II°
Capitolo
‘Dimenticare è così facile.
(?)’
Velvet
– Oggi è un giorno tutto da rifare
Ormai
era mezz’ora che erano in quel piccolo bar. Accogliente,
anche.
Qualche sedia e qualche tavolo, e solo due camerieri che erano
conosciuti in
tutto il campus per i loro modo affabili.
In
più faceva un tè non buono, ma di più.
Caldo
al punto giusto, dolce al punto giusto. E quando chiedeva di aggiungere
del
latte, loro lo sapevo aggiungere. E
sapevano tenere il limone il tempo giusto per mescolare il sapore del
latte con
quello del tè.
Sublime
era il termine
giusto per definire quel tè.
-Ecco
il caffè lungo per lei.. – disse una giovane voce
maschile indirizzata a Malfoy
-..e il tè caldo poco zuccherato col limone per la cara
Amelia –
-Grazie
James, gentile come sempre – disse gentilmente la giovane,
sorridendo.
Il
giovane ricambiò il sorriso in modo un po’ troppo
slanciato.
-Chi
era? – chiese istintivamente il giovane Malfoy.
-James
Patterson, sarà un tuo futuro compagno di corsi,
prossimamente – rispose
semplicemente la giovane ragazza.
-Umh,
troppo troppo per i miei gusti..
–
-Oh,
tutto è troppo per il piccolo Lord! – aggiunse
stizzita la ragazza.
-Piccolo
cosa? – chiese scettico Malfoy.
-Lo
studierai, forse. Malfoy quindi è tutto chiaro? Le lezioni
ci sono tutti i
giorni, tranne il lunedì. Domani presentati alle nove alla
prima aula del
plesso di Letteratura, se non la trovi chiedi in giro, e ti
darò il foglio con
l’orario delle lezioni – spiegò la
giovane (ex) Grifondoro sorseggiando il suo
bollente tè, cercando di toglierselo di torno al
più presto –Per adesso è
tutto, qualche domanda?-
-In
realtà ne avrei tante da farti.. – disse con non
chalance il giovane biondo,
con voce roca.
Lei
si imbarazzò. Sapeva dove voleva andare a parare.
Voleva
sapere di lei.
Di
Hermione o di
Amelia?
Già
quel ragazzo con la sua sola presenza le aveva sconvolto la vita, e ora
le
faceva intuire che voleva sapere del suo passato?
No,
non gli avrebbe detto niente.
Eppure..
..voleva
parlare di quello che le era successo.
Aveva
bisogno di sfogarsi, di urlare al
mondo ciò che le era capitato.
Come
poteva, tuttavia, poter parlare con lui? Poteva, però,
parlare solo con lui.
Mary
Anne, donna bellissima e intelligente, e Jennyfer, ragazza simpatica e
sensibile, non avrebbero mai capito la sua situazione.
E
che ne sai?
Non hai mai provato a parlare a loro di te..
E
come poteva farlo? Era, era impensabile rivelare quei segreti!
Ah,
un tempo non si faceva tutti questi problemi.
Perchè
non avevo
questi problemi.
-Ah,
tutti vorremmo fare delle domande. Alle volte, tuttavia, è
meglio star zitti. –
rispose così, senza esporsi troppo.
Forse,
senza esporsi con le parole, ma il suo tono di voce l’aveva
di sicuro tradita.
Era
tremante, perchè tremava.
Brutta
storia,
brutto capitolo.
-Tu
credi che io non possa capirti, vero? – chiese Malfoy,
portandosi la tazzina di
caffè alle labbra e bevendone il contenuto.
La
ragazza si morse le labbra, e solo allora il giovane Malfoy si accorse
delle
rosee labbra della giovane.
Piccole,
carnose e lucide. E molto, molto invitanti.
Le
guardava con quei suoi occhi grigi, ma il suo sguardo si estese verso
tutta la
sua figura.
