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Autore: Elizabeth Elinor Earnshaw    16/02/2011    2 recensioni
Dietro le etichette di Grifondoro e Serpeverde ci sono due ragazzi che si stanno avvicinando all'età adulta, pieni di dubbi e di incertezze.
Dietro gli appellativi di Purosangue e Mezzosangue ci sono due persone estremamente simili, che appartengono a due mondi completamente diversi.
É possibile rendersi conto di non sapere assolutamente niente di una persona che si conosce da sei anni?
La lenta e difficile evoluzione di un rapporto fondato esclusivamente sull'odio e il disprezzo reciproco.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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VI

 

THIS AIN’T REAL 

 

“Quello deve sempre trovare il modo di infastidire gli altri! Ma è mai possibile? Adesso osa anche invitare Hermione a un appuntamento! Quel pezzo di idiota si è messo seriamente d'impegno per rovinarmi la Vigilia di Natale” rimuginò Rn fra se e se, visibilmente nervoso e spazientito, buttando giù un boccale di Burrobirra dietro l'altro.

Harry sospirò, togliendo il bicchiere dalle mani dell'amico. “Vacci piano, guarda che è così che si diventa alcolizzati. Per carità, in questa bevanda la percentuale di alcool è molto bassa, ma vedi comunque di non esagerare. Già hai un carattere aggressivo, non oso immaginare cosa saresti capace di fare dopo qualche bicchierino di troppo… mi vengono i brividi solo a pensarci”

Ron, impassibile, si riprese il boccale di Burrobirra e ne rovesciò l’intero contenuto in faccia a Harry. Il ragazzo dai capelli neri, dopo un attimo di smarrimento, strappò dalle mani di Ginny il suo boccale e si lanciò sull’amico, che riuscì a schivarlo. “Ti ha dato di volta il cervello? Adesso ti sistemo io per le feste! E' meglio se inizi a scappare!”

Ron prese a correre in giro per il locale come un ossesso con Harry alle calcagna. In breve i due litiganti misero in subbuglio l’intero pub e scatenarono le lamentele di Madama Rosmerta, mentre la clientela dei Tre Manici di Scopa rideva divertita e si godeva l’inseguimento.

“Che scemi… ” mormorò Ginny, alzando gli occhi al cielo.

Hermione sbuffò. I capelli quella sera non ne volevano proprio sapere di stare al loro posto. Spazientita, fece apparire una forcina con la bacchetta e si raccolse due ciuffi ribelli ai lati della frangia.

“A volte ti invidio, Hermione”

La ragazza rivolse a Ginny uno sguardo interrogativo, sconcertata. “Eh?”

“Ho detto che ti invidio. Anche se non fai assolutamente niente per apparire, sei davvero bella”

Hermione rischiò di rovesciarsi addosso l’intero contenuto del bicchiere. “Ma che ti salta in testa? Non è vero, non sono affatto contesa fra i ragazzi. Solitamente le favorite sono le tipe facili e disponibili come Pansy, non certo io” esclamò, sbalordita.

Ginny non riuscì a trattenere un sorrisetto malizioso. “Allora cosa mi dici di Malfoy? Non avevo ragione?”

Lei cercò di non far notare all’amica quanto fosse restia a parlare di Draco. “A cosa ti riferisci?” 

“Non ti ricordi? Ti avevo detto che secondo me anche lui provava un certo interesse nei tuoi confronti. Beh, non credo che si stenda sulle ginocchia delle ragazze per hobby, cosa dici?” rispose Ginny, sorridendo.

“E chi lo sa, da quello ci si può aspettare di tutto” fece Hermione vaga, evitando lo sguardo dell'amica.

Virginia Weasley accarezzò il braccio dell’amica, comprensiva. “Va tutto bene?”

