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Autore: TittiGranger    18/02/2011    15 recensioni
- Fino a prova contraria, Ronald, sono io che mi sono fatta un viaggio di otto ore oggi - protestò lei, con la testa praticamente infilata nel baule - Per di più, ora sto anche sistemando tutto questo - disse, riemergendo e alzandosi a fatica, con i capelli stravolti e stringendo tra le braccia un mucchio di pergamene - Mentre tu te ne stai spaparanzato sulla poltrona! - aggiunse, scaraventando le pergamene sul copriletto violaceo del suo baldacchino - Ergo, non sei nella condizione di poter essere stanco!___(Raccolta missing moments).
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Prima di tutto… grazie mille a tutti voi che leggete, recensite, inserite tra le seguite- preferite…

Prima di tutto… grazie mille a tutti voi che leggete, recensite, inserite tra le seguite- preferite…

E un grazie particolare a Vales,

perché la sua recensione dello scorso capitolo mi ha reso particolarmente orgogliosa.

 

The Promise

 

 

Il caos della Tana non era mai stato così ben mascherato.

Non che i suoi abitanti ci si dovessero impegnare molto… il silenzio era diventato la normalità in quegli ultimi due mesi e nessuno osava tentare di ripristinare l’allegro e continuo chiacchiericcio che da sempre aveva animato casa Weasley.

Se non avesse guardato il vistoso orologio appeso in cucina, Ron non si sarebbe neanche reso conto di che ora fosse.

Nelle ultime settimane, i giorni erano volati via.

Lo stesso avevano fatto i minuti, le ore. Senza che se ne fosse accorto  la mezzanotte di quel primo settembre era arrivato.

Ron sospirò, appoggiando i gomiti al massiccio tavolo della cucina, lasciandosi tranquillizzare dal buio e ignorando palesemente il bicchierone di latte posato di fronte a lui, la scusa a cui si era aggrappato per poter scendere in cucina… per sfuggire all’ansia che, nel suo letto, gli aveva mozzato il respiro.

- Per qualche strano motivo non mi stupisce trovarti qui.

Ron sorrise nell’udire quelle parole; il viso ancora stretto tra le mani.

Quando Ginny gli passò accanto, gli sfiorò le spalle, riempendosi una tazza, come aveva fatto lui poco prima. La vide muoversì nell’oscurità della cucina, a sprazzi illuminata dai raggi della luna che filtravano tra le tendine bianche.

- Sono io ad essere stupito - le disse, guardandola mentre si sedeva sulla sedia di fronte a lui, sorseggiando dalla sua tazza - Ti facevo a dormire da parecchio. Domani sarà una giornata impegnativa… - gli si smorzò la voce - …per voi.

Ginny sospirò, mentre gli rivolgeva uno sguardo carico di tenerezza e apprensione - Lo sarà per tutti.

In risposta, Ron si limitò a fare una strana smorfia con la bocca - Già.

Afferrò il suo bicchiere, osservando la superficie bianca e pura del latte incresparsi di molte piccole onde.

Non sapeva se gli andava di parlare.

Forse preferiva stare zitto. Non pensare per quelle poche ore che rimanevano e crogiolarsi ancora per poco nel pensiero di essere sotto lo stesso tetto.

O magari, aspettava solo lo spunto per sfogarsi. Per tirar fuori tutto ciò che gli consumava lo stomaco.

- Non cambierà nulla, Ron… - disse ad un certo punto Ginny, allungando la mano per sfiorare il braccio del fratello - Lo sai che lei non lo permetterebbe, vero?

Ron fece un mezzo sorriso malriuscito - E’ già cambiato tutto, Ginny.

- Non significa che sia un cambiamento negativo, però.

Ron si decise a guardare sua sorella. Nella penombra vide la ragazza forte e sicura di sé con cui era cresciuto e si rese conto di quanto fosse assolutamente necessaria nella sua vita.

La osservò mordersi le labbra, timorosa, turbata, ma decisa a non darsi per vinta.

Anche lei stava lasciando qualcosa, ma Ron sapeva che sarebbe tornata a riprendersela a qualsiasi costo.

Invidiò quella tempra, quella sicurezza che si celava in quella corporatura esile, in quella ragazza che sebbene indossasse una camicia da notte con un orsetto stampato sopra aveva la grinta di una giovane donna matura.