Per
quello che vide quando erano entrambi nell’ufficio della
Jackson, il Serpeverde
potette notare la sua statura, che era variata di qualche centimetro, e
della
sua magrezza, che non era eccessiva. I suoi capelli, quelli, se
n’erano andati:
non erano più lunghi e mossi, ma corti, come quelli di un
ragazzo.
No,
non l’avrebbe mai riconosciuta se non fosse stato per il suo
viso: piccolo,
ingenuo, genuino.. Sempre lo stesso. Sempre quello che aveva
all’età di undici,
dodici, tredici e più anni. Certo, i tratti erano
più maturi, ma la sua essenza
era quella di una bambina.
E
gli occhi? Profondi, ma feriti.
Da
cosa?
Non
erano quelli di Villa Malfoy. Quelli erano fieri, orgogliosi e
coraggiosi,
questi erano intimiditi, spaventati e feriti.
Da
chi?
-Comunque
sia, dove sono? – chiese a bruciapelo il giovane.
La
giovane mezzosangue si
stupì.
-Di
chi parli? –
-Di
chi, secondo te? Lo sfregiato e la donnola.. –
Ecco,
non era più stupida, ma si stava strozzando col
tè. La
giovane posò la tazza e, raccogliendo
tutta la sua pazienza, gli rispose:
-Bhè,
l’ultima volta che ho visto Harry teneva in braccio un
bambino, mentre Ron,
bhè, ecco non saprei –
-Mi
stai dicendo che loro non sono qui? E che il Trio dei Miracoli si
è sciolto? –
ora il giovane era beffardo e anche soddisfatto.
-Non
sei divertente.. – la giovane guardò
l’ora sull’orologio del bar – oh, sono le
già le dieci, mi
conviene
andar via.. –
Doveva
andar via.
La
mezzosangue finì il suo
tè, lasciò
dei soldi sul tavolo e salutò il giovane:
-Vado
a studiare, se hai bisogno di me io sarò in biblioteca,
buona giornata –
-A
te, mezzosangue –
***
L’idea
della biblioteca era stata così, così geniale.
Non
poteva più sopportare l’idea di dover star
lì, con quel ragazzo che voleva
sapere di lei.
Lecito,
però.
Era
ovvio che lui volesse sapere perchè era lì, con
chi, da quanto tempo, eccetera,
eccetera.
Più
che lecito.
Insomma,
anche lei voleva sapere di lui, doveva ammetterlo.
Cosa
ci fa un Malfoy tra la feccia che lui ha sempre odiato?
Un
motivo ci doveva pur essere.
Motivo
che lei non aveva voglia di scoprire. Doveva scoprire
già i suoi di perchè.
-Ci
sono altre
otto mila soluzioni, questa non è l’unica!
– piangeva, oh sì che piangeva.
-E
invece no.
Per me non ci sono altre soluzioni. Devo voltare pagina, riuscire ad
andare
avanti, e quale occasione se non questa? – ripetè
per l’ennesima volta una voce
veemente.
-E
i tuoi
genitori? Cosa dirai a loro? –
-Non
lo sai? Io
non li ho più i genitori –
-Mezzosangue, sei venuta qui per studiare
o per pensare alle.. alle.. com’è che dite voi?
–
Non
serviva girarsi per capire chi era il proprietario della voce, si
capiva
benissimo già da se.
La
mezzosangue in questione aveva il
viso appoggiato al libro, ma con gli occhi aperti e ben vigili. Che diavolo vorrà ora?
Sbruffò
la grifoncina mentre si alzava.
-Magari
questo è il mio modo per concentrarmi, che ne puoi sapere
tu? Oh, sei sempre il
solito! Non fai altro che criticare! Che sei venuto a fare ora? A
disturbarmi e
a darmi fastidio? –
Era
letteralmente scoppiata.
Non
ne poteva più.
Aveva
alzato la voce, e respirava a fatica.
Di
nuovo.
Lui
non era previsto nella sua nuova
vita, perchè era lì?
Malfoy
la guardava in modo neutro, poi buttò dei soldi sul tavolo
occupato dalla
ragazza.