Hermione prese a giocherellare con le frange della sciarpa gialla e rossa, parte della divisa invernale dei Grifondoro. “No, non va affatto bene. Non va bene per niente. Non so più cosa pensare. Lo sai anche tu come tratta tutti quelli che hanno origini babbane. Li ritiene la feccia dell’universo. Penso che abbia mutato atteggiamento solo per divertirsi un po', magari per ripicca nei confronti di Harry e Ron. Non è sicuramente sincero, questo è certo. E quel che è peggio io, con la mia stupida mania di vedere il buono in chiunque, non riesco a fare a meno di giocare il suo gioco e mi faccio abbindolare come una stupida”

Ginny prese affettuosamente la mano di Hermione. “Mettiti nei suoi panni. Ha sempre odiato i Mezzosangue. Non può crearsi un proprio futuro perché gli è già stato progettato dai suoi genitori. Ha una cerchia di amici selezionati da Lucius Malfoy in persona. Gli è vietato creare legami con la gente inferiore. Senza contare che è nel pieno dell’adolescenza e… lo sai anche tu come sono i ragazzi…”

Hermione fece per dire qualcosa, ma Ginny proseguì imperterrita.

“…e al suo settimo anno a Hogwarts, Malfoy si rende conto di non essere l’unico ad essere cresciuto. Anche la Mezzosangue che ha sempre preso in giro, la ragazza più detestabile del pianeta, quasi non la riconosce più da quanto è diventata attraente. E come se non bastasse,  per puro caso o per uno strano volere del destino, la Granger finisce per parlargli. Lo  conosce un po' meglio, e involontariamente riesce a penetrare in profondità nel suo carattere, coglie delle sfumature nella sua personalità di cui nessuno prima aveva mai sospettato l'esistenza. Fa di tutto per convincersi ad odiarla come prima, ma giorno dopo giorno continua a pensare a lei. In fondo è la prima persona che dimostra un sincero interesse per lui, e non può non rimanerne profondamente colpito.  E adesso è spaventato da questa situazione. Non sa come comportarsi”

Hermione rimase in silenzio, stringendo forte il boccale vuoto.“Lo ammetto. Anche se ha un carattere scontroso, anche se dovrei odiarlo, non posso fare finta di non aver colto qualcos'altro in lui. In ogni caso non è importante, dato che da domani questa storia sarà finita. Stasera parlerò con Malfoy, chiariremo le cose una volta per tutte e metteremo immediatamente fine a questa situazione, prima che le cose ci sfuggano pericolosamente di mano”

“Temo che ormai tu sia troppo coinvolta per evitare di soffrire. Non sono convinta che lasciar perdere tutto sia la scelta più giusta...” mormorò Ginny scuotendo la testa.

Hermione rimase un attimo in silenzio. “Le cose stanno così, Ginny. Ho cercato di farlo diventare passato, ma non ci sono riuscita. Ho tentato di dimenticare tutto, ma non ce l’ ho fatta. Ho sperato che l’interesse che provavo… che provo per lui durasse solo poche settimane, ma non è stato così. Allora lascio perdere. Evito di pensare a lui. Almeno sono solo io a soffrire. Non voglio complicare la vita a nessuno dei due. É questo che voglio dirgli stanotte”

“Questa è bella. Pensi davvero che stroncare subito il rapporto che sta nascendo tra voi vi allevierà il dolore? Ti ricordo che siete in due a soffrire per questa situazione” sbottò Ginny.

“Forse hai ragione, ma che alternative ho? Lasciare che le cose di sviluppino e rischiare di legarmi ancora di più a Malfoy? La sua famiglia, lo shock di Harry, la furia di Ron... verrebbe fuori un pandemonio! Come reagirebbe tuo fratello? E Harry? E i genitori di Malfoy? Non voglio neanche pensarci!”

Ginny e Hermione si fissarono intensamente.

Un minuto.

Due.

Tre.

“Ginny, ma tu pensi… pensi che lui, beh… cioè, vorrebbe sapere cosa penso di lui?” proferì Hermione, incerta.

