Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Leslie    20/02/2011    2 recensioni
"Capelli neri e molto scompigliati, occhi color nocciola scuri, camicia fuori dai pantaloni e una mano in tasca, lo stemma dei Grifondoro sulla divisa. James Sirius Potter, e te pareva."
FanFiction a capitoli dopo la fine di HP7. Mi sono ispirata al rapporto di Lily e James a Hogwarts solo in tempi più "moderni" xD.
Dedicata alle mie LP, ovvero le Best, che hanno tutte un ruolo in questa storia.
Che altro dire? Vi prego recensiteeee =P
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


More than One Kind of Family

[Emma's POV]


Osservo assorta il suo volto rilassato. Sembra pallida, ma probabilmente è solo a causa della penombra. Le accarezzo la mano, le lacrime agli occhi. Attorno a noi, il silenzio più assoluto, almeno finché la porta non si apre di nuovo. Mi volto e guardo con la coda dell'occhio la professoressa Henley correre a chiamare l'infermiera, dietro di lei, James Potter e Fred Weasley, con Addison Montgomery incosciente tra le braccia. Il primo sussurra qualcosa al secondo ed entrambi ridono, ma nonostante questo la tensione è evidente sui lori visi e nelle loro voci. Stringo istintivamente la mano di Haley più forte.

«Cosa è successo?» domanda l'infermiera, cercando di mantenere la voce bassa per non svegliare gli altri.

Attorno ad ogni letto è stata tirata una tenda, compreso attorno a quello di Haley, ma riesco comunque a vedere il trio attraverso uno spiraglio.

«Ha sbattuto la testa» spiega Weasley, leggermente ansioso.

«Vieni, mettila qui» le ordina lei, scortandolo probabilmente verso uno dei letti liberi.

Fred sparisce dalla mia visuale e così l'infermiera, mentre James e la Henley li guardano preoccupati.

«Tu invece come stai, James? Sei ferito?» domanda quest'ultima, lanciando un'occhiata a Potter. «Oh santo cielo!» esclama subito dopo.

Socchiudo gli occhi e riesco a distinguere un largo taglio che percorre l'addome di James, e il sangue che gli imbratta la camicia.

«È solo un graffio» la rassicura lui, con una piccola smorfia.

Lei lo spinge verso un altro letto e anche loro spariscono alla mia vista. Mi volto di nuovo verso Haley, ancora immobile.

«Charlie è qui? Sta bene?» domanda subito dopo lui, di nuovo preoccupato.

«Lei e Emma sono arrivate per prime, stanno bene entrambe» lo informa la professoressa.

Certo, ma a che prezzo? Accarezzo distrattamente il braccio di Haley, mentre i ricordi cominciano ad affollarsi nella mia testa. Non riesco nemmeno più a seguire quello che James Potter e la professoressa stanno dicendo. Ho sempre pensato di essere una sorta di angelo custode, per Haley, di doverla proteggere ad ogni costo perché non avrebbe mai potuto farcela da sola. Era troppo piccola, indifesa, troppo buona con tutti, spesso vittima di scherzi anche cattivi quando eravamo all'orfanotrofio, ma non le è mai importato. Mi guardava come una specie di divinità, come se fossi l'unica persona al mondo alla quale potesse credere, della quale si potesse fidare. La verità è che è sempre stata lei a proteggermi. Sempre, fin dal primo giorno.

Ero nel giardino, seduta sotto il mio albero preferito, e uno dei bambini più grandi – non mi ricordo nemmeno quale con esattezza – aveva fatto un commento che voleva essere spiritoso. Non lo avevo degnato di uno sguardo, ma lui aveva continuato fino a tirare in ballo i miei genitori. Stavo per scoppiare a piangere quando Haley era comparsa, arrabbiata. Non avevo mai visto quella bambina in vita mia, i capelli castani raccolti in due trecce, le lentiggini sul viso e una maglietta rosa sgargiante. Aveva un taglio sulla guancia, più tardi ho realizzato che probabilmente era stato causato dall'incidente nel quale erano morti i suoi genitori. Non era più grande di me, ma mi si mise davanti e spinse il bambino.

