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Autore: Diana924    20/02/2011    2 recensioni
Quando la sua liberta Flavia viene trovata morta in circostanze misteriose, la matrona Caterina de’Medici non crede a un incidente. Decisa a far luce sul mistero la donna indaga, nella Roma imperiale di Augusto. Perché Flavia era fuori di casa quella notte? Che segreti nasconde la sua schiava?
Genere: Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità greco/romana
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Si era seduta, e stringeva il pugnale, pronta ad utilizzarlo se necessario.

<< Voi eravate a Cipro quando Flavia vi si è recata per cercare informazioni sulla sua famiglia d’origine, vero? >> << Siete una donna brillante, Caterina de’Medici, e la cosa mi piace, renderà più facile la mia spiegazione. Avete visto giusto, ero a Cipro quando conobbi Flavia. Una schiava come mille altre, niente di più, credetemi. E siccome al momento mia moglie era incinta e io dovevo pur tenermi occupato, non credete? Così mi sono divertito con lei. Non sapevo che si fosse convertita al culto di Bacco, e se l’avessi saputo non mi avrebbe interessato, per niente. Insomma, era solo una schiava, non era come noi >>.

<< E perché l’avete uccisa? >> << Non potevo permettere che parlasse con mia moglie, o peggio, con mio suocero >> fu la risposta. << E la spilla? >><< Vi riferite a quella spilla a forma d’ape che Flavia portava quella sera? >> << Quella come tutte le altre sere >> << Quando le diedi appuntamento pensavo che avrebbe desistito, che non avrebbe parlato, e invece lei voleva parlare, voleva dirlo a tutti. Mi minacciò, disse che aveva amici potenti, amici che l’avrebbero aiutata. Non ci pensai nemmeno un secondo, è stato un gesto istintivo, sono un soldato, prima agisco poi penso. E la vidì là – indicò un punto – come se fossi sotto il controllo di Hypnos. Scesi, sapendo che era morta, la osservai, e me ne andai. Il giorno dopo tornai, e diedi l’allarme, e presi la spilla, poi mandai un mio schiavo a venderla, a nome di Giacinto Enobarbo, sapevo che era lui uno degli amici potenti cui Flavia aveva accennato. Successivamente ne mandai un altro a comprarla, e diedi ordine che doveva avere delle pietre preziose incastonate >> << Un piano perfetto, ne convengo >> << Vi ringrazio, per quanto riguarda l’altra credo che abbiate ragione, sono stati loro, durante un baccanale >> << Come volete comportarvi? >> << Non penserete che mi accusi dell’omicidio di una schiava, se fosse così mezza Roma si dovrebbe consegnare al carnefice e l’altra metà passerebbe la vita nel carcere Mamertino. Posso aiutarvi con l’altra, ma non per Flavia >> e detto questo si alzò e se ne andò.

Caterina de’Medici rimase al suo posto, seduta, a riflettere.

***

Era quella la verità, pura e semplice. Senza retorica, senza costrutti verbali, quella. Semplice e pura, ma per questo devastante. Aveva ragione Druso Coccei,la soluzione di quel mistero non le avrebbe portato gioia. Aveva risolto l’enigma, tutto da sola, senza l’aiuto di nessuno, grazie alle sua qualità intellettuali, ma non era felice, non lo era per niente.

Aveva scoperto l’assassino di Flavia, e avrebbe avuto giustizia per la morte  prematura di Greja, ma a cosa le serviva ora saperlo? Cosa? Cosa? Cosa?

Non avrebbe ottenuto giustizia per la morte di quella che per anni era stata quasi come un’amica, una confidente, una donna discreta che non aveva mai avuto richieste, tranne un’unica volta.

Cosa poteva fare contro di lui? Cosa poteva fare una matrona, una semplice matrona contro il genero dell’imperator, marito di sua figlia, padre dei suoi nipoti, numero due dell’impero, e generale esperto vincitore di mille battaglie? Niente,ecco cosa poteva fare, niente, nulla.

Odiava quella sensazione di impotenza, la odiava, sarebbe stata meglio se avesse ingurgitato un intera fiala di veleno, o se l’avessero trafitta con un pugnale al Foro.

Sapeva che non poteva fare nulla, poteva solo sperare che Marco Agrippa e l’imperator avrebbero punito Giacinto Enobarbo e i suoi accoliti come meritavano, come prevedeva la legge.

La legge, era forse sufficiente la legge a farla sentire in pace con sé stessa.

Era consapevole che quell’indagine era stata una sfida con sé stessa, un gioco e un passatempo, abbastanza impegnativo da risultarle quasi divertente, ma proprio per questo non le piaceva la piega che avevano preso gli eventi, era come se dopo aver tentato di risolvere un enigma, dopo tanti tentativi, fosse arrivato un altro bambino e l’avesse finito lui, valendosi del suo lavoro, e alla fine non le aveva rivelato la soluzione e lei non sapeva come arrivare alla soluzione con le sue sole forza.

Era una sensazione devastante, così pensava, mentre entrava in casa, e si accorgeva che Lucio era rimasto alzato ad osservare la notte, ad attenderla. Gli sorrise e poi andò nelle sue stanze, ora doveva solo attendere.

x NonnaPapera: è come la Caterina de'Medici originale, ha troppa fiducia nelle persone... non dimentico mai nessuno, tranquilla

   
 
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