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Autore: kyssy    20/02/2011    2 recensioni
Dopo tutto quello che hanno passato, Bella e Edward si aspettano di vivere felici e contenti per l'eternità, ma non è così. La figlia Nessie rivela di aver ereditato dalla madre, oltre gli occhi, tutta la sua testardaggine. Non solo: un bel lupo di nome Jacob e l'ostilità dei Volturi. Ed entrambi costituiscono un problema per la famiglia Cullen. Da che parte starà Nessie?
Dal prologo:
"Quegli intensi occhi rossi mi fissano minacciosi. Hanno sete, ma non del mio sangue misto ma di quello della persona più importante per me."
Genere: Azione, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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Chiedo scusa per l'enorme ritardo, ma sono state due settimane molto impegnative e ho avuto molto poco tempo. 

Questa è la seconda perte del secondo capitolo. Non è niente di così diciamo importante solo un'altra delle mie fantasie mentali che ultimamente sono orribili. Grazie 1000 a chiunque leggerà il capitolo e sopratutto a chi lo recensirà.

Kyssy

CAPITOLO 2 parte 2

Riaprii gli occhi ancora frastornata. In un primo momento credetti di essere ancora nella radura e che fossi stata messa KO da quell'orso, poi mi accorsi di trovarmi su qualcosa di morbido. Ero sul mio letto, ma non riuscivo a muovermi normalmente era come se qualcosa mi impedisse i miei normali movimenti. Capii cosa era, il braccio il fianco e gran parte del mio corpo era stato fasciato una gamba era stata legata in modo che fosse completamente rigida e dritta, probabilmente mi ero rotta la caviglia e non volevano che crescesse storta o mi avrebbero dovuto rompere di nuovo l'osso. Caspita mi ero ridotta davvero male, mi toccai la testa ancora dolorante. Okay avevo imparato la lezione: non fare più a botte con un grizzly enorme, potresti avere la peggio. Probabilmente tutto il sangue che avevo preso da quel bestione l'avevo perso dalle ferite.
Sospirai.Sentii un movimento al fianco del mio letto. Mi voltai. Jacob era sdraiato su una sedia con gli occhi chiusi, e sul suo volto potevo leggere dolore e preoccupazione. Aveva una mano appoggiata sul mio letto. Controllai che non ci fosse nessuno nella stanza, per mia fortuna era così. Be almeno non credono che gli possa saltare addosso mentre sto dormendo, o che possa succedere qualcosa tra di noi, non l'avrei mai detto. Sapevo che probabilmente mio padre aveva sentito i miei pensieri ma non me ne preoccupai. Presi la mano di Jacob lentamente e dolcemente in modo da non svegliarlo, l'avvicinai delicatamente alle mie labbra e la baciai. Il tocco mi infiammò nel profondo, era come se un fuoco si accendesse dentro di me ridandomi nuova energia. Guardai il suo volto, l'avevo svegliato."Mi dispiace di averti fatto preoccupare". Gli sussurrai, come se avessi paura di dirlo a voce troppo alta ed essere sentita."Ci hai fatto preoccupare tutti. A Bella stava per venire un colpo e credo che il cuore di Edward abbia riniziato a funzionare e poi si sia fermato nell'istante in cui ti ha vista arrivare in quelle condizioni.". Risi ma mi faceva male pure ridere. Era divertente, il cuore di mio padre aveva smesso di battere realmente più di un secolo prima e dubitavo che qualcosa lo facesse ripartire. Sapevo di averli fatti preoccupare tutti e mi dispiaceva. Leggevo l'angoscia sul volto di Jake, aveva paura che potessi rifarlo e probabilmente era la stessa cosa che credeva il resto della mia famiglia. Presi nuovamente la sua mano e stavolta gli inviai un messaggi dalla mia mente. Scusa non volevo farti preoccupare...non credevo che sarebbe finita così. Il mio pensiero era dispiaciuto, come d'altronde lo sarebbe stato anche la mia voce. Lo guardai in quegli occhi che mi avevano fatto perdere migliaia di volte e che probabilmente lo avrebbero fatto anche in futuro. Ero felice se lui era con me, sembrava potesse portare via i miei dubbi e tutti i miei perché, ero tranquilla e in pace con me stessa. Credevo che niente avrebbe mai potuto togliermi ciò.
Dei passi oltre la porta mi distolsero dai miei pensieri. Sapevo che non ci avrebbero lasciati soli per molto tempo, non si fidavano. Non bussarono nemmeno alla porta, aprirono e basta. Carlisle entrò prima lentamente squadrandoci dall'ingresso. Ci guardava con quei suoi occhi color oro tipici della mia famiglia, ma i suoi avevano visto il trascorrere del tempo e il mutare dell'uomo per molto più di un secolo. Mio nonno con quei suoi capelli di un biondo quasi bianco e la pelle diafana sembrava un dio greco, fiero e consapevole del mondo che lo circonda, e come un dio sceso dall'olimpo ci fissava cautamente cercando di identificare i nostri pensieri e capire da quanto mi ero svegliata. Aveva ventott'anni da quasi sei secoli, ma di certo non li dimostrava.