Ginny le rivolse un sorriso a trentadue denti. “Intendi dire, se sia il caso di dirgli le cose come stanno?”

Le due ragazze si guardarono negli occhi.

Pian piano, le labbra di Hermione si distesero in un mezzo sorriso.

“Esatto”

Ginny le fece l’occhiolino.

“Sì”

 

Malfoy stava percorrendo in silenzio una viuzza di Hogsmeade, affiancato da Tiger e Goyle.

Nonostante tentasse in tutti i modi di concentrarsi su cosa dire alla Granger, era di pessimo umore. Poco prima Pansy, completamente ubriaca, si era messa a bombardare chi le capitava sottomano con boccali di Whisky Incendiario. Neanche a farlo apposta aveva beccato Malfoy in faccia, con il risultato che il suo ciuffo laboriosamente acconciato con il gel gli era pesantemente ripiombato sulla fronte, bagnato e appiccicoso, e per evitare lo scandalo aveva dovuto precipitarsi in bagno a risciacquarsi i capelli. Purtroppo non aveva con sé il gel di scorta, non conosceva nessun incantesimo che potesse aiutarlo e aveva dovuto rassegnarsi a lasciare giù i ciuffi biondi. Non che questo nuovo look gli dispiacesse, ma Draco Malfoy non aveva mai avuto simpatia per i cambiamenti.

“Capo, allora resti qua?”

Draco, occupato a sistemarsi i capelli, si limitò a rivolgere a Goyle un’occhiata eloquente.

Tiger si avvicinò al ragazzo biondo, ostentando un’espressione confusa.

“Sei sicuro, capo? Non vieni con noi, capo?”

Malfoy alzò gli occhi al cielo, al colmo dell’esasperazione. “Avrò ripetuto almeno mille volte che voglio stare da solo per il resto della serata! Avete bisogno di un ottorino? Non mi pare che siano necessari ulteriori chiarimenti!” esplose scocciato, appoggiando la schiena al muro con un tonfo.

“Non arrabbiarti, capo. Adesso abbiamo capito. A più tardi allora” bofonchiò Tiger, avviandosi goffamente verso Mielandia, seguito a ruota dal suo degno compare. Nel giro di un paio di minuti i due colossi scomparvero dietro le porte del negozio di dolci.

Malfoy si sistemò per la millesima volta la sciarpa attorno al collo e rabbrividì. Era inutile stare fuori dal locale ad aspettare. Cosa gli era preso? Perché le aveva detto che voleva parlarle se non sapeva neanche cosa voleva dire?

Cercò di specchiarsi sulla vetrina di un malandato negozietto. Stava abbastanza bene? I capelli erano a posto? E la sciarpa era forse troppo infagottata? I primi due bottoni del mantello erano aperti per dargli un’ aria sexy and wild?

Ma che me ne frega di come sto? È una Mezzosangue. Mi faccio venire certi complessi per una mezza babbana?

Draco fissò il suo riflesso sfoggiando lo sguardo più intimidatorio che poteva, quasi per sfidare se stesso. 

Sì, mi faccio certi complessi. Qualcosa in contrario?

Non era colpa sua se provava interesse per Hermione. Poche balle, le cose stavano così.  La sfiga più nera si era abbattuta su di lui facendogli prendere una sbandata proprio per la Mezzosangue, ma non poteva farci niente. La Granger l'aveva sempre detestato, ma nessuno a parte lei si era preoccupato di conoscerlo davvero. Nessuno a parte Hermione era riuscito ad andare oltre i pregiudizi e a smettere di etichettarlo come un arrogante viziato dal cuore di pietra. Nessuno, a parte quella Mezzosangue che tanto disprezzava. 

Nemmeno Draco Malfoy sarebbe potuto rimanere indifferente a tutto questo. Aveva provato ad ignorare quello che provava, ma per quanto si sforzasse non riusciva a mentire a se stesso. E poi, odiava ammetterlo, ma era spaventato. Non aveva mai voluto davvero bene a nessuno prima di allora.

