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Autore: Lucky Strike    14/02/2011    5 recensioni
Primi anni del 1800.
Dopo che Napoleone Bonaparte salì al potere, iniziò poco a poco ad espandersi l’odio verso i francesi.
Scoppiarono le guerre Napoleoniche. Una delle più grandi fu combattuta tra gli Alleati – Inghilterra, Spagna, Portogallo – e i Francesi.
Due ragazzini, Allen e Tyki: Uno innocente e candido come l’amore, l’altro piegato alla crudele volontà della guerra.

Il titolo della fic non fa riferimento all’omonima canzone dei Vocaloid.
Non abbiamo la più pallida idea di quanti capitoli saranno, ma sappiamo con certezza che con gioia di voi fungirl accanite e desiderose di Poker pair – e per gioia di Lavi che ha messo su la fic – ci saranno scene a scopo 'erotico' ò_ò
Vorrei premettere che: se l’ambientazione non piace, è praticamente inutile che ci facciate le recensioni che ti fanno cadere l’autostima di tanto – molto -.
Oltre a questo, recensione, commenti e critiche (nei limiti delle offese e della VERITA’, grazie) sono sempre bene accette ~
[ Il rating salirà -più o meno- vertiginosamente ] [ I personaggi sono tutti © Katsura Hoshino ]
Lucky Strike
Genere: Generale, Guerra, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Allen Walker, Tyki Mikk | Coppie: Tyki/Allen
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Love is War 

Autore: Lucky Strike

Personaggi: Allen Walker, Tyki Mikk, Tyki/Allen

Pairing: Poker pair (Tyki x Allen)

Genere: Guerra, Malinconico, Generale.

Avvisi: Yaoi, Shonen-ai, What-if?, AU.

Rating: Verde (salirà vertiginosamente nei prossimi capitoli)

Disclaimer: I personaggi in questa fic sono tutti © Katsura Hoshino (se fosse in mano mia sarebbe un vasto mondo di Yaoi a non finire!! ndHellie) (se fosse in mano mia Tyki sarebbe vestito da Maid con Kanda e Allen ndLavi) nel momento hot della fic non avranno maggiore età (non Allen almeno e___e NdHellie)(Ne avrò 17, se so ancora contare ndLavi), ma si fa quel che si può x3 ; La fic è stata scritta non a scopo di lucro ma di puro divertimento.

Note d’Autori: Dato che Lavi è a scuola –mentre io sono a casa perché c’è ponte =w= {Sia santificato S.Faustino! **}- Oggi le Note toccano a me u_u

Prima di tutto scusateci per il ritardo.. ma abbiamo avuto degli impegni ^^’’ eheh..

Ed ecco che finalmente entriamo all’inizio della storia vera e propria! °0° Già dai primi capitoli quel piccolo e dolce Allen soffre, pooooovero piccolo ç.ç’’ Ma per fortuna esiste Tyki, alè! X°D

In questo capitolo Allen è tenerissimo, cavolo, mi vien voglia di spupazzarlo. C’è un flashback molto intenso, a parer mio, dove l’albino fa ancora più tenerezza ç___ç’

E già iniziano le prime paure, le prime disgrazie, eppure da una parte la vita di entrambi è così dolce e divertente, mentre dall’altra stanno entrambi soffrendo, combattendo per e contro la vita quotidiana. Oh, che bel paradosso ~.

Ringraziamo Bethan, Black Ruri e Blood Wolf per aver messo la fic tra le seguite; e Kasdeya per averla inserita tra i preferiti!

Recensioni

Kagchan : La prima recensione! Lavi ne è stato entusiasta! çwç ..

Prima di tutto ti ringraziamo per i complimenti, siamo felici che l’inserimento delle parole straniere non ti abbia dato particolare fastidio!

Spero che il tuo giudizio sull’OOC rimanga uguale per tutta la fic, aww, sarebbe bellissimo! **

Speriamo che questo capitolo sia di tuo gradimento <3 !

