Nick: jaybree88
Titolo: Blue
Sapphire
Pietra scelta: Zaffiro
Fandom: Originali/Generale
Genere: Romantico, Mistero, Slice of
Life
Rating: Verde
Avvertimenti:
Introduzione/NdA: Questa one-shot racconta di un
incontro, un incontro che sembra voluto dal caso. Ma tutti sappiamo che
non sempre le cose sono quelle che sembrano.
Attrazione:
un tema affascinante quanto ambiguo; scomodo per certi versi,
perché di attrazione si può parlare in tanti
modi, eppure si rischia sempre di essere banali. Ho cercato e scartato
diverse idee, e poi ho iniziato a scrivere. Forse lo dicono in tanti,
ma ciò non rende questa affermazione meno vera: è
stato il testo stesso a condurmi verso la sua fine.
Non voglio anticipare nulla,
né dare risposte che il testo non da, ma lancio uno spunto
di riflessione: si può davvero capire una persona al primo
sguardo? È davvero possibile distinguere la ‘cosa
giusta da fare’ tra i chiaroscuri di un’attrazione
immediata?
Blue Sapphire
Odore di fumo.
Qualcuno deve aver fumato prima di entrare in biblioteca. Chris odia i
fumatori perché le sigarette puzzano, e urtano.
Studia, o forse
sta fingendo. In silenzio legge, sottolinea, scrive, sotto le luci a
neon, tra gli scaffali pieni di libri. Sente quasi di sparire tra le
pagine del libro che sta leggendo. È un mondo parallelo, un
universo che non conosce lo scorrere del tempo o il concetto di spazio.
Finché qualcosa non ti disturba.
In qualche modo,
quell’odore acuto di sigaretta la distrae dalla strana forza
d’inerzia in cui le due ore in compagnia di Notre-Dame
de Paris l’hanno
fatta precipitare. Non riesce a muoversi, non ha voglia di andare via:
vuole prolungare la sua pausa. Vuoi o non vuoi leggere in biblioteca
equivale a una specie di sosta dal mondo: una sosta dai genitori
pressanti, dagli amici nervosi, dalle consegne da rispettare, dalla tv
onnipresente. Una sosta forse durata un po’ troppo.
L’odore
di fumo la richiama alla realtà.
Fuori
è già buio. Quel buio dicembrino che sa di aria
fredda e promesse di neve, che sostituisce le parole che vorresti
pronunciare con nuvolette di fiato. È una serata che sembra
suggerire di indugiare ancora al caldo della biblioteca.
Concede uno
sguardo al suo nuovo compagno di silenzio. Il fumatore. Una massa di
riccioli neri scompigliati l’accoglie; l’attenzione
di lui è tutta rivolta al libro, che, a giudicare dalla
copertina - una riproduzione computerizzata del sistema solare - pare
un manuale di scienze, o astrofisica. Ha qualcosa di familiare; le
sembra di conoscerlo già: giacca scolorita e bruttarella di
troppi anni fa, barba del giorno prima e aria stanca. Sarà
un ricercatore, uno di quelli sottopagati che passano le giornate
all’università, impossibilitati ad avere una vita.
Ha gli occhi
blu. Chris lo ha beccato sbirciare verso di lei tra una pagina e
l’altra. Blu come uno zaffiro d’antica fattura,
incastonato nella corona di Luigi XIV o nella collana a più
pietre di una zingara indovina.
L’analogia la colpisce in pieno. I suoi occhi hanno lo stesso colore di quella pietra al collo della zingara di Praga che una sera, sulla strada di ritorno verso l’albergo, l’aveva importunata, continuando a ripetere qualcosa riguardo al suo futuro, qualcosa che lei aveva messo da parte con noncuranza.
Non è
il caso di perdersi dietro alle chiacchiere di una ciarlatana.
Ha delle belle
mani, grandi; una mantiene il libro, l’altra gira le pagine
con delicatezza o martella impercettibilmente sul legno del tavolo.
Più che battere sembra suonare una tastiera invisibile, una
melodia sorda, conosciuta solo a lui. Dev’essere un pianista.