Non sarebbe una brutta idea dire a mio padre che mi piace la Granger. Almeno gli farei vedere che non me ne frega niente di lui, né delle sue idee. Sono un Malfoy. E come tutti i Malfoy, faccio il cavolo che voglio. Non sono il burattino di nessuno. 

Confuso e nervoso, prese a rassettarsi il mantello nero.

Detto così sembra talmente facile.

Non era sicuro dell'opinione che avesse Hermione di lui, ma non era forse stata lei a venirlo a cercare in mezzo ai Serpeverde solo per scusarsi? Non ci rimaneva forse male per come lui la trattava? Non aveva appena fatto una scenata di gelosia alla Parkinson? Non aveva forse sottilmente fatto intendere che non disdegnava la sua compagnia?

Ma noi due non abbiamo niente che ci accomuna. Non abbiamo niente a che fare l'uno con l'altra. Apparteniamo a due mondi completamente diversi.

Lui l’aveva sempre trattata malissimo, e certe ferite non si rimarginano così facilmente. Sicuramente per colpa sua la Granger aveva sofferto molto in passato. E sicuramente in quell’ultimo periodo la Mezzosangue doveva aver rischiato più volte di rompere con Potter e Weasley a causa sua. Il suo inspiegabile interesse per lui aveva senza dubbio scatenato le critiche e i rimproveri dei suoi amici. E nonostante tutto questo, Hermione non aveva ceduto. Era  l'unica a vederlo per quello che era, e non per il nome che portava. 

La Granger non lo temeva affatto, a differenza di tutte le altre persone che Draco conosceva. E come se non bastasse, dettaglio non trascurabile che non finiva di stupire il ragazzo, quella Sanguesporco anche l’unica persona che riuscisse a tenergli testa.

Improvvisamente Malfoy interruppe il corso dei suoi pensieri travagliati.

Non riusciva a credere ai propri occhi.

Hermione era uscita dal locale.

“Sbaglio o dovevamo incontrarci fuori dai Tre Manici di Scopa? Che ci fai davanti a Mielandia? Non dirmi che anche tu sei ubriaco fradicio come Ron”

Hermione lo raggiunse quasi di corsa, la sciarpa gialla e rossa che sobbalzava ad ogni passo. Draco era ancora seduto per terra, con la schiena appoggiata al muro.

“Eccoti, finalmente. Potevi anche metterti ad aspettare più vicino all’uscita del pub”

Malfoy si alzò in piedi, e lei lo guardò sbalordita. 

Era la prima volta che lo vedeva con il ciuffo spettinato. Nella sua testa Draco Lucius Malfoy era quanto più si avvicinava al concetto di eleganza ed impeccabilità, e nonostante i suoi sforzi non era mai riuscita ad immaginarlo altrimenti.

“Sei tu che sei in ritardo, Granger. Non incolpare gli altri a causa delle tue mancanze”

Hermione alzò gli occhi al cielo.

Draco approfittò di quel momento per lanciare un’occhiata più approfondita alla ragazza. Si era raccolta una ciocca con una forcina, e sembrava truccata. O forse no. Forse le labbra di Hermione erano di una pigmentazione rossa naturale. Malfoy sentì lo stomaco attorcigliarsi.

“La vuoi piantare di fissarmi? Che ti prende?” sbottò Hermione, arrossendo leggermente.

Lui non fece una piega. “Niente di particolare. È solo che non sapevo che una come te sapesse usare il lucidalabbra. E comunque, se vuoi il mio parere, è poco indicato negli appuntamenti, perché è troppo appiccicoso. Meglio i rossetti, almeno con quelli vai bene per i baci”

“Per una volta mi vedo costretta a darti ragione, Malfoy. Devo ammettere che non ci avevo proprio pensato. E adesso come faccio? Se stasera non ti bacio la mia vita non avrà più alcun senso, e dovrò porre fine a questo scandalo ricorrendo all'harakiri e morendo dignitosamente” replicò Hermione, sarcastica.