- E’ da giorni che mi chiedo… che… - cominciò Ron, ma d’improvviso gli mancarono le parole. Tirar fuori ciò che lo tormentava era più difficile di quanto avesse immaginato. Lo avrebbe reso più reale di quanto sarebbe riuscito a sopportare. Ma Ginny lo guardò negli occhi, incoraggiandolo con un movimento del viso - Mi domando se… se la mia scelta sia stata quella giusta. O se… se sarei dovuto… andare. Cioè… venire con voi ad Hogwarts…

Respirò profondamente, senza riuscire a guardarla in faccia. Si soffermò su una venatura del tavolo, ripercorrendone l’indefinito confine con un dito.

- Hermione non te lo avrebbe lasciato fare, sapendo che non è ciò che vuoi - disse semplicemente Ginny.

Ron annuì - Lo so. Ma forse avrei potuto…

- No!

La sicurezza con cui Ginny lo disse costrinse Ron a sollevare lo sguardo, stupito.

- Pensi davvero che Hermione sarebbe stata felice di vederti fare una cosa che in realtà non vuoi?  - non poteva vederla in faccia distintamente, ma la conosceva sufficientemente bene da poter dire con sicurezza che aveva inarcato le sopracciglia fino a formare una piccola V al centro della fronte.

- Non è questo, Ginny - Ron ingoiò il vuoto. Si passò una mano tra i capelli, nervoso.

- E allora cosa?

Ron si sfregò il viso con le mani, prendendo tempo. In realtà non ne aveva bisogno: sapeva perfettamente quale fosse il nocciolo della questione.

- Mi ero… mi sono ripromesso di non lasciarla più, dopo quello che… che le hanno fatto - dirlo a voce alta era a metà fra una liberazione e una pugnalata al cuore - Glielo avevo giurato.

- Oh - fu l’unica risposta di Ginny. Dall’espressione contrita del suo viso, Ron comprese che lei aveva colto al volo l’episodio che ancora lo tormentava.

Ron si portò le mani tra i capelli, esasperato.

Non avrebbe dovuto parlare.

Non avrebbe dovuto tirar fuori l’argomento.

Non avrebbe dovuto dare concretezza a quei pensieri con le parole.

Doveva distrarsi. Pensare a qualcos’altro, prima che…

 

- Crucio!

 

Ron chiuse gli occhi, mentre un senso di nausea gli si formava nello stomaco.

Lei sta bene. Ora sta bene. Sta bene. Non la toccheranno più. Sta bene”, si costrinse a pensare, gli occhi strizzati in una morsa di dolore.

- Forse… - Ginny si trovò nuovamente a parlare - Forse potrebbe farti bene parlarne, Ron - delicatamente, strisciò con la mani sul tavolo, fino a sfiorare quella del fratello. Lui continuava a guardare un punto fisso sul tavolo, l’espressione bassa - Io non so esattamente cosa sia successo. Hermione non ne ha mai parlato…

- E puoi biasimarla? - scattò Ron, rabbioso.

Ma Ginny non sembrò lasciarsi intimidire; strinse ancora di più la mano di Ron - Harry mi ha soltanto detto che… hanno cercato di farla parlare. E che sono stati brutali…

- La’hanno torturata, Ginny - puntualizzò lui. Stavolta fu Ginny a trasalire sulla sedia - Torturata. Ed io non ho potuto fare niente per impedirlo. Non ho fatto niente.

 

- Crucio!

Un urlo straziante, proveniente dal piano superiore, fu sufficientemente tagliente da squarciargli il cuore.

- HERMIONE!

Delle corde lo trattenevano; Ron cercava di divincolarsi, sentiva il dolore bruciante intorno ai polsi ma non gli interessava.

Un altro urlo.

Un’altra fitta al petto.

Ron sentiva le lacrime annebbiargli la vista, mentre si muoveva come un forsennato… tentando di sciogliere la presa ai polsi che lo bloccava.

Di sciogliere la presa intorno al cuore…

 

- Non… non c’era nulla che tu potessi fare, Ron - disse lentamente lei, guardandolo negli occhi - So che deve essere stato terribile. Terribile, lo so…

Ron scosse la testa, agitandosi.

Ecco, lo sentiva.

Era arrivato ad un punto di non ritorno. Non c’era più modo di tornare indietro, ora.

- Tu non sai cosa è stato, Ginny! - disse, modulando la voce, mentre il respiro affannato tradiva la sua agitazione - Non hai idea, di quello che è stato…

 

- Crucio!

