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Autore: CherryBomb_    13/02/2011    4 recensioni
Arianna e Ilaria, sedicenni, amiche da qualche anno. Fanno parte di quelle ragazze che sono convinte che il principe azzurro non esiste.
Arianna non ha mai avuto il ragazzo, Ilaria non lo ha da due anni e mezzo. Ormai sono abituate a questo loro stato di "zitellaggio", ma una serata diversa cambierà le loro vite. Ci saranno molti intrecci, ritorni di fiamma, non sarà tutto semplice, anche se all'inizio potrà sembrare così.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 37

La mia prima volta

Ila POV
Avevo passato quasi tutta un’estate, divisa tra la Ary e Simo e non ce la facevo più.
Cioè chiariamoci. Mi faceva piacere passare del tempo con la mia amica, ma ero stufa di vederla soffrire.
Aveva dovuto passare un brutto periodo anche quando eravamo in vacanza e avremmo dovuto divertirci, ma invece anche lì Edo è venuto a rompere.
Non ho mai scoperto come abbia fatto a sapere che fossimo lì, ma mi piace pensare che fosse tutto merito del destino.
Quando passavo del tempo con la Ary, mi sentivo morire. Vederla soffrire per Edo, soffrire per il suo primo amore.
Mi sentivo quasi in colpa a raccontarle della mia storia con Simo che andava a gonfie vele.
Dopo quella volta che lo stavamo per fare la sera prima del matrimonio di Davide, non c’erano più state occasione, anche se sapevo che ormai lui fosse allo stremo.
Lo provocavo la maggior parte delle volte e sapevo che non ce la faceva più.
Non riuscivo a capire come mi sopportasse, come potesse stare ancora con me quando lo facevo soffrire con tutte quelle provocazioni.
Mi aveva detto più volte che aveva voglia di me, che voleva amarmi, ma che voleva che io fossi sicurissima e pronta perché non voleva mettermi fretta e farmi fare le cose perché dovevo farle.
Rispondeva alle provocazioni senza mai tirarsi indietro, ma io non mi spingevo mai troppo oltre.
Mi bloccavo sempre quando avevo attraversato nettamente il limite.
Non facevo la verginella che aveva paura.
Ci eravamo spinti a fare il classico petting, e devo dire che petting, ma non eravamo mai andati oltre. Lui diceva che gli bastava quello, ma non ne ero convinta. Sapendo che fama avesse e facendolo tutte le sere, non doveva essere facile avere quasi la cintura di castità.
Si, il petting c’era, ma sapevo che gli mancava tutto il resto.
Non voleva mettermi fretta ed io non volevo metterla a me, ma sapevo che avevo giocato troppo con il fuoco e che ormai ero sulla buona strada per bruciarmi.
Era un giorno di settembre quando capii che fossi pronta.
Doveva iniziare la scuola di lì ad una settimana ed ero a casa di Simo a dormire.
Mi svegliai tra le sue braccia calde e come al solito ero pervasa da uno stato di beatitudine e protezione.
Era sempre lo stesso l’effetto che mi faceva stare tra le sue braccia.
La sera prima eravamo usciti con Edo e la Ary a fare un giro in centro. Serata carina e molto piacevole come al solito, ma quando arrivai a casa di Simo ero stravolta.
Crollai non appena mi abbracciò.
Non so per quale strana ragione, ma alle 8 di mattina ero già sveglia.
Mi accoccolai maggiormente tra le braccia di Simo e cercai di addormentarmi nuovamente, ma non ce la feci. Ogni tentativo di riaddormentarmi non andava a buon fine.
Mi girai verso di lui e feci aderire perfettamente il mio corpo al suo, lo abbracciai, intrecciai le gambe con le sue e mi beai della sua presenza. Ero a pochi centimetri dal suo viso, lo guardai beandomi di quella visione celestiale. L’avevo sempre trovato tenero mentre dormiva, era bellissimo e sembrava così tranquillo e innocuo.
Non avevo intenzione di svegliarlo, volevo solo stare lì e ammirarlo.