Liris :  D’accordissimo sul fatto che la guerra sia una brutta cosa, però vediamo come questa situazione cambierà la mente del giovane Allen, e di come sarà aiutata anche dal fatto di nome ‘Tyki’ ò_ò Ne vedremo delle belle. Decisamente.

Grazie anche a te ovviamente per i complimenti, e ci scusiamo immensamente se ti sei persa nelle prime righe ç_ç

Bethan : Tòh, guarda chi si vede! °-°

Non so veramente che dirti, bhè, felice che la fic ti piaccia NONOSTANTE Tyki non ti stia molto a genio x°°3

Buona fortuna per lo studio, ed ecco a te il capitolo nuovo <3 !

Kasdeya : *canticchia mentre rilegge il nome per vedere se lo ha scritto giusto* Mh, sì, ok, è giusto x°D

Il fatto che ti sia piaciuta l’idea delle guerre napoleoniche è un punto a nostro favore, yeh! x] Anche che si incontrino già da giovani mi sembra che tu lo abbia gradito! *_* Si insomma, felici che la fic ti piaccia già da questo prologhetto-nulla-di-che x°D

 

 

 

Hellie Lucky Strike,

 

 

Primi anni del 1800.

Dopo che Napoleone Bonaparte salì al potere, iniziò poco a poco ad espandersi l’odio verso i francesi.

Scoppiarono le guerre Napoleoniche. Una delle più grandi fu combattuta tra gli Alleati – Inghilterra, Spagna, Portogallo – e i Francesi.

Due ragazzini, Allen e Tyki: Uno innocente e candido come l’amore, l’altro piegato alla crudele volontà della guerra.

 

 

Love is War

{ Capitolo 1: Terra di Spagna }

« … Vino, bancarelle e Terra arsa e rossa

Terra di Sud , Terra di Sud

Terra di Confine

Terra di dove finisce la terra! »

[ Il Ballo di San Vito - Vinicio Capossela ]