«Lasciala stare, è solo una bambina! E tu sei cattivo!» aveva strillato.

Avevano litigato per un po', poi il bambino grande se n'era andato e lei si era voltata verso di me con un sorriso che andava da orecchio a orecchio. Non si sarebbe mai detto che fino a poco prima fosse stata furiosa.

«Ciao, io sono Haley» aveva detto, porgendomi la mano.

Aveva le dita sporche di pennarello. Mi ero limitata a fulminarla con lo sguardo e andarmene. Ero arrabbiata perché mi aveva dato della bambina.

La verità è che ero una bambina, lo sono sempre stata. Una bambina egoista, ma ad Haley questo non è mai importato. Non so se si possa definire esattamente un pregio, quello di vedere in una persona solo e solamente il suo lato buono, ignorando quando è cattiva con te o si approfitta della tua devozione. Anche se forse Haley è sempre stata a conoscenza di quello che per qualche mese – prima che le ordinassi di smetterla – aveva chiamato il mio “lato da Serpeverde”.

«E-emma?» sussurra una voce roca.

«Sono qui» esclamo, alzando lo sguardo su di lei.

Ha aperto gli occhi e mi guarda confusa, la sua voce è incrinata e stanca, ma è viva. Mi lascio sfuggire un singhiozzo dal sollievo e mi alzo per abbracciarla.

«M-mi dispiace» mormoro, con voce rotta «mi dispiace di tutto... sono una persona orribile, lo so, mi dispiace...»

«Emma» sento la sua mano accarezzarmi i capelli e scoppio in singhiozzi. Che senso ha trattenerli, infondo?

«Non avresti dovuto... non avresti mai dovuto fare quello che hai fatto...» ripeto, stringendo forte i pugni.

«Sì invece» ribatte lei.

Stringo le labbra, senza riuscire a trovare altro da dire. Mi sono sempre chiesta cosa mai ci trovasse di tanto bello in me. Sono sempre stata un'egoista, una codarda. No, non avrebbe dovuto, non per me.

«James! Al!» chiama ad un certo punto una voce maschile, facendomi sussultare.

«Papà?» esclamano in coro i due Potter.

Haley sussulta. «Oh mio Dio!» mormora, sbarrando gli occhi, «è Harry Potter, è qui!»

Alzo appena lo sguardo, per poi ricordare che mi è impossibile vedere il resto della stanza a causa delle tende tirate attorno al letto.

«Rosie!» fa un'altra voce, femminile questa volta, «oh, grazie al cielo state tutti bene!»

«Mamma, papà...» esclama Rose Weasley in tono sollevato.

Sento il rumore dei passi e poi una pausa, nella quale immagino i genitori abbiano abbracciato i rispettivi figli.

«Cosa è successo?» chiede poi la mamma di Rose, questa volta severa.

«Una delle ragazze di Corvonero è un lupo mannaro» spiega Albus, abbassando appena la voce, «si è dimenticata di prendere la pozione e si è trasformata in mezzo al cortile.»

«Aspetta, questo vorrebbe dire che eri fuori durante la notte? Rose!» esclama la donna, scioccata.

«Dalle tregua, Hermione» ribatte una nuova voce, «come se noi non avessimo mai fatto niente del genere» aggiunge subito dopo.

«Non ha tutti i torti» ammette il signor Potter, divertito, «piuttosto, siete sicuri di stare bene? Sei pieno di sangue, James» nota subito dopo, di nuovo serio.

Quest'ultimo sospira. «Non è mio... non tutto, almeno.»

«Davvero non sei arrabbiato, papà?» chiede la Weasley, leggermente esitante.

«Stai scherzando? Era ora che voi ragazzi vi immischiaste in qualche avventura spericolata! Cominciavo a temere che non aveste ereditato nemmeno un po' del nostro talento nell'affrontare il pericolo»

«RON!»

«Signora Weasley, la prego di abbassare il tono di voce!» interviene l'infermiera, con aria seccata, «i miei pazienti hanno bisogno di riposo.»