Guardai ogni piccolo particolare: le labbra rosate, gli occhi chiusi, il naso dritto, la mascella che adoravo tanto e sentivo il suo corpo completamente addosso al mio, ogni centimetro di pelle era a contatto con la mia.
Improvvisamente sentii le sue mani arpionarmi i fianchi e stringermi maggiormente a sé.
-Che risveglio- sussurra con la voce roca ancora con gli occhi chiusi.
Sorrisi, sfiorando le sue labbra.
-Non volevo svegliarti- gli dissi lentamente.
-Non mi hai svegliato, ero già sveglio quando ti sei girata- apre gli occhi con uno scatto e mi ritrovo a specchiarmi in due pozzi neri.
Rimasi immobile, osservandolo in silenzio e in quel momento capii: volevo fare l’amore con lui, mi sentivo pronta, lì completamente attaccati l’uno all’altro, capii che non c’era nient’altro al mondo che volessi. Lo amavo, l’avevo sempre amato e cosa ancora più importante lui amava me, lo sentivo, lo percepivo ogni volta che mi parlava, mi abbracciava, mi accarezzava, il suo amore nei miei confronti si poteva toccare. Anch’io lo amavo e volevo che il nostro rapporto diventasse ancora più profondo.
Non c’era niente che non andava, a parte qualche litigata ogni tanto, per il resto andava tutto bene.
-Che c’è?- mi chiese guardandomi negli occhi.
Non risposi, mi limitai a sfiorare le sue labbra. Le sentii schiudersi e sospirò.
Lo baciai dolcemente, gli baciai prima il labbro inferiore e poi quello superiore. Ci baciammo lentamente, ci sfiorammo le labbra. Portai una mano sul suo viso e cominciai ad accarezzarlo.
La mano sul mio fianco mi strinse maggiormente, schiacciandomi maggiormente contro il suo corpo.
Approfondì il bacio che diventò passionale e profondo.
Contro la mia pancia lo sentivo già eccitato. Sorrisi compiaciuta.
Mi morse un labbro e gemetti, ormai presa completamente dalla situazione che si era creata.
Si sdraiò portandomi sopra di lui continuando a baciarmi.
Mi staccai dalle sue labbra e scesi a baciargli la mascella, il collo, accarezzandogli il petto nudo.
Lo sentivo sospirare, vedevo il suo petto alzarsi e abbassarsi.
Percorsi il suo petto di baci, scendendo gradualmente.
Arrivai all’elastico dei boxer e mi fermai, alzando lo sguardo verso di lui che mi guardava in attesa.
Rimasi ferma immobile.
-Che hai intenzione di fare?- mi chiese con la voce rotta dal desiderio.
Risalii verso le sue labbra e ripresi a baciarlo, le sue mani si posarono sulle mie gambe e cominciarono ad accarezzarmi, salendo fino ad arrivare alla maglietta del pigiama che si sollevò con il passare delle sue mani.
Mi staccai da lui per permettergli di liberarmi da quell’impiccio.
Rimasi a seno nudo completamente davanti a lui che cominciò a baciarlo sapientemente facendomi perdere la testa.
Gemevo senza ritegno, le mie mani erano nei suoi capelli che lo incitavano a continuare con il suo operato.
Portai una mano tra i nostri corpi e la infilai nei suoi boxer facendolo gemere.
Eravamo allo stremo, lui peggio di me. Potevo solo immaginare quanto si fosse trattenuto in quel periodo, potevo solo immaginarlo dato che non avevo la più pallida idea di come ci si sentiva quando si era in astinenza.
Lo accarezzai intimamente facendolo gemere e sospirare. Era un goduria sentirlo in quel momento, era un afrodisiaco, era altamente eccitante.
Mi fece sdraiare sul letto e ricominciò a baciarmi ogni centimetro di pelle mentre con le mani mi accarezzava le gambe lentamente, salendo e scendendo.
Mi sentivo al limite, sarei impazzita di lì a poco.
Arrivò al mio intimo, che cominciò ad accarezzare facendomi inarcare la schiena.
-Simo…- gemetti quando mi accarezzò maggiormente e con più attenzione.
