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Autore: ethelincabbages    15/02/2011    25 recensioni
Questa one-shot racconta di un incontro, un incontro che sembra voluto dal caso. Ma tutti sappiamo che non sempre le cose sono quelle che sembrano.
Attrazione: un tema affascinante quanto ambiguo; scomodo per certi versi, perché di attrazione si può parlare in tanti modi, eppure si rischia sempre di essere banali. Ho cercato e scartato diverse idee, e poi ho iniziato a scrivere. Forse lo dicono in tanti, ma ciò non rende questa affermazione meno vera: è stato il testo stesso a condurmi verso la sua fine.
Non voglio anticipare nulla, né dare risposte che il testo non da, ma lancio uno spunto di riflessione: si può davvero capire una persona al primo sguardo? È davvero possibile distinguere la ‘cosa giusta da fare’ tra i chiaroscuri di un’attrazione immediata?
Storia classificatasi terza al "Magic Stone Contest" indetto da Forgotten Snow e concluso da marta86
Genere: Mistero, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nick: jaybree88
Titolo: 
Blue Sapphire
Pietra scelta: 
Zaffiro
Fandom: Originali/Generale
Genere: 
Romantico, Mistero, Slice of Life
Rating: Verde
Avvertimenti: 
Introduzione/NdA: 
Questa one-shot racconta di un incontro, un incontro che sembra voluto dal caso. Ma tutti sappiamo che non sempre le cose sono quelle che sembrano.

Attrazione: un tema affascinante quanto ambiguo; scomodo per certi versi, perché di attrazione si può parlare in tanti modi, eppure si rischia sempre di essere banali. Ho cercato e scartato diverse idee, e poi ho iniziato a scrivere. Forse lo dicono in tanti, ma ciò non rende questa affermazione meno vera: è stato il testo stesso a condurmi verso la sua fine.

Non voglio anticipare nulla, né dare risposte che il testo non da, ma lancio uno spunto di riflessione: si può davvero capire una persona al primo sguardo? È davvero possibile distinguere la ‘cosa giusta da fare’ tra i chiaroscuri di un’attrazione immediata?


Blue Sapphire

Odore di fumo. Qualcuno deve aver fumato prima di entrare in biblioteca. Chris odia i fumatori perché le sigarette puzzano, e urtano.

Studia, o forse sta fingendo. In silenzio legge, sottolinea, scrive, sotto le luci a neon, tra gli scaffali pieni di libri. Sente quasi di sparire tra le pagine del libro che sta leggendo. È un mondo parallelo, un universo che non conosce lo scorrere del tempo o il concetto di spazio. Finché qualcosa non ti disturba.

In qualche modo, quell’odore acuto di sigaretta la distrae dalla strana forza d’inerzia in cui le due ore in compagnia di Notre-Dame de Paris l’hanno fatta precipitare. Non riesce a muoversi, non ha voglia di andare via: vuole prolungare la sua pausa. Vuoi o non vuoi leggere in biblioteca equivale a una specie di sosta dal mondo: una sosta dai genitori pressanti, dagli amici nervosi, dalle consegne da rispettare, dalla tv onnipresente. Una sosta forse durata un po’ troppo.

L’odore di fumo la richiama alla realtà.

Fuori è già buio. Quel buio dicembrino che sa di aria fredda e promesse di neve, che sostituisce le parole che vorresti pronunciare con nuvolette di fiato. È una serata che sembra suggerire di indugiare ancora al caldo della biblioteca.

Concede uno sguardo al suo nuovo compagno di silenzio. Il fumatore. Una massa di riccioli neri scompigliati l’accoglie; l’attenzione di lui è tutta rivolta al libro, che, a giudicare dalla copertina - una riproduzione computerizzata del sistema solare - pare un manuale di scienze, o astrofisica. Ha qualcosa di familiare; le sembra di conoscerlo già: giacca scolorita e bruttarella di troppi anni fa, barba del giorno prima e aria stanca. Sarà un ricercatore, uno di quelli sottopagati che passano le giornate all’università, impossibilitati ad avere una vita.

Ha gli occhi blu. Chris lo ha beccato sbirciare verso di lei tra una pagina e l’altra. Blu come uno zaffiro d’antica fattura, incastonato nella corona di Luigi XIV o nella collana a più pietre di una zingara indovina.

