Vampe,
vampe e vampe. Lo ha letto da qualche
poesia italiana. In quell’afosa giornata d’agosto sente le piccole goccioline
di calore scorrere lente e poi repentine a seconda delle curvature del corpo. Si
para gli occhi con la mano e, con attenzione, pone particolare accento alla
folla festaiola. Non le interessano tutti ma i ragazzi maschi tra i 25- 28
anni, caucasici, abbastanza in forma e particolarmente solitari. Su qualsiasi isola
in alta stagione requisiti del genere avrebbero uno spettro d’esame ampissimo. La
peculiarità sta nel comportamento.
Accende
una sigaretta e si appoggia svogliatamente allo stipite della porta. Quando trova
il ragazzo che sta aspettando si ridesta. Scende la scala a chiocciola laccata
di bianca e si fa spazio fra la folla.
Arrivatagli
a pochi passi sorride ammiccante. Scombussola i capelli corti e mossi.
-Hey..-
Il
ragazzo, spaesato, non dice nulla anzi continua a camminare senza più degnarla
di uno sguardo.
-Alle
8. Non mi hanno detto altro.-
Lei
annuisce mentre finge di guardarsi attorno, simile a tutti gli altri turisti.
Con
l’arrivo del tramonto esce dalla doccia e si ferma, coperta dall’asciugamano,
ad esaminare il mare sconfinato, il cielo, le passeggiate tranquille dei
vacanzieri. Tutto secondo copione. L’unica cosa che stona è lei.
Chiude
forte gli occhi torna in bagno per vestirsi e quando ne riaffiora sembra sempre
alterata. Lascia veleggiare l’asciugamano fino alla balaustra perlata del
balcone. Si lascia cadere sul letto ed esamina il soffitto, anche lui bianco,
anonimo e nullo come tutto nella stanza. Si chiede se sta diventando pure lei
come tutto quello che sta lì, precario e senza nome.
In
fondo non le dispiace tutto quello. Le regole del gioco le ha capite abbastanza
bene. È una brava maga e soprattutto astuta. Il tempo di Hogwarts è solo più un
lontano ricordo. Il pensiero le fa venire una fitta potentissima al petto. Si rialza,
respiro affannoso, il petto sembra quasi sobbalzare e fatica a trattenere il
cuore. Batte, batte, non riesce a trattenerlo. Gli occhi arrossati, il viso
quasi perlaceo.
Matrimonio,
abito bello e visi tirati. Zia Muriel. Via, scappa.. Fred! Fred è a terra.. Teddy
è orfano, Harry ci penserà. Veglia, urne, foto, memoriali. Feste di
commemorazione per i caduti nella battaglia. La mamma ha lo sguardo vuoto. Il papà
non la riconosce. Sembrano due estranei qualunque.
Stringe
forte il capo fra le dita affusolate e si raggomitola nel letto.
Deve
dimenticare, anzi, quello mai. Deve solo non pensare a nulla di
rilevante. Si rifà la doccia fredda ed esamina le doppiepunte
ramate, basta pensare a cose poco rilevanti.