Sbuffai."Mi sono appena svegliata". Lo tranquillizzai, non mi andava che mi facessero molte domande. Sulle sue labbra comparve un piccolo sorriso tranquillo, scoprendo i suoi canini più lunghi del normale che avrebbero fatto insospettire chiunque."Bene, sono venuto solo per vedere come stavi...". E per controllare che non stessimo facendo nulla di male. Pensai. Cosa credevano potessi fare conciata in quelle condizioni? Gli sorrisi. Di sicuro mio padre stava sondando i miei pensieri, e per la prima volta questo non mi diede fastidio, speravo che mi sentisse; non perché capisse che erano esagerati, oramai avevo perso ogni speranza che potessero capire, ma che almeno sentisse la mia frustrazione. Poco dopo comparve sulla soglia della porta assieme a mia madre visibilmente preoccupata. "Allora Carlisle, come sta la nostra Reneesme?". Disse accentuando su quel “nostra” come se davvero fossi di loro proprietà. Mi davano sui nervi. E poi cosa glielo chiedeva a fare se lo leggeva chiaramente nella mente di mio nonno.
Carlisle si voltò verso di loro."Bene, credo che già da domani sarà come nuova". Vidi mia madre tirare un respiro di sollievo. Perché mi sembrava tutta una farsa? Lo sapevano tutti che il mio corpo guariva molto velocemente, no?!
Mio nonno uscì dalla stanza dicendomi semplicemente di riposare, lasciandomi con Jacob e i miei genitori che mi guardavano preoccupati."Che c'è? Non guardatemi a quel modo". Non riuscivo a capire il perché di quell'espressione. Nessuno dei miei parlò, come se avessero timore, come se ci fosse qualcosa che li potesse spaventare. Fu Jake a parlare, la sua voce era rauca come se non parlasse da molto."Cosa ti è preso con quell'orso?". Era la stessa cosa che mi aveva chiesto nella radura, almeno credevo che mi avesse chiesto questo; la mia mente era ancora annebbiata. Ma sapevo perfettamente di cosa avevano paura."Mi so controllare se è questo che vi state chiedendo, ma avevo fame e quando ho sentito l'odore del sangue di un animale carnivoro l'ho semplicemente seguito..."."Ma se sentissi il sangue umano ti sapresti controllare?". Mi interruppe mio padre prudente."Credi che sarei capace di bere il sangue di qualcuno che per metà è simile a me?". Avevamo affrontato quel discorso talmente tante volte che avevo perso il conto. Avevo assaggiato il sangue umano quando ero piccola, appena nata, ma non direttamente da un essere umano, era sangue che il nonno aveva preso dall'ospedale, e che tra l'altro veniva conservato dentro al frigo; ma non avevo mai attaccato un essere umano per bere direttamente il sangue dal suo corpo. Certo la tentazione a volte era tanta, ma per quale vampiro non lo era?! In fin dei conti per metà ero un sanguisuga ( come diceva Jake) e per l'altra metà un essere umano. Per me era come bere il sangue di un mio simile, se l'avessi fatto sarei stata una cannibale.
Papà lo sapeva bene. Mi leggeva nel pensiero, sapeva cosa stavo pensando, perché io gli stavo permettendo di leggermi. Sapeva perfettamente anche questo, se solo avessi voluto avrei potuto chiudere la mia mente completamente oppure filtrare i miei pensieri e permettergli di leggerne solo alcuni. Ma volevo che sapesse, che non si mettessero a controllarmi per una cosa del genere.
Nemmeno io sapevo cosa mi era preso. Forse la sete era diventata tale che alla sola vista del sangue la mia gola aveva iniziato a bruciare. O forse era una cosa normale per una mezza vampira, in fondo anche i migliori vampiri a volte non sapevano resistere. Chiunque può commettere degli errori, no? In fin dei conti pure mio padre aveva quasi dissanguato mia madre una volta, quando lei era ancora umana, e si era pure sentito in colpa sino a quando lei non era diventata una vampira senza un briciolo di sangue che le scorresse nelle vene. Ma probabilmente aveva paura che io non sapessi dire basta. Avevo solo attaccato un grizzly, non ammazzato una persona e loro ne stavano facendo una tragedia."Dubito che la smettereste di fare quelle facce anche se vi dicessi che non lo farò più, quindi meglio non sprecare fiato." Era vero i loro volti continuavano a essere preoccupati, ma io non ci potevo fare niente. "Forse hai solo bisogno di stare lontana per un po' dalla tentazione di sangue umano." La voce di mia madre sembrava musica anche se con il mio udito potevo percepire una nota di preoccupazione nella sua voce. E sapevo cosa significava quel tono. Quando uno di noi sbagliava, inevitabilmente ci trasferivamo in un altro luogo sempre più al freddo. Probabilmente avrei dovuto fare nuovamente i