Come un fiore di margherita

2° capitolo:

Antonio si alzò e si avvicinò di nuovo alla finestrella.

Alice poté avvertire appena il rumore dei suoi passi sul pavimento.

<< Hey >>

La mora continuò a singhiozzare. Ora che aveva iniziato non riusciva a fermarsi,sopraffatta da tutta la sua situazione. O forse solo dalla sua vita che non era normale e non andava per il verso giusto.

<< Scusa,mi dispiace… Non volevo essere cattivo,è solo che… >>

<< Io non volevo venire qui! Odio questo posto,odio tutto! Preferirei morire pur di non dover stare qui! >> la voce spezzata di Alice giunse ad Antonio soffocata dal cuscino ma riuscì a capire comunque le sue parole.

Pochi secondi dopo Alice sentì un rumore come di una porta mal oliata che si apriva e sperò con tutto il cuore di non aver richiamato con il suo pianto qualche dottore.

Il materasso si abbassò al suo fianco sotto il peso di un’altra persona e sentì una mano poggiarsi sulla sua schiena.

<< Ehi >>

Antonio.

Si voltò di scatto e si ritrovò il ragazzo di fronte,a pochi centimetri da lei.

<< Come sei entrato? >> chiese stupita.

Lui indicò la finestrella << Si apre >>

Si fissarono per qualche secondo poi quando lei stava per parlare Antonio la anticipò.

<< Scusa se sono entrato senza la tua autorizzazione. Però stavi piangendo così forte e dicevi quelle cose… >> si bloccò per guardarla negli occhi << Ti assicuro che capisco esattamente quello che provi. Nessuno vorrebbe stare qui >>

Poi si alzò e fece per andarsene.

<< No resta qui >>

Antonio si girò e la guardò sorpreso.

<< Ti prego. Non voglio stare sola >>

Il ragazzo tornò indietro lentamente,quasi a volerle dare la possibilità di cambiare idea e cacciarlo. Si sedette sul letto al suo fianco e dopo qualche secondo,inaspettatamente,le sorrise.

<< Adesso me lo dici come ti chiami? >>

Anche lei sorrise.

<< Mary Alice Brandon >>

<< Eh? >>

<< Mary è il mio primo nome ma tutti mi chiamano solo Alice >>

<< Alice >> ripeté lui << Mi piace,è bello,elegante,dolce… Ti si addice >>

Alice arrossì. Non era abituata a queste attenzioni visto che lei era “la pazza”.

<< Facciamo un patto Alice >> le disse Antonio fissandola negli occhi << Io ti aiuterò a orientarti qui,ti presenterò tutti e ti starò sempre vicino. Però tu…potresti raccontarmi qualcosa del mondo fuori di qui? >> nei suoi occhi c’era una muta supplica nata dai tanti anni vissuti lì dentro,lontano dal mondo,che convinse Alice ad annuire.

Le poteva fare solo bene avere un alleato,qualcuno che la proteggesse lì dentro. E poi in Antonio c’era qualcosa di particolare che l’attraeva.

Forse vedeva in lui lo spirito affine di chi è stato cacciato dalla società.

Ad ogni modo,lui e sorrise e poi le domandò,reclinando la testa da un lato curioso:

<< Quanti anni hai? >>

<< Diciotto… Li ho compiuti il mese scorso. E tu? >> domandò a sua volta dopo un attimo di incertezza. Dopo la reazione che il ragazzo aveva avuto prima non era sicura di cosa potesse osare e cosa no.

<< Venticinque. È una delle poche cose che ricordo bene… Il mio compleanno intendo >>

Venticinque anni. Aveva 7 anni più di lei.

Si sentì un rumore di passi e poco dopo la porta si aprì,rivelando il dottor Alaric.

Li guardò visibilmente sorpreso per qualche secondo prima di parlare.

<< Antonio. Cosa ci fai qui? >>

Il ragazzo non rispose e si limitò a indicare la porticina da cui era entrato.

<< Capisco. Ti ha dato fastidio cara? >> chiese poi il medico rivolgendosi a Alice.

Cara? Lei non gradiva affatto questa confidenza. Perciò si sedette ben dritta ergendosi in tutta la sua statura (per quanto il suo metro e cinquanta scarso lo permetteva) e cercando si darsi un contegno e si affrettò a rispondergli.

<< No,anzi Antonio è stato molto gentile e di buona compagnia >> disse calcando sulle ultime parole per far intendere quanto invece la SUA compagnia fosse sgradita << E comunque,dottor Alaric,il mio nome è Mary Alice Brandon perciò gradirei non essere più chiamata “cara” o con altri appellativi simili >>

Antonio trattenne a stento una risata mentre il dottore guardò Alice stupito per un attimo prima di riprendersi.

<< Come desidera signorina Brandon. Se non le serve niente la lasciò in compagnia del suo vicino. Per qualunque cosa,lui sa come rintracciarmi. >>

I due ragazzi restarono in silenzio e immobili finché non sentirono più i passi del medico,poi scoppiarono a ridere.

<< Poverino,l’hai trattato malissimo >> disse Antonio quando smise di ridere.

Alice storse il naso contrariata.

<< Ho tutto il diritto di trattarlo male. È anche colpa sua se sono rinchiusa qui e poi dovevi vedere come mi ha guardata prima. Pensa che io sia il suo nuovo giocattolo >>

<< Bhé,ma tra tutti i medici e gli infermieri lui è l’unico che dovresti farti amico. È un ottimo dottore ed è merito suo se noi possiamo girare liberamente nel giardino >>

<< Perché possiamo? >>

<< Si. Ma oggi non ne ho voglia e finché non si fideranno di te dovrai stare qui >>

<< Fantastico >> sbuffò la mora sarcastica.

<< Di me si fidano >> ribatté Antonio.

Alice gli lanciò un occhiataccia sdraiandosi sul letto.

<< Questo dovrebbe consolarmi? >>

<< Si,perché se io dico che ti terrò d’occhio e non ti lascerò mai sola potrai uscire anche tu >>

La ragazza si rialzò di scatto trovandosi inaspettatamente vicinissima al volto di Antonio.

<< Davvero lo faresti? >>

<< Se tu lo vuoi si >>

Lui si avvicinò ancora di più,fino ad annullare completamente la distanza tra i loro visi.

E così Alice si trovò a baciare quel bellissimo ragazzo che conosceva da poco più di dieci minuti.