Mi tolse l’intimo che finì da qualche parte per la stanza.
Mosse le dita in me, giocò con la parte più sensibile di tutto il mio corpo facendomi impazzire.
Con il viso arrivò a baciarmi, mordendo, esplorando la mia bocca.
Percorsi con le mani la sua schiena, poi passai davanti, accarezzandogli il petto scendendo e cominciando a giocare con l’elastico dei suoi boxer.
-Ila, ti prego…- sussurrò ancora a contatto con le mie labbra.
-Ti prego cosa?- gli chiesi sensualmente aprendo gli occhi e trovandomi davanti i suoi.
-Sto impazzendo- si getta sul mio collo baciandolo.
Le sue dita non avevano smesso un secondo di farmi impazzire.
La mia mano è ancora lì, che gioca con l’elastico dei suoi boxer.
Mi comportavo da vera stronza, ma era più forte di me, mi piaceva provocarlo.
-Ila, se hai intenzione di farmi fare la figura dell’imbecille, ci riuscirai sicuramente se vai avanti così. Non sono fatto di marmo- mi dice cercando di prendere un po’ di lucidità e allontanandosi di qualche centimetro dal mio viso.
-A me sembra di sì- dissi toccandolo.
Sospirò socchiudendo gli occhi.
Era una visione celestiale, mi piaceva vederlo gemere, sentirlo, gustarmi il suo corpo nudo. Era la visione più bella che avessi mai potuto vedere.
Gli abbassai i boxer e lui si allontanò da me per sfilarseli.
Lo squadrai, lo esaminai in ogni più piccolo particolare: era bellissimo.
Tornò sopra di me portando subito una mano sulla mia intimità.
Presa dalla foga portai le mani sul suo sedere e spinsi il suo bacino verso il mio facendo scontrare le nostre intimità. Gemettimo entrambi all’unisono.
-Simo… - lo chiamai con il fiato corto.
Mi guardò con quel suo sguardo carico di eccitazione, di voglia.
-Cosa?- si piegò verso il mio orecchio.
-Ti voglio- gli sussurrai.
Lo volevo, ogni fibra del mio corpo lo reclamava, avevo bisogno di lui, di sentirlo mio in modo più profondo.
A quelle mie parole lo sentii rabbrividire, si allontanò dal mio collo per guardarmi in viso.
-Sei...sei sicura?- balbettò.
-Mai stata più sicura di qualcosa- sorrisi raggiante.
Ovviamente avevo un po’ di paura, non sapevo cosa aspettarmi, ma non mi preoccupavo, c’era Simo, era con lui che stavo per fare quel grande passo e non dovevo preoccuparmi di niente.
-Sai che non ti obbligo, sei non vuoi fa niente, io aspetto- sapevo che lo pensava sul serio, anche se mi guardava come se gli sarebbe costato un grande sforzo non approfondire nuovamente il contatto.
-Sono sicura. Ti amo, Simo e voglio fare l’amore con te. Come potrei non volerlo? Tu sei quello giusto, tu sei quello che voglio in questo momento e voglio sentirti mio anche in quel senso, voglio che mi senta tua anche in quel senso- lo guardai negli occhi cercando di fargli capire maggiormente le mie parole.
Lo vedevo rilassarsi, lo vedevo convincersi che dicessi sul serio.
Portò le mani ai lati della mia testa e si avvicinò al mio orecchio.
-Se ti faccio male fermami, ti prego- mi sussurrò roco quando si avvicinò a me.
-Non lo farò mai, ti voglio troppo.- mi cominciò a baciare il collo quando entrò in me lentamente.
Sussultai leggermente, sospirai.
Non sentivo ancora dolore.
Simo continuò a baciarmi, ad accarezzarmi il seno cercando di rilassarmi e di non farmi pensare al dolore.
-Ila…- sussurrò al mio orecchio prima di mordermi il lobo –sei così…sei…- aveva il fiato smozzato, come il mio del resto.
E fu in quel momento che sentii la barriera rompersi, che sentii dolore, istintivamente strinsi Simo, avvicinandolo maggiormente a me.
