa.
-Sono vostro figlio. Vi
conosco da tutta la vita che c’è?- chiese lui appoggiandosi con le mani sul
ripiano della cucina.
Oddio, in quella posizione mi
fece venire in mente pensieri poco casti e puri e non mi sembra il caso.
Poi con quello sguardo…
No, Ok. Ila. Basta. Un
po’ di contegno.
Distolsi lo sguardo da Simo
prima che perdessi il controllo definitivamente.
Sentii ridacchiare la Bea.
-Mamma. Piantala.- gli disse
lui.- Lasciala in pace. Lasciaci in pace. Mi spiegate cosa avete tutti e due
con quel sorrisino stampato sulla faccia?- gli chiese lui ancora in quella posa
tremendamente sexy.
Cos’ero diventata? Una
pervertita? Dovevo contenermi, ma come potevo contenermi quando lui era
appoggiato sul ripiano della cucina a dorso nudo, in boxer.
Di certo non era la visione
più casta e pura.
Mi morsi un labbro.
Non so come mai, ma lui si
girò a guardarmi.
Arrossii nel momento stesso
che mi guardò.
-Be, io direi che vado e vi
lascio parlare.- dissi dirigendomi verso la porta.
Simo mi prese per un braccio.
-Eh no. Tu stai qua con me.
Centri anche tu in questa storia ne sono sicuro.- mi imprigionò nel suo
abbraccio e si mise dietro di me.
Eravamo esattamente davanti
ai suoi genitori, tutti e due con le mani appoggiate sul ripiano della cucina,
solo che Simo era dietro di me e non era il massimo.
Soprattutto perché sentivo il
suo corpo completamente appoggiato al mio e mi vennero in mente le immagini di
qualche ora prima.
Scossi la testa.
-Allora, che c’è?- chiese lui
soffiando tra i miei capelli.
Eh no. Già ero messa male di
mio, poi se ci si metteva anche lui eravamo messi male.
Mille brividi mi percorsero
la schiena e tutto il corpo.
Dopo quella “chiacchierata”
mi sarei fatta rinchiudere da qualche parte.
Stavo impazzendo e tutto per
una sola volta e che volta.
-Simo, mi sa che è meglio che
la lasci andare.- disse la Bea ridendo.
Io sgranai gli occhi ed
arrossii.
-Stai male?- mi chiese Simo
preoccupato.
-No, sto benissimo. –dissi
con una voce stranamente normale, ma il mio imbarazzo era palpabile. Mi sarei
sotterrata volentieri in quel momento.
Simo mi lasciò leggermente
andare e io mi misi di spalle rispetto alla Bea ed ad Ale.
Avevo caldo. Troppo. E non
era colpa di Simo, ma del fatto che fossi rossa come un pomodoro.
Simo mi guardò per poi
guardare i suoi genitori.
-Non ditemi che voi……mamma,
papà. – disse ad un certo punto Simo.
Non avevo nemmeno il coraggio
di girarmi. Che figura di merda.
Avrei voluto sotterrarmi.
-Be, scusa è entrata con un
sorriso raggiante e be, non sono come spiegartelo……è diversa…L’abbiamo solo
pensato, ma quando sei entrato tu ne abbiamo avuto la conferma.- disse la Bea
tranquillamente.
Mi lasciai scivolare con la
schiena, per sedermi per terra.
-Ma almeno potevate far finta
di non averlo capito.- disse leggermente alterato.
-Ma perché ti scaldi tanto. È
una cosa normale. Dobbiamo solo esserne felici.- sentii dire Ale.
Solo in quel momento mi resi
conto che fossi totalmente nuda sotto l’accappatoio.
Sentii Simo sbuffare e guardarmi,
cioè sentivo il suo sguardo su di me.
Ero bordeaux, anzi dire
bordeaux era dire poco.
-Niente. Noi usciamo. La
pizza è nel forno. Ci vediamo dopo.- disse la Bea prima di sentire la porta
chiudersi e la macchina partire.
Simo si chinò vicino a me.
-Scusa. Davvero. Non pensavo
che……ecco…- era in imbarazzo anche lui.
-Tranquillo, fa niente.-
dissi abbozzando un sorriso e feci per alzarmi, ma lui mi bloccò.