Draco la fissò sorpreso. “Beh, ormai dovresti essere abituata a certe cose. Weasley, Potter, Krum, Baston, ormai te li sei passati tutti. Va beh che nessuno di loro è alla mia altezza, ma ti sarai almeno esercitata un po’. Dovresti sapere che io esigo solo il meglio, sai bene quali sono i miei standard” 

Hermione lo fulminò con lo sguardo. “Certo che hai un bel coraggio, dovresti solo ringraziare che sia venuta. Ho fatto in modo che Ron non mi notasse uscire, e ti assicuro che non è stato affatto facile. Si è appena appostato davanti al locale di Madama Rosmerta, e sta controllando tutti i Serpeverde che entrano per assicurarsi che tu non sia fra loro. Per cui sarebbe meglio allontanarci di qui, e in fretta. Se ci nota sono guai seri” 

“Allora spostiamoci, no? Potevi anche dirlo subito che la presenza di Weasley poteva creare problemi” rispose Draco, prendendola per un braccio.

Lei si oppose, liberandosi dalla stretta del ragazzo e massaggiandosi l’avambraccio. “Non serve tirare! So camminare da sola!” 

“Non sei altro che una stupida Sanguesporco” non riuscì a trattenersi lui, rivolgendole un’occhiata infastidita e allontanandosi di qualche passo dalla ragazza.

Hermione, vedendolo così indispettito, non riuscì a fare a meno di sorridere. 

Draco se ne accorse, e rivolse ad Hermione uno sguardo di totale disapprovazione.

 

Ginny guardò fuori dalla finestra polverosa del pub, con il boccale di Burrobirra a mezz’aria. Rimase ad osservare Hermione e Malfoy camminare a distanza di alcuni metri l’una dall’altro, quasi non si conoscessero. Non poté evitare di sorridere.

Dopo qualche minuto distolse lo sguardo, e sobbalzò nel vedere Harry seduto vicino a lei.

“È inutile, Ron non si smuove dalla porta. Ha detto che non permetterà per nessun motivo a Malfoy di avvicinarsi a noi, e in particolare ad Hermione… a proposito, l’hai vista?”

Ginny mandò giù una sorsata di Burrobirra, pensierosa. “Te ne sei accorto anche tu, vero Harry?”

Il ragazzo dai capelli neri appoggiò il suo boccale sul tavolo. “Se ti riferisci ai sentimenti di Ron, sì. Credo che Hermione sia l’unica a non essersene resa conto.”

Ginny accennò un sorrisetto, passandosi una mano tra i lunghi capelli ramati. “Non sono d’accordo. Herm si è accorta di ciò che prova mio fratello nei suoi confronti, ma fa finta di niente. Non lo fa per cinismo, è solo che non riesce ad ammetterlo a se stessa. Sai, Hermione è molto brava a dispensare consigli amorosi a chi si trova in difficoltà, ma quando è lei ad avere un problema riesce solo a complicarlo ancora di più...”

Harry puntò i suoi occhi verdi sulla ragazza. 

“Qui non si tratta solo di Ron, vero?”

Ginny fissò insistentemente il tavolo, tormentandosi su cosa avrebbe potuto rispondere. E soprattutto, se avrebbe dovuto rispondere. 

“Si tratta di Malfoy. Il fatto è che… ”

Harry la interruppe, appoggiandole una mano sulla spalla. “No, Ginny. Non serve che mi riveli niente. E' chiaro ormai che non sono soltanto chiacchiere quelle che girano su Hermione e Malfoy, ed è anche per questo che sono venuto qui a parlare con te, stasera” 

Ginny arrossì leggermente. “Allora l'hai capito anche tu. Ti avevo sottovalutato. E pensare che le ho escogitate tutte perché nessuno ne sapesse niente!”

