What
WORKS and
what doesn't
Il
signor Reeve
le aveva regalato una mappa del Pianeta, già opportunamente
segnata da un
pennarello rosso su "Midgar". Al suo intento didattico aveva unito
poi una scatolina piena di puntine colorate: "Ne metta una su Kalm.
Hanno
lasciato da poco la città e sembra si stiano dirigendo verso
Junon."
"Vanno
a Junon, cazzo. E' diverso dal tuo fottutissimo condizionante."
Cat
notò una
minuscola venuzza iniziare a pulsare sulla tempia del suo capo: "Condizionale,
signor Reno. Comunque, non c'entra con il mio discorso."
"Senti,
c'è
il mio bossazzo a rincorrere quelli dell'AVALANCHE. Basta e avanza
senza che la
scribacchina stia a fare la lezione di geografia al gatto."
"Non
sono un
gatto. Sono un automa meccanico in sembianza di felino."
Commentò offeso
Cait, sistemandosi la coroncina.
"Me
ne fotto
di cosa sei."
La
venuzza
pulsante del signor Reeve ebbe un guizzo: "…Reno, ho
lasciato che
Heidegger le permettesse di unirsi a noi nel suo periodo di
convalescenza.
Sarebbe pregato di collaborare."
Da
dietro il suo
pacco di fogli ancora caldi di fotocopiatrice, Cat lanciò
un'occhiata al Turk
dai capelli rossi, intento a tamburellare con il Teaser d'ordinanza sul
braccio
che aveva legato al collo: quella che lei aveva scambiato come una
consueta
sbornia di prima mattinata, era invece il pietoso risultato della
missione al
Settore 7. Distrutto il pilastro di sostegno, distrutto anche il
braccio
sinistro di uno dei fidatissimi del Dipartimento di Pubblica Sicurezza.
"Con
una
matricola. Mi hanno rimpiazzato con una matricola. Potevano
rimpiazzarmi con
te, scribacchina, e sarebbe stata la stessa fottuta cosa."
Annuì
stupidamente, rintanandosi contro il muro: "Mi dispiace, signore."
Reeve
tossicchiò,
recuperando l'attenzione dello strano trio radunato nel minuscolo
ufficio del
Piano 65: "Il Presidente mi ha personalmente chiesto di collaborare
alla
mappatura dei movimenti dell'Avalanche,
unitamente alla Turks… Per questo
lei
è qui, signor Reno." Rimase per un attimo in silenzio,
fissando
compiaciuto la mappa del Pianeta dove la scritta "Midgar" campeggiava
segnata dal suo bel pennarello rosso "Fino a quando non si
sarà ripreso e
potrà raggiungere i suoi compagni, ci potrebbe essere
d'aiuto nel prevedere le
loro mosse."
Reno
lanciò in
fischio di disapprovazione: "Ma te lo devo ripetere in wutaiano o
proprio
non comprendi?! C'è il bossazzo e Rude a inseguire quei
cazzoni di terroristi,
voi non servite a un maledetto accidenti."
E
detto questo
girò le pantofole verdognole dell'Infermeria, senza
risparmiarsi di assestare
un colpo deciso di Teaser alla porta. Giusto per far capire quanto
fosse incazzato
a bestia, fottutissimi impiegati del cazzo.
"Dunque,
riprendendo il discorso. Pare che il signor Reno non sarà
dei nostri."
Commentò Cait, controllando con fare altezzoso i lembi che
legavano il suo
mantellino rosso "Dovremo darne comunicazione al Dipartimento di
quell'Heidegger, Reeve."
"Dunque,
riprendendo il discorso. Pare che l'AVALANCHE si stia dirigendo verso
Junon." Si passò una mano sulla barbetta, tornando a
guardare dove fino a
poco prima Reno stava a schiumare contro il suo robottino meccanico
"Junon. Dove si terrà la parata del Presidente."
"Pensa
che
proveranno a intromettersi?"
Considerando
come
molto probabilmente in mezzo all'AVALANCHE si trovava addirittura uno
dei
giocattolini di Hojo (aka, un ex-SOLDIER finito male), era abbastanza
certo che
qualcuno avrebbe avuto l'idea geniale di combinare qualche guaio. A
meno che la
barista di turno non prendesse a cazzottate quel qualcuno, costringendo
il suo
povero neurone a un nuovo giro del mondo o a un rinsavimento completo.
