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Autore: gin90    15/02/2011    3 recensioni
Sequel di La Regina dei ghiacci e L'ultimo addio.
"Su via siamo cresciuti, ora siamo adulti e questa si chiama convivenza pacifica, cerchiamo tutti di passare oltre, ma non tu e non Draco, sembrate ancora quelli di un tempo, ancora intenti a mangiarvi con lo sguardo, devi andare avanti Ginevra non credi sia ora?"
Le ultime parole le aveva appena sussurrate nel suo orecchio. Ma gli piaceva tanto fare l'avvocato del diavolo?
Stizzita la rossa si girò tanto per guardarlo a brutto muso.
"Potrei dire la stessa cosa di te Blaise, ti conosco troppo bene per pensare che questa situazione non ti faccia piacere, sei tanto pieno di belle parole, ma invece di fare il predicatore del diavolo prova ad applicare le tue teorie, sono sicura che dopo potresti risultare più convincente!"
I suoi occhi scuri parvero per un attimo sbalorditi, lentamente portò la mano verso il viso di lei per scostare due ciocche rosse che erano sfuggite alla pettinatura.
"Touché!"
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Cap
Marchiata dal Diavolo, amata dall'Angelo

Dicono tutti che quando in una coppia qualcosa si rompe questo è perso per sempre.

Forse.
Noi guardiamo gli altri, i nostri amici e parenti e siamo convinti di sapere tutto di loro o almeno una gran parte; nessuno crede che la vita che viviamo tutti i giorni alla luce del sole, sia in realtà un gran menzogna, nessuno crede che una persona possa fingere ventiquattr'ore su ventiquattro, nessuno crede che la persona con la quale dividi il letto, alla quale confidi tutti i tuoi segreti e speranze per il futuro, la persona che chiami amore, possa in realtà mentirti ogni singolo momento, nessuno sospetterebbe che in ogni sorriso, in ogni bacio, in ogni più piccolo gesto si nasconda, inconfondibile, il marchio del tradimento e della menzogna che trascina le anime all'inferno.
Beh è una cazzata, una grandissima cazzata.
Perché io sono Ginevra Weasley e sono una gran bugiarda.
Mento ogni singolo momento della mia patetica recita che chiamo vita, che sicuramente segue un copione ben costruito, ma rimane sempre una recita.
Mento al mio uomo, perché io non sono la sua donna, mento quando lo bacio, mento quando lo abbraccio, mento quando dico di amarlo, mento, mento e ancora mento, perché lui è il mio uomo, ma io sono la donna di un altro.
Perché io sono Ginevra Weasley e sono una gran manipolatrice.
Non uscirò da questo circolo vizioso di menzogne e tradimenti, perché il mio peccato è Draco Malfoy e sarei bruciata all'inferno per lui.
Forse un giorno, guardandomi indietro me ne pentirò, quando la mia anima sarà dannata in eterno, macchiata dal dolore causato agli altri, dai pianti di chi dicevo di amare pur sapendo di mentire, torturata dal tarlo del tradimento, forse allora me ne pentirò, ma magari neanche lì, perché io sono Ginevra Weasley e il mio più grande peccato si chiama Draco Malfoy e lui mi ha corrotta, mi ha dannata, mi ha marchiata come sua, allora come si può tornare dall'angelo con addosso il marchio del diavolo?
Io lo facevo ogni giorno, ogni sera io tornavo a casa dal mio angelo con addosso l'odore, il respiro, e il peccato del diavolo e lui non lo vedeva o forse non voleva vederlo.
Perché io sono Ginevra Weasley e vivo solo nei ricordi di Draco Malfoy.

C'è stato un tempo, forse non molto lontano, in cui ero convinta che sarei riuscita a venire fuori dal baratro nero nel quale ero sprofondata, c'è stato un tempo in cui credevo di essere immune alle tentazioni.
Beh mi sbagliavo.
Perché è proprio quando credi di essere invincibile che il male si insinua dentro di te e agisce di nascosto, nell'ombra della notte, opera nelle parole dei traditori e nelle azioni dei giusti, perché nessuno è immune ad esso.
Se dovessi scegliere un momento per definire la storia con il mio diavolo, sceglierei la prima volta che mi ha guardata, quando ero poco più di una bambina e da allora per molto tempo non ero stata nulla per lui, o forse tutto, dipende dai punti di vista, in ogni caso sbaglierei, perché quello che accadde una sera di ottobre mi fece ricredere su tutto, quello fu veramente l'inizio della dannazione, ma come potevo saperlo, io povera piccola stupida che credeva di sapere tutto e di controllare tutto?
No non potevo, eppure gli indizi c'erano...