Sono abbastanza sicura di sentire qualche risata soffocata e istintivamente sorrido. Dura poco, la malinconia mi assale subito dopo. Una famiglia, delle persone che riescano a tirarmi su di morale in momenti del genere... è quello che ho sempre voluto. Non ho mai conosciuto i miei genitori, non ho mai ricevuto una qualche visita da un qualche parente o cose simili. È strano sentire la mancanza di qualcosa che non ho mai avuto, ma è così.

Mi volto verso Haley e vedo sul suo viso il mio stesso sorriso malinconico.

«È stupido essere gelosi di loro» mormoro, stringendo le labbra, quasi rimproverando me stessa per essermi sentita in quel modo.

Haley sposta lo sguardo su di me, sorpresa. «Perché?»

Mi stringo nelle spalle. «Non...» il bello è che fino ad un attimo fa ero sicura di sapere la risposta, ma ora la mia testa è completamente vuota. Già, perché? «Hanno qualcosa che noi non abbiamo mai avuto» sussurro infine, incerta, più a me stessa che a lei, «ma non ha senso provare invidia per questo. Non è colpa nostra se non abbiamo nessuno...»

Haley non risponde, alza di nuovo lo sguardo verso le tende come se potesse vederci attraverso. Gli altri stanno raccontando ai genitori cos'è successo, ognuno descrivendo quello che ha fatto una volta essersi divisi. Non ascolto davvero, ad essere sincera non mi interessa molto. Non mi interessa nemmeno l'essere nella stessa stanza con gli Eroi di questo mondo, coloro che hanno salvato la scuola tanti anni fa e mi hanno permesso di essere dove sono, di avere per la prima volta un posto da poter chiamare casa che non sia l'orribile orfanotrofio dove sono cresciuta. Pochi giorni fa sarei stata in estasi, sebbene non sia molto nel mio genere essere tanto emozionata per qualcosa. L'infanzia che hanno avuto loro, di cui ho letto nei libri di storia moderna, di cui ho sentito centinaia e centinaia di racconti, alcuni probabilmente completamente inventati, è l'infanzia che ho sempre voluto. Avventure, amici veri, l'idea che non importa da dove vieni, importa quello che sei e quello che provi. In tutta la mia vita tutto mi ha sempre convinta dell'esatto contrario, sono sempre stata la ragazzina che è stata abbandonata ancora in fasce, probabilmente i miei genitori sono ancora lì fuori da qualche parte, magari si sono fatti un'altra famiglia. È quello che si divertivano a rinfacciarmi tutti all'orfanotrofio: loro non mi volevano, non mi hanno voluta nemmeno per un secondo. Nessuno mi ha mai voluta davvero, nessuno tranne Haley, e questo probabilmente mi ha sempre spaventata come spaventano le cose sconosciute. Ho sempre avuto così poca stima di me da cercare con tutta me stessa di spingere via l'unica persona che ha capito davvero chi sono e cosa non sono. E sono sempre stata così invidiosa di lei e del suo andare d'accordo con tutti, essere senza paura...

«Ho sempre creduto di essere io a dover salvare te» mormoro ad un certo punto, proseguendo il corso dei miei pensieri ad alta voce.

Haley si volta di nuovo verso di me, vagamente incuriosita. Non capirò mai come fa ad essere così rilassata dopo quello che le è successo.

«Invece sei sempre stata tu a salvarmi, non è così?» continuo, con voce rotta.

Haley abbassa lo sguardo con un sorriso malinconico. «Tu non hai mai avuto bisogno di essere salvata, Emma» mi corregge, quasi dispiaciuta di quello che ha appena detto, del fatto di aver dovuto negare quello che ho appena detto.

Scuoto la testa. «Non è vero, tu mi salvi continuamente, Haley. Il mondo è troppo grande e spaventoso e tu mi stringi la mano, le persone troppo cattive e ti metti davanti a me e rispondi a tono. Io non sono mai stata in grado di fare lo stesso per te...»

«Smettila, per favore» mi interrompe, a fatica, «Smettila di vedere la nostra amicizia come un tabellone segna punti. Non ho mai fatto niente di quello che ho fatto per cercare di mostrarti che sono un'amica migliore di quella che sei tu.»