-Tu
stai avendo questa nuova possibilità, perchè io
non posso avere la mia? E
comunque sia, non faccio pagare alle ragazze. Ciao ciao mezzosangue
–
Malfoy
se ne andò.
La
ragazza cercò di calmarsi: era affannata e in più
aveva attirato su di se
numerosi sguardi da parte dei giovani che erano anch’essi in
biblioteca.
Era
anche molto imbarazzata.
Forse
Malfoy..
Ma che vado a pensare!
Non
poteva, però, lasciarlo andar via in quel modo, infatti
prese la sua borsa e
corse fuori, nel vialetto.
-Malfoy,
Malfoy aspetta! – urlò.
Ma
niente, Malfoy non era lì.
Dove
diavolo..?
***
Toc
toc.
-Un
attimo – esclamò una voce maschile abbastanza
seccata.
Toc
toc.
-Un
attimo, ho detto! – ripetè quella stessa voce
maschile, questa volta molto
molto seccata.
Arrivò
alla porta e la aprì con molto slancio.
-Che
cazz.. –
Ma
le parole gli morirono in gola: era lì, alla sua porta.
-Mezzosangue, che piacevole sorpresa..
–
E
sì, la storica Mezzosangue Zannuta era sulla soglia della
stanza
dell’altrettanto storico Principe delle Serpi, e la ragazza
era molto
imbarazzata.
-Malfoy,
io.. – cercò di dire la ragazza.
-Ancora
con questo Malfoy? Credevo che noi
avessimo fatto una specie di patto, o sbaglio? – gli disse
cercando di essere
il più neutrale possibile.
-Ehm,
ascolta.. Oh, posso entrare? –
-Vuoi
entrare nella tana del lupo? Oh, piccola Grifondoro, accomodati
–
Azzardo
troppo azzardato.
Il
giovane si spostò, facendo passare la ragazza che
entrò nella stanza singola.
-Hai
una stanza singola.. – chiese affermativamente la Granger-Fox.
-Possibile
che non ti sfugga niente? Ah, in questo non sei cambiata.. –
La
giovane si sedette sulla poltrona posta affianco al letto.
La
stanza era piccola, abbastanza illuminata, con un letto, un armadio,
una
scrivania e un comodino.
Insomma,
niente di più semplice e spoglio.
Anzi,
niente di più semplice, spoglio e soprattutto singola.
Perchè aveva una stanza singola? Nessun
‘abitante’ di quel college aveva –o
poteva desiderare- una stanza singola, a parte i professori che
facevano
richiesta di risiedere nel college.
Il
solito
viziato
fu l’unico pensiero che passò per la testa della
giovane.
-Allora?
Sei venuta qui per ammirare (me) la
stanza o per dirmi qualcosa? – chiese, con voce irritata, il
borioso
Serpeverde.
Possibile
che se l’era presa per ciò che era successo in
biblioteca?
Possibile
che se l’era presa per così
poco?
-Mal..
Senti, io non volevo offenderti in biblioteca –
riuscì a dire, con un po’ di
imbarazzo, la giovane.
-Offendermi? Non lo hai fatto Granger –
Certo
che sto
ragazzo è proprio di parola!
-Le..
le tue parole, sai quelle che hai pronunciato, mi hanno molto colpita..
–
Si
riferiva alla frase “Tu hai avuto questa
possibilità, perchè io non posso avere
la mia?” (o qualcosa del genere).
Ma
stava scherzando? Quale possibilità aveva avuto lei?
Aveva
una e una sola scelta,
ed era obbligata a seguirla.
Altrimenti..
Vide
il giovane Malfoy pronto ad una contrattacco, ma ciò fu
impedito dallo squillo.
Sì, lo squillo del cellulare della Grifondoro.
-Oh,
chi sarà? – si chiese, mentre estrasse dal jeans
il piccolo aggeggio
elettronico.
Mary
Jane.
Ehm?
-Si?
– chiese la ragazza, con voce sorpresa.
