"Occhio!"
Gellert prese al volo la boccetta di inchiostro rosso, senza riuscire ad evitare di macchiarsi le dita.
"Albus", ringhiò. "Stai-attento".
Alzò lo sguardo verso il compagno e non riuscì, per quanto si fosse sforzato, a trattenere un sorrisetto.
Albus era rimasto immobile accanto al tavolo; lo sguardo da cucciolo bastonato spuntava dalla pila di libri e pergamene che teneva in mano.
Come fai a prendertela con una persona che ti guarda così?
"Sei un vero disastro, Albus Dumbledore" sogghignò Gellert "e meriti una punizione".
Si scagliò verso il compagno, che intuendone le intenzioni mollò i figli sul tavolo e fece per scappare; non fu abbastanza veloce, però, da evitare il dito sporco di inchiostro che lasciò uno sbaffo rosso sul suo viso.
"Gellert! No! Fermo!"
Lottarono così come si gioca per alcuni minuti, poi Albus si lasciò cadere senza fiato sul letto, trascinandosi dietro il biondo.
"Basta" ansimò "mi arrendo".
"Ah, ti arrendi? Bene" replicò l'altro, chinandosi a baciare quelle labbra, rosse come l'inchiostro, mettendo fine alla lotta.
E iniziandone un'altra.
[In corsivo una citazione dal mio Faber adorato *-*]