Il tono di voce deluso della ragazza fece scoppiare Harry in una risata. “Devo dire che Hermione ha celato fin troppo bene i suoi sentimenti, ma avevo già intuito che il rapporto che la legava a Malfoy era cambiato. Se penso che ha fatto tutto questo per non rovinare l’amicizia che la lega a me e a Ron la ammiro moltissimo, perché io al posto suo non ci sarei mai riuscito”

Ginny, che si aspettava una qualche lamentela, fissò Harry con gli occhi fuori dalle orbite. “Vuoi dirmi che non ti fa né caldo né freddo che Hermione abbia… ehm, cambiato opinione su Malfoy?”

Harry puntò i suoi occhi color smeraldo in quelli della ragazza. “Beh, è ovvio che per me è una notizia difficile da digerire, ma non posso dire di essere caduto dalle nuvole. Hermione ha sempre odiato i pregiudizi, e mi aspettavo che prima o poi potesse mettere in dubbio la malvagità di Malfoy. Ho fiducia in lei, e se Hermione è riuscita a vedere in lui qualcosa che a noi tutti è sfuggito ha sicuramente le sue buone ragioni. Anche se non avrei mai immaginato che… cioè, io non sono nessuno per dirle come deve comportarsi, ma non finirò mai di chiedermi che cosa ci trovi in uno come Draco. Voglio dire, è profondamente crudele e l’ha sempre disprezzata, anche se se non posso negare che ultimamente il suo atteggiamento nei confronti di Hermione è un pò cambiato. Conoscendo Malfoy, il mio principale timore è che la stia imbrogliando, che in realtà voglia solo divertirsi con lei, e… ”

“Anch’io ho questo timore, e ne ho parlato con Hermione. Se avesse il sospetto di venire usata da Malfoy, sono sicura che Herm si regolerebbe subito di conseguenza” lo interruppe bruscamente Ginny, le mani strette a pugno.

Harry rimase un attimo in silenzio, pensieroso, ma la Weasley notò che la sua espressione si stava addolcendo. “Ginny, co… come pensi che la prenderà Ron?”

Lei si tormentò una ciocca di capelli, visibilmente angosciata. “Non lo so, Harry, non lo so. Ho paura di come potrebbe reagire. Noi però non dobbiamo assolutamente impicciarci. É giusto che sia Hermione a decidere cosa fare, e comunque non credo che mio fratello prenderebbe sul serio noi due, se anche affrontassimo l'argomento”

Harry annuì lentamente. “Penso che tu abbia ragione. Più tardi possiamo parlare con Hermione, e valutare insieme come sia meglio comportarci nei confronti di Ron” 

I due rimasero alcuni minuti in silenzio, sorseggiando quel che restava della loro Burrobirra.

Poi Ginny, sperando di non apparire indiscreta, si fece coraggio e parlò.

“Ehm… Harry… parlando di te, adesso… come va con… ehm, Cho Chang? Ci sono… ehm, sviluppi? Intendo, dopo che lei ha lasciato Hogwarts…”

Harry arrossì vistosamente, evitando il timido sguardo della ragazza. “No. Ecco, io… ho deciso di lasciarla perdere. Sì, è molto carina, ma si tratta solo di una cotta che mi porto dietro da quando avevo tredici anni, quindi alla fin fine non ha una grande importanza… e poi lo sai anche tu che fra me e lei due anni fa non erano esattamente rose e fiori, no?”

Ginny non riuscì a reprimere un sorriso smagliante.

Inaspettatamente, Harry alzò lo sguardo e rispose al sorriso. “Ginny, ti ricordi di quando avevi una cotta per me, i primi due anni a Hogwarts?”

Lei arrossì leggermente ed evitò lo sguardo del ragazzo, senza proferire parola.