L’analogia la colpisce in pieno. I suoi occhi hanno lo stesso colore di quella pietra al collo della zingara di Praga che una sera, sulla strada di ritorno verso l’albergo, l’aveva importunata, continuando a ripetere qualcosa riguardo al suo futuro, qualcosa che lei aveva messo da parte con noncuranza. 

Non è il caso di perdersi dietro alle chiacchiere di una ciarlatana.

Ha delle belle mani, grandi; una mantiene il libro, l’altra gira le pagine con delicatezza o martella impercettibilmente sul legno del tavolo. Più che battere sembra suonare una tastiera invisibile, una melodia sorda, conosciuta solo a lui. Dev’essere un pianista. Non porta fedi. Chris si chiede come sarebbe sentire il tocco di quelle mani sulla sua pelle. E subito arrossisce, scossa da questo pensiero inopportuno sulle mani di uno sconosciuto.

Lui come se si accorgesse di essere osservato, alza lo sguardo, si avvicina, e le sussurra parole di scusa. “L’ho disturbata? Mi spiace. Lo faccio sempre involontariamente. Cercherò di controllarmi.”

Sussurra. Bisbiglia perché gli altri non sentano, bisbiglia come si fa tra innamorati, e a Chris sale un brivido lungo la schiena. Ma cosa diavolo le sta succedendo? Si mette a fantasticare su un tipo a cui è capitato di sedersi accanto a lei in biblioteca? Ma è come se ogni giochino con le dita, ogni morso dei denti sul labbro, ogni alzata di spalle, ogni gesto di quell’uomo la conducesse verso di lui.

Stranamente lo strano odore di mentolo e sigaretta non la disturba più.

Mormora un “Non si preoccupi” e poi cerca di ritornare al suo libro, ma fallisce miseramente.  Lui sorride. Ha anche un bel sorriso.

“Una calamita.” Già al momento le pare di essere il polo negativo di una calamita, determinato a essere legato al suo polo positivo. Ci mette un po’ a capire che le parole sono uscite dalla bocca di lui, e si riferiscono alla penna con cui le sue dita stanno giocherellando - la penna ridicola che le ha regalato la sua sorellina, alla cui estremità è attaccato un magnete assolutamente inutile.

Chris annuisce, anche se in ritardo. “Un souvenir da Parigi.”

“Strani aggeggi le calamite non trova?” È intenzionato a parlare. Chris non si sente affatto di deluderlo anche su un argomento banale e inutile. È ammaliata. Lui prende in mano la sua penna, come per guardarla meglio. “È così che funziona l’universo sa?”

“Come un magnete?”

“Approssimando al massimo direi di sì. Pensi all’atomo o al sistema solare.” Gli occhi blu brillano, come se lo zaffiro fosse attraversato da un raggio di luce. È un entusiasta della scienza, gli piace parlarne, e gli piace avvicinarsi a Chris. E piace anche a lei. “I pianeti sono attratti dalla forza gravitazionale del sole, è per questo che ruotano attorno ad esso, giusto? È la forza che gestisce l’universo, l’attrazione. Perciò anche la nostra galassia non si muove così, tanto per caso. C’è qualcosa, ci deve essere qualcosa, c’è sempre un motivo per cui qualcosa si muove. È come un tango tra le stelle, ha presente quando i ballerini sembrano spostarsi in corrispondenza l’uno dell’altro? Quando, ecco, ruotano uno intorno all’altro, sempre più vicini …”

In quel momento, le loro anime sembrano essere d’accordo sul fatto che l’attrazione gestisce il loro universo.

“Non parla come uno studioso.”

“Sembro più fanatico, non è così? Non avrei voluto spaventarla.”

“Non mi ha spaventato, direi … ehm …  affascinato.” Il colorito sulle guancie torna a fare capolino. E’ impossibile che a lui sfugga il doppio senso. Lui le dedica un sorriso sghembo. C’è qualcosa nel suo modo di piegare le labbra, nella luce che gli attraversa gli occhi. Qualcosa che Chris non riesce a spiegarsi.

“Ne sono felice, Christine.” La chiama per nome, e le sfiora il palmo. Lei allibita lo osserva con fare interrogativo, e improvvisamente diffidente. Lui risponde, stringendole la mano: “Conosco il mio sole.”