"Non
è di
nostra competenza. Ma la ringrazio per l'interesse per la sicurezza del
nostro
Presidente" Rispose il signor Tuesti, indirizzandole lo stesso sorriso
di
circostanza che avrebbe riservato a un complimento per la sua cravatta.
Tornarono
a guardare
la mappa: "Junon. Da lì in avanti l'unica
possibilità che avranno di
muoversi è una nave diretta a Costa del Sol."
La
dolce
carrellata di pensieri relativi a una futura vacanza tra mare, spiaggia
e sole
distolsero per un attimo Cat dal discorso del suo capo.
"…Come
ha
detto lei, signorina Empitsu, servirà qualcosa per stare al
passo con
l'AVALANCHE…"
"Qualcosa
con le gambe lunghe. Come un Chocobo! Io voglio un Chocobo,
come quelli che ho visto alla televisione, Reeve! Corrono e sono
gialli! Voglio
un Chocobo giallo!" intervenne Cait, saltellando:
"Un-Chocobo-giallo-un-Chocobo-giallo-per-favore-Reeve!!!"
Il
suo inventore per tutta risposta si limitò a scuotere la
testa, senza
preoccuparsi troppo del peluche meccanico appollaiato sulla sua
schiena:
"Non sarebbe abbastanza stabile e deperirebbe, mi dispiace."
"Un
altro robot?" azzardò senza troppa convinzione Cat,
scostandosi di qualche passo dalla parete contro cui si era rintanata.
Di nuovo
le venne rivolto un sorriso compiaciuto, come quello di un maestro
delle
elementari davanti alla scolaretta diligente: "Ha qualche idea a
proposito? Un altro automa a forma di gatto gig-"
"IO
sono un automa a forma di gatto! Solo IO, Reeve!!" strillò
quella palla di pelo sintetica, tirandogli il colletto della camicia
"Io sono
l'UNICO Cait Sith e non ce ne saranno altri,
Reeve!"
"Un
Moguri gigante. Tu ne avevi uno da piccola e lo
scalavi per
avere la tua 'visione più alta delle cose' o una serie di
paroloni di questo
genere, giusto Catty?"
Cat
fece una smorfia nel sentire la voce cantilenante di Will alle sue
spalle, mentre i suoi spinotti facevano il loro trionfale ingresso
oltre la
porta: "Era piuttosto brutto, ma voi donne avete gusti discutibili e
questo è un dato di fatto." Al signor Tuesti rivolse un
sorriso tutto denti
che avrebbe teoricamente dovuto essere condiviso per una questione di
'geni
maschili e discorsi da uomini'. Ma venne beatamente ignorato, come al
solito.
"Cosa
la porta da noi, signor…?"
"Third
Class SOLDIER, Hunt Will, Capodipartimento Tuesti!" si mise
sull'attenti, per poi dare un'eloquente gomitata a Cat: "Sono amico
suo.
E Reno era fumante come una biscia quando è salito da noi di
sopra e così gli
ho chiesto cosa aveva da bestemmiare contro gli Dei. Così mi
ha detto che
stavate qua. E siccome tra un po' avevo voglia di mangiare ho pensato
di andare
a vedere come stava la mia Catty e ho sentito il discorso. Il Moguri
sarebbe
figo, no? Alle donne piacciono le cose tenere e carine anche se brutte.
Aveva
delle ali da pipistrello minuscole e viola stinto, ma lei lo adorava
quindi
potrebbe piacere anche alle due terroriste. Le conosco le ragazze, io!"
La
stanzetta calò per qualche lentissimo secondo nel silenzio
totale. Cat
aveva addirittura smesso di respirare allo sguardo basito che per una
frazione
di secondo si era sostituita alla consueta imperturbabile espressione
del suo
capo. Ma forse fu proprio il cipiglio interessato che si
sostituì alla sua
solita e pacata verve a far definitivamente disperare Cat a proposito
della
salute mentale del signor Capodipartimento Tuesti: "Un Moguri
gigante?"
"Potrebbero
dare una mano quelli del Dipartimento di Ingegneria.
Abbiamo di sicuro un Dipartimento di Ingegneria, giusto?!"
"Non
ne abbiamo. Ma abbiamo…" Si interruppe, mentre tutta
l'allegria che sembrava averlo contagiato svaniva improvvisamente.
Pareva che
anche solo continuare il discorso gli costasse fatica, costringendolo a
massaggiarsi una tempia con tutta l'energia possibile per far arrivare
le
parole dal cervello alla lingua: "Ma abbiamo… Il
Capodipartimento Scarlet.
