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Autore: Jessy Lupin    14/02/2011    3 recensioni
Cosa sarebbe successo se Sirius Black avesse avuto una sorellina minore?
Il settimo anno dei malandrini ad Howarts e il quinto della giovane Alexandra Black, che è stata costretta a scegliere quale dei suoi fratelli seguire e quale dei due abbandonare.
E mentre fuori la guerra si avvicina dentro alle mura del secolare castello sbocciano nuovi amori e si scoprono alcuni misteri!
Tratto dalla storia:
“Fatela finita!” ordinò un’altra voce, una voce che conoscevo fin troppo bene.
“Ah, adesso difendi la sorellina Regulus?” gli chiese beffardo Lestrange.
“Ha ragione lui” intervenne Severus Piton “Se ci scoprono finiremo tutti nei guai”il suo sguardo indugiò un secondo su Lily,ancora bloccata e la cosa non sfuggì a Rastaban.
“Piton non dirmi che ti dispiace per la rossa” gli disse con scherno.
Piton lo fulminò con lo sguardo e poi senza dire una parola se ne andò.
“Dateci un taglio adesso!” riprese Regulus irritato.
Nott non gli diede ascolto e si voltò verso di me con una luce crudele negli occhi, le sue labbra erano ad un centimetro dalle mie,quando un raggio di luce rossa lo colpì e lo fece cadere a terra.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Famiglia Black, I Malandrini, Nuovo personaggio, Regulus Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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L'arrivo dei malandrini

 

 

“Stai lontano da mia sorella!” urlò una voce furibonda.

Finalmente libera da Nott potei voltarmi, ma non avevo bisogno di guardarlo per sapere chi era. Avrei riconosciuto la sua voce anche fra mille: si trattava di Sirius.

Insieme a lui c’erano anche gli altri tre Malandrini: James si staccò dai compagni e si diresse verso Lily, scavalcando il corpo di Avery che era appena stato schiantato.

“Stai bene, Lily?” le chiese con dolcezza.

“Come stai Alex?” mi chiese Sirius, avvicinandosi a me.

“Bene” rispondemmo io e Lily all’unisono.

Mi guardai intorno, a terra c’erano Avery, Nott e Lestrange, tutti e tre schiantati, ma non c’era traccia di Regulus.

“Sirius hai… hai per caso visto Regulus?” gli chiesi, ma nell’istante in cui lo dissi me ne pentii, perché in un attimo la sua espressione preoccupata tornò furiosa.

“C’era anche Regulus qui?” mi domandò, cercando di controllarsi.

“Sì e anche Piton, hanno tentato di fermarli, ma poi se ne sono andati”

Alle mie parole anche James si arrabbiò.

“Mocciosus era qui?” mi domandò quasi urlando.

“D’accordo ragazzi, diamoci tutti quanti una calmata” intervenne Remus “Andiamo in dormitorio”

“Che… che ne facciamo di loro?” domandò Lily indicando i tre Serpeverde.

Sirius stava per dire qualcosa ma Remus lo precedette.

“Li lasciamo lì” affermò deciso “Non faremo loro niente!”

“Sei matto? Hai visto che volevano fare?” gli chiese James.

Lily gli mise una mano sulla spalla per calmarlo e lui annuì piano.

“Sirius finiremmo nei guai per niente! Per favore, andiamo nella Sala Comune” lo pregai.

Lui mi osservò in silenzio per un minuto, poi mi prese per mano e mi accompagnò fino al ritratto della Signora Grassa ancora schiumante di collera, mentre dietro di noi Remus sorreggeva Lily e James camminava in silenzio accanto a Peter.

 

Mattina.

 Finalmente era mattina: non avevo chiuso occhio per tutta la notte, dato che sia io che Lily eravamo rimaste in sala comune, per riprenderci un po’ dallo spavento.

Inutile dire che i Malandrini non ci avevano perse di vista un secondo; tremavo ancora al pensiero di ciò che sarebbe accaduto se non fossero arrivati.

