"Dovrei
uccidervi tutti e tre, prendere Emy e volare in Messico. Siete perfidi"
sibilò Joey dal sedile posteriore del taxi che avevano chiamato per
scortarli
all'aeroporto. Jack rise apertamente, la nonna sorrise guadando dritto
avanti a
sè e Jen sbuffò forse per la trentesima volta in quindici minuti,
mentre faceva
saltellare Emily sulle ginocchia e la piccola rideva felice, ignara
della
tensione che popolava il corpo della sua adorata 'zia' Joey.
"Sul
serio,
avrei dovuto aggrapparmi allo stipite della porta e stare lì finchè non
vi
sareste arresi e partiti senza di me" continuò mangiandosi l'unghia del
pollice sinistro, un vizio che prendeva il sopravvento quando era
nervosa e in
quel momento lo era molto. Stava per prendere un aereo che l'avrebbe
riportata
nella piccola cittadina in cui era nata, cresciuta e dove aveva passato
momenti
belli e brutti e dove c'era lui, Pacey Witter, il suo grande amore.
Ripensò
a tutto
quello che avevano passato insieme, dai litigi quando erano solo dei
bambini
indisponenti, al primo bacio, rubatole in riva al lago, alla loro prima
volta
in uno chalet di montagna fino alla rottura avvenuta durante il ballo
di fine
anno scolastico.
Ci
avevano
riprovato anche dopo un paio d'anni, al suo secondo anno al college, ma
la
paura di Joey di essere lasciata ancora una volta e soffrire come aveva
sofferto alla prima rottura l'aveva allontanata gradualmente da lui,
fino a che
non si erano persi totalmente di vista. Quello era, forse, il maggior
rimpianto
che aveva, il non aver riprovato ad avere una storia con Pacey, che
amava da
impazzire.
"E
Dawson?"
La
domanda di
Jen la riscosse dai propri pensieri, ponendole però davanti un altro
problema:
il suo amico d'infanzia Dawson Leery. Cresciuti come fratello e
sorella, lui
era stato il suo primo amore, ma dopo vari tira e molla, Joey si era
resa conto
che non erano fatti per stare insieme, anche se si amavano molto. Era
quell'amore che unisce due fratelli, scambiato nell'adolescenza per
amore vero,
quello con la a maiuscola. Quello che Joey provava per Pacey.
Joey
chinò il
capo: sinceramente l'ansia procurata dal rivedere Pacey l'aveva
estraniata dal
resto dei problemi che l'avrebbero attesa appena messo piede sul suolo
di
Capeside.
"Sinceramente
non mi sono soffermata a rifletterci molto, avevo la testa da
tutt'altra parte.
E una piccola parte di me sperava che non venisse, per affrontare un
problema
in meno" confessò a bassissima voce.
Jack
le posò una
mano sulla spalla, stringendo piano cercando di darle conforto con il
contatto
fisico "Joey, è il matrimonio di sua madre. Davvero hai pensato che non
venisse? Ok che è occupato con il telefilm, ma arrivare a disertare le
nozze
della madre..." disse ragionevolmente.
Jen
annuì, come
pure la nonna sul sedile davanti che chiacchierava allegramente con il
tassista
ma seguiva tutto quello che veniva detto alle sue spalle.
Joey
ridacchiò
istericamente "Hai ragione Jack, sono proprio una sciocca ad averlo
solo
pensato. Dopo la morte di Mitch, Dawson si è legato ancora di più alla
madre e
alla piccola Lily. E ora i problemi sono raddoppiati, devo affrontare
la
gelosia di Dawson, che mi crede una sua proprietà, il rivedere Pacey,
il quale
mi fa scoppiare il cuore anche solo a nominarlo, insomma sono nella
merda! Ecco
perchè non volevo venire... Mi viene da piangere ragazzi" sussurrò alla
fine, un singhiozzo ricacciato in fondo alla gola.
"E
tu ridi,
anzichè piangere! Joey, se quel dannato biondastro si azzarda a fare
qualcosa
di brutto, come quel simpatico ricatto che ti fece anni fa, ci pensiamo
io e
Jack a metterlo al suo posto"
Joey riuscì a fare un mezzo sorriso tra le lacrime: sapeva che Jen non
aveva
più in simpatia Dawson da quando la sua amica le aveva raccontato del
ricatto
fattole molto tempo prima.
‘O
me, o lui Joey, devi scegliere’
E
la sua scelta era stata una romantica crociera di tre mesi col suo
grande
amore.
Joey
deglutì
forte ripensando a quei momenti, mentre il taxì di fermò davanti
all’aeroporto.
E’
ora Josephine Potter, vai incontro al tuo
destino!