Non porta fedi. Chris si chiede come sarebbe sentire il tocco di quelle
mani sulla sua pelle. E subito arrossisce, scossa da questo pensiero
inopportuno sulle mani di uno sconosciuto.
Lui come se si
accorgesse di essere osservato, alza lo sguardo, si avvicina, e le
sussurra parole di scusa. “L’ho disturbata? Mi
spiace. Lo faccio sempre involontariamente. Cercherò di
controllarmi.”
Sussurra.
Bisbiglia perché gli altri non sentano, bisbiglia come si fa
tra innamorati, e a Chris sale un brivido lungo la schiena. Ma cosa
diavolo le sta succedendo? Si mette a fantasticare su un tipo a cui
è capitato di sedersi accanto a lei in biblioteca? Ma
è come se ogni giochino con le dita, ogni morso dei denti
sul labbro, ogni alzata di spalle, ogni gesto di quell’uomo
la conducesse verso di lui.
Stranamente lo
strano odore di mentolo e sigaretta non la disturba più.
Mormora un
“Non si preoccupi” e poi cerca di ritornare al suo
libro, ma fallisce miseramente. Lui
sorride. Ha anche un bel sorriso.
“Una
calamita.” Già al momento le pare di essere il
polo negativo di una calamita, determinato a essere legato al suo polo
positivo. Ci mette un po’ a capire che le parole sono uscite
dalla bocca di lui, e si riferiscono alla penna con cui le sue dita
stanno giocherellando - la penna ridicola che le ha regalato la sua
sorellina, alla cui estremità è attaccato un
magnete assolutamente inutile.
Chris annuisce,
anche se in ritardo. “Un souvenir da Parigi.”
“Strani
aggeggi le calamite non trova?” È intenzionato a
parlare. Chris non si sente affatto di deluderlo anche su un argomento
banale e inutile. È ammaliata. Lui prende in mano la sua
penna, come per guardarla meglio. “È
così che funziona l’universo sa?”
“Come
un magnete?”
“Approssimando
al massimo direi di sì. Pensi all’atomo o al
sistema solare.” Gli occhi blu brillano, come se lo zaffiro
fosse attraversato da un raggio di luce. È un entusiasta
della scienza, gli piace parlarne, e gli piace avvicinarsi a Chris. E
piace anche a lei. “I pianeti sono attratti dalla forza
gravitazionale del sole, è per questo che ruotano attorno
ad esso, giusto? È la forza che gestisce
l’universo, l’attrazione. Perciò anche
la nostra galassia non si muove così, tanto per caso.
C’è qualcosa, ci deve essere qualcosa,
c’è sempre un motivo per cui qualcosa si muove.
È come un tango tra le stelle, ha presente quando i
ballerini sembrano spostarsi in corrispondenza l’uno
dell’altro? Quando, ecco, ruotano uno intorno
all’altro, sempre più vicini
…”
In quel momento,
le loro anime sembrano essere d’accordo sul fatto che
l’attrazione gestisce il loro universo.
“Non
parla come uno studioso.”
“Sembro
più fanatico, non è così? Non avrei
voluto spaventarla.”
“Non
mi ha spaventato, direi … ehm … affascinato.”
Il colorito sulle guancie torna a fare capolino. E’
impossibile che a lui sfugga il doppio senso. Lui le dedica un sorriso
sghembo. C’è qualcosa nel suo modo di piegare le
labbra, nella luce che gli attraversa gli occhi. Qualcosa che Chris non
riesce a spiegarsi.
“Ne
sono felice, Christine.” La chiama per nome, e le sfiora il
palmo. Lei allibita lo osserva con fare interrogativo, e
improvvisamente diffidente. Lui risponde, stringendole la mano:
“Conosco il mio sole.”
D’un
tratto, le tornano in mente le parole della zingara: attenta allo
zaffiro blu.
Giudizio di
marta86:
Grammatica e
Sintassi 9,85/10 Grammatica
praticamente perfetta. Ho tolto 0,05 per due virgole che mancavano e
0,05 per un verbo che, secondo me, andava all’imperfetto. Ti
riporto la frase: “Non è il
caso di perdersi dietro alle chiacchiere di una ciarlatana”.