Grida. E poi altre. Ed altre ancora…

Allo sforzo di liberarsi si erano aggiunti i singhiozzi.

Ai singhiozzi, le preghiere.

“Ti prego. Ti prego. Fai che prendano me. Ti prego… fa che la lascino andare. Fa’ che prendano me”.

Di nuovo altre grida.

- HERMIONE!

Ogni urlo era una coltellata al centro del cuore.

Per un momento… immaginò cosa avrebbe significato se quelle urla fossero cessate.

E in quell’attimo il mondo gli crollò addosso, schiacciandolo contro il suo stesso, devastante strazio.

“ La stanno ammazzando… fai che prendano me. Fa’ che prendano me. Se la uccidono… fa’ che prendano me, ti prego…”.

 

- Lei gridava… e quella stronza continuava a torturarla - disse piano Ron, tirando su con il naso - Più Hermione gridava… più Bellatrix la torturava. Ed io ero la sotto, Ginny - gli si spezzò la voce, ma non riuscì a fermarsi. Ormai era un fiume in piena - Ero lì e la sentivo morire.

Una lacrima solitaria scivolò sulla guancia pallida di Ginny.

- Credo… di aver ricominciato a respirare solo quando Dobby ci ha aiutato ad uscire da quella cantina - proseguì Ron, con voce calma, chiudendo gli occhi. Fece un gran sospiro, mentre Ginny annuiva, spazzando via le lacrime con un gesto della mano - E da quel momento i ricordi sono  tutti confusi. So solo che Harry mi disse di prenderla e Smaterializzarmi. Lei era a terra… - lo sguardo di lui si perse per un momento - Priva di sensi. Feci come mi aveva detto Harry e la portai a Villa Conchiglia… - Ron fece una pausa - Fu soltanto quando sentìi la sabbia sotto di noi che mi decisi a guardarla… Aveva il collo sporco di sangue. Capii che era un taglio… e il sangue continuava  ad uscire…

 

- Hermione! - fu un richiamo inutile. Ron le scansò i capelli dal viso, che, inerme, scivolò contro il suo petto - Hermione, ti prego, rispondimi… rispondimi, ti prego…

Non era una richiesta.

Era una supplica.

Facendo forza sulle gambe, Ron si tirò su, annaspando sulla sabbia, correndo il più velocemente possibile verso Villa Conchiglia.

Sentiva la fronte di Hermione sbattere sul suo torace. Non aveva il coraggio di poggiarle una mano sul collo per sentire se c’era ancora battito.

L’unica cosa che in quel momento era in grado di fare era…correre.

In tutti i sensi.

 

- Ma poi è andato tutto bene - disse lentamente Ginny, sforzandosi di fare un sorriso. Gli occhi ancora arrossati -  C’erano Bill e Fleur lì, no?

Lui strinse le labbra e annuì - Sì… poco prima erano arrivati anche Luna e Dean. Era stato Dobby a portarli là. Poi Flou e Luna mi hanno fatto uscire… Hermione era ancora priva di sensi e io non… non volevo lasciarla.

Ginny sfregò il braccio del fratello, affettuosamente - L’hanno dovuta medicare - disse lei, incoraggiandolo a continuare.

- Sì. Dovevano assicurarsi che ci fosse ancora qualcosa da fare, più che altro.

- Non dire così! - scattò su Ginny, impressionata.

- Ma è la verità, Ginny! - disse lui, infervorandosi. Si sporse sul tavolo - Quando quella porta si è chiusa… io non sapevo se lei sarebbe… in quei minuti io sono morto con lei. E ho pensato che se - si passò una mano tra i capelli, lasciando che un risolino isterico fuoriuscisse dalle sue labbra - se non ce l’avesse fatta… io non sarei più riuscito a farmi perdonare per tutto ciò che… che le ho fatto passare in questi anni. A risolvere i casini che ho combinato… non sarei riuscito a dimostrarle… niente.

Ron comprese quanto potesse un niente celare un intero universo di emozioni, sentimenti, speranze.

- E’ stato in quel momento che ho promesso che non l’avrei più lasciata - concluse lui - In quei minuti, continuavo a pensare che se ce l’avesse fatta, non avrei più permesso che nessuno le torcesse  un capello. E adesso… sto facendo esattamente l’opposto, dannazione!