 

~~~

Cresciuto in quella terra arida.

Quel piccolo villaggio lo accolse bene, soprattutto dopo quattro anni dal suo arrivo, quando Allen, il piccolo pierrot albino, perse il suo padre adottivo, Mana Walker.

«Starai bene qui, chico.» Gli disse Tyki, poggiandogli una mano sulla spalla, quando Allen era davanti alla tomba di Mana, ancora una volta.

Da quella scomparsa sono sempre stati insieme i due, combinandone di tutti i colori, Allen ammirava Tyki, era un ragazzo ribelle ed allegro, che perse i suoi genitori già da molto piccolo, sotto consiglio di un amico di suo padre andrò in Spagna, dove fu accettato. Studiò lo spagnolo e le basi che servono per la vita quotidiana, aiutava il villaggio nell’agricoltura, raccogliendo i pomodori, e nei giorni più caldi andava con gli altri ragazzi a pescare. Tutti lo conoscevano, e lui conosceva tutti. E Allen più di ogni altro lo stimava, per come sfuggiva ai briganti, per come aiutava la gente, per come era il suo modo di essere. La sfortuna però, viene quando Allen arriva in Spagna, fu lo stesso anno in cui Tyki dovette entrare a forza nell’esercito, iniziando con l’Academia de Guerra1: avrebbe dovuto fare quattro anni di preparazione. Inutile dire che l’albino non ne sapeva nulla del perché vedeva Tyki molto meno spesso, era convinto che aveva qualcosa da fare con gli altri Discoli, e continuò la sua vita tra raccolti, spettacoli e visite alla tomba di Mana.

•••

 

«Mana..» Sussurrò Allen, mentre continuava a guardare la sterile lapide davanti a se; Era il terzo giorno di fila che passava lì, a guardarne i tratti finché non aveva tanto male agli occhi da non distinguerne più i contorni. Tre giorni di pioggia ininterrotta, come se perfino la terra che lo aveva da poco ospitato fosse in pena per la sua perdita. Come i giorni precedenti, si sedette accanto alla croce di legno, carezzandone la superficie sconnessa, bucherellata e umida. Una goccia gli cadde proprio sul naso infreddolito, facendolo starnutire. "Forse.. Lei sta piangendo per me.. Io non ho più lacrime.." pensò, alzando lo sguardo al cielo. Non era un cielo brutto: era chiaro, compatto.. Triste. Tanto, triste. Si morse il labbro e riportò lo sguardo sulla piana disseminata di croci: erano gente povera, le tombe non erano altro che una pietra squadrata alla meno peggio e una croce. Era tutto nel totale silenzio, solo il tamburellare sommesso della pioggia interrompeva quel nulla assoluto. Ma anche quello era un rumore triste, che non faceva altro che aumentare il peso che Allen sentiva al posto del cuore. Era come se fosse stretto in una mano di ferro, come quelle dei soldati francesi che marciavano nelle vie di Parigi, prima che si trasferissero lì.

A Mana piaceva tanto la Spagna, diceva che i suoi abitanti erano molto più cordiali e simpatici dei francesi, che si davano un sacco di arie. La sua mente corse a Tyki, ovviamente. Lo aveva aiutato tanto in quei giorni: gli stava accanto e lo sosteneva col suo solito sorriso. Ecco, una cosa che adorava di Tyki era che lui non cambiava. Sorrideva sempre, e quando stavi male quel sorriso allegro ti scaldava. Come se si caricasse di parte del male che aveva dentro e lo facesse sentire più leggero in modo da farlo alzare e camminare avanti.

Chiuse gli occhi.

Voleva Tyki.

Lo chiamò mentalmente, una, due, tre, sei, nove, dieci volte. Si scostò i ciuffi bianchi dai tristi occhi grigi, sembrava un cucciolo.  "Tyki..?" Gli si riempirono gli occhi di lacrime, ancora. «Tyki.. Aiuto..»

Si rialzò sulle ginocchia malferme. Tremava, e non solo per il freddo. All'improvviso aveva paura, tantissima paura, e la tristezza che all'inizio lo aveva colpito con la forza di un uragano ora stava tornando anche più forte.

Aveva bisogno di lui.

Voleva lui. «Tyki.. Ti prego.. Tyki.. Ty..ki..» Lo chiamò, come se stesse invocando un requiem, una preghiera. Si guardò attorno. All'improvviso gli sembrò tutto buio, scuro, minaccioso. Qualcosa dietro le lapidi lo guardava, gli sviscerava l'anima in maniera talmente gelida da fargli paralizzare il fiato, accelerando il battito del piccolo cuore ferito.

