Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Thilwen    06/01/2006    19 recensioni
Immaginate che la donna che amate da una vita dopo un brutto litigio faccia i bagagli e vi lasci soli in casa, senza dare notizie di sé per molti lunghi giorni…
… immaginate che non vi resti altro che piangere addosso al vostro migliore amico tendenzialmente stupido e sessualmente frustrato…
…immaginate che vostra sorella… ah, no! Adesso sto davvero dicendo troppo!
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Sorpresa | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo Quinto- Verità alla Vodka.

 

Diventerò zio.

Allegria, che bello, tanti auguri, congratulazioni.

Diventerò lo zio del piccolo Malfoy.

Perché ogni qual volta che ci penso credo di essere stato infilato a forza in uno di quegli incubi dove accade tutto l’opposto di ciò che spero e, quando ogni cosa pare stia andando per il verso giusto, mi ritrovo senza il terreno sotto ai piedi e mi risveglio tutto sudaticcio in preda ad un’ansia insensata?

Non sono andato a lavoro oggi.

Con due, forse tre, ore di ritardo ho avvertito il mio ufficio al Ministero.

Quando ho aperto gli occhi, il capo pesante posto sulla spalliera del divano, la luce del sole abbagliava il mio salone. I rumori della città stupravano la folle violenza del mio mal di testa.

Ho cercato con lo sguardo un orologio. Mi è venuto un mezzo infarto.

Erano quasi le undici. Ed io ero in mutande abbracciato ad una bottiglia di vodka rigorosamente vuota.

Ho provato ad alzarmi e, con un po’ di fatica, ci sono riuscito. Ho raggiunto il bagno con una vaga nausea a peregrinarmi nell’esofago.

Mi sono infilato sotto la doccia, sperando che l’acqua fredda lavasse le mie pene e le mie colpe.

Poi ho maledetto e invocato Hermione con tutta la disperazione di cui sono capace.

*

-Quando…?-

-Fra due mesi, circa.-

-Ah…-

Mia sorella sorrideva, serena, felice. Si è sistemata un cuscino dietro la schiena, mi ha preso la mano fra le sue.

Avrei voluto ritirala, ma ero pietrificato dal panico.

-Mi dispiace che ci siamo lasciati in disaccordo, Ron…-

-Mh…-

Il suo ventre rigonfio aveva una forma rotonda, strana. L’ho osservato qualche secondo, poi un brivido mi ha percorso la schiena.

Un coso pallido e bianchiccio, degno erede dei Malfoy, giaceva lì, nel ventre di mia sorella.

Un respiro profondo…

-Non ti sei fatta sentire in tutto questo tempo, o quasi.- ho iniziato. –Hai spezzato il cuore alla mamma…-

Ed a Harry. No, ma lui non c’entra in questo discorso.

-Mi dispiace. Voi, non avreste mai capito. Non ho visto altre soluzioni.-

Un silenzio intenso ha impregnato l’aria fra di noi.

-Ma adesso è diverso. Adesso è passato del tempo. Adesso c’è lui…- la sua mano ha percorso il ventre gravido.

Vi immaginate un Malfoy, pallido e bianchiccio, con i capelli color fuoco?

Spero che la natura sia clemente con lui.

 - L’ha detto anche Hermione…-

Lupus in fabula est. Doveva mettere anch’ella la sua, no? Doveva finirci in mezzo anche lei, no?

-È felice per me…-

Vedi un po’, quella è felice per tutti. Mica Ginny è sua sorella.

-Ha capito tutto…-

C’è mai stato qualcosa che Hermione non ha compreso?

-Ha detto che è sicura che mi aiuterai a farlo capire anche agli altri….-

Quando mai lei non aiuta qualcuno! Ehi, no aspetta! Aiuterai?

-Io?-

Gli occhi di Ginny si sono allargati.

-Ron, non so come dirlo alla mamma. Agli altri. Ho bisogno di qualcuno che li prepari…-

Io. Bene. Giusto.

Ovvio, no?

Chi è il più stupido in famiglia.

-Scusate, e perché dopo tre anni di vagabondaggio decidete, adesso, di tornare e fare la coppia di sposi novelli?- ho sbottato di malagrazia.

-Perché… oh, Ron, stiamo per avere un figlio! Non è più tempo di felici viaggi per il mondo senza leggi e senza mete!-

-Ora capisci. Dico sul serio. Puoi incolparmi di tutto il resto, Weasley. Ma questo non l’ho davvero fatto apposta.- la voce di Malfoy si è giunta, stanca e strascicata, dall’angolo. Mi ero quasi dimenticato di lui.

-Puoi spiegare loro…-  Ginny era vicina alle lacrime adesso. Le donne incinte hanno questi repentini cambiamenti d’umore e la tendenza ad esagerare? – La mamma sarà di certo contenta. Un nipotino…-

Odio quando le donne piangono. Non lo sopporto proprio.