Guardò la sorella, che lentamente, stava scuotendo la testa rossa.

- Ti sbagli, Ron - disse lei - In questo momento, la stai lasciando andare fisicamente, non con il cuore. Con il cuore, lei è vicina a te… e continuerà ad esserlo, conoscendovi - ridacchiò, tirando su con il naso - Finchè la terrai nel cuore, la tua promessa sarà rispettata. Cosa vuoi che sia un anno ad Hogwarts dopo tutto quello che avete passato? Dopo i sette anni che ci avete fatto passare?

Stavolta fu il turno di Ron di sorridere.

Non aveva mai analizzato la situazione da quel punto di vista.

Si trattava solo di aver fiducia in loro.

In lei.

E quello, dopo la Guerra, era sicuramente un punto fisso della sua vita.

Doveva liberarsi da quei pensieri che lo tenevano legato al passato. Doveva farlo per forza se voleva godersi il presente.

Il tenersi tutto dentro, il voler ostinarsi a tenere quel ricordo lontano dalla realtà… lontano da lei… gli stava impedendo di godersi la cosa più bella che gli fosse mai capitata.

- Grazie, Ginny.

- Quando vuoi, fratello - scherzò lei, alzandosi - Ora vado, altrimenti domani mattina, chi si sveglia?

Ron la salutò con un gesto della mano, rimanendo seduto a guardare il suo bicchiere, ancora mezzo pieno di latte, ma decisamente più tranquillo.

- Ah, Ron - lo richiamò lei, un attimo prima di uscire. Lui si voltò a guardarla, scorgendo i suoi lineamenti nella penombra - Non lasciarti tormentare dai ricordi. Lei ora è qui. Viva. Insieme a te. E’ meglio pensare a lei in questo modo, no?

Ron annuì nel buio, percependo i passi di Ginny che si allontanavano.

 

- Torno tra poco - le disse, grattandosi la fronte - Per vedere come stai.

Lei gli sorrise, mentre si sollevava quel poco che bastava per poterlo guardare in faccia - Starò sempre meglio, non preoccuparti.

- Bè… io verrò lo stesso - confermò lui, arrossendo - Verrò comunque, Hermione.

Lei strinse le labbra, sorreggendosi sui gomiti - Ti aspetto, allora.

Ron uscì dalla stanza, socchiudendo piano la porta, con la certezza che stavolta non l’avrebbe fatta aspettare inutilmente.

 

Ron sorrise, ripensando a quella promessa.

Era quella la promessa che doveva mantenere.

E adesso come allora, si sarebbe impegnato per farla diventare una realtà.

Anche se…

Quella era già la realtà.

La loro realtà.

E finchè fosse stato così, nessuna promessa sarebbe stata infranta.

 

 

 

Che faticaccia questo capitolo.

Mamma mia.

Contavo di postarlo prima, perchè è da un pò che l'ho scritto. Ma mi manca sempre il tempo per tornare a controllare la bozza, che è la cosa più impegnativa e che porta via più tempo (che già di norma non ho!).

Se continuo così, dovrò ingaggiare una Beta...

 

Riguardo il capitolo...

Inizialmente, mentre lo immaginavo, volevo inserire Hermione. Non mi convinceva un capitolo senza di lei.

Invece, scrivendo, mi sono resa conto che Hermione è in ogni singola parola pronunciata da Ron.

 Poco tempo fa mi ero ripromessa di non usare più Ginny (Emma, tu ne sai qualcosa!), ma ci tenevo a scrivere dei sentimenti di Ron in quel momento e ho pensato che la persona con cui lui avrebbe preferito parlare sarebbe stata Ginny.

 

So che questo non è stato un capitolo particolarmente divertente, ma come avrete capito, non era mia intenzione! Per il prossimo vi faccio due promesse: la prima è che ci sarà anche Hermione, la seconda è che sarà decisamente più allegrotto.

Riguardo ciò, vi comunico che la raccolta dovrebbe contare altri tre- quattro capitoli.

Se c’è qualche momento in particolare di cui vi piacerebbe leggere, non esitate a farmi sapere!

Sono in cerca di idee!

 

Un abbraccio a voi!!

Titti

 

PS: In questo capitolo ho utilizzato un pezzo ( molto piccolo, eh!) ripreso da un'altra mia storia.

Qualcuno di voi ci aveva fatto caso? ;)

 

 

   
 
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