“Beh, io a quel tempo non ti ricambiavo, o forse ero ancora troppo immaturo per accorgermi delle tue attenzioni. Adesso è diverso, perché sono cresciuto, e credo di… anzi, ne sono convinto, insomma, ti voglio bene”

Ginny, che stava giocherellando con i bottoni del mantello per sfogare il nervosismo, si bloccò. Alzò lo sguardo verso Harry, le guance rosse per l’imbarazzo.

“Intendi… che mi vuoi bene… in quel senso?”

Harry si sentì la faccia bollente, e gli sembrò di perdere il contatto con il mondo terreno.

“Sì. Io sono innamorato di te, Ginny…”

La ragazza rimase paralizzata. Non poteva crederci, non stava succedendo veramente. 

Non a lei.

“Parecchio tempo fa eri tu a volermi bene ed io ti ho rifiutata, e adesso che sono passati sei anni è il mio turno di corteggiarti. So di non avere alcun diritto a chiedertelo, Ginny, ma… posso almeno sperare di essere ricambiato?”

Harry rimase in silenzio, in trepidante attesa.

Il sorriso che lei gli rivolse pochi secondi dopo parlava da solo.

 

Dopo aver superato di gran fretta le vie più affollate di Hogsmeade, onde evitare incontri con Pansy o con altri elementi fastidiosi, Draco e Hermione ripresero a camminare normalmente. Si allontanarono lentamente dal centro della cittadina oltrepassando gli ultimi edifici, e raggiunsero una piccola collinetta innevata non lontana dalla Stamberga Strillante.

Hermione lanciò un’occhiata agli edifici illuminati dalle luci natalizie, aspettando che Malfoy dicesse qualcosa. 

Tutto quel luccicare di decorazioni, la neve che non smetteva un attimo di cadere, il cielo nero e poco nuvoloso, un dolce melodia natalizia proveniente da chissà dove… rendendosi improvvisamente conto che l’atmosfera era veramente suggestiva e romantica, Hermione avvertì un piacevole calore alla parte bassa dello stomaco.

“Granger”

Hermione sobbalzò, soprappensiero. “Sì?”

Draco si lisciò i capelli biondi, puntando i suoi occhi chiari sulla ragazza. “Non ti ho chiesto di venire con me per qualche particolare motivo”

“Vuoi dire che non hai niente da dirmi?” rispose lei, cercando di mantenere un tono di voce tranquillo.

Malfoy distolse lo sguardo da Hermione, apparentemente concentrato sull’albero di Natale che sovrastava la piazza di Hogsmeade. “Senti, in realtà vorrei parlarti, ma è difficile. Non so da che parte cominciare…” 

Hermione annuì incoraggiante, saltellando nervosamente per il freddo e l’agitazione. Del resto sapeva bene che Malfoy era tutto tranne che prevedibile.

“Non ti preoccupare, dimmi pure” 

Forse il tono di voce di Hermione aveva fatto trasparire una certa impazienza, perché Draco non sembrò apprezzare la gentilezza della ragazza. Le rivolse un’occhiata gelida, irritato. “Lasciamo perdere. Tanto non riusciresti mai a capirmi. E poi sono sicuro che non te ne frega niente di quello che voglio dirti” 

“Sei incredibile. In meno di un minuto riesci a passare da una simpatia appena accennata all’ostilità più completa” Hermione non riusciva a capire se era più arrabbiata che dispiaciuta in quel momento. Si strofinò le mani guantate nell’ inutile tentativo di scaldarsi un po’.

Malfoy rivolse i suoi bellissimi occhi verso la ragazza e la fissò intensamente. Hermione non abbassò la testa, e sentì un brivido percorrerle la spina dorsale. Non gli aveva quasi mai visto quello sguardo, così enigmatico e profondo, ben diverso dalle sue solite occhiate indifferenti, apatiche o sprezzanti.

