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Autore: sedative    14/02/2011    1 recensioni
"In generale, non le piaceva essere 'qualcuno'.
'Mi piace essere una fra i tanti' si ripeteva.
Lei un tempo non era così, però.
Lei un tempo non ragiovana così.
Lei un tempo non aveva bisogno di una vasca riempita di acqua calda per rilassarsi.
Ma vedendola in quel modo nessuno avrebbe associato a quella figura il nome di Hermione Jane Granger."
Attenzione: ho riscritto sia il prologo che il primo capitolo, perciò vi invito a rileggerli.
[STORIA SOSPESA]
Genere: Comico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Harry Potter, Nuovo personaggio, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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II° Capitolo

 

Dimenticare è così facile. (?)’

 

Velvet – Oggi è un giorno tutto da rifare

 

 

Ormai era mezz’ora che erano in quel piccolo bar. Accogliente, anche.
Qualche sedia e qualche tavolo, e solo due camerieri che erano conosciuti in tutto il campus per i loro modo affabili.

In più faceva un tè non buono, ma di più.

Caldo al punto giusto, dolce al punto giusto. E quando chiedeva di aggiungere del latte, loro lo sapevo aggiungere. E sapevano tenere il limone il tempo giusto per mescolare il sapore del latte con quello del tè.

Sublime era il termine giusto per definire quel tè.

 

-Ecco il caffè lungo per lei.. – disse una giovane voce maschile indirizzata a Malfoy -..e il tè caldo poco zuccherato col limone per la cara Amelia –

-Grazie James, gentile come sempre – disse gentilmente la giovane, sorridendo.

Il giovane ricambiò il sorriso in modo un po’ troppo slanciato.

-Chi era? – chiese istintivamente il giovane Malfoy.

-James Patterson, sarà un tuo futuro compagno di corsi, prossimamente – rispose semplicemente la giovane ragazza.

-Umh, troppo troppo per i miei gusti.. –

-Oh, tutto è troppo per il piccolo Lord! – aggiunse stizzita la ragazza.

-Piccolo cosa? – chiese scettico Malfoy.

-Lo studierai, forse. Malfoy quindi è tutto chiaro? Le lezioni ci sono tutti i giorni, tranne il lunedì. Domani presentati alle nove alla prima aula del plesso di Letteratura, se non la trovi chiedi in giro, e ti darò il foglio con l’orario delle lezioni – spiegò la giovane (ex) Grifondoro sorseggiando il suo bollente tè, cercando di toglierselo di torno al più presto –Per adesso è tutto, qualche domanda?-

-In realtà ne avrei tante da farti.. – disse con non chalance il giovane biondo, con voce roca.

Lei si imbarazzò. Sapeva dove voleva andare a parare.

Voleva sapere di lei.

Di Hermione o di Amelia?

Già quel ragazzo con la sua sola presenza le aveva sconvolto la vita, e ora le faceva intuire che voleva sapere del suo passato?

No, non gli avrebbe detto niente.

Eppure..

..voleva parlare di quello che le era successo.

Aveva bisogno di sfogarsi, di urlare al mondo ciò che le era capitato.

Come poteva, tuttavia, poter parlare con lui? Poteva, però, parlare solo con lui.

 

Mary Anne, donna bellissima e intelligente, e Jennyfer, ragazza simpatica e sensibile, non avrebbero mai capito la sua situazione.

E che ne sai? Non hai mai provato a parlare a loro di te..

E come poteva farlo? Era, era impensabile rivelare quei segreti!

Ah, un tempo non si faceva tutti questi problemi.

Perchè non avevo questi problemi.

 

-Ah, tutti vorremmo fare delle domande. Alle volte, tuttavia, è meglio star zitti. – rispose così, senza esporsi troppo.

Forse, senza esporsi con le parole, ma il suo tono di voce l’aveva di sicuro tradita.

Era tremante, perchè tremava.

Brutta storia, brutto capitolo.