«Tyki...» Disse per l'ennesima volta, incassando la testa nelle spalle, le mani giunte sopra il petto, le dita intrecciate.

Si avvicinavano. Strisciavano, erano sottoterra.

D'istinto arretrò verso la tomba di Mana, sempre di più, fino ad addirittura inciampare nel tumulo di terriccio. Scivolò e cadde, facendosi male a un gomito, coprendosi completamente di terra fangosa. Ma non gli importava. Aveva una paura folle, gli occhi dilatati dal terrore si spostarono freneticamente dagli alberi scuri, alla nebbiolina, alla terra insidiosa e di nuovo agli alberi.

Silenzio. Anche la pioggia sembrava tacere. Si alzò di scatto, girandosi verso la terra. «Scu-sa! Scusa Mana! Non volevo caderti addosso!» Si giustificò col morto, chinandosi a rimettere la terra com'era prima, nonostante il viscidume gli scivolasse tra le piccola dita sottili. «Scusa..!» Disse un'ultima volta prima di alzarsi. Si sfregò con forza gli occhi, facendo inconsciamente qualche passo indietro.

Qualcosa lo strinse. Caldo. Tanto caldo avvolgente. Odore di spezie e tabacco. Si girò di scatto nell'abbraccio con gli occhi lucidi. «Tyki!» Urlò, stringendolo quasi a soffocarlo.

Il moro lo guardò un po’ sorpreso, poi lo sguardo si fece quasi dolce, ma tenendo sempre quella luce maliziosa datagli dall’insolito color oro dell’iride ferina. «Ehi, chico.. Està bièn?2». Allen non rispose neanche, si limitò a stringerlo con tutta la forza delle braccia esili, quasi ansimando dalla paura di poco prima. «Allora… Sono qui, va tutto bene niño3…» Disse ancora il maggiore, carezzandogli i capelli per tranquillizzarlo.

«I-Io… faceva freddo… Era buio.» Balbettò Allen, col cuore ancora rigonfio di paura, nonostante quel caldo abbraccio lo stesse tranquillizzandolo, placando poco a poso come ogni volta che era venuto alla tomba del defunto tutore.

«Ma ora ci sono io, no chico? E nessuno ti tocca con qua me!» Dichiarò il ventenne, ridendo divertito mentre prendeva l’albino in braccio. Il piccole sorrise, affondando le dita sottili tra i folti riccioli neri.

«Io voglio tanto bene a Tyki!» Strillò contento, dimenticando, come ogni bambino, il trauma di poco prima.

«Allora adesso ti porto a casa con me e mangiavo insieme, che ne dici?»

«Sì!»

•••

 

Erano passati molti anni, l’albino ormai si sentiva parte di quella gente, era un pomeriggio solare, e come al solito si recò alla piantagione di pomodori per il raccolto.

«Che caldo…» Bisbigliò a se stesso, mettendo l’ennesimo frutto dentro il cesto, si guardò intorno: vi era solo qualche donna tra le piante. “Tyki.” Pensò inconsciamente, aggiustandosi il cappello di paglia che aveva in testa – per ripararlo dal sole -, “Ma quando ti vedrò ancora?” Pensò poi. Scuoté la testa, ripetendosi di tornare al lavoro, raccolse altri pomodori con gran fretta, cercando di impegnare la sua mente in altre cose, in effetti era da un bel po’ che pensava a Tyki, in qualsiasi momento della giornata poteva stamparsi nel pensiero dell’albino il sorriso del moro, che ora era – secondo lui – a fare qualche pazzia con i Discoli. “Uff, certo che però poteva portarmi!” Si lamentò, pensando ai primi mesi in cui era in Spagna, e quando Tyki lo portava in qualche fiume o da altre parti, con il resto della banda, era solo un moccioso, allora. 

Un po’ per la rabbia per l’essere stato abbandonato – quello che Allen pensava, s’intende - , e un po’ per la fretta che cercava di utilizzare per scacciare quei pensieri, strinse nella mano un pomodoro fin troppo maturo, sfasciandolo, «Bah!...» Imprecò, scrollando la mano per far scendere la polpa e i semi rimasti, «Ora anche i pomodori ce l’hanno con me!» Si asciugò la mano nel pantalone, e con un sospiro si avviò verso il villaggio.

Si sedette su una panchina, - quasi senza piegare il busto – mise il cappello il modo che gli coprisse il volto dal sole ed incrociò le dita poggiando le mani sul dorso. “Mana… che mi sta succedendo?” Si chiese chiudendo lentamente le palpebre, “Perché lui?” continuò, riferendosi a Tyki, “Perché mi manca così tanto?”

Fece uno sbadiglio senza curarsene nel coprirlo, avendo il muro di paglia davanti alla bocca.