Aggrotto la fronte, confusa. Non è così che la vedo... non l'ho mai vista in questo modo. È forse questa l'impressione che le ho dato?

«Lo so...» annuisco appena, cercando di farle capire che sto dicendo la verità, «non l'ho mai messo in dubbio... quello che intendevo è che io non sono riuscita mai a proteggerti o a salvarti e mi dispiace, perché non c'ero quando avevi bisogno di me e perché ti spingevo via senza nemmeno rendermi conto di aver bisogno di te!» cerco di spiegare. Dio, perché è così difficile da esprimere a parole?

Haley fa un sorriso che non riesco bene a decifrare, poi posa la mano destra sulla mia, ancora stretta alla sua sinistra. «Ho bisogno di te anche io, Emma. È per questo che ho fatto quello che ho fatto. E non è vero che non mi hai mai salvata, da quello che ricordo sei sempre stata al mio fianco quando avevo bisogno di te.»

Questa volta sono io ad abbassare lo sguardo. «E riguardo allo spingerti via? All'essere così stupidamente orgogliosa?»

«Beh, penso che su quello dovremo lavorare un po'» ammette lei, ridendo.

Torno a guardarla e, quasi senza rendermene conto, scoppio a ridere anche io. Non so perché, non credo nemmeno di aver bisogno di uno. Mi sembra di essermi ricongiunta con lei dopo anni, come se tutto il tempo passato ad Hogwarts lo avessimo passato in continenti diversi anziché in semplici Case. Sì, io sono una Serpeverde e lei una Grifondoro, praticamente nemici naturali, ma non è così. Quello che ci unisce ci unisce da molto prima che venissimo etichettate da degli stupidi titoli, che fossimo vittime di inutili stereotipi. Continuo a sorridere dopo che le risate sono cessate e così fa lei.

«Sai, quello che hai detto prima non è affatto vero» dice lei dopo un po'.

La guardo sorpresa, senza essere davvero sicura di sapere di cosa stia parlando.

«Non è vero che non abbiamo mai avuto quello che hanno Albus e Rose» spiega.

Sospiro. «Beh, forse tu sì, ma io non ho mai conosciuto i miei genitori...» a correggo, leggermente abbattuta.

Lei scuote la testa. «Non parlo di legami di sangue, parlo di famiglia» ribatte, seria. Poi sorride, «sei tu la mia famiglia, Emma.»

Mi mordo il labbro mentre sento gli occhi inumidirsi di colpo e il naso pizzicare. Lascio scivolare una lacrima lungo la guancia e mi accorgo che anche Haley sta piangendo. Mi alzo in piedi e mi chino per abbracciarla. Lei appoggia il mento sulla mia spalla e mi stringe forte.

«E tu sei la mia» confermo, con voce roca, chiudendo gli occhi.

__________

Okay, mi dispiace così tanto... ç^ç il problema è che ho cominciato questa fic due anni fa ormai e sono cresciuta da allora e non riesco più ad immedesimarmi come vorrei nei personaggi, tanto che mi sono bloccata. Mancano ancora due capitoli e poi l'epilogo alla fine e spero di riuscire a scrivere meglio d'ora in poi. O, almeno, ho molte più idee per questi capitoli di quante ne avessi per quello che ho appena postato che, devo ammettere, ho odiato abbastanza.

Mi dispiace perché probabilmente molti di voi dopo tutta questa attesa avrebbero preferito sapere come andrà avanti tra James e Charlie, ma dovevo concludere lo "spin-off" (possiamo chiamarlo così) di Haley ed Emma. Ma vi garantisco che i prossimi capitolo sono tutti sui nostri amati protagonisti >.< fatemi sapere cosa ne pensate di questo intanto... :)

Bando alle ciance, non riesco a rispondere direttamente a tutte le recensioni adesso perciò ci vediamo al prossimo capitolo, sperando che noi sia tra altri sei mesi (yn).

Baci (e ancora scuse >.<"),

Leslie

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Leslie