-Scusa- mi ripeteva tra un bacio e l’altro mentre entrava maggiormente.
-Poi passa- gli presi il viso e lo baciai, cercando di dimenticarmi del leggero dolore che provavo.
Lo rese talmente passionale che mi dimenticai per un momento di quello che stava succedendo, quando si staccò dalle mie labbra, era immobile in me.
Mi guardò, lo guardai, gli sorrisi, mi portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-Sei bellissima- mi sorrise con gli occhi lucidi.
-Anche tu non sei male- gli dissi in tono scherzoso.
Anche in un momento come quello non sapevo rimanere seria, ma com’era possibile.
Lo feci ridere e si piegò nuovamente su di me.
Appoggiò la fronte sulla mia e mi guardò.
-Posso muovermi? Non so quanto riuscirò a stare fermo così, sto leggermente impazzendo- mi disse quasi imbarazzato.
-E mi chiedi il permesso?- gli sorrido di rimando.
-Magari non ti sentivi pronta- sviò il mio sguardo. Vedere Simo in imbarazzo era alquanto strano, ma era anche tenerissimo.
-Ormai il peggio è passato, adesso puoi fare tutto quello che vuoi- sussurrai sulle sue labbra prima di baciarlo.
Lo prese come un segnale perché cominciò a muoversi.
Quello che avvenne dopo fu spettacolare, tutto era stato spettacolare: le sensazioni, i sospiri, i baci, i ti amo sussurrai, le carezze, i gemiti, i nostri nomi detti durante il culmine. Tutto era stato perfetto.
Ancora ansanti, lo strinsi a me gustandomi ancora il suo corpo sul mio.
Inspirai il suo profumo.
Poco dopo si alzò ed uscì da me per poi abbracciarmi.
Solo in quel momento mi resi conto di una cosa: ci eravamo amati senza precauzioni. Per tutto il tempo avevo sentito il suo corpo, per tutto il tempo avevo sentito lui e non un coso di lattice.
-Simo.- gli chiesi accarezzandogli un braccio.
-Dimmi.-disse baciandomi tra i capelli.
-Eri tu.- dissi stupidamente.
-Come ero io. Certo che ero io.- sembrava preoccupato.
Mi girai verso di lui e lo guardai.
-Eri tu, Simo.- dissi accarezzandogli il petto.-Ho sentito te, il tuo corpo.-continuai ad accarezzarlo guardandolo.
Aveva la confusione dipinta sul volto, poi lo vidi illuminarsi.
-Ed io ho sentito te, e devo confidarti che anche quella era la mia prima volta.- disse sorridendomi ed accarezzandomi una guancia.- Ho sempre usato il preservativo. È la prima volta che sento realmente tutto.- sorrisi a quelle parole, sorrisi perché capivo che mi amava. Che mi aveva sempre amato e in quel momento sperai che mi avrebbe amato per sempre.
Lo baciai cercando di fargli capire quanto lo amassi e lui ricambiò.
Quando ci staccammo mi soffermai a guardarlo pensando a quello che era appena successo.
Era stato tutto così romantico, cauto e bellissimo che non riuscivo a capire perché tutte avessero paura della loro prima volta.
Era stato fantastico, favoloso, bellissimo e non me ne sarei mai pentita.
Dopo che avemmo finito di amarci ci addormentammo nudi abbracciati.
 
 
 
Non so dopo quanto tempo mi svegliai, so solo che la stanza era ancora immersa nel buio.
Mi alzai lentamente dal letto e mi misi a cercare la mia biancheria.
-Mi spieghi che stai facendo?- mi chiese Simo guardandomi dal letto.
Si era appoggiato su un gomito per vedermi meglio e sul suo volto c’era un sorriso felice e beato.
-Sto cercando la mia biancheria.- gli risposi continuando a cercare a tentoni nel semi buio.
-E a cosa ti serve scusa?- mi chiese con un sorrisino beffardo e spavaldo.
-Devo andare in bagno.- gli dissi.
-E perché non vai nuda, scusa?- mi chiese con un sorriso beffardo.