«Allen!» Lo chiamò d’un tratto la voce di una donna che Allen conosceva bene: La signora Fernandez, era una donna abbastanza sgraziata, sulla quarantina d’anni, leggermente obesa e con i capelli castano sempre raccolti in un chignon, se si guardavano bene le mani della signora si potevano notare le cicatrici dovute al raccolto di manioca4, «Ma dai! Queste non sono nulla!» Rideva lei, quando qualcuno le chiedeva dei segni; a differenza di come può far percepire il suo fisico da “donnona” era una signora simpatica e gentile, che dette ad Allen un posto dove stare dopo la scomparsa di Mana.

Allen doveva molto alla signora Fernandez.

«Cosa fai qua a sonnecchiare?» Chiese in un misto di rimprovero ed ironia,  prendendo con la sua grossa mano il cesto di pomodori freschi, «Vai ad aiutare gli altri per la festa!»

Allen si tirò su pigramente, «Che festa?» Chiese aggiustandosi il cappello.

La donna ridacchiò, «Quella dove ci sarà anche Tyki!» Informò, per poi andare a posare il raccolto nel suo posto.

Il volto dell’albino si ricoprì di gioia, raggiunse la signora e prese il cesto pesante.

Gli ultimi momenti della siesta furono rotti dalle risate dei due.

 

Il tramonto era già sceso e la grande via principale – la stessa di sempre – era adornata da luci e colori, sulle pareti delle case, tra le porte e le finestre, vi erano appesi due lunghi fili da cui pendevano lampadine che alternavano regolarmente colore: rosso, verde, giallo, blu, rosso, verde, giallo, blu… Vi erano stati messi dei lampioni di luce bianca di tanto in tanto, per illuminare la via ancora di più.

La luna splendeva serena, non vi erano nuvole in cielo, di conseguenza non si prevedeva pioggia.

Al centro vi era un grande focolare, dove la gente si apprestava a ballare, le donne erano vestite con i loro abiti più belli e più ricchi di pizzi e ghirigori, gli uomini indossavano camicie e pantaloni. I bambini correvano avanti e indietro, i più anziani se ne stavano in un angolo a battere il piede a ritmo di musica, che era suonata dalla piccola banda del villaggio: vi era una chitarra, un piano – che avevano faticosamente trasportato – e qualche percussione. Lasciando lo spazio dovuto per i balli, tutt’intorno vi erano le bancarelle, che vendevano cose d’ogni genere, alcune offrivano cibi e bevande, i più audaci adocchiavano quel tavolo con due grosse botti di vino e decine di bicchieri in parte.

La gente parlava tra loro, formando piccoli gruppi, Allen era comodamente seduto sullo scalino di un edificio – quello dove era entrato Mana – guardava la scena di quel piccolo villaggio sereno ed elettrizzato.

«Tyki!!» Urlò una voce femminile, tutti si girarono vedendo il gruppo – di soldati -  arrivare sorridenti, a capo di tutti vi era lui: Tyki, il Tyki di Allen.

L’albino si alzò sulla scalinata e con un braccio fece un segno di saluto al moro, non ricambiò esplicitamente, ma Allen sapeva che lui l’aveva visto.

Subito una folla di ragazze andarono ad accogliere gli arrivati, la banda iniziò a suonare eccitata, uomini e donne addetti al cibo a servire, correndo di qua e di là del fuoco; subito le coppie si formarono e si accesero in una calorosa danza intorno alle fiamme.

Uff, ma perché balla con tutte quelle ragazze?!” Pensò l’albino, senza accorgersi del leggero rossore che gli colorò le goti, il quale diventò anche più intenso quando incrociò lo sguardo di Tyki, “No! Ehi, calma calma calma calma caaaaaaalma Allen.” Si auto-impose, “Io non sono geloso di una ragazza! Non posso esserl-!!” I suoi pensieri furono subito troncati dalla voce di Tyki, era leggermente più matura dalla solita che sentiva – quella di quasi dieci anni prima - «Ehi, non sarai mica geloso delle ragazze, eh chico?» Sorrise il moro, Allen quasi gli saltò al collo per l’emozione, ma doveva dimostrare che era cresciuto!

«No, mio e caro Discolo, ti sbagli!» Gonfiò le guance con la speranza di essere credibile, con scarsi risultati.