Draco allungò una mano e le sistemò i capelli, poi le sfiorò il naso con l’indice guantato, ghignando. “I miei complimenti, Granger. Sei riuscita ad inquadrare perfettamente il mio carattere”

Hermione non si aspettava un gesto del genere, e arrossì leggermente. Compiaciuta e un po’ imbarazzata, gli sorrise radiosa.

 “Sai, Malfoy… fino all’inizio di quest'anno ti odiavo profondamente. Ma adesso che ti conosco un po’ meglio, sento che sei diverso da come appari a prima vista. L’opinione che mi sono costruita di te nel corso degli anni era erroneamente influenzata dai pregiudizi e dall’apparenza, e disprezzo me stessa quando mi rendo conto di essere stata così superficiale. Non ho mai nemmeno tentato di scavare nel profondo della tua personalità. Sei introverso e ostile con tutti, probabilmente non vuoi veramente bene nemmeno ai tuoi genitori, ma non è del tutto colpa tua. Non sei una persona cattiva, altrimenti non starei bene quando sono con te. C'è qualcos'altro in te, Malfoy” 

Draco aprì la bocca per parlare, ma in un primo momento non riuscì a spiccicar parola. 

“Hermione...”

Lei sussultò. Era la prima volta che Malfoy la chiamava con il suo nome di battesimo, e sentirsi chiamare così da lui le suonava strano. Lo guardò, ma il sorriso le morì sulle labbra quando vide l’espressione assente che Draco aveva improvvisamente assunto. 

“Mi spiace deluderti, ma ti sbagli di grosso. Ti sei fatta un'idea di me che non corrisponde alla realtà. Nessuno a parte te ha mai cercato di dimostrarmi il suo affetto, e di questo non posso non esserti grato. Ma io non posso ricambiarti, non ne sarei mai capace. Non illuderti di ricevere da me qualcosa, perché non accadrà mai. Devi lasciarmi perdere, non dovresti nemmeno rivolgermi la parola. Credimi, è meglio per te. Legarsi profondamente ad un Malfoy è pericoloso, rischieresti di soffrire soltanto. Volevo parlarti proprio per questo, per mettere fine a questa situazione una volta per tutte”

E qualcosa in Hermione si spezzò. 

Un misto di delusione e amarezza si abbattè su di lei come un macigno. Il dolore le si scaricò addosso violento come una tempesta di neve, le sembrava che mille pugnali le avessero trafitto l’anima. Le mancava l’aria, non riusciva a credere a ciò che aveva appena udito. 

Hermione, sei solo una stupida.

Sentì gli occhi riempirsi di lacrime, ma non voleva piangere. Aveva palesato i suoi sentimenti in maniera inequivocabile, e Malfoy non solo li aveva compresi alla perfezione, ma si era immediatamente tirato indietro. Sarebbe morta piuttosto che dargli la soddisfazione di vederla star male a causa sua. 

“Allora mi… mi sbagliavo… ho sbagliato tutto” cominciò a dire Hermione, angosciata, con la voce rotta. Il forte sconvolgimento che le parole di Draco avevano provocato in lei la faceva tremare violentemente. Proseguì, con la voce spezzata, mentre dentro di lei si scatenava l’inferno. “…però voglio che tu sappia una cosa. Anche se ho imparato ad apprezzarti per qualche strano volere del destino, non pretendo che… che anche per te sia lo stesso nei miei confronti. Credevo di aver visto qualcos'altro oltre alla freddezza e all'arroganza, ma evidentemente mi sono sbagliata. Penso… penso che a questo punto sia meglio che me ne vada. Ho capito tutto, ti ringrazio di essere stato chiaro con me” 

Draco non aveva il coraggio di guardare Hermione negli occhi. 

La ragazza era fuori di sé, in preda ad un tremito incontrollabile, e Malfoy sentì che le viscere gli si attorcigliavano nello stomaco. Fingere gli costava enormemente, ma non doveva crollare.

Devo lasciarla andare, devo impedire che si leghi a me. 

Per il bene di entrambi.

 

  
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