Ho chinato la testa sconfitto.

- D’accordo. Vedrò quello che posso fare.- ho biascicato

Torreggiante sulla mia vittoria e sorridendo nuovamente radiosa, ho visto mia sorella gettare uno sguardo complice al… marito.

-Potresti anche, beh, dirlo ad Harry. Credo sia meglio che lo sappia da te, piuttosto che…-

 Malfoy ha tentato disperatamente di camuffare una risatina di scherno con un colpo di tosse asmatica.

Dirlo ad Harry?

Uccidere Harry?

-Sei il suo migliore amico…-

-Dove sono finiti i tempi di San Potter e Lenticchia?-

Ginny gli ha lanciato uno sguardo quasi severo.

-Hermione è convinta che tu farai del tuo meglio per sistemare questa spiacevole situazione…-

Hermione è una stronza.

*

La cucina di Harry ha l’aria di non vedere un colpo di scopa da un pezzo.

Come può ridursi un uomo in questo stato pietoso?

Come sono finito ficcato in questa situazione?

Ah, no, non pronunciate quel nome indemoniato.

Hermione.

Grrrr…! Possibile che quando spunta lei mi vendo anche le mutande?

Non ho avuto il coraggio di andare da Harry ieri sera. Prima dovevo digerire io il colpo.

Digerirlo o innaffiarlo con l’alcol.

Vista l’impossibilità della prima opzione ho dovuto scegliere la seconda.

Sarà per questo motivo che mi sono presentato a casa di Harry con un paio di bottiglie di Vodka appena comprate.

È sotto la doccia ed io lo sto aspettando qui, macerando migliaia di parole e tentando, vagamente e vanamente, di addolcirle il meglio possibile.

Ma perché non andava Hermione a parlargli? È lei ad essere brava in queste cose!

E poi, anche lei è grande amica di Harry.  Ha passato metà della sua vita a preoccuparsi per lui, peggio di mia madre.

Ed è sempre stata estremamente affettuosa. Da s-empre. Quei pochi abbracci o gesti intimi che le scappavano da ragazzi erano di solito indirizzati a lui, e non a me.

Che rabbia a pensarci…

Ecco, perché non si rimboccava le maniche e ci pensava lei? Così magari evitava un trauma al povero, piccolo Potter?

No. Doveva sbrigarsela Ron. Mettiamolo alla prova.

Facciamogli fare la penitenza!

Stronza, stronza, stronza, stronza….

A chi far fare tutto il lavoro sporco? A Ron! Tanto, povero fesso, lo si mette nel sacco in due parole…

Qualcosa blocca d’improvviso il flusso dei  miei pensieri. Un suono anomalo. Il muggito di una mucca in calore…

Ma che è questo lamento? Che succede?

- I could stay awake just to hear you breathing …-

Harry? Sta male! Sta morendo, ha scoperto che Ginny aspetta un figlio da Malfoy!

-I could spendt my life in this sweet surrender… -

No, aspettate. ..! Sta solo cantando!

Caspita, sembra mia madre quando le vengono le coliche renali! Pietà, silenzio!

- Every moment spent with you is a moment I treasure… -

Ma che canta, ho capito bene? Guarda un po’ che questo sta facendo la serenata alla sua mano destra (con accompagnamento della sinistra).

Che cosa mi tocca ascoltare!

-Don’t wanna close my eyes… -

Io mi tapperei le orecchie, se potessi. Sì, decisamente sì!

-And I don’t wanna miss a thing…-

Quando finisce questo strazio? È possibile che sia più stonato di Hermione? Ma che diavolo sta facendo poi sotto la doccia?

No, non ci voglio pensare. Che schifo.

 -Forever and ever…-

Sì, suppongo che ci siano buone possibilità che questa situazione si prolunghi sempre e per sempre...

Sento Harry chiudere il getto dell’acqua. Aspetto un paio di minuti. Poi lo vedo entrare in cucina con lo sguardo perso, svagato, la solita espressione stupida, i capelli bagnati a gocciolargli sul volto.

-Dio, che faccia, Ron? Ma che hai? Oggi non sei neanche venuto a lavoro. Ieri non ti sei fatto sentire. C’entra Hermione vero?-

Riesco solo a scuotere il capo, a fatica.

-Perché hai portato queste bottiglie di vodka?-

-Potrebbero servire.-

Mi osserva, gli occhi stretti a fessure. Fra lo shampoo ed il fatto che è cieco come una talpa deve avere un’immagine piuttosto sfocata di tutto.

-Harry, devo parlarti. È meglio se ti siedi.-

Ubbidisce, in silenzio, continuando a scrutarmi.

-È una cosa grave?- domanda.

Apro una bottiglia di vodka.

-Teoricamente no.-

Gliela metto davanti. Che il suo potere anestetico possa essergli utile.

-Praticamente sì.-

Adesso. Estraiamo la freccia in modo veloce. Un dolore fortissimo, strappacuore, ma tutto d’un colpo.