Siccome il periodo precedente era all’imperfetto e narrava un
incontro del passato, anche questa frase andava
all’imperfetto perché, sempre secondo me, Chris
pensava in quel momento (cioè durante l’incontro
passato) di non dare retta alle parole della zingara. Il resto
è impeccabile. Complimenti.
Stile 10/10 Per
quanto lo stile che hai utilizzato per questa breve storia sia stato
semplice e lineare, non è mai scaduto nel banale. Hai saputo
mantenere un alone di mistero e attrazione fin dalle prime righe.
Parole precise e poetiche hanno narrato l’incontro di Chris
con uno sconosciuto in biblioteca e hanno reso l’episodio
affascinante e non scontato e hai valorizzato anche i più
piccoli dettagli. Il tuo stile mi ha molto coinvolto e ho molto
apprezzato la storia.
Originalità 8/10 Ho
tolto alcuni punti perché l’idea di un incontro in
biblioteca non mi è nuova. È facile conoscere
gente in biblioteca perché è un luogo accessibile
a tutti. Però che l’incontro sfoci in attrazione
fin da subito capita di rado: hai saputo rendere l’incontro
tra due persone in modo molto intenso e totalizzante. Brava.
Caratterizzazione dei personaggi 7/10 Qui
ti ho penalizzato un pochino perché, secondo me, i
personaggi potevano essere approfonditi un po’ di
più. Non so se era voluto o no, ma, leggendo le prime righe,
ho pensato che Chris fosse un maschio. Solo dopo ho capito che era una
ragazza e quando lo sconosciuto l’ha chiamata Christine, ha
confermato la mia ipotesi. Ripeto, non so se hai fatto apposta a trarre
in inganno, ma io ci sono cascata in pieno. Però sono
rimasta contenta dal fatto di essermi sbagliata all’inizio.
È un sinonimo di originalità e che tutto non
sembra quel che è. Su Chris, so solo che è andata
a Praga. Nient’altro.Invece, dello sconosciuto so solo alcuni
dettagli fisici quali gli occhi, le mani, la voce, la probabile
professione ma non il suo nome. Ma è bello
così. Il sunto è che i personaggi
potevano essere approfonditi, specialmente la protagonista, ma per la
one-shot che hai scritto, le loro caratterizzazioni sono
sufficienti. Se per caso, questa storia vuoi trasformarla in
una long, allora puoi prendere in considerazione l’idea di
arricchire i personaggi.
Contestualizzazione della parola da usare 10/10Non
ho niente da dire su questo punto. La parola
“attrazione” ha ispirato tutta la storia (e si
vede!) e l’inserimento della pietra nelle vicende
è stato fondamentale.
Gradimento personale 5/5Seppur breve, la tua storia
mi è piaciuta davvero molto. A dimostrazione del fatto che
qualche volta “il vino buono sta nella
botte piccola”. Ho bevuto ogni parola e
sono stata col fiato sospeso fino all’ultimo istante. Mi
ripeterò fino alla nausea ma questa storia è
stata molto ben costruita e nulla è stato lasciato al caso.
Perfino i più piccoli dettagli e pensieri concorrono a
creare l’atmosfera magica legata all’attrazione.
Davvero complimenti.
TOTALE: 49,85/55
Angolino Jay:
Ehm, che dire? Questo contest è stata una sfida fin dal
primo momento. La mia prima sfida, il primo contest a cui mi sono
iscritta, e alla fine ce l’abbiamo fatta! Per questo non mi
stancherò mai di ringraziare marta86 che si è
sobbarcata il compito di concludere quello che aveva iniziato
ForgottenSnow: grazie.
Sulla storia.
Quando la finii, circa tre mesi fa, ero piuttosto soddisfatta,
(ovviamente lo sguardo del tempo mostra a questo punto incertezze e
sbavature che non avevo visto ma) ora lascio a voi la parola. Cosa mi
dite?