bagagli. Però non era questo a preoccuparmi. Non mi importava se ci trasferivamo di nuovo. In tutti i luoghi in cui ero stata negli ultimi anni non avevo conosciuto nessuno di nuovo, siccome non ero mai andata a scuola non avevo incontrato ragazzi con cui potessi fare amicizia, quindi non dovevo mai dire addio a qualcuno sapendo che probabilmente la volta successiva in cui l'avessi visto sarebbe stato vecchi o sotto terra. No non era questo a spaventarmi. Mia madre mentre parlava non guardava me, ma Jacob. E avevo timore di che cosa potesse significare. Mio padre percepì i miei pensieri. "Ragiona Nessie, è l'unica soluzione". La mia rabbia cresceva, e il mio auto controllo diminuiva pericolosamente. "No" gridai. Vidi Jake frapporsi tra me e i miei genitori. Aveva capito anche lui, ma sapeva che non avrei mai attaccato se lui era in mezzo e c'era il rischi che gli facessi del male. "Nessie calmati". La sua voce era tranquilla, e non riuscivo a capirne il motivo. "Calmarmi? Vogliono dividerci nuovamente Jacob, non posso sopportarlo""Lo so, ma forse per te sarebbe più semplice". Nemmeno lui era convinto di quello che diceva. Mi calmai un po'. Almeno non avevo più il desiderio di aggredire i miei genitori, cosa di cui probabilmente mi sarei pentita.
"Potrebbe mai una pianta vivere senza la sua acqua e il suo sole?". La domanda era rivolta ai miei genitori. "Che cosa vorresti intendere con questo?". Lo sapevano perfettamente, ma se proprio volevano sentirlo uscire dalla mia bocca li avrei accontentati. "Intendo dire, che nessuna pianta potrebbe sopravvivere al buio e senz'acqua. Così, allo stesso modo, io non posso stare senza Jake, perché anche se non vi piace, è così. Lui è il mio sole e la mia acqua. Se mi allontanaste da lui finirei per morire""Sei immortale, non puoi cambiare il tuo status". Sorrisi. Mio padre sapeva già la risposta alla sua domanda. "I Volturi non sarebbero della stessa opinione". Il sorriso che feci era tirato, ma sapevano tutti e tre cosa intendevo. I Volturi erano un gruppo di vampiri italiani che facevano rispettare le leggi a tutti i loro simili. E io ero un infrazione di gran parte delle loro regole. Avevano tentato di uccidermi quando avevo appena tre mesi e per poco non ci riuscivano. Aro, Marcus e Caius erano i capi di questo clan. Li avevo visti solo una volta molto tempo prima, ma i loro volti e le loro voci erano impressi nella mia mente. Aro con la sua curiosità per il nuovo avrebbe tanto voluto studiarmi, lo avevo pregato di non far del male alla mia famiglia, ma dubito che avrebbe mantenuto la promessa; Caius invece voleva a tutti i costi far rispettare la legge anche se lui era nel torto, per paura che ci fosse in tal modo qualcuno più forte di lui che avrebbe potuto farlo fuori; e poi Marcus, era perennemente annoiato e indifferente a tutto da quando Aro gli aveva ammazzato la moglie perché diceva che lo distraeva, non riuscivo a capire perché ancora non si fosse vendicato, in fin dei conti per i vampiri i propri compagni sono sacri. Ma anche la natura dei vampiri è complicata, forse anche più di quella umana.
Se mi avessero portato via Jacob, non averi esitato ad andare da loro. Avrei fatto come stava per fare mio padre quando credeva che mia madre fosse morta, e siccome ero figlia di mio padre, la cosa era molto probabile.
Presi la mano di Jake. No, non l'avrei lasciato per niente al mondo. Eravamo uniti da qualcosa di invisibile ma indissolubile, qualcosa che ci rendeva una cosa sola.
"Sta tranquilla, mai nessuno mi potrà separare da te, se non sarai tu a volerlo". Ricambiò la mia stretta. La sua mano era calda e così familiare da farmi sentire al sicuro. No, lui doveva stare con me.
Alzai lo sguardo, puntando i miei occhi color cioccolato su quelli dorati dei miei genitori. "Andiamo Bella, meglio non insistere, tanto lo so come andrebbe a finire." Avrei vinto io. Mio padre non sapeva resistere ai miei occhi, gli ricordavano quelli di mia madre quando ancora era umana. Mamma mi rivolse uno sguardo prima preoccupato e poi sereno. Quando uscì dalla stanza con mio padre avrei giurati di aver visto quasi un sorriso. Aspettai che i loro passi si fossero allontanati.
"Giurami che mai più nessuno tenterà di dividerci e che mai nessuno ci riuscirà". Lo guardai in quegli occhi di cui ero innamorata."Ne ho bisogno". Sorrise."E io ho bisogno di te. Te lo prometto Nessie, mia piccola e dolce Nessie, starò sempre al tuo fianco, il filo che ci unisce non verrà mai spezzato"."Jake, tu sei il mio sole"."Nessie, tu sei il mio chiaro di luna".

A volte non riesco nemmeno io a capire da dove vengano fuori certi obrobri. -.-'


  
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