Però almeno qualcosa di positivo era successo. Lily e James sembravano aver deciso di fare una tregua e provare a mettere da parte tutti quegli anni di insulti e rancori.

Sirius era ancora molto arrabbiato per quello che era accaduto, anzi era davvero furibondo con i Serpeverde, ma soprattutto con Regulus.

Avevo provato a dirgli che Reg mi aveva difesa, che non avrebbe permesso che mi facessero del male, ma non lo avevo convinto e non avevo convinto nemmeno me stessa; una domanda continuava a frullarmi per la testa: Regulus li avrebbe fermati?

Non lo sapevo, non ne ero per niente convinta.

Salii in dormitorio verso le sette del mattino, mentre Hope dormiva ancora. Mi diressi in bagno e mi guardai allo specchio: sussultai quando vidi il mio riflesso.

Ero davvero messa male, avevo gli occhi ancora rossi per il pianto, i capelli spettinati e delle pesanti occhiaie causate dalla notte insonne.

Non sarei mai potuta uscire in quello stato.

Un cigolio mi distolse dai miei pensieri: mi voltai e mi trovai di fronte Hope, che era ancora in pigiama e aveva l’aria assonnata.

“Ale! Ma dov’eri? Ti abbiamo aspettato fino a mezzanotte ma non arrivavi! Santo cielo ma che ti è successo?!” mi chiese sconvolta la mia amica.

Non ci pensai due volte e le raccontai tutto: non c’erano segreti tra noi, non ce n’erano mai stati.

Alla fine del racconto Hope mi abbracciò e provò a consolarmi, e incredibilmente ci riuscì, almeno in parte.

Mi affidai a lei, che riuscì a rendermi presentabile con qualche cosmetico e qualche incantesimo.

Mezz’ora dopo eravamo pronte per uscire: in Sala comune c’erano già molti studenti, compreso Andrew.

Ci dirigemmo verso di lui e Hope gli raccontò tutto, senza farsi sentire da nessun altro.

Appena ebbe terminato, anche Andrew, come mio fratello, era furibondo, ma entrambi capirono che non ne volevo parlare e a turno cercarono di distrarmi.

Le lezioni di quel giorno non furono il massimo, faticavo a stare attenta e non mi sentivo bene.

Tra tutti i professori l’unica che lo notò fu la McGranitt, che per tutta la durata della lezione continuò a lanciarmi occhiate fugaci.

Me lo sarei dovuto aspettare, lei notava sempre tutto di me, anche se con gli altri studenti non faceva lo stesso.

Durante il terzo anno, per chissà quale motivo un giorno mi aveva chiesto di aiutarla a correggere i compiti dei ragazzi del primo anno: io, stupita, avevo acconsentito e tra noi si era creato uno strano legame.

Dunque era normale che si accorgesse che oggi ero strana.

Alla fine della lezione con una scusa mi chiese di restare un momento.

“Qualcosa non va, signorina Black?” mi chiese,

Per un istante valutai l’ipotesi di raccontarle tutto, ma poi ci ripensai: avrei messo nei guai i Malandrini per niente, e poi che avrebbe potuto fare lei, eccetto dare loro una punizione?

“No professoressa, va tutto bene” le risposi con un finto sorriso.

Raccolsi la borsa da terra, ma facendolo scoprii leggermente il braccio e notai una cosa che prima mi era sfuggita: sui polsi si erano formati dei grossi lividi.

Li ricoprii in fretta, ma guardando la faccia della McGranitt mi resi conto che era troppo tardi.

 

Note dell’autrice:

Lo so, lo so, sono imperdonabile! Non avevo mai fatto passare tanto tempo tra un capitolo e l’altro, ma purtroppo un’orribile cosa, nota anche come scuola, mi ha tenuta moolto impegnata!

Spero che mi perdoniate e non vogliate uccidermi (anche perché se lo fate non saprete mai come andrà a finire la storia XD)!!!

E vi prego, lasciatemi un commentino!

Ah dimenticavo: Buon San Valentino a tutti gli innamorati!

Baci Jessy!

   
 
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