-“Si”?
Fammi capire: a me rispondi con un semplice “si”?
– rispose Mary Jane,
fintamente offesa.
-Mary,
cosa c’è? Non dovresti essere a lezione?
–
-Già,
e tu perchè sei entrata nel dormitorio maschile, eh? Hai un
ragazzo e non me l’hai
detto, eh?? –
Hermione
era avvampata. E il giovane Malfoy lo notò.
Tenera
pensò il
ragazzo, ma scacciò subito quel pensiero dalla sua mente.
-No
no! E’ un lunga storia! – si affrettò a
dire la ragazza.
Come
poteva pensare che lei avesse un fidanzato?
-Come
vuoi.. Ti ho chiamata per sapere che voleva la Jackson.. Che hai
combinato
questa volta? – chiese la donna dall’altra parte
del telefono.
-Niente,
devo fare la balia ad un ragazzino.. –
Balia?
Ragazzino? A Malfoy questi due termini no piacquero molto.
-Non
sono un ragazzino! E non mi devi fare da balia.. – intervenne
Malfoy.
-Taci
tu! – gli rispose la ragazza –Si chiama Draco
Malfoy e frequenterà la mia
stessa facoltà. Viene da Londra e devo fargli vedere un
po’ questa università.
Dovevi.. – ma fu interrotta.
-Malfoy?
Draco Malfoy? – chiese agitata Mary Jane.
-Ehm,
sì.. perchè? –
-Sta
attenta.. –
Ma
che diavolo
dice? Sta attenta a Malfoy? Ma le come diavolo..
-Mary
Jane, che succede? – chiese Hermione, più agitata.
-Te
lo spiego in mensa, e vieni senza lui.
Credi mi abbia visto? –
Credi
mi abbia
visto? Oh cielo, sta iniziando a drogarsi!
-E
io che ne so! –
-A
dopo, stella. Attenta –
-Mary
Jane, Mary Jane! –
Aveva
attaccato.
-Che
succede Mezzosangue? –
chiese Malfoy,
vedendo la sua agitazione.
-Devo
andare.. –
La
ragazza si alzò di scatto dalla poltroncina e si
guardò attorno.
Era
disorientata.
Poi
si avvicinò alla scrivania e prese foglio e penna, e scrisse
qualcosa che porse
al biondo.
-Questo
è il mio numero, se hai bisogno chiama. Io devo andare!
–
E
uscì di corsa.
***
Sta
attenta.
Vieni
senza lui.
Credi
mi abbia
vista?
Cosa
diavolo succedeva?
Mary
Jane conosceva Malfoy?
E
come lo conosceva?
Se
se lo conosceva, conosceva anche lei e il suo passato.
Che
l’avesse incontrata qualche volta a Diagon Alley? Era un
professoressa di
Hogwarts? Oppure una studentessa molto più grande di lei?
Ohhh,
che cazzo!
Doveva
parlare, assolutamente
SEDATIVE’S
SPACE:
Che
dire! Capitolo un po’ cortino, ma l’ispirazione per
questo capitolo è andata a
farsi benedire, però sto già scrivendo il
prossimo!
Sì,
sono in ritardo, ma ho una scusa più che valida: sono
partita!
E
ringrazio Jane Bolena, Anna di Cleves, Caterina Howard e tutta la corte
di
Enrico VIII per la compagnia che mi hanno reso. Compagnia molto discutibile, diciamola così.
NOTE:
-La
frase di Draco, “Tu hai avuto questa possibilità,
perchè io non posso averla”,
o qualcosa del genere, è una frase dettata dalla sua
esperienza di ragazzino di
diciassette anni che ha visto la guerra, ha visto la morte, ma di chi
ancora
non ve lo dico!
No,
non pensate alla povera Narcissa, lei è viva e vegeta, la
lascio stare per
adesso.
Bhèè, a presto (;
Ah,
stavo dimenticando, ho riscritto i precedenti capitoli
perchè non mi
convincevano.
Baci
:*