-Tu credi che io non possa capirti, vero? – chiese Malfoy, portandosi la tazzina di caffè alle labbra e bevendone il contenuto.

La ragazza si morse le labbra, e solo allora il giovane Malfoy si accorse delle rosee labbra della giovane.

Piccole, carnose e lucide. E molto, molto invitanti.

Le guardava con quei suoi occhi grigi, ma il suo sguardo si estese verso tutta la sua figura.

 

Per quello che vide quando erano entrambi nell’ufficio della Jackson, il Serpeverde potette notare la sua statura, che era variata di qualche centimetro, e della sua magrezza, che non era eccessiva. I suoi capelli, quelli, se n’erano andati: non erano più lunghi e mossi, ma corti, come quelli di un ragazzo.

No, non l’avrebbe mai riconosciuta se non fosse stato per il suo viso: piccolo, ingenuo, genuino.. Sempre lo stesso. Sempre quello che aveva all’età di undici, dodici, tredici e più anni. Certo, i tratti erano più maturi, ma la sua essenza era quella di una bambina.

E gli occhi? Profondi, ma feriti.

Da cosa?

Non erano quelli di Villa Malfoy. Quelli erano fieri, orgogliosi e coraggiosi, questi erano intimiditi, spaventati e feriti.

Da chi?

 

-Comunque sia, dove sono? – chiese a bruciapelo il giovane.

La giovane mezzosangue si stupì.

-Di chi parli? –

-Di chi, secondo te? Lo sfregiato e la donnola.. –

Ecco, non era più stupida, ma si stava strozzando col tè.  La giovane posò la tazza e, raccogliendo tutta la sua pazienza, gli rispose:

-Bhè, l’ultima volta che ho visto Harry teneva in braccio un bambino, mentre Ron, bhè, ecco non saprei –

-Mi stai dicendo che loro non sono qui? E che il Trio dei Miracoli si è sciolto? – ora il giovane era beffardo e anche soddisfatto.

-Non sei divertente.. – la giovane guardò l’ora sull’orologio del bar – oh, sono le già le dieci, mi

conviene andar via.. –

Doveva andar via.

La mezzosangue finì il suo tè, lasciò dei soldi sul tavolo e salutò il giovane:

-Vado a studiare, se hai bisogno di me io sarò in biblioteca, buona giornata –

-A te, mezzosangue

 

***

 

L’idea della biblioteca era stata così, così geniale.

Non poteva più sopportare l’idea di dover star lì, con quel ragazzo che voleva sapere di lei.

Lecito, però.

Era ovvio che lui volesse sapere perchè era lì, con chi, da quanto tempo, eccetera, eccetera.

Più che lecito.

Insomma, anche lei voleva sapere di lui, doveva ammetterlo.

Cosa ci fa un Malfoy tra la feccia che lui ha sempre odiato?

Un motivo ci doveva pur essere.

Motivo che lei non aveva voglia di scoprire. Doveva scoprire già i suoi di perchè.

 

-Ci sono altre otto mila soluzioni, questa non è l’unica! – piangeva, oh sì che piangeva.

-E invece no. Per me non ci sono altre soluzioni. Devo voltare pagina, riuscire ad andare avanti, e quale occasione se non questa? – ripetè per l’ennesima volta una voce veemente.

-E i tuoi genitori? Cosa dirai a loro? –

-Non lo sai? Io non li ho più i genitori –

 

-Mezzosangue, sei venuta qui per studiare o per pensare alle.. alle.. com’è che dite voi? –

Non serviva girarsi per capire chi era il proprietario della voce, si capiva benissimo già da se.

La mezzosangue in questione aveva il viso appoggiato al libro, ma con gli occhi aperti e ben vigili. Che diavolo vorrà ora?

Sbruffò la grifoncina mentre si alzava.

-Magari questo è il mio modo per concentrarmi, che ne puoi sapere tu? Oh, sei sempre il solito! Non fai altro che criticare! Che sei venuto a fare ora? A disturbarmi e a darmi fastidio? –

Era letteralmente scoppiata.