-Ginny è tornata.-

Un sorriso strano gli si dipinge in volto. –Lo sapevo. Sapevo che prima o poi si sarebbe resa conto. Che sarebbe tornata da me…-

Mi sento improvvisamente immensamente bastardo. Una pesante sensazione di tristezza si deposita sul mio cuore mentre osservo la sua espressione stupidamente felice.

Forse avrei fatto meglio a dirgli “Ginny è incinta” già da subito.

-Harry, non è tornata da sola…-

Il sorriso si ricuce sul viso. Annuisce.

Adesso. Un sospiro profondo…

-Sono sposati. Aspettano un figlio.-

Harry non risponde, non si muove. Non dà segno d’aver capito.

Come da copione, s’aggrappa alla bottiglia di vodka posta lì davanti, tirando il capo indietro e sperando anch’egli nel coma etilico.

*

Mi sarebbe piaciuto ridurmi nello stato di semi incoscienza, o ubriachezza completa, di Harry.

Ma io ho avuto di già la mia parte ieri. Adesso ho il dovere di rimanere con i piedi ben piantati alla realtà.

L’ho trascinato a fatica sul letto, facendo finta di non sentire quello che mi urlava nelle orecchie.

Che voleva che lo raggiungessi, che gli stessi vicino, che lo accarezzassi.

Per favore, non fatemi ripetere il resto.

Quando, mugolando, è caduto nelle angosce inconsce del sonno, mi sono seduto al suo fianco, sproloquiando fra me e lui,  iniziando, o forse sarebbe meglio dire ricominciando, a parlare di Hermione, la mia stupenda Hermione, piangendomi addosso, maledicendo Malfoy e trattenendomi di maledire pure la sua stirpe, perché adesso è diventata anche la mia.

-Mi dispiace, Harry. Davvero.-

Ma Ginny non era fatta per lui. Io l’ho sempre pensato.

Lei è Malfoy sono della stessa pasta. Entrambi bastardi al punto giusto.

Forse, adesso, potrà ricominciare daccapo. Potrà ritrovare il coraggio. La forza. La voglia.

Non me la sono sentita di lasciarlo da solo. Sono rimasto con lui, al suo fianco.

Non posso abbandonarlo proprio adesso.

Maledetta Ginny.

Maledetto Malfoy.

E maledetta pure Hermione!

È un vero peccato che Harry non abbia marmellata in casa. Mi sarei fatto un panino di dimensioni colossali, l’averi mangiato di gusto sdraiato sul suo divano, accompagnandolo con un po’ di vodka rimasta.

Sì, lo so, poi mi sarebbe venuto il bruciore allo stomaco.

Ma forse avrei sentito un po’ di sollievo al cuore.

No, meglio tenersi lontani dall’alcol. Potrei non regolarmi. Potrei esagerare di nuovo.

È sera tardi, ma passerò la notte qui. È meglio se mi preparo il divano.

Sono spossato. Triste, stanco, amareggiato.

Di me, di loro, di tutto.

Mi viene quasi voglia di mettermi direttamente a novanta gradi e dire: “Ecco, sono pronto, fate pure...”. Tanto, a quanto pare, in questi ultimi giorni l’ho presa in quel posto tante di quelle volte, che una in più non cambierà nulla.

Un suono sinistro mi scuote di colpo. Stavo quasi per addormentarmi, accidenti!

No, non è un suono sinistro, è solo il campanello.

Mi rialzo intontito, soffocando uno sbadiglio.

Giungo alla porta, spalancandola, deciso a dire a chiunque ci sia dietro che Harry sta momentaneamente male. Davvero male.

-Harry sta…-

Le parole mi muoiono in gola. Un volto rotondo, due occhi castani, una coda legata alla nuca.

Una giacca  un po’ troppo larga.

Un’espressione seria e tormentata, l’accenno di un falso sorriso ad incurvare le labbra.

-Ciao, Ron…-

La sua voce trema appena, nell’ultima sillaba del mio nome.

-Ciao, Hermione.-

******

 

Adesso non ho più scuse. Nel prossimo capitolo, come avrete ben capito, ci sarà la grande assente di questa fanfiction: Hermione!

Per chi non l’avesse capito, la canzone…ehm…cantata… da Harry sotto la doccia è Don’t wanna miss a thing, degli Aereosmith.

Ringrazio tutti coloro che hanno lasciato una recensione nello scorso capitolo e chiedo umilmente perdono: non ho tempo per rispondere! Ho posticipato l’invio di questo capitolo per trovare un’oretta libera, ma, non ci sono riuscita. Mi dispiace!

Ringrazio Charlotte Doyle che mi ha fatto notare alcuni errori nei precedenti capitoli (che ho corretto) e mi scuso con i lettori.

 

Spero di poter aggiornare presto!

  
Leggi le 19 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Thilwen