Quella mattina il vento soffiava forte e tra le vie di Diagon Alley  le foglie svolazzavano mosse da questa forza invisibile.
Ginevra stava uscendo dalla biblioteca, nella quale era stata a studiare, per tornare al suo appartamento.
Si sentiva stanca e depressa, non aveva più visto Draco, ma in compenso c'era Blaise che rompeva l'anima per entrambi e poi c'era Harry sempre super impegnato con il lavoro e più asfissiante che mai.
Il quel medesimo momento pensò che una bella vacanza in solitudine non le avrebbe fatto poi tanto male, ma come spiegarlo alla sua famiglia?
Non poteva dir loro che partiva, così all'improvviso senza Harry, sarebbe scattato il codice rosso: Ginevra ha di nuovo fatto qualche cazzata!
E addio alla pace dei sensi.
Si perché, da quando a quindici anni si era immischiata in quella losca relazione con Blaise Zabini, che dire che era mal visto era un eufemismo, e aveva rifiutato pertanto Harry, che invece era sempre il benvenuto a casa sua; lei era improvvisamente diventata una ragazza senza la testa sulle spalle, e non contava nulla che si fosse diplomata con il massimo dei voti, che ora conducesse brillantemente la sua carriera universitaria e che fosse anche riuscita ad infilarci un lavoro, perché Ginevra Weasley, alla veneranda età di vent'anni, non era assolutamente una donna con la testa sulle spalle, indi per cui la sua famiglia doveva controllarla come un segugio, per evitare che si cacciasse nei guai, insomma lei era la pecora nera.
Fidanzata con Blaise Zabini e amica di Draco Malfoy, per il suo buon nome uno scandolo, per la sua famiglia un suicidio.
Sospirò stanca.
"Gin, aspetta!"
Si voltò e vide una testolina bionda corrergli incontro affaticata.
"Luna!"
L'amica le sorrise piegandosi in due nel tentativo di riprendere fiato.
"Sono cinque minuti che ti chiamo, ma dove eri su Marte? Oppure volevi farmi morire per iperventilazione?"
Sempre la solita esagerata, non sarebbe cambiata mai.
"Scusa Luna, ero sovrappensiero!"
La ragazza la guardò un attimo stralunata.
"Immagino, sempre i soliti problemi?"
Che dirle? Che il problema era la sua famiglia?
No, lei aveva bisogno di qualcuno con cui sfogarsi, il groppo che sentiva in gola ormai stava per sfuggire al suo controllo, abbassò il volto perché la sua amica non scorgesse le lacrime che cominciavano a rigarle il viso.
Ma Luna era la sua amica di sempre, lei la conosceva meglio di chiunque altro, lei conosceva la vera Gin, non la maschera che era costretta a presentare ogni giorno.
"Ascolta, perché non andiamo a mangiare qualcosa così mi racconti le novita? Sto morendo di fame!"
Ginevra sospirò, forse non doveva andare tutto male, almeno non sempre.
Alzò il volto ancora rigato dalle lacrime ma con un bel sorriso a fargli da contrasto.
"Ok Luna, ho fame anch'io!"

Scelsero un localino tranquillo e sedute ad un tavolino, con in mano un Hamburgher, Ginevra Wealsey si sentì rinata dopo tanto tempo.
"Quindi fammi capire bene, Zabini è tornato all'attacco e Malfoy come sempre non si è dato per vinto, poi c'è Harry che come sai non mi va' proprio a genio, per cui non esprimo alcun parere!"
Sempre la solita, non aveva mai accettato la sua relazione con Harry, Ginevra ricordava ancora le sue parole il giorno che lei le disse di stare con lui.

"Attenta amica mia! Non vorrai essere Ginny Weasley per sempre? Tu non sei fatta per lui e lui non è fatto per te, tu devi sentire, devi provare emozioni forti e Harry Potter, senza offesa, mi sembra sensibile come un nano da giardino, molto carino e magari fa anche la sua bella figura vicino a biancaneve, ma rimane sempre un fottuto nano da giardino!"