Del Dipartimento per lo Sviluppo Militare. O qualcosa di questo
genere."
Il
tono con cui fece il suo bravo punto della situazione interna della
Compagnia fece comparire un curioso ghigno sulla faccina tutta sorrisi
di Cait,
che si rivolse al resto della combriccola un occhiolino divertito: "Oh,
quella Scarlet lo costruirà subito. Di sicuro.
Velocissimamente. Prontissima
consegna chiavi in mano." Si grattò il mento con la zampina
guantata: "Com'è
che l'avevi chiamata l'ultima volta?"
Le
piccole rivelazioni sugli aspetti peggiori delle
persone non riguardavano solo segretarie pettegole o SOLDIER con manie
di
grandezza. Anche i gatti meccanici avevano il loro bel gossip.
Ma
come al solito, Will non ci aveva capito un accidenti.
"Eh,
wow, cioè! Allora avrete un Moguri meccanico entro domani
mattina
ancor prima di prendere il caffè!"
E
tanto per sottolineare la spugna bucata in cui si era ridotto il suo
cervello a furia di pasteggiare con la Mako a merenda, alzò
in aria due
pollicioni guantati in tutta la sua piena approvazione.
Nella
Compagnia, Approvazione era una parola
curiosa.
Davanti
a un foglio firmato e controfirmato dal Presidente Shin-Ra in
persona accompagnato dal timbrino di "URGENTE" nel suo
bell'inchiostro rosso nell'angolo in alto a destra, chiunque non
avrebbe
sollevato un sopracciglio e si sarebbe messo al lavoro.
Approvazione
immediata.
O
perlomeno questa era l'idea, la filosofia di base del signor Tuesti.
Il
fatto che avesse dovuto alzare di parecchi decibel
la voce, battere i pugni sulla linda scrivania del Capodipartimento per
lo
Sviluppo Militare (facendo traballare pericolosamente la boccia del suo
pesce
rosso) e accusare le odiose KYA-HA-HA-HA a raffica
per poi girare le
suole delle sue lucide scarpe e sbattersi la porta alle
spalle…
…dimostrava
come fosse ancora un essere umano e non avesse sostituito una
parte di sé con un qualche aggeggio meccanico della sua
collezione.
Tornando
alla "Richiesta di collaborazione interdipartimentale per
lo sviluppo dell'automa meccanico Demo-Moguri", la telefonata
inferocita del neo-Presidente all'indirizzo del suddetto
Capodipartimento per
lo Sviluppo Militare aveva comunque rimesso le cose a posto. E quelli
di
quella Scarlet si erano messi al lavoro. Sotto la
supervisione di un
Capodiparimento Tuesti dallo sguardo perso nel vuoto.
"Reeve,
fosse per me non ci penserei due volte a buttarti fuori dalla
Shin-Ra." aveva commentato acida tra un KYA-HA-HA-HA
e l'altro, il
ciuffo biondo che andava ballonzolando a ritmo della sua scollatura:
"Rufus
è ancora giovane, ma presto capirà che
l'AVALANCHE non va certo consegnata alle
tue idee idiote. Dovresti pensare a prenderti un periodo di riposo,
sai?
Potresti addirittura avere davvero un'idea geniale, facendo passare un
po' di
aria in quei tuoi ingranaggi."
"Il
mio Dipartimento non prende giorni di vacanza." aveva
seccamente replicato, abbassando per un attimo lo sguardo su Cat, che
si era
limitata ad annuire con forza dietro una risma di progetti: "Vedi di
ricordare ai tuoi sottoposti di seguire scrupolosamente il modello-base
che
abbiamo dato loro come sample: in questo lavoro ci vuole precisione."
KYA-HA-HA.
Come
se lei non lo sapesse.
Cait,
dietro il suo musetto di pelo sintetico, si considerava comunque un'arma
a tutti gli effetti: "Ovviamente meglio di quelle di quella
Scarlet.
Io non sono andato a tagliare le mani delle persone per dispetto!"
"Ma
davvero?" lo aveva preso in giro Theo, che nemmeno troppo
segretamente desiderava aprirlo in due non appena gli si fosse
presentata
l'occasione (come a questo riguardo aveva confessato sottovoce quasi
metà del
Dipartimento di Scienza e Ricerca
contrario-al-riconoscimento-dei-Diritti-Umani)
"E come, di grazia?"