Non ne poteva più.

Aveva alzato la voce, e respirava a fatica.

Di nuovo.

Lui non era previsto nella sua nuova vita, perchè era lì?

Malfoy la guardava in modo neutro, poi buttò dei soldi sul tavolo occupato dalla ragazza.

-Tu stai avendo questa nuova possibilità, perchè io non posso avere la mia? E comunque sia, non faccio pagare alle ragazze. Ciao ciao mezzosangue

Malfoy se ne andò.

La ragazza cercò di calmarsi: era affannata e in più aveva attirato su di se numerosi sguardi da parte dei giovani che erano anch’essi in biblioteca.

 

Era anche molto imbarazzata.

Forse Malfoy.. Ma che vado a pensare!

Non poteva, però, lasciarlo andar via in quel modo, infatti prese la sua borsa e corse fuori, nel vialetto.

-Malfoy, Malfoy aspetta! – urlò.

Ma niente, Malfoy non era lì.

Dove diavolo..?

 

***

 

Toc toc.

-Un attimo – esclamò una voce maschile abbastanza seccata.

Toc toc.

-Un attimo, ho detto! – ripetè quella stessa voce maschile, questa volta molto molto seccata.

Arrivò alla porta e la aprì con molto slancio.

-Che cazz.. –

Ma le parole gli morirono in gola: era lì, alla sua porta.

-Mezzosangue, che piacevole sorpresa.. –

E sì, la storica Mezzosangue Zannuta era sulla soglia della stanza dell’altrettanto storico Principe delle Serpi, e la ragazza era molto imbarazzata.

-Malfoy, io.. – cercò di dire la ragazza.

-Ancora con questo Malfoy? Credevo che noi avessimo fatto una specie di patto, o sbaglio? – gli disse cercando di essere il più neutrale possibile.

-Ehm, ascolta.. Oh, posso entrare? –

-Vuoi entrare nella tana del lupo? Oh, piccola Grifondoro, accomodati –

Azzardo troppo azzardato.

Il giovane si spostò, facendo passare la ragazza che entrò nella stanza singola.

-Hai una stanza singola.. – chiese affermativamente la Granger-Fox.

-Possibile che non ti sfugga niente? Ah, in questo non sei cambiata.. –

 

La giovane si sedette sulla poltrona posta affianco al letto.

La stanza era piccola, abbastanza illuminata, con un letto, un armadio, una scrivania e un comodino.

Insomma, niente di più semplice e spoglio.

Anzi, niente di più semplice, spoglio e soprattutto singola.
Perchè aveva una stanza singola? Nessun ‘abitante’ di quel college aveva –o poteva desiderare- una stanza singola, a parte i professori che facevano richiesta di risiedere nel college.

Il solito viziato fu l’unico pensiero che passò per la testa della giovane.

 

-Allora? Sei venuta qui per ammirare (me) la stanza o per dirmi qualcosa? – chiese, con voce irritata, il borioso Serpeverde.

Possibile che se l’era presa per ciò che era successo in biblioteca?

Possibile che se l’era presa per così poco?

-Mal.. Senti, io non volevo offenderti in biblioteca – riuscì a dire, con un po’ di imbarazzo, la giovane.

-Offendermi? Non lo hai fatto Granger

Certo che sto ragazzo è proprio di parola!

-Le.. le tue parole, sai quelle che hai pronunciato, mi hanno molto colpita.. –

Si riferiva alla frase “Tu hai avuto questa possibilità, perchè io non posso avere la mia?” (o qualcosa del genere).

Ma stava scherzando? Quale possibilità aveva avuto lei?

Aveva una e una sola  scelta, ed era obbligata a seguirla.

Altrimenti..

Vide il giovane Malfoy pronto ad una contrattacco, ma ciò fu impedito dallo squillo. Sì, lo squillo del cellulare della Grifondoro.