Tyki gli posò una mano sui capelli, scompigliandoli, si sedette sul gradino a lato dell’albino, da una tasca tirò fuori un mazzo di carte francesi. «Queste le conosci?» Chiese Tyki mostrando l’Asso di Picche perfettamente posto tra l’indice ed il medio sinistro.

«Si che le conosco.» Annuì Allen con un leggero sorriso.

Tyki rise, «Quando saprai giocare a Poker fammi un fischio, Allen.» Disse rimettendo a posto le carte.

Rimasero in silenzio per un po’. Allen fissò il compagno, era cresciuto da come vagamente lo ricordava, era diventato più adulto, i suoi lineamenti più precisi, da quello che ricordava Tyki non ha mai fumato, nonostante ora avesse appena preso una sigaretta e se la fosse accesa senza tanti problemi. “E’ cambiato…” Pensava.

Il moro buttò distrattamente la sigaretta mezza-consumata nel gradino sottostante e con il piede la spense, buttò fuori il fumo che aveva in gola e con uno scatto si alzò. «Forza…!» Esclamò prendendo le mani di Allen, lo sguardo del più piccolo stava esplicitamente a significare “Vieni dove?” «Ti faccio smettere di essere geloso delle ragazze!» Rise Tyki trascinandolo in mezzo alla folla.

Iniziarono un ballo pazzo, la musica era accompagnata dai battiti ritmici di palmi. I due si tenevano per mano, le braccia larghe, Allen riusciva a sentire il ridere allegro di Tyki, alzò lo sguardo a incontrare quello gioioso del più grande, intorno a lui varie immagini correvano e si fondevano, e ancora il viso di Tyki fissatogli davanti. Le voci degli abitanti di quella terra che urlavano quasi impazziti, intonando un canto strambo a ritmo di musica, altre coppie a ballare intorno ai due. I piedi di Allen ormai avevano preso un movimento proprio, guidati da quelli di Tyki, giravano intorno, poi dall’altra parte, destra sinistra destra. E loro continuavano.

La musica si fermò, così come i piedi dei due e tutto il giro tondo delle immagini.

Una piccola goccia di sudore rigò il lato del volto dell’albino, sorrise: era felice per aver ballato con Tyki.

Il più grande si piegò in avanti, in modo che il volto fosse di fianco a quello dell’amico «Non essere più geloso delle ragazze, chico.» Gli sussurrò all’orecchio, «Facciamo che dopo i balli ci vediamo al fiume, ok?» Gli disse distrattamente, arruffandogli i capelli ed andando da un’altra fanciulla, con cui aveva promesso di ballare.

 

Dopo la festa si recò dove gli era stato indicato, camminava sulla terra dura, il cielo era cosparso di stelle di varie dimensioni, le guardava, pensando a Tyki, e a quando andava a parlare con persone di ormai grand’età, queste con un sorriso triste in volto lo abbracciavano e gli davano una pacca sulla spalla. Allen non volle avvicinarsi, quando successe anche con la signora Fernandez, avrebbe preferito aspettare il loro incontro, come stabilito.

L’albino sbuffò, era preoccupato. Aveva paura di qualcosa.

Un buffo pensiero gli attraversò “E se vuole dirmi che è fidanzato e partirà con la ragazza per qualche altro paese?”, scosse la testa imbarazzato allo stato puro.

Non pensò ad altro – non voleva -, prese solo a correre dopo aver intravisto la figura di Tyki seduta in riva al fiume.

 

Continua,

 

 

Note finali: Sto facendo un trigliardo di cose ed ho pure la potenza di scrivere le note finali, chebbello! X°D

Allora, anche stavolta abbiamo finito il capitolo, che triste il flash back ç_ç Però c’è stato un bel momento, dove Allen e Tyki si rincontrano, finalmente! E poi quel tocco di sensualità che ha il portoghese, aww ** Sono sempre più affascinata di questa interpretazione del moro e_____e’!

La signora Fernandez avrebbe più o meno l’aspetto della stessa signora che appare nelle puntate 10/11 di Soul Eater, per chi non l’avesse presente, vi lasciamo il link {CLICCA QUI.}

Canzone utilizzata: Il Ballo di San Vito – Vinicio Capossela ( Testo )

Traduzioni

1- Academia de Guerra: Sarebbe la preparazione per diventare soldati, la scuola militare, in pratica.

2- Ehi, chico.. Està bièn?: Ehi, ragazzo.. Stai bene?

3- Niño: Ragazzino, bambino.

4- Manioca: In realtà non siamo sicuri che la manioca venga coltivata in Spagna, se così non fosse vi preghiamo di scusarci.

 

 

 

   
 
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