-Perché altrimenti tu vedi troppo.- gli feci notare, non rendendomi conto che la mia risposta era assurda.
-Ormai ti ho già vista tutta.- arrossii.
Andai in bagno, passando davanti a lui che si ammirò tutta la mia passeggiata, facendomi arrossire ancora di più.
Quando tornai in camera lo vidi guardare le lenzuola.
-Cosa stai guardando?- gli chiesi curiosa.
-Il piccolo regalino che hai lasciato.- non capii subito a cosa si riferisse finché non vidi la piccola macchiolina rossa sul lenzuolo.
Arrossii maggiormente.
-Oddio, scusa. Scendi che le cambiamo e se dovesse vederlo qualcuno?- dissi preoccupata. Non perché mi fossi pentita, ma non mi sembra il caso di far sapere al popolo che avevo perso la verginità in quella stanza, su quel lenzuolo.
Lui rise.- Vieni qua con me.- disse continuando a guardarmi dal letto.
-No, esci che cambiamo le lenzuola.- gli dissi non ricordandomi che fossi completamente nuda.
-Dai, vieni qua, ci pensiamo dopo- il suo sguardo era carico di tenerezza che andai tra le sue braccia e mi riscaldai con il suo corpo caldo e ancora completamente nudo.
Mi accoccolai tra le sue braccia.
Eravamo uno di fronte all’altra abbracciati.
Appoggiai la fronte sul suo petto.
-Scusa.- gli dissi a bassa voce.
-E per cosa scusa?- lo sentii abbozzare una risata.
-Per averti lasciato il regalino.- gli risposi un po’ in imbarazzo.
-è il regalino più bello che potessi mai farmi.-mi disse accarezzandomi i capelli e lasciandomi un bacio tra di essi.
Io gli lasciai un bacio sul petto.
Mi girai sul lato opposto e poco dopo sentii Simo abbracciarmi.
Non avevo più la forza di dormire, anzi non ne avevo voglia.
Guardai l’orologio. Erano l’una.
-Vado a prendere qualcosa da mangiare.- dissi uscendo dal letto e andando in bagno a prendere l’accappatoio di Simo.
Mi controllai allo specchio e mi stupii.
Sembravo radiosa, felice. Emanavo una strana luce.
Pensai che fosse solo frutto della mia immaginazione e fosse colpa della luce del bagno.
Uscendo dal bagno mi scontrai con Simo finendo addosso al suo petto.
-Ciao.- mi salutò lui a pochi centimetri dalle mie labbra, tenendomi un braccio dietro la schiena.
-Ciao.- gli dissi prima di baciarlo.
Un piccolo bacio diventò un bacio pieno di passione e per la foga, finii contro il muro.
L’accappatoio si era leggermente aperto lasciando scorgere i miei seni.
Simo mi baciava il collo.
Lo bloccai e gli sorrisi specchiandomi in quegli occhi petrolio.
Adoravo quello sguardo. Avrei voluto vederglielo sempre.
-Vado a prendere da mangiare.- gli dissi dandogli un bacio prima di uscire dalla sua presa.
Scesi le scale e quando entrai in cucina mi trovai davanti la Bea ed Ale che mangiavano un pizza.
-Buongiorno.- dissi con un sorrisone a 32 denti entrando.
-Buongiorno.- mi dissero tutti e due in coro guardandomi in un modo strano.
-Che c’è?- gli chiesi quando notai che continuavano a guardarmi in modo strano.
-Nono. Niente. – disse la Bea per poi scuotere la testa e sorridere.
Guardai Ale in attesa di una sua risposta.
La Bea gli diede una gomitata.
-Niente.- anche lui alla fine della frase sorrise.
Presi una sedia e mi sedetti davanti a loro.
-Cosa c’è? Me lo volete spiegare?- davvero non riuscivo a capire perché mi guardassero così.
-Niente. La pizza è nel forno.- mi disse la Bea guardandomi.
-Potrò sembrare stupida, ma non lo sono.- dissi guardando entrambi.
In quello stesso momento entrò Simo in boxer.
