Chiedo scusa per l'enorme ritardo, ma sono state due settimane molto impegnative e ho avuto molto poco tempo.
Questa è la seconda perte del secondo capitolo. Non è niente di così diciamo importante solo un'altra delle mie fantasie mentali che ultimamente sono orribili. Grazie 1000 a chiunque leggerà il capitolo e sopratutto a chi lo recensirà.
Kyssy
CAPITOLO 2 parte 2
Riaprii
gli occhi ancora frastornata. In un primo momento credetti di essere
ancora nella radura e che fossi stata messa KO da quell'orso, poi mi
accorsi di trovarmi su qualcosa di morbido. Ero sul mio letto, ma non
riuscivo a muovermi normalmente era come se qualcosa mi impedisse i
miei normali movimenti. Capii cosa era, il braccio il fianco e gran
parte del mio corpo era stato fasciato una gamba era stata legata in
modo che fosse completamente rigida e dritta, probabilmente mi ero
rotta la caviglia e non volevano che crescesse storta o mi avrebbero
dovuto rompere di nuovo l'osso. Caspita mi ero ridotta davvero male,
mi toccai la testa ancora dolorante. Okay avevo imparato la lezione:
non fare più a botte con un grizzly enorme, potresti avere
la
peggio. Probabilmente tutto il sangue che avevo preso da quel
bestione l'avevo perso dalle ferite.
Sospirai.Sentii
un movimento al fianco del mio letto. Mi voltai. Jacob era sdraiato
su una sedia con gli occhi chiusi, e sul suo volto potevo leggere
dolore e preoccupazione. Aveva una mano appoggiata sul mio letto.
Controllai che non ci fosse nessuno nella stanza, per mia fortuna era
così. Be almeno non credono che gli possa saltare
addosso mentre
sto dormendo, o che possa succedere qualcosa tra di noi, non l'avrei
mai detto. Sapevo
che
probabilmente mio padre aveva sentito i miei pensieri ma non me ne
preoccupai. Presi la mano di Jacob lentamente e dolcemente in modo da
non svegliarlo, l'avvicinai delicatamente alle mie labbra e la
baciai. Il tocco mi infiammò nel profondo, era come se un
fuoco si
accendesse dentro di me ridandomi nuova energia. Guardai il suo
volto, l'avevo svegliato."Mi dispiace di averti fatto
preoccupare". Gli sussurrai, come se avessi paura di dirlo a
voce troppo alta ed essere sentita."Ci hai fatto preoccupare
tutti. A Bella stava per venire un colpo e credo che il cuore di
Edward abbia riniziato a funzionare e poi si sia fermato nell'istante
in cui ti ha vista arrivare in quelle condizioni.". Risi ma mi
faceva male pure ridere. Era divertente, il cuore di mio padre aveva
smesso di battere realmente più di un secolo prima e
dubitavo che
qualcosa lo facesse ripartire. Sapevo di averli fatti preoccupare
tutti e mi dispiaceva. Leggevo l'angoscia sul volto di Jake, aveva
paura che potessi rifarlo e probabilmente era la stessa cosa che
credeva il resto della mia famiglia. Presi nuovamente la sua mano e
stavolta gli inviai un messaggi dalla mia mente. Scusa
non
volevo farti preoccupare...non credevo che sarebbe finita
così.
Il mio pensiero era dispiaciuto, come d'altronde lo sarebbe stato
anche la mia voce. Lo guardai in quegli occhi che mi avevano fatto
perdere migliaia di volte e che probabilmente lo avrebbero fatto
anche in futuro. Ero felice se lui era con me, sembrava potesse
portare via i miei dubbi e tutti i miei perché, ero
tranquilla e in
pace con me stessa. Credevo che niente avrebbe mai potuto togliermi
ciò.
Dei passi oltre la porta mi distolsero dai miei pensieri. Sapevo che
non ci avrebbero lasciati soli per molto tempo, non si fidavano. Non
bussarono nemmeno alla porta, aprirono e basta. Carlisle
entrò prima
lentamente squadrandoci dall'ingresso. Ci guardava con quei suoi
occhi color oro tipici della mia famiglia, ma i suoi avevano visto il
trascorrere del tempo e il mutare dell'uomo per molto più di
un
secolo. Mio nonno con quei suoi capelli di un biondo quasi bianco e
la pelle diafana sembrava un dio greco, fiero e consapevole del mondo
che lo circonda, e come un dio sceso dall'olimpo ci fissava
cautamente cercando di identificare i nostri pensieri e capire da
quanto mi ero svegliata. Aveva ventott'anni da quasi sei secoli, ma
di certo non li dimostrava.
Sbuffai."Mi
sono appena svegliata". Lo tranquillizzai, non mi andava che
mi facessero molte domande. Sulle sue labbra comparve un piccolo
sorriso tranquillo, scoprendo i suoi canini più lunghi del
normale
che avrebbero fatto insospettire chiunque."Bene, sono venuto
solo per vedere come stavi...". E per controllare
che non stessimo facendo nulla di male. Pensai.
