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Autore: XShade_Shinra    15/02/2011    2 recensioni
Mana Walker e suo fratello, il Quattordicesimo. Una continua lotta per sfuggire al Conte del Millennio e alla famiglia Noah.
[ Mana + 14th, Cross x 14th ]
[ FanFiction classificata 4° e Vincitrice del Premio Attinenza Traccia al contest "Amore Fraterno" indetto da Rota23 sul forum di EFP ]
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Mana Walker, Marian Cross, Neah/Quattordicesimo
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Brothers - Let me Carry your Cross -
Capitolo 10 – Ti voglio bene, fratello mio


«Fratello!» urlai talmente forte che perfino Cross mi udì in quel frastuono di macerie che cadevano a pezzi. 
Mi gettai tra le braccia del mio fratellino, che non ebbero la forza di accogliermi, rimanendo a ciondoloni lungo i suoi fianchi, posandosi a terra.
Era in un lago di sangue, con i vestiti strappati, per lo più, coperto di lividi e tagli, con l'osso della tibia rotta che gli aveva perforato la carne, uscendo allo scoperto.
Io avevo la schiena completamente piena di buchi, ma non ero certo in condizioni tragiche come le sue e, nonostante il dolore che provavo, sentivo una fitta al cuore molto più dolorosa di qualsiasi ferita avessi in corpo.
«Fratellino!» urlai, vedendogli gli occhi argentati spenti e vacui, pensando di essere arrivato troppo tardi.
«Ma-- Mana...» espirò con le poche forze che dovevano essergli rimaste in corpo.
«Sì, sono io. Sono qui.» lo rassicurai, prendendogli una mano «Fratellino, sono qui. Resisti, ora ti poteremo in ospedale, sopravvivrai!» tentai di fargli forza, positivo come sempre.
«Mana...» soffiò stanco, sollevando un braccio tremante fino ad accarezzarmi il volto «...Non... smettere mai... di fare il clown... Non smettere mai... di regalare... la gioia agli altri...» tossicchiò, rantolando.
Sentii il rumore di passi veloci avvicinarsi, un po' irregolari e udii la voce roca e profonda di Cross alle mie spalle:
«****, come ti senti?» chiese, fortemente preoccupato.
«Male...» rispose triste «Mi fa... male tutto...»
«Ora ti porteremo in clinica!» dissi deciso, facendo per prenderlo in braccio, ma mi trattenne:
«No, tanto... non servirebbe...» sussurrò. Si era reso conto da solo che era arrivata la sua ora.
«Ma-- Marian?» lo chiamò, muovendo gli occhi.
«Dimmi.» rispose serio e composto.
«Veglia ancora su Mana, ti prego...» gli chiese con le sue ultime forze «In cambio... io... ti prometto che... tornerò da lui...»
Io e Cross lo guardammo ad occhi sgranati, senza capire cosa stesse dicendo, vedendo solo un sorriso sghembo aprirsi sul suo volto livido.
«Ho impiantato... la mia Memory dentro... quel bambino...» ci sussurrò,
«Che bambino?» domandò Marian, che non era ancora arrivato quando avevamo assistito a quella terribile scena.
«Un bambino che stava per essere trasformato in ospite dalla propria madre...» risposi al posto di mio fratellino per non farlo affaticare più del dovuto.
«Trovatelo... Quello sono io... E piano piano... prenderò il controllo... su di lui... resuscitando nuovamente... e uccidendo il Conte... con le mie stesse mani...» disse, guardando il Generale dritto negli occhi «Marian... lo farai?» chiese, rantolando sempre più profondamente.
«Lo giuro.» disse l'Esorcista, convinto che mai l'avevo sentito.
Mio fratellino sorrise ancora: 
«Grazie...» ridacchiò, mente tossiva, e dopo quella parola, vedemmo la sua testa reclinarsi di lato, come un fuscello tagliato.
E calò un insopportabile silenzio.
Che sapeva di morte.
«Fra-- Fratellino!» lo scrollai.
Nulla.
Lui non si muoveva più.
Mi tremò il labbro inferiore, che provvidi a mordermi, tanto che cominciò a stillare sangue. Dagli occhi continuarono a scorrere, inarrestabili, grossi lacrimoni colmi di disperazione, ed il mio stomaco sembrava non avesse più la forza di tenere dentro la magra cena di quella sera.