In maniera molta contorta, ma nenache tanto per i suoi standard, Luna aveva cercato di dirle quella che poi era la verità, ma lei c'era caduta dentro con tutte le scarpe ed aveva come la sensazione di non riuscire più a venirne fuori.

"Harry è un brav'uomo Luna, solo che..."
"Solo che è fottutamente banale, insomma diciamocielo, quando si tratta di sentimenti e di emozioni Harry Potter non vince esattamente il premio come amante dell'anno, sarà premuroso e forse anche gentile, e andrebbe bene per moltissime donne, ma non per te, non per Ginevra Weasley, che ha cominciato a provare la vera passione a quindici anni! Non è vero?"
La rossa bevve un lungo sorso di birra per evitare di strozzarsi con il panino.
"Sarà Luna, ma quella stessa passione ha rischiato di mandarmi al manicomio tre anni fa ricordi?"
"Può darsi, ma tu sei fuoco puro ed Harry Potter invece...è Harry Potter!"
Ginevra alzò un sopracciglio con fare guardingo.
"Grazie per aver esplicato il nome del mio ragazzo, ma in ogni caso, fosse pure come dici tu, non ho più quindici anni, non posso più correre dietro le cazzate!"
"Appunto! Al diavolo Potter e vivi il resto, hai solo vent'anni! Non è ancora ora di rinunciare ai nostri sogni e di accontentarci di quello che capita, e io so che Harry Potter non è il tuo sogno, non fraintendermi, io lo ammiro molto, ed è anche mio amico, ma non è l'uomo per te, forse non lo sarà neanche Malfoy, ma non puoi saperlo se non provi!"
"Luna, Malfoy è sposato e sta per diventare padre, ed io ormai sto con Harry e sto benissimo come sto e con questo la questione è chiusa, è solo un momento di crisi tutto qui, passerà prima poi, ma non parliamone più!"
"Ma..."
Luna fece per ribbattere ma Ginevra la bloccò sul nascere.
"Ho detto chiusa!"
La biondina si ributtò sulla sedia soffiando sonoramente e borbottando.
"Come vuoi, ma io sono sempre del parere che Potter è un fottuto nano da giardino!"
E Ginevra rise, come non faceva da tanto tempo, non poteva crederci, dopo tre anni diceva ancora  le stesse cose, era tutto così assurdo ma troppo divertente.
Rimasero a chiacchierare fino all'imbrunire, ridendo e bevendo birra, per poi passare al prosecco all'ora dell'aperitivo.
Si congedarono con la promessa di rivedersi da lì a pochi giorni.