Lo guardai. Il mio viso
ancora rosso e la mia agitazione per la figura di merda appena fatta
-Scusa. Non volevo che
dovessi passare questo, cioè non pensavo che l’avrebbero capito.- mi sussurrò.
-No, davvero. Fa niente.
Hanno ragione è una cosa normale, ma non è per quello che sono rossa.- gli
dissi.
-E per cosa allora?- mi
chiese lui non riuscendo a capire per quale strano motivo dovevo essere rossa.
-Ecco, ehm. Prima…sai quando
tua mamma…ecco…ti ha detto di lasciarmi andare?- gli chiesi un po’ in
imbarazzo. Lui annuì.-è…che…ecco…ho avuto pensieri pochi casti e puri sulla
posizione in cui eravamo.- ammisi l’ultima frase tutto d’un fiato.
All’inizio mi guardò
stranito, poi sorrise e infine si inorridì.
-Oddio e mia mamma l’ha
capito.- disse sconvolto.
-Eh si.- ammisi ancora più
rossa in volto.
Restammo un po’ in silenzio e
poi abbassai lo sguardo.
-Be, se ti può consolare
anch’io ho avuto pensieri poco casti e puri. Se non ci fossero stati i miei
genitori, ti avrei amato in
quell’istante.- mi sussurrò all’orecchio.
Alzai lo sguardo e lo guardai
ancora rossa.
-Ah sì?- mi avvicinai a lui
poggiandogli le mani sul petto e sedendomi a cavalcioni.
Lo vidi deglutire.
L’accappatoio si era allentato nuovamente e si poteva scorgere il mio seno.
Portai le braccia dietro il
suo collo.
-Potremmo provare, no? Tanto
casa è libera- gli sussurrai a qualche centimetro di distanza.
Sembravo davvero una
pervertita, mi era bastata una volta per perdere già la testa.
-Forse un giorno proveremo,
ma non oggi. Più avanti sicuramente- mi accarezzò una guancia e mi fece
scendere dalle sue gambe.
Si alzò e prese i cartoni di pizza
dal forno.
Lo vidi uscire con
tranquillità dalla cucina, guardai tutto quel ben di dio uscire dalla cucina.
Era una visione, non sapevo cosa farci.
Mi ricomposi e salii in
camera dove lui stava togliendo le lenzuola dal letto.
-Che stai facendo?- gli
chiesi quasi sconcertata.
-Sto facendo quello che tu
volevi fare prima, cambio le lenzuola- non si girò nemmeno a guardarmi.
-Fermo- lo abbracciai da
dietro.
-Che c’è?- mi guardò.
-Non ha senso cambiarla,
ormai i tuoi lo sanno e poi c’è odore di noi- mi buttai sul letto e annusai le
lenzuola.
-Quindi non le cambiamo?
-Per adesso no- gli sorrisi e mi girai a guardarlo.
Mi guardava sorridente e
scosse la testa, mi porse lo scatolone della pizza e si sedette vicino a me.
-Sai vero che prima o poi
dovrò cambiarle? - mi fece notare dopo qualche minuto di silenzio.
-Lo so,ma noi ci ameremo di nuovo tra le lenzuola pulite
così sentiranno ancora di noi.- dissi sorridendo.- almeno nelle prossime
lenzuola, non ci sarà nessun regalino.- cominciai a ridere.
Tornai a guardare la
televisione mentre mangiavo la pizza.
Il pomeriggio lo passammo
tutto il giorno nel letto a coccolarci e solo coccolarci, non a fare altro.
Ero leggermente preoccupata
per come l’avrebbe presa mia mamma quando avrebbe scoperto cosa era successo
quella mattina.
Ma come l’avevano capito i
genitori di Simo, l’avrebbe capito anche lei, quindi tanto valeva affrontare il
discorso non appena avrei varcato la soglia di casa.
Simo mi accompagnò a casa ed
io mi feci coraggio dandogli un bacio più passionale del solito.
Scesi dalla macchina e mi
preparai al peggio.
Suonai il campanello e mia
mamma mi aprì la porta.
Mi sorrise, ma non appena mi
vide in faccia, cambiò completamente espressione.
-Non dire niente. Entriamo in
casa che te lo dico.- dissi fermando ogni sua minima possibilità di aprire
bocca.