D’un tratto, le tornano in mente le parole della zingara: attenta allo zaffiro blu.


Giudizio di marta86:

Grammatica e Sintassi 9,85/10 Grammatica praticamente perfetta. Ho tolto 0,05 per due virgole che mancavano e 0,05 per un verbo che, secondo me, andava all’imperfetto. Ti riporto la frase: “Non è il caso di perdersi dietro alle chiacchiere di una ciarlatana”. Siccome il periodo precedente era all’imperfetto e narrava un incontro del passato, anche questa frase andava all’imperfetto perché, sempre secondo me, Chris pensava in quel momento (cioè durante l’incontro passato) di non dare retta alle parole della zingara. Il resto è impeccabile. Complimenti. 

Stile 10/10 Per quanto lo stile che hai utilizzato per questa breve storia sia stato semplice e lineare, non è mai scaduto nel banale. Hai saputo mantenere un alone di mistero e attrazione fin dalle prime righe. Parole precise e poetiche hanno narrato l’incontro di Chris con uno sconosciuto in biblioteca e hanno reso l’episodio affascinante e non scontato e hai valorizzato anche i più piccoli dettagli. Il tuo stile mi ha molto coinvolto e ho molto apprezzato la storia. 

Originalità 8/10 Ho tolto alcuni punti perché l’idea di un incontro in biblioteca non mi è nuova. È facile conoscere gente in biblioteca perché è un luogo accessibile a tutti. Però che l’incontro sfoci in attrazione fin da subito capita di rado: hai saputo rendere l’incontro tra due persone in modo molto intenso e totalizzante. Brava. 

Caratterizzazione dei personaggi 7/10 Qui ti ho penalizzato un pochino perché, secondo me, i personaggi potevano essere approfonditi un po’ di più. Non so se era voluto o no, ma, leggendo le prime righe, ho pensato che Chris fosse un maschio. Solo dopo ho capito che era una ragazza e quando lo sconosciuto l’ha chiamata Christine, ha confermato la mia ipotesi. Ripeto, non so se hai fatto apposta a trarre in inganno, ma io ci sono cascata in pieno. Però sono rimasta contenta dal fatto di essermi sbagliata all’inizio. È un sinonimo di originalità e che tutto non sembra quel che è. Su Chris, so solo che è andata a Praga. Nient’altro.Invece, dello sconosciuto so solo alcuni dettagli fisici quali gli occhi, le mani, la voce, la probabile professione ma non il suo nome. Ma è bello così. Il sunto è che i personaggi potevano essere approfonditi, specialmente la protagonista, ma per la one-shot che hai scritto, le loro caratterizzazioni sono sufficienti. Se per caso, questa storia vuoi trasformarla in una long, allora puoi prendere in considerazione l’idea di arricchire i personaggi. 

Contestualizzazione della parola da usare 10/10Non ho niente da dire su questo punto. La parola “attrazione” ha ispirato tutta la storia (e si vede!) e l’inserimento della pietra nelle vicende è stato fondamentale.  

Gradimento personale 5/5Seppur breve, la tua storia mi è piaciuta davvero molto. A dimostrazione del fatto che qualche volta “il vino buono sta nella botte piccola”. Ho bevuto ogni parola e sono stata col fiato sospeso fino all’ultimo istante. Mi ripeterò fino alla nausea ma questa storia è stata molto ben costruita e nulla è stato lasciato al caso. Perfino i più piccoli dettagli e pensieri concorrono a creare l’atmosfera magica legata all’attrazione. Davvero complimenti. 

TOTALE: 49,85/55

Angolino Jay: Ehm, che dire? Questo contest è stata una sfida fin dal primo momento. La mia prima sfida, il primo contest a cui mi sono iscritta, e alla fine ce l’abbiamo fatta! Per questo non mi stancherò mai di ringraziare marta86 che si è sobbarcata il compito di concludere quello che aveva iniziato ForgottenSnow: grazie.

Sulla storia. Quando la finii, circa tre mesi fa, ero piuttosto soddisfatta, (ovviamente lo sguardo del tempo mostra a questo punto incertezze e sbavature che non avevo visto ma) ora lascio a voi la parola. Cosa mi dite?


   
 
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