-Oh, chi sarà? – si chiese, mentre estrasse dal jeans il piccolo aggeggio elettronico.

Mary Jane.

Ehm?

-Si? – chiese la ragazza, con voce sorpresa.

-“Si”? Fammi capire: a me rispondi con un semplice “si”? – rispose Mary Jane, fintamente offesa.

-Mary, cosa c’è? Non dovresti essere a lezione? –

-Già, e tu perchè sei entrata nel dormitorio maschile, eh? Hai un ragazzo e non me l’hai detto, eh?? –

Hermione era avvampata. E il giovane Malfoy lo notò.

Tenera pensò il ragazzo, ma scacciò subito quel pensiero dalla sua mente.

-No no! E’ un lunga storia! – si affrettò a dire la ragazza.

Come poteva pensare che lei avesse un fidanzato?

-Come vuoi.. Ti ho chiamata per sapere che voleva la Jackson.. Che hai combinato questa volta? – chiese la donna dall’altra parte del telefono.

-Niente, devo fare la balia ad un ragazzino.. –

Balia? Ragazzino? A Malfoy questi due termini no piacquero molto.

-Non sono un ragazzino! E non mi devi fare da balia.. – intervenne Malfoy.

-Taci tu! – gli rispose la ragazza –Si chiama Draco Malfoy e frequenterà la mia stessa facoltà. Viene da Londra e devo fargli vedere un po’ questa università. Dovevi.. – ma fu interrotta.

-Malfoy? Draco Malfoy? – chiese agitata Mary Jane.

-Ehm, sì.. perchè? –

-Sta attenta.. –

Ma che diavolo dice? Sta attenta a Malfoy? Ma le come diavolo..

-Mary Jane, che succede? – chiese Hermione, più agitata.

-Te lo spiego in mensa, e vieni senza lui. Credi mi abbia visto? –

Credi mi abbia visto? Oh cielo, sta iniziando a drogarsi!

-E io che ne so! –

-A dopo, stella. Attenta –

-Mary Jane, Mary Jane! –

Aveva attaccato.

-Che succede Mezzosangue? – chiese Malfoy, vedendo la sua agitazione.

-Devo andare.. –

La ragazza si alzò di scatto dalla poltroncina e si guardò attorno.

Era disorientata.

Poi si avvicinò alla scrivania e prese foglio e penna, e scrisse qualcosa che porse al biondo.

-Questo è il mio numero, se hai bisogno chiama. Io devo andare! –

E uscì di corsa.

 

***

 

Sta attenta.

Vieni senza lui.

Credi mi abbia vista?

Cosa diavolo succedeva?

Mary Jane conosceva Malfoy?

E come lo conosceva?

Se se lo conosceva, conosceva anche lei e il suo passato.

Che l’avesse incontrata qualche volta a Diagon Alley? Era un professoressa di Hogwarts? Oppure una studentessa molto più grande di lei?

Ohhh, che cazzo!

Doveva parlare, assolutamente

 

 

 

SEDATIVE’S SPACE:

Che dire! Capitolo un po’ cortino, ma l’ispirazione per questo capitolo è andata a farsi benedire, però sto già scrivendo il prossimo!

Sì, sono in ritardo, ma ho una scusa più che valida: sono partita!

E ringrazio Jane Bolena, Anna di Cleves, Caterina Howard e tutta la corte di Enrico VIII per la compagnia che mi hanno reso. Compagnia molto discutibile, diciamola così.

 

NOTE:

-La frase di Draco, “Tu hai avuto questa possibilità, perchè io non posso averla”, o qualcosa del genere, è una frase dettata dalla sua esperienza di ragazzino di diciassette anni che ha visto la guerra, ha visto la morte, ma di chi ancora non ve lo dico!

No, non pensate alla povera Narcissa, lei è viva e vegeta, la lascio stare per adesso.


Bhèè, a presto (;

Ah, stavo dimenticando, ho riscritto i precedenti capitoli perchè non mi convincevano.

Baci :*

   
 
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