-Buongiorno.- disse lui sorridendo andando a prendere dell’acqua in frigo.
-Buongiorno.- dissero la Bea ed Ale in coro forse un po’ troppo felici.
-Che c’è?- chiese lui girandosi di scatto, senza aver tirato fuori l’acqua.
-Niente.- risposero loro due insieme guardandolo con un sorrisino.
Simo guardò me in fare interrogatorio e io scossi la testa.
-Sono vostro figlio. Vi conosco da tutta la vita che c’è?- chiese lui appoggiandosi con le mani sul ripiano della cucina.
Oddio, in quella posizione mi fece venire in mente pensieri poco casti e puri e non mi sembra il caso.
Poi con quello sguardo…
No, Ok. Ila. Basta. Un  po’ di contegno.
Distolsi lo sguardo da Simo prima che perdessi il controllo definitivamente.
Sentii ridacchiare la Bea.
-Mamma. Piantala.- gli disse lui.- Lasciala in pace. Lasciaci in pace. Mi spiegate cosa avete tutti e due con quel sorrisino stampato sulla faccia?- gli chiese lui ancora in quella posa tremendamente sexy.
Cos’ero diventata? Una pervertita? Dovevo contenermi, ma come potevo contenermi quando lui era appoggiato sul ripiano della cucina a dorso nudo, in boxer.
Di certo non era la visione più casta e pura.
Mi morsi un labbro.
Non so come mai, ma lui si girò a guardarmi.
Arrossii nel momento stesso che mi guardò.
-Be, io direi che vado e vi lascio parlare.- dissi dirigendomi verso la porta.
Simo mi prese per un braccio.
-Eh no. Tu stai qua con me. Centri anche tu in questa storia ne sono sicuro.- mi imprigionò nel suo abbraccio e si mise dietro di me.
Eravamo esattamente davanti ai suoi genitori, tutti e due con le mani appoggiate sul ripiano della cucina, solo che Simo era dietro di me e non era il massimo.
Soprattutto perché sentivo il suo corpo completamente appoggiato al mio e mi vennero in mente le immagini di qualche ora prima.
Scossi la testa.
-Allora, che c’è?- chiese lui soffiando tra i miei capelli.
Eh no. Già ero messa male di mio, poi se ci si metteva anche lui eravamo messi male.
Mille brividi mi percorsero la schiena e tutto il corpo.
Dopo quella “chiacchierata” mi sarei fatta rinchiudere da qualche parte.
Stavo impazzendo e tutto per una sola volta e che volta.
-Simo, mi sa che è meglio che la lasci andare.- disse la Bea ridendo.
Io sgranai gli occhi ed arrossii.
-Stai male?- mi chiese Simo preoccupato.
-No, sto benissimo. –dissi con una voce stranamente normale, ma il mio imbarazzo era palpabile. Mi sarei sotterrata volentieri in quel momento.
Simo mi lasciò leggermente andare e io mi misi di spalle rispetto alla Bea ed ad Ale.
Avevo caldo. Troppo. E non era colpa di Simo, ma del fatto che fossi rossa come un pomodoro.
Simo mi guardò per poi guardare i suoi genitori.
-Non ditemi che voi……mamma, papà. – disse ad un certo punto Simo.
Non avevo nemmeno il coraggio di girarmi. Che figura di merda.
Avrei voluto sotterrarmi.
-Be, scusa è entrata con un sorriso raggiante e be, non sono come spiegartelo……è diversa…L’abbiamo solo pensato, ma quando sei entrato tu ne abbiamo avuto la conferma.- disse la Bea tranquillamente.
Mi lasciai scivolare con la schiena, per sedermi per terra.
-Ma almeno potevate far finta di non averlo capito.- disse leggermente alterato.
-Ma perché ti scaldi tanto. È una cosa normale. Dobbiamo solo esserne felici.- sentii dire Ale.
Solo in quel momento mi resi conto che fossi totalmente nuda sotto l’accappatoio.
Sentii Simo sbuffare e guardarmi, cioè sentivo il suo sguardo su di me.
