Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: hikarufly    15/02/2011    3 recensioni
Una sorta di continuazione di "Uno scandalo in Boemia", sempre scritto da me. Questa volta però è tutta farina del mio sacco :)
ho scritto what if come avvertimento perché non sapevo come altro classificarla XD
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Il ciclo di Irene Adler'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

La sala era gremita, e si sentiva il brusio di troppe chiacchiere, frivole e non, che creavano un ronzio simile a quello di un alveare operoso. Irene si guardava intorno un po' nervosa, nel suo abito giustamente elegante, nella luce dei grandi lampadari, circondata dalle stoffe chiare delle grandi tende della sala da tè del London Ritz Hotel. Era stata lì, circa due anni prima, a festeggiare il suo matrimonio, appena celebrato in mezzo a Holland Park. Sospirò, passandosi le dita tra i capelli. Ancora sentiva un nodo alla gola, ma erano passati poco più di tre mesi dall'omicidio di Godfrey, e il processo a Richard Emerson stava procedendo celermente e senza intoppi. Non cercava vendetta, e sapere che la giustizia stava facendo il suo corso smussava il suo dolore e lo trasformava in una sorta di malinconia, addolcendo la sua pena. Alzò gli occhi quando vide avvicinarsi una figura familiare. Sherlock Holmes si sedette accanto a lei, sbottonandosi la giacca scura sopra la semplice camicia bianca a sottili righe blu.

«John e Mary sono stati trattenuti. Non mi hanno precisato niente, ma si tratta di affitto» commentò, di fronte allo sguardo interrogativo della ragazza.

«Ho invitato anche mio padre, ma lui è stato trattenuto da tutt'altri problemi... la sua fidanzata doveva assolutamente andare a fare shopping nel negozio che ieri era chiuso, e non sa dirle di no...» commentò Irene, con un sorrisetto «mi fa piacere che sia qui, soprattutto ora che vivo da sola, ma è così innamorato... lei assorbe tutto il suo tempo ormai»

Calò il silenzio per qualche secondo.

«Sta bene, Mr Holmes? Spero non si senta troppo solo ora che John vive con Mary» domandò Irene, educata.

«Prego, mi chiami Sherlock» replicò lui, pronto «se si riferisce alla mia salute, sì, sto bene. E per quanto riguarda John, non si deve preoccupare, ho ritrovato il mio teschio»

«Oh...» commentò lei, dubbiosa ma rincuorata dal suo tono «Se devo chiamarti Sherlock, tu mi chiamerai Irene, altrimenti non mi sembrerebbe giusto» ribatté lei, ricevendo un cenno di assenso da parte del suo interlocutore.

«Ho deciso di accettare... la tournée. Parto con la compagnia teatrale a metà ottobre» disse Irene dopo qualche altro secondo, come se non riuscisse a tacerlo oltre. Sherlock parve sollevato, ma non replicò.

«Ho pensato che far finta di essere qualcun altro e allontanarmi da qui avrebbe potuto aiutarmi, e mi sento più leggera... vedrò posti nuovi e farò quello che più mi gratifica. Credo di aver preso la decisione più saggia» spiegò, mentre lui la osservava come se la stesse studiando, senza parlare. Irene si sentì un pochino a disagio, ma la sua curiosità la aiutò a tornare disinvolta.

«Perché avevi la mia foto sul tuo cellulare? Molti fan tendono a tenere immagini dei loro idoli nel telefono, ma non mi sembravi il tipo, e non credevo fossi un mio fan» domandò, mantenendo un'espressione serena ma curiosa. Sherlock prese un sottile coltello e prese a giocarci.

«Sei stata una delle poche persone che è riuscita a battermi. L'ho tenuta in tuo onore, si può dire» replicò lui, guardando solo per un attimo l'oggetto che aveva tra le dita affusolate.

«Pensavo di essere stata solo più veloce, non più furba di te» osservò Irene, sincera.

«Essere in grado di anticiparmi è una qualità che raramente riscontro nelle persone. Hai tutto il mio rispetto per questo» ribatté Sherlock. L'espressione di Irene si fece più serena.

«Volevo ringraziarti per quello che hai fatto per me» riprese lei, non riuscendo del tutto a reggerne lo sguardo. Sherlock la osservò aggrottando appena le sopracciglia.

«Ho solo trovato chi ha ucciso tuo marito» disse, come se lo paragonasse a una delle cose più semplici e naturali del mondo.

«Credo che tu abbia salvato la mia sanità mentale... credo che sarei impazzita se non avessi trovato chi è stato così in fretta, e forse avrebbe fatto del male anche a me» spiegò lei, per poi riprendere a parlare «Se c'è qualsiasi cosa che posso fare per sdebitarmi, devi solo nominarla»

Sherlock parve pensarci su ma gli spuntò un sorrisetto.

«Quanti mesi sarai in tournée con il teatro?» chiese, fulmineo, lasciando il coltello sul tavolo.

«Ehm, dovrei tornare i primi di aprile o forse maggio, a seconda di quante date saranno confermate e se ci saranno delle repliche, quindi cinque o sei mesi credo» rispose lei, pensandoci su. Sherlock si alzò.

«Allora, ti farò sapere tra sei mesi» rispose, chiudendosi la giacca e allontanandosi lentamente. Irene Norton, nata Adler, lo osservò andare via, chiedendosi che cosa passasse per la testa di quell'uomo, e perché lei stessa si sentisse così ansiosa di sapere quella risposta.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: hikarufly