«Frate... llino...» gli sussurrai con il labbro che continuava a tremare come una foglia battuta dal vento.
Singhiozzando, lo strinsi a me, nascondendo il viso nell'incavo del suo collo.
«No...» piansi, senza tenere conto che, forse, anche Cross avrebbe avuto il piacere di stringerlo a sé, ma per me in quel momento non esisteva altro che lui... Ero completamente rintanato in una piccola sfera dove c'eravamo solo noi due...
Io e mio compagno di avventure....
Io e il mio migliore amico...
Io e colui che mi ha fatto battere il cuore...
Io e la mia vita...
Io ed il mio...
«...Fratellino...» soffiai, con la voce incrinata dalla sofferenza e rotta dal pianto.
Avevo come un nodo alla gola che mi mozzava il fiato, ormai non riuscivo nemmeno ad ingoiare, la saliva mi colava dal mento, il fiato si appesantiva, il cuore si spezzava.
Non ero stato capace di proteggerlo.
«Si-- Signor Cro-- Cross!» urlai spezzato.
«Signor Mana...» disse piano, di fianco a me.
Mi si era avvicinato da prima e mi aveva anche posato una mano sulla spalla.
Ma io non me ne ero accorto.
«Signor Cross... la prego... lo salvi...» uggiolai, con le lacrime mi accecavano «Faccia qualcosa...»
«Signor Mana... non posso... resuscitare i morti...» mi disse piano, accucciandosi vicino a me ed accarezzando i suoi capelli, incrostati dal sangue.
Per tutta risposta, singhiozzai, stringendo più a me il corpo senza vita dell’ormai ex-Noah.
«Allora... mi uccida.» soffiai.
«Cosa?!» fece, certa di aver sentito male.
«Mi uccida, signor Cross...» gli ripetei paziente, affogando nelle mie stesse lacrime «Ormai abbiamo perso.»
«Sono spiacente, ma temo di non poterlo fare... suo fratello non avrebbe voluto.» spiegò, avvicinandosi un po' a lui per baciargli le labbra. Un'ultima volta.
«Fratello mio...» sussurrai, stringendolo ancora.
«Penso che... in realtà suo fratello sia morto felice...» sussurrò.
Alzai gli occhi colmi di lacrime su Cross, guardandolo interrogativo.
«È morto da umano, vicino a chi gli voleva bene.» spiegò Cross, abbassandogli le palpebre e chiudendogli gli occhi color mercurio «Ed è morto combattendo. Penso sia una morte di tutto rispetto.» disse, alzandosi e tenendosi un braccio dolorante.
Lo ascoltai e scoppiai a piangere di nuovo; probabilmente tutte le lacrime mi si sarebbero consumate dopo quel giorno22. Piansi per ore intere sul corpo inerte di mio fratello, con accanto il Generale, che ascoltava il mio pianto fumandosi una sigaretta in silenzio, mentre il campo di battaglia continuava a sbriciolarsi e cadere in pezzi. Molto presto persi addirittura la voce tanto singhiozzare, il corpo che tremava, le lacrime che non accennavano a smettere; avevo perso tutto.
Ma avrei continuato a vivere per mio fratello... avrei ritrovato la sua Memory e avrei fatto in modo che potesse vivere felice quella nuova vita che si era procurato in extremis. Avrei proseguito la mia lotta solo ed esclusivamente per lui, per il suo futuro.
Mossi appena le labbra, tremanti e bagnate di sale, avendo la forza di muovere appena il labiale per porgergli l'ultimo saluto che non ero riuscito a dargli poco prima che non potesse mai più udirlo: 

«Fratellino… io… Ti voglio bene23»
 

 
[ ...Owari. ]
XShade-Shinra

 


Note:
22 Mana, quando incontra per la prima volta Allen, gli dice che non piange per la morte del cane perché, pur essendo molto triste, non possiede più lacrime.
23 La frase è la stessa che Mana Walker dice ad Allen (cambiando “Fratellino” in “Allen”), mentre il figlio lo uccide dopo averlo trasformato in Akuma. Ho trovato che fosse interessante riproporre la stessa frase alla morte del Quattordicesimo, come se, da Akuma, Mana lo volesse quasi risalutare con le stesse parole che aveva usato alla sua presunta morte.



Grazie a tutti coloro che hanno commentato, che hanno messo questa mia FF tra le loro storie preferite/da ricordare/seguite e a tutti quelli che la hanno solamente letta.
XShade-Shinra

  
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