Ero bordeaux, anzi dire bordeaux era dire poco.
-Niente. Noi usciamo. La pizza è nel forno. Ci vediamo dopo.- disse la Bea prima di sentire la porta chiudersi e la macchina partire.
Simo si chinò vicino a me.
-Scusa. Davvero. Non pensavo che……ecco…- era in imbarazzo anche lui.
-Tranquillo, fa niente.- dissi abbozzando un sorriso e feci per alzarmi, ma lui mi bloccò.
Lo guardai. Il mio viso ancora rosso e la mia agitazione per la figura di merda appena fatta
-Scusa. Non volevo che dovessi passare questo, cioè non pensavo che l’avrebbero capito.- mi sussurrò.
-No, davvero. Fa niente. Hanno ragione è una cosa normale, ma non è per quello che sono rossa.- gli dissi.
-E per cosa allora?- mi chiese lui non riuscendo a capire per quale strano motivo dovevo essere rossa.
-Ecco, ehm. Prima…sai quando tua mamma…ecco…ti ha detto di lasciarmi andare?- gli chiesi un po’ in imbarazzo. Lui annuì.-è…che…ecco…ho avuto pensieri pochi casti e puri sulla posizione in cui eravamo.- ammisi l’ultima frase tutto d’un fiato.
All’inizio mi guardò stranito, poi sorrise e infine si inorridì.
-Oddio e mia mamma l’ha capito.- disse sconvolto.
-Eh si.- ammisi ancora più rossa in volto.
Restammo un po’ in silenzio e poi abbassai lo sguardo.
-Be, se ti può consolare anch’io ho avuto pensieri poco casti e puri. Se non ci fossero stati i miei genitori, ti avrei amato in quell’istante.- mi sussurrò all’orecchio.
Alzai lo sguardo e lo guardai ancora rossa.
-Ah sì?- mi avvicinai a lui poggiandogli le mani sul petto e sedendomi a cavalcioni.
Lo vidi deglutire. L’accappatoio si era allentato nuovamente e si poteva scorgere il mio seno.
Portai le braccia dietro il suo collo.
-Potremmo provare, no? Tanto casa è libera- gli sussurrai a qualche centimetro di distanza.
Sembravo davvero una pervertita, mi era bastata una volta per perdere già la testa.
-Forse un giorno proveremo, ma non oggi. Più avanti sicuramente- mi accarezzò una guancia e mi fece scendere dalle sue gambe.
Si alzò e prese i cartoni di pizza dal forno.
Lo vidi uscire con tranquillità dalla cucina, guardai tutto quel ben di dio uscire dalla cucina. Era una visione, non sapevo cosa farci.
Mi ricomposi e salii in camera dove lui stava togliendo le lenzuola dal letto.
-Che stai facendo?- gli chiesi quasi sconcertata.
-Sto facendo quello che tu volevi fare prima, cambio le lenzuola- non si girò nemmeno a guardarmi.
-Fermo- lo abbracciai da dietro.
-Che c’è?- mi guardò.
-Non ha senso cambiarla, ormai i tuoi lo sanno e poi c’è odore di noi- mi buttai sul letto e annusai le lenzuola.
-Quindi non le cambiamo?
-Per adesso no-  gli sorrisi e mi girai a guardarlo.
Mi guardava sorridente e scosse la testa, mi porse lo scatolone della pizza e si sedette vicino a me.
-Sai vero che prima o poi dovrò cambiarle? - mi fece notare dopo qualche minuto di silenzio.
-Lo so,ma noi ci ameremo di nuovo tra le lenzuola pulite così sentiranno ancora di noi.- dissi sorridendo.- almeno nelle prossime lenzuola, non ci sarà nessun regalino.- cominciai a ridere.
Tornai a guardare la televisione mentre mangiavo la pizza.
Il pomeriggio lo passammo tutto il giorno nel letto a coccolarci e solo coccolarci, non  a fare altro.
Ero leggermente preoccupata per come l’avrebbe presa mia mamma quando avrebbe scoperto cosa era successo quella mattina.