Fu
così che Cat dovette subire una nuova gomitata da Will,
troppo divertito
nel dimostrarle quanto il suo capo fosse effettivamente più
flippato di quello
che il suo assurdo completo blu elettrico potesse mascherare.
Un
megafono.
L'arma
finale per combattere il male del Pianeta era
un megafono.
"E'
collegato al mio nuovo amico. Me l'ha spiegato Reeve."
Sorrise tutto orgoglioso Cait, rivolgendo uno sguardo affettuoso alla
massa
bianca ancora addormentata "Se lo accendo e parlo qui dentro, lui fa
quello che dico io!"
"Quello
che dice Tuesti. Tu sei solo un robot-giocattolo."
Nel
laboratorio in cui erano rimasti in uno dei tanti straordinari, il
commento di Theo fece sobbalzare la testolina di quella strana
combinazione di
ingranaggi e pelo sintetico: "No, quello che dico io."
chinò
il capo sul megafono dorato, rigirandolo tra le zampine guantate per
poi
agitarlo minaccioso contro il suo nuovo nemico "Voi di quell'Hojo siete
tutti cattivi!"
"Ma
no, è solo che se quelli della sua specie non capiscono come
funziona qualcosa trovano ogni scusa per degradarla all'infimo stato di
vermiciattolo." Sbuffò Cat, cercando di andare in soccorso
del suo
stipendio "Ora questa cattiva persona qui si
scuserà…"
Theo
incrociò le braccia sul camice più macchiato del
solito, e si ritirò
nel suo consueto silenzio offeso, fissando torvo un punto davanti a
sé:
"…Possiamo anche andarcene da qui, tanto ora come ora il suo
amico Mog non
funziona…"
"Io
funziono da me. Funziono perché sono io." Le buffe orecchie
a
sventola di Cait si afflosciarono un poco, mentre tornava a guardare il
megafono che ormai sembrava diventato tutto il suo mondo: "Reeve mi ha
inventato, ma io… vivo da me. Nessuno mi
dice di dire quello che dico
adesso."
"Ha
anche una PSICOLOGIA!" Rise Will, rubandogli la coroncina e
mettendosela in testa: "Secondo me è tutto in questa cosa di
latta! Da' un
certo senso di onnipotenza, no?"
Il
miagolio stizzito di Cait e il maledetto megafono fatto risuonare a
centinaia di decibel in uno degli amati laboratori di Scarlet, venne
poi
segnato negli Annali-degli-Eventi-Idioti della Shin-Ra.Inc come Il
Fatto che
segnò la fine di qualsiasi buon rapporto tra il Dipartimento
per lo Sviluppo
Urbano e quello per la Sviluppo Militare.
L'automa
meccanico dalle sembianze feline, meglio noto come il modello
01 della fortunata serie Cait Sith, il robottino con una
spiccata
personalità e un'altrettanto criptica psicologia…
…Avviò
fuori da ogni programma il suo migliore amico, il Demo-Moogle tanto
simile al pupazzo d'infanzia della segretaria del suo Reeve.
Un
Demo-Moogle molto più simile a un marshmallow con le ali che
con un
pugno ben assestato mandò a gambe all'aria il SOLDIER
antipatico che aveva
rubato la coroncina del suo piccolo e felino amico.
Intento
a rianimare a ceffoni il suddetto SOLDIER, Theo Hazard, schiavo
qualsiasi del Dipartimento di Scienza e Ricerca, pensò che
avrebbe fatto di
tutto pur di poter scoprire con i suoi ferri del mestiere se anche
quella massa
informe avesse un qualche genere di coscienza artificiale.
Mentre
veniva insultata da una Scarlet più paonazza
del suo stesso scollacciato vestito, Cat invece pensò a come
non vedesse l'ora
di liberarsi in fretta del micio e della sua grossa palla di
ingranaggi.
***_*
Sproloqui
dell'autrice:
Cait è come un
bambino di 5 anni troppo chiacchierone e con la straordinaria
abilità di poter
essere odiato da tutti. Perché da quello che ho letto/visto
in giro… ma c'è
nessuno a cui Cait sia piaciuto come personaggio?! Povero signor
Capodipartimento… D:
Uh
sì, come e percome si muove Cait. E' Reeve, si arrangia lui,
è metà e
metà… Nemmeno quelli del Dipartimento di Scienza
e Ricerca hanno ancora trovato
una risposta.
…E
io non sono così intelligente da darla. Rimaniamo nella
nostra beata
ignoranza. Per ora ;)