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Autore: Isyde    15/02/2011    0 recensioni
La Luce.
La sua Luce.
Forse stavolta, ci era riuscita.
Forse stavolta, era riuscita a coglierla, prima che le sfuggisse via.
"Storia classificata settima al Free Contest indetto da AliH"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pansy Parkinson, Ron Weasley
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Neve

 

 

 

Piccoli fiocchi di neve si posavano sul ghiacciato terreno, che pochi mesi prima era un rigoglioso prato.

Gli gnomi si erano nascosti sotto il terreno, procurando a sua madre una specie di crisi isterica.

Sospirò ancora e sistemò meglio il libro sulle ginocchia, che inesorabilmente era scivolato giù.

La concentrazione nella lettura non era mai stato il suo forte e quel giorno non era nemmeno riuscito a leggere le prime due righe. Fissò l'orologio per qualche secondo e s'innervosì per la lentezza con cui giravano le lancette.

Richiuse il libro di botto e lo gettò a terra.

In lui, vi era la consapevolezza del fallimento.

Aveva perso definitivamente ogni volontà o voglia di combattere da quando lei se n'era andata una mattina.

Ricordava perfettamente quelle ultime ore passate insieme.

Quella inquietudine che lesse nei suoi occhi scuri, quella freddezza nei movimenti che tanto gli rammentava la ragazza che anni prima aveva incontrato e non quella che amava visceralmente.

Lei era tornata ad indossare i panni dell'algida Purosangue, un ruolo così discordante con la sua vera essenza.

Era riuscito a non farsi prendere dall'emotività, a sconfiggere quel mostro impulsivo che albergava nel suo cuore da anni.

La lasciò andare, non prima di averle strappato una promessa.

-Ritornerai, vero?- gli chiese, allentando la morsa con cui l'aveva stretta a sè.

Lei si voltò verso la piccola finestra del vecchio dormitorio scolastico.

I suoi occhi erano catturati dall'ammaliante danza dei primi fiocchi di neve che Novembre accolse con indifferenza.

-Nevicherà ancora, quando ritornerò.- sussurrò voltandosi verso di lui. Un sorriso stirato fece capolino fra le sue labbra, ancora rosse per i disperati baci con cui aveva cercato di farla desistere.

Novembre era fuggito, rincorso da un Dicembre stanco ed opaco, seguito da un Gennaio insolitamente gelido. Febbraio stava per fare capolino, portandosi con sè, anche l'esame di ammissione all'Accademia per Auror.

Degluitì il vuoto e riprovò a leggere.

Sotto i suoi occhi deboli e stanchi, scorrevano veloci parole e concetti che aveva già dimenticato.

I ricordi della sua infanzia e prima parte della sua giovinezza apparteneva a un passato che molto spesso lui tendeva a scordare. Come se non volesse ricordare l'ingenuità con cui vedeva il mondo e con cui sognava.

Sperava di avere successo tanto e quanto i suoi fratelli, di baciare la ragazza dei suoi sogni, di far felice la sua famiglia.

Speranze infantili.

Ora si accorse di aver quasi smesso di sognare.

Il più delle volte sperava di vivere una vita tranquilla.

Niente più guerre, vendette e morti.

Era talmente assorto nei suoi pensieri, che non si accorse di un timido rumore che proveniva da fuori.

Qualcuno, o forse qualcosa, batteva contro il vecchio portone della casa che aveva visto crescere corraggiosi Grifondoro.

Si riscosse lentamente e domandandosi chi potesse salutarli proprio oggi, s'incamminò verso il vecchio portone.

Lo aprì, senza preoccuparsi di controllare dalla piccola finestra.

Un silenzio riempì lo spazio e il tempo.

Avvolgendoli in una nube di domande senza risposta, di sentimenti contrastanti, di parole senza suono, di irragionevole sorpresa.

-Pansy...- disse solamente, mentre il suo petto ritornava a pretendere ossigeno.

La neve aveva imbiancato il cappello scuro che indossava. Una goccia, non seppe mai se di pianto o di nevischio, cadde, segnando la guancia sinistra, rimarcando la magrezza del suo volto e la sofferenza dei suoi occhi.

-Nevica, Ron.- mormorò Pansy, lanciando uno sguardo fugace alla coltre di neve fresca che si stava formando dietro di sè.

-Sta ancora nevicando.-

E lui fece qualche passo verso di lei, aspettando che qualche fiocco lo colpisse, portandosi via quei mesi amari e infelici, pregando che riuscissero a ridare, al suo cuore, lo splendore di un tempo.

Sorrise.-Già. Nevica.-

 

   
 
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