Lei si sedette sul divano ed
io cominciai a camminare su e giù.
-Ti ho bloccato perché sono
consapevole che si noti un cambiamento in me, anche se non ho ancora capito in
cosa, però quelli sono dettagli. L’hanno notato anche i genitori di Simo e
quindi la mia dose di figure di merda giornaliera, l’ho già consumata. Quindi,
voglio dirti che io e Simo l’abbiamo fatto. Stamattina. In camera sua ed è
stato…wow. – dissi io con un sorrisone a 32 denti.
Mia mamma mi guardava
scioccata.
-Cos’è che avete fatto?- mi
chiese lei ancora scioccata.
-Abbiamo fatto l’amore
mamma.- dissi io seria.
-Ah. Allora avevo capito
bene. Cioè be, mi aspettavo che prima o poi lo facessi, ma non così presto.-
sgranai gli occhi a quell’affermazione.
-Ho 17 anni, mamma. L’ho
fatto consapevole di quello che facevo e con la persona che amo. Non vedo cosa
ci sia di male.- cominciai a dirle io.
-Assolutamente niente.
Infatti, sono felicissima. Simo mi piace, è un bravo ragazzo. Non ho niente da
ridire. Sono felice per te.- mi disse con un sorriso.
-Grazie mamma.- le dissi
abbracciandola.
Quella notte prima di andare
a dormire ricevetti un messaggio di Simo.
“Non sono riuscito a cambiare le lenzuola. Si sente
odore di te, di me, di noi. Voglio dormire beatamente con l’odore di te
tutt’intorno come se fossi qua. Ti amo, amore mio.”
Gli risposi.
“Piacerebbe anche a me dormire immersa nel nostro
profumo. Ti amo anch’io, mio piccolo ladro di cuori.”
Andai a dormire con un
sorrisino stampato in faccia, con le immagini della mia prima volta e mi
addormentai così, pienamente soddisfatta di quella giornata.
Eccomi qua, finalmente con un
nuovo capitolo. Avrei voluto postarlo durante la settimana, ma impegni vari e
il mio umore alquanto basso non hanno migliorato la situazione, quindi, arrivo
a postare stasera. =)
Allora, questo è un capitolo importante, importante per Ila e per Simo. Finalmente fanno l’amore insieme per la prima volta e non è una cosa da poco. Simo è rimasto in astinenza, non ce la faceva proprio più. Quando diceva a Ila che gli bastasse il semplice petting, era sincero, però. Era al limite, questo è vero, voleva sentire la sua ragazza completamente sua, ma voleva che lei fosse realmente pronta, non voleva sforzarla, anche se non vedeva l’ora che il momento arrivasse.
Allora, questo è un capitolo importante, importante per Ila e per Simo. Finalmente fanno l’amore insieme per la prima volta e non è una cosa da poco. Simo è rimasto in astinenza, non ce la faceva proprio più. Quando diceva a Ila che gli bastasse il semplice petting, era sincero, però. Era al limite, questo è vero, voleva sentire la sua ragazza completamente sua, ma voleva che lei fosse realmente pronta, non voleva sforzarla, anche se non vedeva l’ora che il momento arrivasse.
Ila, come avete letto, sapeva
quanto ormai lui fosse al limite, lo amava, ma la paura di qualcosa che non
conosceva la impadroniva.
Alla fine però a questo
importante passo ci sono arrivati. Teneri *_*
Spero di essere rimasta nel
raiting, di non aver esagerato e soprattutto di aver espresso come si sentivano
i due personaggi.
Vi ringrazio davvero per aver
aggiunto la mia storia alle seguite, preferite e ricordate e per avermi
aggiunto come autore preferito, davvero grazie. *_*
Se qualcuno si sta chiedendo quando sarà la prima volta di Ary, non disperate, arriverà anche la sua, tra pochi capitoli sicuro.
Se qualcuno si sta chiedendo quando sarà la prima volta di Ary, non disperate, arriverà anche la sua, tra pochi capitoli sicuro.
Piccolo anticipo per il
prossimo capitolo: Edo, genitori, pranzo xD voglio sapere che cosa pensate che
succederà.
Alla prossima girls ^_^