Quando Ginevra rientò in casa, trovò un Harry ad attenderla seduto sul divano, con le braccia incrociate ed un'aria molto incazzata.
"Posso sapere dove sei stata?"
Lei non si era nemmeno tolta il cappotto che lui subito le era piombato addosso.
"Sono stata con Luna, ci siamo messe a chiacchierare e si è fatto tardi."
Lui le lanciò uno sguardo di puro odio.
"Balle, sei stata con lui non è vero?"
Le strattonò violentemente il braccio.
Lei cercò inutilmente di divincolarsi da quella presa ferrea che le bloccava l'afflusso di sangue al braccio destro.
"Tu sei fuori di testa!"
"Stai mentendo!"
Per una volta che diceva la verità, in seguito pensò che fosse stato proprio quell'episodio a portare  Harry a fidarsi ciecamente di lei tanto da non vedere l'evidenza dei fatti e anche di negarla a volte.
"Hai bevuto, puzzi di alcool!!"
"Te l'ho detto, sono stata con Luna e abbiamo fatto un aperitivo!"
Ma lui non le credeva e lei ormai aveva le lacrime agli occhi.
"Attenta Ginny, non prendermi per il culo perché potresti pentirtene amaramente, non farò la figura del cornuto mi hai capito, tantomeno davanti a quei deficienti che ti porti appresso, dimmi con quale dei due hai scopato oggi?"
Ma che diavolo gli prendeva?
Non sembrava neanche più lui.
"Non so di cosa stai parlando e di chi stai parlando!"
Le lacrime avevano smesso di scendere in quel viso di giovane donna, tutto il dolore era sparito per lasciare posto solo ad una grande rabbia.
"Parlo di Malfoy e Zabini, chi altri sennò!"
"Io non ho scopato con nessuno oggi, tantomeno con uno di loro due!"
"E perché no? Infondo non sarebbe una novità, dimmi chi ti fa urlare di più? Da quanto va avanti questa cosa? Magari scopi con Malfoy da quando stavi con Zabini, è per questo che poi ti ha dato il benservito, o magari si sono divertiti tutti e due a scoparti come una troietta alle tue spalle! Chissà sono indeciso!"
Quello era davvero troppo, che ne sapeva lui di quello che c'era stato tra lei e Blaise?
E con che diritto parlava di lui? O di Draco? Lui non sapeva nulla e in quel momento, se qualcuno glielo avesse chiesto, lei avrebbe detto che Blaise Zabini, in tutta la sua gelosia e possessione, era stato un fidanzato migliore di Harry Potter, senza ombra di dubbio.
"Io non ho mai tradito Blaise, e non sono mai stata con Malfoy, ma magari ora vado a recuperare visto che soffri tanto di questa mia mancanza!"
Aveva parlato a denti stretti, lasciando Harry basito, approfittando dell'attimo di distrazione si divincolò dalla sua presa per poi uscire di casa furibonda.
Non sapeva dove stesse andando, l'aria era tagliente e lei stava senza cappotto, ma pareva non curarsene, camminava furibonda incurante degli sguardi basiti dei passanti.
Ancora oggi non sa come sia arrivata lì, forse era stato il suo inconscio ferito, oppure tutto l'alcool che aveva assunto, o magari semplicemente il destino.
Fatto sta che erano le otto e trenta della sera e lei si trovava impalata davanti alla porta dell'ufficio di Draco Malfoy.
Entrò senza curarsi di bussare, non era neanche sicura che lui ci fosse ancora, ma quando posò lo sguardo sulla scrivania lo vide.
Seduto a controllare dei documenti, con la sola luce della piccola lampada da scrivania ad illuminargli il volto, l'espressione sorpresa di vederla lì, proprio lei che l'aveva mandato al diavolo tante volte, lei che infestava i suoi sogni di notte e le sue fantasie di giorno, lei che odiava e amava allo stesso tempo, lei con il viso sconvolto e gli occhi arrossati che lo guardava timorosa.
Lui si alzò avvicinandosi alla ragazza che era rimasta schiacciata contro la porta.
Le sfiorò la guancia quasi per timore che non fosse vera ma solo una mera illusione.
"Che cosa è successo?"
Aveva la voce roca, così bassa e sensuale.
"Non posso più fingere che tu non esisti!"
Aveva detto quelle poche parole con la voce rotta dal pianto.
Fu solo un attimo, una breve scintilla, il corpo di Draco premuto contro il suo, le loro labbra unite, le loro lingue che si cercavano, le loro mani che si accarezzavano.
Finalmente, in quella sera di Ottobre il diavolo aveva ritrovato la sua anima.


A distanza di tempo mi sono tormentata su quella fatidica sera senza mai riuscire a trovare una risposta.
Perché andai da lui?
Perché le parole di Luna mi avevano toccata in qualche modo? Perché Harry mi aveva terribilmente ferita e io volevo fargliela pagare? O magari queste erano scuse buone per cedere a quello che veramente volevo?
Non lo so sinceramente, però non posso fare a meno di pensare che la sequenza di eventi che aveva costellato quella giornata, era ambigua a dir poco.
Se non avessi incontrato Luna e quindi non fossi rientrata tardi?
Harry non si sarebbe arrabbiato.
Ma se Harry quel giorno non fosse tornato prima dal lavoro e non avesse quindi saputo che ero stata fuori tutto il giorno?
Non ci sarebbe stata quella sfuriata.
E se Draco non fosse rimasto a lavorare fino a tardi oppure se con lui ci fosse stato Blaise?
Nulla sarebbe accaduto.
In ognuno di questi casi la cosa rilevante è che non mi sarei trovata in quell'ufficio sola con lui e la mia anima non sarebbe mai stata dannata.
In ognuno dei casi non potevo fare a meno di pensare che il destino ci aveva messo lo zampino.
Allora se era destino che io fossi dannata a che cosa serviva opporsi?

Ecco un altro chappy...che dire, questo è l'inizio di tanti, forse troppi sfortunati eventi.
Ringrazio coloro che hanno letto e di nuovo Funnybee...mi sono innamorata di te...Xd
A presto.
Kiss
Gin90





  
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