Cosa credevano potessi fare conciata in quelle condizioni? Gli
sorrisi. Di sicuro mio padre stava sondando i miei pensieri, e per la
prima volta questo non mi diede fastidio, speravo che mi sentisse;
non perché capisse che erano esagerati, oramai avevo perso
ogni
speranza che potessero capire, ma che almeno sentisse la mia
frustrazione. Poco dopo comparve sulla soglia della porta assieme a
mia madre visibilmente preoccupata. "Allora Carlisle, come sta
la nostra Reneesme?". Disse accentuando su quel
“nostra”
come se davvero fossi di loro proprietà. Mi davano sui
nervi. E poi
cosa glielo chiedeva a fare se lo leggeva chiaramente nella mente di
mio nonno.
Carlisle si voltò verso di loro."Bene, credo che
già da
domani sarà come nuova". Vidi mia madre tirare un respiro di
sollievo. Perché mi sembrava tutta una farsa? Lo sapevano
tutti che
il mio corpo guariva molto velocemente, no?!
Mio nonno uscì dalla stanza dicendomi semplicemente di
riposare,
lasciandomi con Jacob e i miei genitori che mi guardavano
preoccupati."Che c'è? Non guardatemi a quel modo". Non
riuscivo a capire il perché di quell'espressione. Nessuno
dei miei
parlò, come se avessero timore, come se ci fosse qualcosa
che li
potesse spaventare. Fu Jake a parlare, la sua voce era rauca come se
non parlasse da molto."Cosa ti è preso con quell'orso?".
Era la stessa cosa che mi aveva chiesto nella radura, almeno credevo
che mi avesse chiesto questo; la mia mente era ancora annebbiata. Ma
sapevo perfettamente di cosa avevano paura."Mi so controllare
se è questo che vi state chiedendo, ma avevo fame e quando
ho
sentito l'odore del sangue di un animale carnivoro l'ho semplicemente
seguito..."."Ma se sentissi il sangue umano ti sapresti
controllare?". Mi interruppe mio padre prudente."Credi
che sarei capace di bere il sangue di qualcuno che per metà
è
simile a me?". Avevamo affrontato quel discorso talmente tante
volte che avevo perso il conto. Avevo assaggiato il sangue umano
quando ero piccola, appena nata, ma non direttamente da un essere
umano, era sangue che il nonno aveva preso dall'ospedale, e che tra
l'altro veniva conservato dentro al frigo; ma non avevo mai attaccato
un essere umano per bere direttamente il sangue dal suo corpo. Certo
la tentazione a volte era tanta, ma per quale vampiro non lo era?! In
fin dei conti per metà ero un sanguisuga ( come diceva Jake)
e per
l'altra metà un essere umano. Per me era come bere il sangue
di un
mio simile, se l'avessi fatto sarei stata una cannibale.
Papà lo sapeva bene. Mi leggeva nel pensiero, sapeva cosa
stavo
pensando, perché io gli stavo permettendo di leggermi.
Sapeva
perfettamente anche questo, se solo avessi voluto avrei potuto
chiudere la mia mente completamente oppure filtrare i miei pensieri e
permettergli di leggerne solo alcuni. Ma volevo che sapesse, che non
si mettessero a controllarmi per una cosa del genere.
Nemmeno io sapevo cosa mi era preso. Forse la sete era diventata tale
che alla sola vista del sangue la mia gola aveva iniziato a bruciare.
O forse era una cosa normale per una mezza vampira, in fondo anche i
migliori vampiri a volte non sapevano resistere. Chiunque
può
commettere degli errori, no? In fin dei conti pure mio padre aveva
quasi dissanguato mia madre una volta, quando lei era ancora umana, e
si era pure sentito in colpa sino a quando lei non era diventata una
vampira senza un briciolo di sangue che le scorresse nelle vene. Ma
probabilmente aveva paura che io non sapessi dire basta. Avevo solo
attaccato un grizzly, non ammazzato una persona e loro ne stavano
facendo una tragedia."Dubito che la smettereste di fare
quelle facce anche se vi dicessi che non lo farò
più, quindi meglio
non sprecare fiato." Era vero i loro volti continuavano a
essere preoccupati, ma io non ci potevo fare niente. "Forse
hai solo bisogno di stare lontana per un po' dalla tentazione di
sangue umano." La voce di mia madre sembrava musica anche se
con il mio udito potevo percepire una nota di preoccupazione nella
sua voce. E sapevo cosa significava quel tono. Quando uno di noi
sbagliava, inevitabilmente ci trasferivamo in un altro luogo sempre
più al freddo. Probabilmente avrei dovuto fare nuovamente i
bagagli.
Però non era questo a preoccuparmi. Non mi importava se ci
trasferivamo di nuovo. In tutti i luoghi in cui ero stata negli
ultimi anni non avevo conosciuto nessuno di nuovo, siccome non ero
mai andata a scuola non avevo incontrato ragazzi con cui potessi fare
amicizia, quindi non dovevo mai dire addio a qualcuno sapendo che
probabilmente la volta successiva in cui l'avessi visto sarebbe stato
vecchi o sotto terra. No non era questo a spaventarmi. Mia madre
mentre parlava non guardava me, ma Jacob. E avevo timore di che cosa
potesse significare. Mio padre percepì i miei pensieri.