Ma come l’avevano capito i genitori di Simo, l’avrebbe capito anche lei, quindi tanto valeva affrontare il discorso non appena avrei varcato la soglia di casa.
Simo mi accompagnò a casa ed io mi feci coraggio dandogli un bacio più passionale del solito.
Scesi dalla macchina e mi preparai al peggio.
Suonai il campanello e mia mamma mi aprì la porta.
Mi sorrise, ma non appena mi vide in faccia, cambiò completamente espressione.
-Non dire niente. Entriamo in casa che te lo dico.- dissi fermando ogni sua minima possibilità di aprire bocca.
Lei si sedette sul divano ed io cominciai a camminare su e giù.
-Ti ho bloccato perché sono consapevole che si noti un cambiamento in me, anche se non ho ancora capito in cosa, però quelli sono dettagli. L’hanno notato anche i genitori di Simo e quindi la mia dose di figure di merda giornaliera, l’ho già consumata. Quindi, voglio dirti che io e Simo l’abbiamo fatto. Stamattina. In camera sua ed è stato…wow. – dissi io con un sorrisone a 32 denti.
Mia mamma mi guardava scioccata.
-Cos’è che avete fatto?- mi chiese lei ancora scioccata.
-Abbiamo fatto l’amore mamma.- dissi io seria.
-Ah. Allora avevo capito bene. Cioè be, mi aspettavo che prima o poi lo facessi, ma non così presto.- sgranai gli occhi a quell’affermazione.
-Ho 17 anni, mamma. L’ho fatto consapevole di quello che facevo e con la persona che amo. Non vedo cosa ci sia di male.- cominciai a dirle io.
-Assolutamente niente. Infatti, sono felicissima. Simo mi piace, è un bravo ragazzo. Non ho niente da ridire. Sono felice per te.- mi disse con un sorriso.
-Grazie mamma.- le dissi abbracciandola.
Quella notte prima di andare a dormire ricevetti un messaggio di Simo.
“Non sono riuscito a cambiare le lenzuola. Si sente odore di te, di me, di noi. Voglio dormire beatamente con l’odore di te tutt’intorno come se fossi qua. Ti amo, amore mio.”
Gli risposi.
“Piacerebbe anche a me dormire immersa nel nostro profumo. Ti amo anch’io, mio piccolo ladro di cuori.”
Andai a dormire con un sorrisino stampato in faccia, con le immagini della mia prima volta e mi addormentai così, pienamente soddisfatta di quella giornata.
 
 

 

 

 

 

Eccomi qua, finalmente con un nuovo capitolo. Avrei voluto postarlo durante la settimana, ma impegni vari e il mio umore alquanto basso non hanno migliorato la situazione, quindi, arrivo a postare stasera. =)
Allora, questo è un capitolo importante, importante per Ila e per Simo. Finalmente fanno l’amore insieme per la prima volta e non è una cosa da poco. Simo è rimasto in astinenza, non ce la faceva proprio più. Quando diceva a Ila che gli bastasse il semplice petting, era sincero, però. Era al limite, questo è vero, voleva sentire la sua ragazza completamente sua, ma voleva che lei fosse realmente pronta, non voleva sforzarla, anche se non vedeva l’ora che il momento arrivasse.
Ila, come avete letto, sapeva quanto ormai lui fosse al limite, lo amava, ma la paura di qualcosa che non conosceva la impadroniva.
Alla fine però a questo importante passo ci sono arrivati. Teneri *_*
Spero di essere rimasta nel raiting, di non aver esagerato e soprattutto di aver espresso come si sentivano i due personaggi.
Vi ringrazio davvero per aver aggiunto la mia storia alle seguite, preferite e ricordate e per avermi aggiunto come autore preferito, davvero grazie. *_*
Se qualcuno si sta chiedendo quando sarà la prima volta di Ary, non disperate, arriverà anche la sua, tra pochi capitoli sicuro.
Piccolo anticipo per il prossimo capitolo: Edo, genitori, pranzo xD voglio sapere che cosa pensate che succederà.
Alla prossima girls ^_^
   
 
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