"Ragiona
Nessie, è l'unica soluzione". La mia rabbia cresceva, e il
mio auto controllo diminuiva pericolosamente. "No"
gridai. Vidi Jake frapporsi tra me e i miei genitori. Aveva capito
anche lui, ma sapeva che non avrei mai attaccato se lui era in mezzo
e c'era il rischi che gli facessi del male. "Nessie calmati".
La sua voce era tranquilla, e non riuscivo a capirne il motivo.
"Calmarmi? Vogliono dividerci nuovamente Jacob, non posso
sopportarlo""Lo so, ma forse per te sarebbe più
semplice". Nemmeno lui era convinto di quello che diceva. Mi
calmai un po'. Almeno non avevo più il desiderio di
aggredire i miei
genitori, cosa di cui probabilmente mi sarei pentita.
"Potrebbe mai una pianta vivere senza la sua acqua e il suo
sole?". La domanda era rivolta ai miei genitori. "Che
cosa vorresti intendere con questo?". Lo sapevano
perfettamente, ma se proprio volevano sentirlo uscire dalla mia bocca
li avrei accontentati. "Intendo dire, che nessuna pianta
potrebbe sopravvivere al buio e senz'acqua. Così, allo
stesso modo,
io non posso stare senza Jake, perché anche se non vi piace,
è
così. Lui è il mio sole e la mia acqua. Se mi
allontanaste da lui
finirei per morire""Sei immortale, non puoi cambiare il
tuo status". Sorrisi. Mio padre sapeva già la risposta alla
sua domanda. "I Volturi non sarebbero della stessa opinione".
Il sorriso che feci era tirato, ma sapevano tutti e tre cosa
intendevo. I Volturi erano un gruppo di vampiri italiani che facevano
rispettare le leggi a tutti i loro simili. E io ero un infrazione di
gran parte delle loro regole. Avevano tentato di uccidermi quando
avevo appena tre mesi e per poco non ci riuscivano. Aro, Marcus e
Caius erano i capi di questo clan. Li avevo visti solo una volta
molto tempo prima, ma i loro volti e le loro voci erano impressi
nella mia mente. Aro con la sua curiosità per il nuovo
avrebbe tanto
voluto studiarmi, lo avevo pregato di non far del male alla mia
famiglia, ma dubito che avrebbe mantenuto la promessa; Caius invece
voleva a tutti i costi far rispettare la legge anche se lui era nel
torto, per paura che ci fosse in tal modo qualcuno più forte
di lui
che avrebbe potuto farlo fuori; e poi Marcus, era perennemente
annoiato e indifferente a tutto da quando Aro gli aveva ammazzato la
moglie perché diceva che lo distraeva, non riuscivo a capire
perché
ancora non si fosse vendicato, in fin dei conti per i vampiri i
propri compagni sono sacri. Ma anche la natura dei vampiri è
complicata, forse anche più di quella umana.
Se mi avessero portato via Jacob, non averi esitato ad andare da
loro. Avrei fatto come stava per fare mio padre quando credeva che
mia madre fosse morta, e siccome ero figlia di mio padre, la cosa era
molto probabile.
Presi la mano di Jake. No, non l'avrei lasciato per niente al mondo.
Eravamo uniti da qualcosa di invisibile ma indissolubile, qualcosa
che ci rendeva una cosa sola.
"Sta tranquilla, mai nessuno mi potrà separare da te, se non
sarai tu a volerlo". Ricambiò la mia stretta. La sua mano
era
calda e così familiare da farmi sentire al sicuro. No, lui
doveva
stare con me.
Alzai lo sguardo, puntando i miei occhi color cioccolato su quelli
dorati dei miei genitori. "Andiamo Bella, meglio non
insistere, tanto lo so come andrebbe a finire." Avrei vinto
io. Mio padre non sapeva resistere ai miei occhi, gli ricordavano
quelli di mia madre quando ancora era umana. Mamma mi rivolse uno
sguardo prima preoccupato e poi sereno. Quando uscì dalla
stanza con
mio padre avrei giurati di aver visto quasi un sorriso. Aspettai che
i loro passi si fossero allontanati.
"Giurami che mai più nessuno tenterà di dividerci
e che mai
nessuno ci riuscirà". Lo guardai in quegli occhi di cui ero
innamorata."Ne ho bisogno". Sorrise."E io ho
bisogno di te. Te lo prometto Nessie, mia piccola e dolce Nessie,
starò sempre al tuo fianco, il filo che ci unisce non
verrà mai
spezzato"."Jake, tu sei il mio sole"."Nessie,
tu sei il mio chiaro di luna".
A volte non riesco nemmeno io a capire da dove vengano fuori certi obrobri. -.-'